Wanda Krahelska-Filipowicz
Wanda Krahelska-Filipowicz (15 dicembre 1886 – 5 febbraio 1968[1]) è stata un'attivista polacca, figura di spicco della resistenza di Varsavia [2] negli anni dell'occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale in Polonia.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Attivista socialista cattolica e devota democratica, fu la direttrice della rivista d'arte polacca Arkady. Fu una fondatrice dell'organizzazione Żegota[3] con il nome in codice "Alinka" o "Alicja".[4] Moglie di un ex ambasciatore a Washington, usò i suoi contatti con la leadership militare e politica della resistenza polacca per influenzare la politica della resistenza ed aiutare la popolazione ebraica polacca durante la guerra: usò la sua influenza per persuadere il governo in esilio, compresi i membri dell'AK, dell'importanza di creare un'organizzazione centrale per aiutare gli ebrei polacchi e per sostenere la politica con significativi finanziamenti.[5] Accolse alcuni ebrei in casa all'inizio dell'occupazione tedesca,[6] tra cui anche la vedova dello storico ebreo Szymon Askenazy.[7]
Negli anni precedenti alla prima guerra mondiale, e precisamente il 18 agosto 1906, all'età di vent'anni prese parte ad un attentato al governatore generale russo di Varsavia, Georgi Skalon.[8] Lanciò tre "bombe dinamite" sulla carrozza del governatore, ne esplosero due, provocando delle ferite leggere a tre persone dell'entourage del governatore. In seguito fuggì a Cracovia, all'epoca nella Polonia austriaca, stringendo un matrimonio fittizio con il pittore Adam Dobrodzicki, diventando così cittadina dell'Austria-Ungheria. L'Austria rifiutò di estradarla in Russia e organizzò invece un processo a Wadowice, il 16 febbraio 1908: confessò ma fu prosciolta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) The story of Wanda Krahelska-Filipowiczowa, su sprawiedliwi.org.pl. URL consultato il 10 gennaio 2019.
- ^ (EN) Atwood Kathryn J., Women Heroes of World War II: 26 Stories of Espionage, Sabotage, Resistance, and Rescue, Chicago Review Press, 2011, ISBN 9781556529610.
- ^ (EN) Tomaszewski Irene e Werbowski Tecia, Code Name Żegota: Rescuing Jews in Occupied Poland, 1942-1945 : the Most Dangerous Conspiracy in Wartime Europe, ABC-CLIO, 2010, ISBN 9780313383915.
- ^ (EN) Bartrop Paul R. e Dickerman Michael, The Holocaust: An Encyclopedia and Document Collection [4 volumes], ABC-CLIO, 2017, ISBN 9781440840845.
- ^ (EN) Ackerman Diane, The Zookeeper's Wife: A War Story (Movie Tie-in) (Movie Tie-in Editions), W. W. Norton & Company, 2017, ISBN 9780393354263.
- ^ (PL) zbiorowy, Wielka Księga Armii Krajowej, Otwarte, 2015, ISBN 9788324034314.
- ^ (EN) Lewinówna Zofia, Righteous among nations: how Poles helped the Jews, 1939-1945, Earlscourt Publications Ltd., 1969, ISBN 9780901780010.
- ^ Instytut Historii (Polska Akademia Nauk), Raporty warszawskich oberpolicmajstrów, 1892-1913, Ossolineum, 1971, p. 75. URL consultato il 4 maggio 2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Wanda Krahelska-Filipowicz
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Krahelska Wanda, su db.yadvashem.org, Yad Vashem.
- Krahelska-Filipowicz at Warsaw Uprising 1944, su warsawuprising.com. URL consultato il 3 maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2020).
- Krahelska-Filipowicz at Axis History Forum, su forum.axishistory.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4979151778221918130002 · ISNI (EN) 0000 0001 1273 2530 · GND (DE) 1268151041 |
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