Calogero Zucchetto

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Calogero Zucchetto
Calogero Zucchetto nella fototessera del corso allievi agenti
SoprannomeLillo
NascitaSutera, 3 febbraio 1955
MortePalermo, 14 novembre 1982
Cause della morteassassinato da Cosa Nostra
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataForze di polizia italiane
Corpo Corpo delle guardie di pubblica sicurezza
Polizia di Stato
Anni di servizio1974[1]-1982
GradoAgente
DecorazioniMedaglia d'oro al valor civile
"fonti nel corpo del testo"
voci di militari presenti su Wikipedia

Calogero Zucchetto, soprannominato “Lillo” (Sutera, 3 febbraio 1955Palermo, 14 novembre 1982), è stato un poliziotto italiano.[2]

Si occupava di mafia e in particolare collaborava alla ricerca dei latitanti che allora erano molto numerosi. All'inizio degli anni ottanta, presso la squadra Mobile della Questura di Palermo, collaborò con il commissario Ninni Cassarà alla stesura del cosiddetto "rapporto Greco Michele + 161" che tracciava un quadro completo della guerra di mafia iniziata nel 1981 e dei nuovi assetti delle cosche, segnalando in particolare l'ascesa del clan dei corleonesi di Luciano Liggio, Riina e Provenzano. Riuscì a entrare in contatto anche con il pentito Totuccio Contorno che si rese molto utile con le sue confidenze per la redazione del rapporto dei 162.

Con il commissario Cassarà andava in giro in motorino per i vicoli di Palermo e in particolare per quelli della borgata periferica di Ciaculli, che conosceva bene, a caccia di ricercati. In uno di questi giri con Cassarà incontrò due killer latitanti al servizio dei corleonesi, Pino Greco detto "scarpuzzedda" e Mario Prestifilippo, che aveva frequentato quando non erano mafiosi. Questi lo riconobbero e non si fecero catturare. All'inizio del novembre del 1982, dopo una settimana di appostamenti, tra gli agrumeti di Ciaculli riconobbe il latitante Salvatore Montalto, boss di Villabate, ma essendo solo e non avendo mezzi per arrestarlo rinunciò alla cattura, avvenuta poi il 7 novembre con un blitz di Cassarà.

La sera di domenica 14 novembre 1982, all'uscita dal bar "Collica" in via Notarbartolo, una via del centro di Palermo, fu ucciso con cinque colpi di pistola alla testa sparati da due killer in sella a una moto mentre consumava un panino.

Successivamente, nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra gli autori del delitto vennero individuati in Mario Prestifilippo e Pino Greco, gli stessi che aveva incrociato in motorino, mentre come mandanti furono condannati i componenti della "cupola mafiosa", cioè gli appartenenti all'organo più importante di "Cosa Nostra", Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e altri[3]. Il delitto Zucchetto è stato inserito anche nel processo “Tempesta” con circa 150 imputati, che individuò Giuseppe Lucchese (altro killer di Ciaculli) come il terzo autore dell'omicidio[4].

Medaglia d'Oro al valor civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Mentre conduceva una delicata operazione investigativa al fine della ricerca e della cattura di pericolosi latitanti, nel quadro della lotta alla criminalità organizzata, in un vile e proditorio agguato tesogli da ignoti criminali, veniva fatto segno a numerosi colpi mortali di arma da fuoco immolando, così, la giovane vita ai più alti ideali al servizio delle Istituzioni.»
— Palermo, 14 novembre 1982

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie