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Maia (pleiade)

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Maia
Ermes e Maia, dettaglio da un'anfora attica
Nome orig.Μαῖα
Caratteristiche immaginarie
Epiteto"Le sette sorelle"
SpeciePleiadi
SessoFemmina

Maia (in greco antico: Μαῖα?, Maîa) è un personaggio della mitologia greca ed una delle Pleiadi e figlia di Atlante e di Pleione ed è la madre del dio Ermes[1].

Maia è la primogenita delle sette Pleiadi[2].

Secondo gli Inni omerici, Zeus nel silenzio notturno giacque in una grotta del monte Cillene con Maia, allontanatasi dalla compagnia delle sorelle. Dopo che ella diede alla luce il dio Ermes, lo avvolse in fasce e andò a dormire. Il precoce neonato Ermes sfuggì alla sua custodia e si diresse in Tessaglia dove rubò la mandria custodita da Apollo, Maia si rifiutò di credere al fatto, Ermes tuttavia inventò la lira con un guscio di tartaruga che fu richiesta da Apollo in riscatto per il furto. Sempre secondo il mito, Maia e le sorelle morirono di dolore per le sventure del loro padre Atlante e furono trasformate nell'ammasso stellare delle Pleiadi. Secondo un'altra versione, le Pleiadi incontrarono il cacciatore Orione che, innamoratosi di loro, le inseguì per 5 anni finché furono mutate in colombe e poi in stelle, insieme con l'inseguitore e il suo cane.

In greco antico, il sostantivo μαῖα (maia) significa "ostetrica": Maia allevò infatti Arcade, nato dalla relazione di Zeus e della ninfa Callisto seguace di Artemide, trasformata in un'orsa dalla dea o secondo un'altra fonte dalla gelosa Era.

Genealogia (Esiodo)

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Il culto di Maia a Roma

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Lo stesso argomento in dettaglio: Maia (divinità) .

Nella mitologia romana, Maia incarnava il concetto di 'crescita', in quanto il suo nome fu accostato all'aggettivo comparativo latino maius, maior, (più grande, maggiore). Originariamente era un'omonima della Maia greca; con l'ellenizzazione della letteratura e della cultura latine, i due culti vennero fusi.

In un'arcaica preghiera romana, Maia appare come attributo del dio Vulcano, in un'enumerazione di divinità maschili in coppia ad astrazioni femminili che rappresentano aspetti delle loro funzioni. Maia fu espressamente identificata con la Terra con la Bona Dea. La sua identità fu interconnessa alle dee Fauna, Cibele, Opi, Giunone e Cardea, come riportato dallo scrittore Macrobio. Macrobio fu probabilmente influenzato da Marco Terenzio Varrone, che tentò di unificare i numerosi nomi delle dee nell'unico Terra. L'accostamento a Giunone, la cui corrispondente etrusca era Uni, è suggerito nell'iscrizione Uni Mae nel Fegato di Piacenza

Si ipotizza che il mese di Maggio (in latino Maius) derivi da Maia, sebbene gli antichi etimologisti lo ricollegano ai maiores, gli antichi nuovamente dall'aggettivo maius, maior, col significato di maggiori in precedenza di generazione. Il primo giorno di Maggio, i Lari venivano onorati come protettori della città, ed il Flamine di Vulcano sacrificava una scrofa gravida a Maia come l'offerta ad una dea terrestre che rimarca il legame tra Vulcano e Maia nella preghiera arcaica. Nella mitologia romana Mercurio, figlio di Maia, era celebrato il 15 maggio, le Idi, come protettore dei mercanti, un altro possibile collegamento con la madre Maia come la dea che promuoveva la crescita.

  1. ^ MAIA - Arcadian Pleiad Nymph of Greek Mythology, su theoi.com. URL consultato l'8 maggio 2022.
  2. ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, II, 2.
  3. ^ Secondo Omero, Iliade 1.570–579, 14.338(EN) , Odissea 8.312(EN) , Efesto era evidentemente il figlio di Era e Zeus, vedi Gantz, p. 74.
  4. ^ Secondo Esiodo, Teogonia 927–929(EN) , Efesto è stato generato solamente da Era, senza padre, vedi Gantz, p. 74.
  5. ^ Secondo Esiodo, Teogonia 886–890(EN) , figlia di Zeus dalle sue sette mogli, Atena è stata la prima a essere concepita, ma ultima a nascere; Zeus ingravidò Meti, poi la ingerì, in seguito lui stesso fece nascere Atena "dalla sua testa", vedi Gantz, pp. 51–52, 83–84.
  6. ^ Secondo Esiodo, Teogonia 183–200(EN) , Afrodite è nata dai genitali recisi di Urano gettati nel mare, vedi Gantz, pp. 99–100.
  7. ^ Secondo Omero, Afrodite era la figlia di Zeus (Iliade 3.374, 20.105(EN) ; Odissea 8.308, 320(EN) ) e Dione (Iliade 5.370–71(EN) ), vedi Gantz, pp. 99–100.

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