Il borgo è sito su di un altopiano boschivo formato da alberi di pini, abeti, faggi e betulle. Nel territorio bardinetese frequenti sono le formazioni calcaree e di dolomie, con vasti fenomeni carsici di superficie e sotterranei con la presenza di quasi ottanta grotte. Tra le cavità più conosciute, dette "buranche", vi sono quelle di Bardineto (oltre 2 km di cunicoli), Balbiseulo (1,2 km), Rampiun (1 km) e Pagliarina (430 m).
Bardineto ha un clima di tipo continentale oceanico con inverni freddi ed estati mediamente calde.
In inverno le temperature minime possono scendere anche sotto i -10 gradi mentre le massime in genere restano tra i 0 e i 10 gradi.
In inverno sono possibili anche giornate di ghiaccio e ci sono intense nevicate (anche più di 1 metro ad episodio) le gelate si possono prolungare fino ad aprile e più raramente a maggio, con possibili nevicate tardive.
L'estate è abbastanza calda nelle massime (anche più di 30 gradi) ma le minime sono quasi sempre sotto i 20 gradi, con alcune giornate le cui temperature possono scendere sotto i 10 gradi.
L'autunno incomincia mite con temperature a settembre ancora alte nelle massime, ma con le minime piuttosto fresche (+4 gradi a settembre 2018).
Le prime gelate solitamente sopraggiungono a novembre, ma talvolta possono giungere già ad ottobre, con le prime nevicate solitamente a novembre, con eccezioni anche ad ottobre. A novembre ritornano frequentemente temperature invernali, con possibili forti gelate (-9/-10), mentre dicembre si conferma un mese decisamente freddo.
Raffigurazione, in piastrelle di ceramica, della battaglia tra le tribù dei Liguri Epanteri ed Ingauni.
La presenza di numerose grotte e ripari favorì lo stanziamento di una primitiva presenza umana già nel Paleolitico[7], seguita dalla tribù dei Liguri Epanteri[7], rivali dei Liguri Ingauni sulla costa.
Occupato dal re Rotari[7] e quindi dai Longobardi[7] - che ne fecero un baluardo, a cui deriverebbe il toponimo[7], approfondendo e arricchendo la conoscenza degli scambi commerciali - il borgo fu conquistato dall'esercito di Carlo Magno nel 775[7] e donato ai monaci dell'abbazia di San Pietro in Varatella presso Toirano[7][8]. Questi ultimi accrebbero lo sviluppo economico del paese, dando inizio alla fortunata attività della lavorazione del ferro, importato grezzo dalle cave dell'Isola d'Elba e quindi lavorato nelle numerose ferriere lungo la valle della Bormida[7].
Sul finire del XVIII secolo la sua piana fu teatro di scontri, tra il 22 e il 23 novembre 1795, tra gli eserciti austro-sardi e quello francese; la sconfitta austriaca, con ben quattromila morti e cinquemila prigionieri, aprì di fatto la strada a Napoleone Bonaparte nel Finalese, Savonese e nel resto della regione ligure[7].
«Di verde, al castello torricellato di due pezzi, merlati alla guelfa, fondato su un monte, il tutto al naturale; il castello sormontato dalla scritta: In campis vita in argento. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»
Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Edificata nel 1720, consacrata il 24 giugno dello stesso anno. Presenta una struttura in stile baroccopiemontese.
Chiesa di San Nicolò.Situata verso la strada 52 che porta al Colle Scravaion. Eretta intorno al XII secolo, in stile romanico, era la chiesa parrocchiale per tutto il basso medioevo sino al 1720. Nel 1479 fu dichiarata chiesa cimiteriale. Ha nel suo interno pregiati affreschi del Quattrocento. Nel corso dei secoli sono state apportate modifiche alla struttura, modificandone quasi l'aspetto originale. Monumento nazionale dal 1906.
Oratorio dell'Assunta, vicino alla parrocchiale, fu edificato nel 1650 e fu sede della locale confraternita oltreché della primaria sede della parrocchia di Bardineto.
Ruderi del castello della famiglia Del CarrettoCastrum longobardo. Nei pressi della romanica chiesa di San Nicolò si possono osservare i resti dell'antico castrum, eretto dai Longobardi nel VII secolo.
Castello feudale. Costruito nel XIII secolo dalla famiglia Del Carretto, a pianta poligonale, (ossia a sedici lati), molto probabilmente sulle fondamenta di un preesistente castrum romano, ne rimane ad oggi soltanto qualche rudere, come la preesistente cinta muraria.
A Bardineto nacque lo scultore Antonio Roasio (1809-1886)[11]. Sul muro della sede municipale è posta una lapide marmorea a ricordo.
Lapide Antonio Roasio (1809-1886) sul palazzo del municipio
Dal 2006, patrocinato dal Comune, si tiene il concorso di poesia "Italo Carretto" e molte di queste sono stampate su ceramiche visibili su un muro allestito permanentemente in via Roascio.[12]
Nella sede dell'ex scuola materna[13] "Cav. Antonio Mazza"[14] è stata allestita dal 2004 ad uso museale ed ad ingresso libero la mostra etnografica - antropologica che raccoglie antichi oggetti della cultura contadina, suppellettili, oggetti di uso domestico.
In località Costa esistono un abete e un faggio di 21 mt. Entrambi censiti dall'allora Ministero dell'Agricoltura e che caratterizzano il grande patrimonio boschivo del Savonese.[16]
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti a Bardineto sono 56[18], così suddivisi per nazionalità, elencando per le presenze più significative[19]:
Di recente Bardineto ha sviluppato una propensione al turismo, anche straniero; le principali risorse economiche rimangono l'agricoltura (coltivazione di cereali e patate), l'allevamento del bestiame e la silvicoltura; una significativa produzione di latte e di prodotti caseari con pregiati formaggi; di notevole importanza anche la lavorazione del legno (segherie) e la raccolta di lamponi e di funghi (zona particolarmente ricca e pregiata per la raccolta dei funghi).
Il centro di Bardineto è attraversato principalmente dalla strada provinciale 60 che gli permette il collegamento viario con Toirano, a sud, e Calizzano, verso nord, innestandosi con la provinciale 52; quest'ultima tramite il Colle Scravaion permette inoltre il collegamento stradale del comune bardinetese con Castelvecchio di Rocca Barbena, a sud.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Cav. Antonio Mazza: nato a Bardineto nel 1856, emigrato in Argentina, morì a Buenos Aires nel 1926. La vedova con la famiglia donò per volere del marito, nel 1928, questa costruzione da usarsi come asilo d'infanzia (in seguito soppresso ora sede dell'uff. turistico. Viene usata anche come sede elettorale e per mostre come quella dedicata ai funghi ("Fungo d'oro") che si svolge nella 3ª domenica di Sett.).