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Via Gino Capponi

Coordinate: 43°46′43.78″N 11°15′49.76″E
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Via Gino Capponi
Palazzo di Gino Capponi, di fronte al giardino dei Semplici, in via Gino Capponi
Nomi precedentiVia dell'Orto dei Servi
Via San Sebastiano
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
CittàFirenze
QuartiereQuartiere 1
Codice postale50121
Informazioni generali
Tipovia
IntitolazioneGino Capponi
Collegamenti
Iniziopiazza della Santissima Annunziata
Finepiazza Isidoro del Lungo
Intersezionivia Laura, via Giuseppe Giusti, via Pier Antonio Micheli, via Venezia, via Gustavo Modena
Mappa
Map

Via Gino Capponi è una strada del centro storico di Firenze nella zona nord, tra piazza Santissima Annunziata e piazza Isidoro del Lungo, sui viali di Circonvallazione. Si innestano lungo il suo tracciato: via Laura, via Giuseppe Giusti, via Pier Antonio Micheli, via Venezia, via Gustavo Modena.

A Firenze esiste un'altra via "Capponi", cioè via Pier Capponi, non molto distante, ma oltre i viali.

Pontile di Maria Maddalena de' Medici

La via fu intitolata nel 1876 allo scrittore e politico fiorentino nell'anno della sua morte, in ragione della presenza dell'antico e nobile palazzo della sua famiglia, dove lo stesso Gino Capponi nacque e morì. Precedentemente sono attestate le denominazioni di via dell'Orto dei Servi (in ragione delle terre coltivate pertinenti alla basilica della Santissima Annunziata) e quindi di via San Sebastiano, dopo che la famiglia Pucci promosse l'erezione, sul fianco della chiesa, di una grande cappella intitolata al santo.

Lugo la strada avevano sede varie confraternite, prima fra tutte quella dei Santi Crispino e Crespiniano dei Calzolai, in un ambiente dietro l'Annunziata.

La via terminava anticamente alle mura con la Postierla dei Servi, una porta secondaria di transito, aperta su richiesta del Generale dei Serviti perché la gente del contado potesse più facilmente raggiungere il santuario dell'Annunziata.

A lungo caratterizzata dalla presenza delle proprietà dei Servi di Maria e delle sedi di numerose Compagnie, è oggi una strada segnata da varie sedi universitarie, oltre che da alcuni nobili palazzi, tra i quali il palazzo Capponi Farinola si distingue per dimensioni e armonia di forme. Importanti anche la palazzina de' Servi, tra i più importanti esempi di architettura neoclassica a Firenze, e il palazzo di San Clemente, dalle articolate forme manieriste.

La via è punteggiata da importanti giardini: l'orto botanico, che qui ha un accesso di servizio attraverso una cancellata (che sostituì il più antico, ma più cupo muro di cinta), il giardino privato di palazzo Capponi, con accesso carrabile da via Giusti, e il giardino del palazzo di San Clemente, oggi spoglio ma un tempo ornato della straordinaria fontana Pretoria trasportata a Palermo nel 1573.

Più avanti la via diventa meno ricca di testimonianze storiche. In fondo alla strada si trova il convento della Capponcina, che oggi confina col giardino della Gherardesca.

In via Capponi si trovano il consolato di Bulgaria e quello della Norvegia.

Immagine Nome Descrizione[1]
s.n. Basilica della Santissima Annunziata Sorta su un oratorio tradizionalmente fondato nel 1233 da sette giovani fiorentini che avevano fondato la compagnia dei Servi di Maria in onore della Vergine, l'attuale basilica fu ricostruita da Michelozzo nel 1444, con numerosi interventi successivi a tutto il XVII secolo. Poco dopo l'angolo una targa ricorda il completamento del portico e i lavori alla chiesa finanziati dai Pucci nel 1606.Via Gino Capponi è anche uno dei pochi punti dal quale si può vedere il tiburio cilindrico che protegge la cupola della basilica, progettato da Leon Battista Alberti.
s.n. Palazzo della Crocetta Da questo lato (dove è l'accesso al Museo Archeologico Nazionale) il palazzo della Crocetta si estende per quattro portali (più quello su piazza Santissima Annunziata) e sette assi di finestre per due piani, in un insieme ampio e severo, formando angolo con via Laura dove si trova il cavalcavia con la basilica dell'Annunziata. Il palazzo fu costruito su un lotto di terreno già dello Spedale degli Innocenti con un cantiere aperto nel 1619, per ospitare la granduchessa Maria Maddalena de' Medici, sorella del granduca Cosimo II. Questa, nata "malcomposta", necessitava di una residenza adeguata al suo rango e al tempo stesso appartata, dotata di collegamenti aerei e sotterranei con i vicini insediamenti conventuali della Crocetta, degli Angiolini e, soprattutto, dell'Annunziata. Il progetto fu redatto da Giulio Parigi e fu destinato nel 1880 a sede del museo Archeologico.
s.n. Cavalcavia di Maria Maddalena de' Medici L'arco che attraversa la via serviva a Maria Maddalena de' Medici, sorella deforme e con problemi di deambulazione di Cosimo II de' Medici, per assistere alla messa nella Santissima Annunziata attraverso una grata nella navata, lontana da occhi indiscreti e senza l'incomodo di gradini da salire e scendere dall'antistante palazzo della Crocetta. Altri attraversamenti simili si trovano su via Laura.
12r-14r Compagnia di San Giobbe All'angolo con via Laura aveva la propria sede la Compagnia di San Giobbe, con un oratorio che aveva l'ingresso su quest'ultima strada al n. 72. L'oratorio risaliva all'anno 1500, e nel tempo sono documentati vari lavori che ne racconciavano la struttura un po' malconcia. La Compagnia non sopravviasse alle soppressioni di Pietro Leopoldo del 1785, e tutto lo stabile, che comprendeva anche l'attigua Compagnia di San Lorenzino, fu poi trasformato in civile abitazione, sopraelevandolo. Oggi l'unica traccia dell'antico oratorio è un portale di forma inconsueta su via Laura e un'aula con soffitto a travi occupata attualmente da un bar[2].
2 Compagnia di San Lorenzino Aveva qui sede un'antica Compagnia, dedicata a san Lorenzo, ricordata da uno stemma con la graticola e la palma del martirio dentro una corona[3].
4 Oratorio di San Pierino Fu l'antica sede della Compagnia della Nunziata, fondata nel '400. Nel 1738 divenne parrocchia, ma fu sconsacrata nel secolo successivo. Adesso è sede della Società Dante Alighieri. All'esterno, sopra la porta d'accesso al chiostro, si trova una lunetta in terracotta invetriata di Santi Buglioni, raffigurante l'Annunciazione fra due confratelli incappucciati.

All'interno si trovano una serie di ambienti preceduti da un chiostro, decorati tra il 1585 e il 1590 dai più rappresentativi artisti fiorentini: Bernardino Poccetti, Giovanni Balducci, Bernardino Monaldi, Andrea Boscoli, Bartolomeo Traballesi e Giovan Battista Naldini con Martiri degli apostoli (nel chiostro), Scene della Passione di Cristo e della Vita della Vergine.

10 Palazzina Si susseguono da questo civico ai successivi, fino all'incrocio con via Giuseppe Giusti, una serie di palazzine di gusto prettamente ottocentesco destinate ad appartamenti, evidentemente legate agli anni dello sviluppo in senso residenziale alto borghese del quartiere della Mattonaia che incentivò la riconfigurazione o la riedificazione delle case che anche in questa zona, da lungo tempo, avevano saturato i lotti disponibili, seppure risparmiando ampie aree interne agli isolati destinate ad orti e giardini. In questo caso appare evidente il comune riferimento ad uno stesso disegno accademico della facciata della nostra con varie palazzine presenti nel tratto terminale di via Giuseppe Giusti e nella piazza Massimo d'Azeglio, che portano a datare l'intervento agli anni settanta o ottanta dell'Ottocento. La facciata è organizzata su quattro piani per sette assi con, a livello del piano nobile, i tre assi centrale con finestroni legati da loro da un balcone con balaustri a rocchetto. Sempre al piano nobile finestre e finestroni presentano timpani alternativamente triangolari e curvilinei, il tutto, come detto, in perfetta sintonia con il gusto tardo ottocentesco attestato nell'area fiorentina. Da segnalare come il portone d'ingresso si collochi decentrato rispetto al disegno d'insieme, a indicare presumibilmente un qualche limite imposto dalle preesistenze[4].
9 Palazzina de' Servi L'edificio prende il nome dall'Ordine dei Servi di Maria che qui aveva i propri orti. Fu costruito in stile neoclassico nel 1810 per l'arcivescovo francese Antoine-Eustache d'Osmond, che fu inviato da Napoleone per reggere Firenze durante il periodo dell'occupazione francese. Il progetto venne affidato al principale architetto dell'epoca, Luigi Cambray-Digny, il quale creò un insieme altero e scenografico assieme, con poche decorazioni essenziali, ma con una notevole profusione di elementi classici e marmi. L'Osmond vi visse dal 1811 al 1813 prima di ripartire frettolosamente per la Francia con la fuga di Elisa Baciocchi dalla Toscana. La palazzina oggi appartiene all'Università di Firenze.
14 Casa Si tratta di un elegante edificio con fronte ottocentesco. Nell'androne, chiuso sul fondo da una cancellata, sono due riquadri dipinti con putti e ghirlande, di stile floreale, firmati P. Pazzi.
22 Casa di Andrea del Sarto Si tratta del fronte secondario della casa già di Andrea del Sarto, quindi di Federico Zuccari, con ingresso anche in via Giusti. Sulla cantonata uno scudo con l'arme dei Medici sostenuto da due cornucopie e da un pan di zucchero (in analogia col cognome del proprietario riconoscente), il tutto sostenuto da una colonna che segna fino a questa altezza il cantone.
24 Casa Capponi Si tratta di un edificio di pertinenza dell'adiacente palazzo Capponi Farinola di via Gino Capponi, esistente in una sua prima configurazione tra le case acquistate dal senatore Alessandro Capponi nel 1698 per l'erezione della propria grandiosa residenza, solo parzialmente interessato dal rinnovamento legato alla realizzazione del fastoso palazzo e quindi inizialmente destinato ad alloggi secondari, rimesse e simili. Attualmente si presenta a definire l'angolo tra via Giuseppe Giusti e via Gino Capponi dove è l'ingresso principale e comunque storico. Qui il fronte si sviluppa per due assi su tre piani con porta incorniciata in pietra con arco a goccia; alla sinistra è un corpo di un solo piano a due assi che lo congiunge con il palazzo. Su via Giuseppe Giusti il fronte, organizzato sempre su tre piani, ha un esteso sviluppo e denota la presenza di due differenti fabbriche seppure unificate: la prima di sei assi, la seconda di ben undici. Sempre su questo fronte sono due ampi passi carrai con cornici in pietra, ad arco ribassato, una delle quali presenta sulla chiave di volta uno scudo con l'arme della famiglia Capponi (trinciato di nero e d'argento). Segue l'alto e ugualmente esteso muro del giardino del palazzo Capponi Farinola, con due cancelli d'ingresso (civici 46A e 48). La casa è da identificare con quella di proprietà Capponi, richiamata nella pianta geometrica della città di Firenze di Federico Fantozzi (1843) per essere stata abitazione del pittore Andrea Commodi che, "avendo comprata 'a vita' questa casa l'anno 1620, l'abitò dipoi fino alla morte che avvenne nel suo 78° anno il 1638"[5].
26 Palazzo di Gino Capponi Il palazzo fu eretto per volere del senatore Alessandro Capponi, che nel 1698 aveva qui acquistato una vasta area occupata da una proprietà dei Rimbotti e soprattutto da un casino fatto erigere da Jacopo Salviati nel 1579, rinomato per i suoi giardini, ricchi di piante rare ed esotiche, di nicchie, di statue e di vasche. Il grandioso cantiere giunse a parziale compimento nel 1716, anno della morte del senatore Alessandro. Per molti decenni continuarono le opere di arredamento e di sistemazione interna, e si disegnò il giardino su committenza dei suoi figli di, Scipione e Francesco Maria Capponi. Sia Gino Capponi che il poeta Giuseppe Giusti vi morirono, rispettivamente nel 1876 e nel 1850. Nel 1920 il complesso fu acquistato dal collezionista d'arte d'avanguardia Egisto Paolo Fabbri, tra i primi estimatori di Cézanne.
s.n. Giardino dei Semplici Nel XVI secolo intensificandosi l'interesse per lo studio del mondo naturale, il duca Cosimo I de' Medici volle un orto accademico per integrare le lezioni degli studenti della facoltà di medicina. La data ufficiale di fondazione può essere fissata il 1º dicembre 1545, data del contratto di affitto stipulato con delle suore domenicane che cedettero un loro pezzo di terreno situato in località "Cafaggio", vicino alle stalle medicee di Michelozzo (oggi nell'Istituto Geografico Militare). L'orto fiorentino può essere considerato il terzo più antico al mondo dopo l'Orto botanico di Pisa e l'Orto botanico di Padova. Fu disegnato da Niccolò Tribolo e la scelta delle piante e la loro sistemazione fu curata da Luca Ghini. Fu il grande botanico Pier Antonio Micheli che, agli inizi del Settecento, rese il giardino un centro di studio e ricerca botanica di rilevanza internazionale, grazie alle sue numerose relazioni con studiosi stranieri.
15 Palazzo di San Clemente Era qui nel Cinquecento il casino di don Luigi di Toledo, fratello della granduchessa Eleonora, ricco di un grande spazio verde sistemato a giardino, con decorazioni tra cui la grandiosa fontana venduta nel 1574 al senato palermitano e oggi collocata in piazza Pretoria. L'attuale palazzo è invece un grandioso complesso del Seicento, sorto su commissione della famiglia Guadagni. Nel 1777 la proprietà passò al principe Carlo Edoardo Stuart conte d'Albany, pretendente al trono d'Inghilterra, e alla sua consorte Luisa von Stolberg, cantata e amata da Vittorio Alfieri. Dopo altri passaggi fu indemaniato e dato all'Università di Firenze che oggi vi tiene la Facoltà di Architettura.
42 Casa Caccini La casa è piccola e ben proporzionata, con la facciata organizzata su tre assi ravvicinati e sviluppati su tre piani, l'ingresso posto all'estrema sinistra, sicuramente di antica fondazione ma riconfigurata tra Settecento e Ottocento e ancora oggetto di interventi nei primi decenni del Novecento. Del 1914 è anche la lapide posta a destra, che ricorda la casa come proprietà del cantante, compositore e musico di corte presso i Medici Giulio Caccini, noto come Giulio Romano (più semplicemente detto il Romanino) celebre anche per il ruolo avuto nel cenacolo umanistico della Camerata de' Bardi.
44 Casa Si tratta di una palazzina costruita ai primi del Novecento, con la facciata organizzata su cinque piani e sei assi, tripartita (in modo da determinare un modulo di due assi) e caratterizzata da balconi con ringhiere in ferro e finestre che si ripetono per i tre moduli con diversi allineamenti, così da creare un vivace movimento dell'intero fronte comunque nel solco della tradizione grazie a una parte basamentale in finto bugnato. Oltre che per tale particolarità si segnala la casa per la presenza, sul portone, di uno scudo che reca la data di costruzione (1909), e per un altro scudo in maiolica posto al centro del fronte e segnato da un'arme non identificata con una scala a pioli affiancata da due stelle a sei punte.
46-56 Villino Del Nero
52 Chiesa della Capponcina Aveva qui sede l'istituto di Maria Riparatrice in via dei Sette Senti, fondato dalla baronessa Emilia d'Oultremond, con la chiesa ottocentesca che affaccia sulla strada. Trasferitesi le religiose, il complesso è stato ristrutturato nell'ambito del progetto del Four Seasons: oggi è di fatto unito al complesso di palazzo della Gherardesca e anche l'adiacente Giardino Ruspoli, a cui si accede su via Gino Capponi con un prospetto neoclassico (n. 54), è stato unito all'adiacente giardino della Gherardesca.
58 Ex-cappella del Sacramento Segnato da un rilievo della Cena in Emmaus della scultrice Stefania Gambardella, era qui la cappella del Santissimo Sacramento del convento della Capponcina.
25 Casa Salvini Si tratta di un basso ed elegante edificio neoclassico, organizzato su due piani per cinque assi, segnato al centro da un portone sormontato da balcone e finestrone, secondo un disegno proprio del periodo. Tra due finestre del pianterreno è una memoria posta dal Comune nel 1920 in ricordo dell'attore Tommaso Salvini, che qui abitò e, nel 1915, morì[6].
s.n. Casa Del Lungo La casa, posta d'angolo con piazza Isidoro Del Lungo 1, non presenta particolari pregi architettonici. La si segnala, sulla scorta della memoria posta sul fronte principale sulla piazza nel 1941, come abitazione dello storico, poeta e senatore del Regno Isidoro Del Lungo, che qui visse un cinquantennio morendovi nel 1927[7].
s.n. Palazzo Salleac Il palazzo (cinque assi su tre piani per quanto riguarda la facciata principale che guarda al viale) è stato negli ultimi decenni sede del Liceo Scientifico Guido Castelnuovo ed è attualmente sede dell'Organizzazione Internazionale Congressi (OIC Srl). Il disegno d'insieme, con il terreno trattato a bugnato, il balcone posto a proteggere il grande portone e i piani superiori con le finestre intervallate da lesene giganti d'ordine corinzio, rimanda a disegni propri della fine dell'Ottocento o dei primi decenni del Novecento. Lo stesso vale per gli ampi spazi interni, con alcune sale arricchite da sovraporta con vedute di città toscane e soffitti dipinti secondo un gusto già proprio del nuovo secolo, da ricondurre a lavori su progetto dell'architetto e ingegnere Ugo Giovannozzi che qui operò per conto della Società Telefonica Tirrena (Te.Ti.) la quale, poco dopo la sua nascita (1924), qui istituì la propria sede principale. Immagini del palazzo del 1927 mostrano l'edificio con il fianco che guarda alla piazza Isidoro Del Lungo sviluppato per i soli primi cinque assi, con uno spazio a giardino su retro, poi saturato dall'ulteriore addizione di sette assi (peraltro facilmente riconoscibile per la semplificazione del disegno del prospetto) che sarà quindi da datarsi al decennio successivo. Gli spazi interni del palazzo sono stati recentemente oggetto di restyling su progetto dell'architetto Filippo Rak. per OIC. Sulla vetrata che chiude l'androne è la scritta "Salleac" che, per quel poco che sappiamo, è stata ai primi del Novecento una società per l'estrazione e la commercializzazione della lignite xiloide.

Sul fianco della basilica della Santissima Annunziata una lapide ricorda gli importanti lavori di ampliamento promossi dalla famiglia Pucci (con la costruzione del loggiato su piazza Santissima Annunziata) e i relativi restauri del 1830:

GENS PUCCIA
EREXIT AN D 1606
REFICIENDAM CURAVIT
AN D 1830

Traduzione: "La famiglia Pucci eresse nell'anno del Signore 1606 e fece restaurare nell'anno del Signore 1830 ".

Sul fianco della chiesa, in doppia copia, due lapidi quasi identiche dei Signori Otto proibiscono di fare sporcizia attorno alla Cappella di San Sebastiano, pena quattro scudi, due tratti di fune e l'imprigionamento:

A DI XXI D'APRILE MCXIIII
GLI SPETTABILI · SRI. OTTO · DI
BALIA · PROIBISCONO CHE · NO
NSI · FACCIA, SPORCIZE. LVNGO
LA CAPELLA DI. SAŇO. BASTO. DE
PVCCI P QUANTO. DVA. DEA. CAP
PELLA SOTTO PENA DI DVA TR
ATTI DI FVNE E QVATTRO
OLTRE · ALLA · CATTVRA

A DI XXI D'APRILE MCXIIII
GLI SPETTABILI · SRI. OTTO · DI
BALIA · PROIBISCONO CHE · NO
NSI · FACCIA, SPORCIZE. LVNGO.
LACAPELLA DI SAŇO. BASTO DE
PVCCI · P QUANTO. DVA. DEA. CAP
PELLA SOTTO PENA DI DVA TR-
ATTI DI FVNE E QVATTRO
OLTRE · ALLA · CATTVRA

Un'altra lapide dei Signori Otto si trova sul palazzo della Crocetta. Sebbene illeggibile, è nota da trascrizioni:

LI SS OTTO. SOTTO. PENA DI SCVDI
2. E TRATTI. 2. DI. FVNE. PROIBISCONO
TVTTI. I GIVOCHI. E. OGNI. SORTE
DI SPORCITIA. VICINO. ALLA
MVRAGLIA. DELLO. SPEDALE
DEGLI. INNOCENTI. PER. DIECI
BRACCIA. ATORNO. DALLA. VIA
DEGLI. AGNOLI. ALLA VIA. DELLA
CROCETTA. A D MDCXIII

Sull'oratorio di San Pierino, sotto uno stemma, un angioletto tiene un cartiglio aperto dove si legge:

CONGREGATIO SS. SACRAMENTI
RESTAURAVIT A. D. MDCCCXCVIII

Sulla palazzina dei Servi una memoria in latino sulla cessione del palazzo ad uso dell'insegnamento della chimica e data 1887.

CHEMIÆ
DOCTRINÆ AVGENDÆ
IN
FLORENTINO
STVDIORVM ATHENÆO

COMMODIORES ÆDES
EXTRVCTÆ
MDCCCLXXXVII

Traduzione: "Per ampliare la scienza della chimica nell'Ateneo fiorentino degli studi, fu costruito un edificio più adeguato. 1887."

Al 22 una lapide ricorda la casa di Andrea del Sarto:

IN QVESTA CASA
ABITÒ IL PITTORE SENZA ERRORI
ANDREA D'AGNOLO FIORENTINO
DETTO DEL SARTO
CHE REDVCE DI FRANCIA LA EDIFICÒ
E VI MORIVA NELL'ANNO MDXXX

Al 26, sul palazzo Capponi Farinola, si ricordano Gino Capponi e Giuseppe Giusti:

IN QUESTO
CHE FU DI GINO CAPPONI
PALAGIO OSPITALE ALLE SPERANZE ITALIANE
IL COMUNE DI FIRENZE
INIZIATRICE L'ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA TOSCANA
SCRIVE IL NOME
DI
GIUSEPPE GIUSTI
CHE QUI PIÙ FRATELLO CHE OSPITE
MANCÒ IL XXXI MARZO MDCCCL
AI NUOVI DESTINI DELLA PATRIA
DE' QUALI IL SUO CANTO SDEGNOSO
FU AUSPICIO POTENTE
EVOCAZIONE DALLA MORTE ALLA VITA
XIII MAGGIO MDCCCXCIV
LXXXV NATALIZIO

Al 42 una lapide sulla casa del musicista Giulio Caccini:

IN QUESTA CASA CHE FU SUA DIMORÒ E MORÌ

IL 10 DICEMBRE 1618

GIULIO CACCINI DETTO “IL ROMANO„

GLORIOSO CANTANTE E COMPOSITORE DI MUSICA
IDA ISORI POSE
NEL MAGGIO 1914

Al numero 25 una targa novecentesca ricorda la casa dove visse e morì nel 1915, all'epoca civico 17, l'attore Tommaso Salvini che fu uno dei "Grandi Attori" del XIX secolo.[8][9]

TOMMASO SALVINI
CHE L'ALFIERI E LO SHAKESPEARE
EBBERO SVLLA SCENA MIRABILE INTERPRETE
IN QVESTA CASA CHE FV SVA
MORì IL 31 DICEMBRE 1915

SPENTA L'ECO DEI PLAVSI FVGGEVOLI
DVRA DEL GRANDE ARTISTA LA FAMA

NEL QVINTO ANNO DALLA SVA MORTE
IL COMVNE
POSE

Il tabernacolo

Sulla strada si trova un unico tabernacolo al n. 13, sul palazzo di San Clemente, con un bassorilievo in terracotta raffigurante la Madonna col Bambino e riferibile al XVII secolo. La cornice in pietra serena, con volute nel coronamento, dovrebbe essere coeva[10].

  1. ^ Gli edifici con voce propria hanno le note bibliografiche nella voce specifica.
  2. ^ Luciano Artusi e Antonio Palumbo, De Gratias. Storia, tradizioni, culti e personaggi delle antiche confraternite fiorentine, Newton Compon Editori, Roma 1994.
  3. ^ Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 197-198, nel dettaglio
  4. ^ Scheda
  5. ^ Scheda
  6. ^ Garneri 1924, p. 209, n. XXV; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 197-198, nel dettaglio.
  7. ^ Scheda
  8. ^ Lettera autografa di Salvini da Firenze il 12 dicembre 1915[collegamento interrotto]
  9. ^ (EN) Helen Zimmern, Home Life of the Great Tragedian., in The Morning Call, San Francisco, 18 giugno 1893. URL consultato il 1º febbraio 2013.
    «The Florentine house, situated in the modern and more fashionable end of the town, No. 17 Via Gino Capponi, is an elegant little one-storied villa of modern construction. Large glass folding doors bear upon their faces the initials of the owner. After we have passed through these we find ourselves in a little courtyard, whence we obtain a peep into a small but wellkept garden, behind which is situated the stables.»
  10. ^ Ennio Guarnieri, Le immagini di devozione nelle strade di Firenze, in Le strade di Firenze. I tabernacoli e le nuove strade, Bonechi, Firenze 1987, p. 94.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 59, n. 419;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, I, 1977, pp. 195–198.
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

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