Benito Partisani
Benito Partisani, noto anche come Mastro Lupo (Predappio, 21 gennaio 1906 – Predappio, 24 maggio 1969), è stato un pittore, scultore e ceramista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Predappio da genitori che gestivano un'osteria frequentata da anarchici e socialisti del tempo: così, con riferimento al suo padrino di battesimo[1] Benito Mussolini (a quel tempo socialista e rivoluzionario), ricevette il proprio nome che gli sarà d'imbarazzo quando poi, appena ventenne, sarà riconosciuto meritevole nel campo dell'arte.
Rimasto orfano del padre, ancora adolescente con la madre si era trasferito alla Spezia dove ricevette lezioni di scultura da Angiolo Del Santo. Nel 1925, a Roma e contemporaneamente al servizio militare in Marina militare, seguì i corsi dell'Accademia di Belle Arti.
Dopo il diploma romano vinse un concorso di pittura a Bologna e fu quindi invitato ad esporre suoi lavori alla Biennale di Venezia, ma rifiutò di parteciparvi per il suo carattere schivo[2].
Decise anzi di non partecipare a mostre d'arte, dedicandosi al lavoro e all'impegno sociale, tanto che, nel dopoguerra, venne eletto sindaco di Predappio (1946-1951)[3].
Diradati gli impegni politici preferì continuare la sua appartata vita di artista con studio nella sua Predappio[4]dove, con lo pseudonimo di Mastro Lupo, continuò tuttavia a coltivare la pittura e l'arte ceramica di cui tenne anche scuola. Alcune sue ceramiche sono firmate con lo pseudonimo «Tobe»[5].
Morì prematuramente nel 1969.
La galleria Farneti di Forlì nel 2019 gli ha dedicato la mostra Nel ricordo di suoi disegni, oli e ceramiche e una seconda mostra, InsolitaMente, nel 2022.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]I suoi lavori sono censiti nel Catalogo generale dei beni culturali italiani.
Un ciclo di sue opere di carattere religioso, recentemente restaurato, è conservato nella chiesa di Predappio alta[6].
Un suo dipinto è di proprietà della Provincia di Forlì-Cesena, mentre il dipinto Il fiume Rabbi è conservato dalla Pinacoteca Civica di Forlì[3].
Altre sue sculture sono esposte nel locale cimitero di San Casciano dove è sepolto egli stesso.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Si racconta con sangiovese locale.
- ^ Una menzione apparsa su un articolo di giornale, che faceva sbrigativo riferimento a Partisani come figlioccio di Mussolini (allora capo del Governo) lo indusse a rifiutare la possibilità di partecipare alla Biennale.
- ^ a b Partisani Benito detto Mastro Lupo, su bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 30 settembre 2022.
- ^ La risposta data a sua tempo a Guttuso che lo sollecitava a prender parte della vita artistica nella capitale: quando posso avere cento lire per il caffè, per le sigarette, ma soprattutto per un tubetto di colore, io mi sento compiutamente soddisfatto ed appagato.
- ^ Mastro Lupo, su archivioceramica.com. URL consultato il 30 settembre 2022.
- ^ Partisani Benito Detto Mastro Lupo, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato il 30 settembre 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- O.Piraccini, Quadri in Provincia. Pittura romagnola tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Forlì, Coiné, 1999
- E Dall'Ara, Mastro Lupo : l'artista e l'opera, Forlì, Valbonesi, 2006
- C.Cacciagurrra, In cammino con Mastro Lupo, tesi di laurea, Università di Firenze, 2024
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Benito Partisani (Mastro Lupo), su artedimensione.it.
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