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Aeroporto di Aquino

Coordinate: 41°29′08″N 13°43′08″E
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Aeroporto di Aquino
aeroporto
Codice IATAnessuno
Codice ICAOLIAQ
Descrizione
TipoCivile
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLazio (bandiera) Lazio
PosizioneVia Torre San Gregorio, Aquino (FR)
Costruzione1926
Cat. antincendioICAO
Altitudine107 m s.l.m.
Coordinate41°29′08″N 13°43′08″E
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Italia
LIAQ
LIAQ
Piste
Orientamento (QFU)LunghezzaSuperficie
15/33950
erba

L'Aeroporto di Aquino (IATA: nessuno, ICAO: LIAQ) è un aeroporto italiano situato a sud est della cittadina di Aquino, in provincia di Frosinone, a pochi km dal casello Pontecorvo-Castrocielo dell'Autostrada A1 e lungo la strada regionale SR 6. La struttura è dotata di una pista in erba lunga 950 m, ad un'altitudine di 107 m / 351 ft e con orientamento della RWY 15/33; la frequenza radio è 126,900 MHz.

L’aeroporto di Aquino nasce intorno al 1926 solo come “campo di fortuna”. L'inizio dei lavori di costruzione del nuovo impianto avviene il 20 febbraio 1937. Dal primo gennaio 1939 assume la qualifica di “aeroporto armato di III classe” e tre mesi più tardi vi iniziano i corsi della scuola di pilotaggio, scuola che ufficialmente cessa la propria attività il primo dicembre 1942. In realtà, però, l’attività didattica dura sino al 17 di quel mese, sino a quando, cioè, l’impianto aeroportuale non viene “ceduto” all’aviazione tedesca. Di “italiano” resta solo un presidio di una quarantina di uomini; l’arrivo di soldati tedeschi è, invece, continuo. La vita, ad Aquino, cambia radicalmente, infatti già nel marzo del 1943 cominciano i primi allarmi: l’aeroporto costituisce, infatti, una delle due estremità di un ponte aereo che inevitabilmente attracca, dall’altra parte, proprio laddove la guerra è più calda. Insomma, i voli con l’Africa del nord o con Pantelleria o con Lampedusa, effettuati essenzialmente con aerei Junkers, sono all’ordine del giorno. Il 19.7.1943 alle ore 23,30 aerei isolati sorvolarono Frosinone e la provincia, bombardarono e mitragliarono l’aeroporto di Aquino causando rilevanti danni alle attrezzature dell’aeroporto. Il 20.7.1943, alle ore 02,00, alcuni aerei sorvolarono il territorio della provincia di Frosinone e Cassino lanciando numerosi spezzoni incendiari sull'abitato di quest'ultima località, bombe di piccolo calibro e spezzoni su alcuni centri rurali della provincia di Frosinone e dirompenti sull'aeroporto di Aquino che subì danni rilevanti.

Il 19.7.1943, alle ore 12:10 una formazione di cinquanta quadrimotori sorvolò l’aeroporto di Aquino sganciando bombe dirompenti che causarono diversi danni e la distruzione di trenta aerei al suolo. Alla fine della seconda guerra mondiale l'Aeroporto divenne base della Aeronautica Militare fino al 20 febbraio 1971, quando divenne Aeroporto civile e sede dell'Aeroclub della Ciociaria fino al 1995. L'aeroporto venne quindi utilizzato per l'aviazione generale leggera e come sede di manifestazioni sportive. Nell'estate del 1992 vennero svolti i campionati assoluti di paracadutismo, nella disciplina delle formazioni in caduta libera a 4 e 8 elementi. In occasione del cinquantenario della ricorrenza della battaglia di Cassino, il 2 giugno 1994 l'Aeroclub della Ciociaria organizzò una manifestazione con la partecipazione della pattuglia acrobatica nazionale Frecce Tricolori, dei paracadutisti Falchi Blu dell'Aeronautica Militare e della Società HFD (attuale unica concessionaria dell'Aeroporto di Aquino).

L'Aeroclub della Ciociaria per problemi di bilancio fu commissariato nel 1995 e l'Aeroporto venne chiuso. Dal settembre 2005 la Società HFD ha la concessione sull'Aeroporto di Aquino rilasciata dall'Ente Nazionale dell'Aviazione Civile. Dopo che per anni L'Aeroporto era rimasto in uno stato di completo abbandono (1995-2005), tanto da diventare una discarica abusiva e le infrastrutture adibite al volo completamente inaccessibili, fu la società HFD dopo ingenti investimenti privati a riportare la struttura di nuovo pienamente utilizzabile.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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  • Sito ufficiale, su aeroportodiaquino.it (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2013).