Betto di Francesco Betti
Betto di Francesco Betti (Firenze, ... – ...; fl. XV secolo) è stato un orafo italiano del XV secolo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Poche sono le informazioni biografiche riguardanti l'orafo e smaltatore fiorentino.[1]
Nel 1456 Betti incominciò a lavorare, assieme ad altri artisti, per un Crocefisso d'argento (Croce del Tesoro di San Giovanni) collocato nell'altare di San Giovanni nel battistero di San Giovanni a Firenze (conservato nel Museo dell'Opera del duomo),[2] su richiesta dei consoli dell'Arte dei mercanti.[1][3][4][5]
Con deliberazione del 30 aprile 1457 la corporazione committente stabilisce che la parte superiore del Crocifisso (Croce del Tesoro di San Giovanni) sia eseguita da Betti, e l'inferiore, con la base, da Miliano di Domenico Dei e da Antonio di Iacopo del Pollaiolo.[1][2]
Betti realizzò quindi lo splendido Crocefisso (Croce del Tesoro di San Giovanni) e le quattro figure in smalto traslucido presenti all'estremità dei suoi bracci (1457-1459), un esempio di oreficeria rinascimentale,[2] mentre la figura del Cristo crocifisso e quelle di Maria e Giovanni, come le sfingi della base, sono state realizzate successivamente, probabilmente verso il XVIII secolo.[1]
Lo stile del Betti nel trattare gli smalti, quale esempio dell'arte fiorentina del XV secolo, fu ispirata e influenzata dagli insegnamenti di Benvenuto Cellini nel suo trattato dell'oreficeria.[1]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Crocefisso (Croce del Tesoro di San Giovanni, 1457-1459).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Giuseppe Mondani, Betti, Betto di Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 9, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1967. URL consultato il 12 giugno 2019.
- ^ a b c Betto di Francesco Betti, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 237.
- ^ Bétto di Francésco Bétti, su sapere.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
- ^ Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architetti, Volume 5, su books.google.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
- ^ Nel Battistero di Firenze tornano l’altare e la croce, su culturaitalia.it. URL consultato il 12 giugno 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- A. F. Gori, Thesaurus veterum Diptychorum, III, Monumenta Sacrae vetustatis insigna Basilicae Baptisterii fiorentini, Firenze, 1759.
- (FR) C. J. Labarte, Histoire des arts industriels au Moyen Age et à l'epoque de la Renaissance, II, Parigi, 1873.
- (DE) H. Mackowsky, Das Silberkreuz für den Johannisaltar, in Museo di Santa Maria del Fiore zu Florenz, 1902.
- G. Poggi, Catalogo dei Museo dell'Opera del duomo, Firenze, 1904.
- (DE) U. Thieme e F. Becker, Betto di Francesco Betti), in Künstler-Lexikon, III, Lipsia, 1950, p. 546.
- G. Vasari e (a cura di) G. Milanesi, Le Vite…, III, Firenze, 1878, p. 288.
- A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VI, Milano, 1908.
- P. Zani, Enciclopedia metodica… delle belle arti, IX, Parma, 1822.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Betto di Francesco Betti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Giuseppe Mondani, BETTI, Betto di Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 9, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1967.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 120957460 · CERL cnp01224825 · ULAN (EN) 500023257 · GND (DE) 141367784 |
---|