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Esercito imperiale austriaco (1806-1867)

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Esercito imperiale austriaco
Kaiserliche Armee
Bandiera
Descrizione generale
Attiva1804 - 1867
NazioneImpero austriaco (bandiera) Impero austriaco
TipoEsercito
RuoloDifesa dei confini dell'Impero austriaco
Dimensione520.000 (1809)
PatronoSan Giovanni Nepomuceno
MottoVIRIBUS UNITIS
Comandanti
Degni di notaCarlo d'Asburgo-Teschen
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L'esercito imperiale (in lingua tedesca: Kaiserliche Armee) fu il complesso delle forze armate terrestri dell'Impero austriaco (1806-1867).

Questo organismo militare venne ampliato nel 1867 con la costituzione della duplice monarchia che portò ad una formale indipendenza del Regno d'Ungheria sotto la sovranità dell'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria ed alla formazione di un esercito nazionale.

L'arciduca Carlo alla Battaglia di Essling-Aspern in un dipinto di Johann Peter Krafft

L'esercito dell'Impero austriaco venne organizzato ufficialmente a partire dall'11 agosto 1804 quando, dopo il crollo del Sacro Romano Impero, lo scioglimento del vecchio esercito imperiale e la minaccia dell'invasione napoleonica, l'imperatore Francesco I d'Austria intuì la necessità di creare un nuovo tipo di forza armata in grado di difendere gli ultimi domini rimasti alla casa d'Asburgo, quelli appunti ereditari, che consistevano nell'Austria ed in buona parte dei territori nell'Europa orientale.

L'esercito austriaco in questo periodo era articolato territorialmente sui territori in possesso della corona austriaca, i quali però si estendevano su territori ben più vasti dell'attuale Austria. Le truppe venivano reclutate in Boemia, Moravia e Slesia ma anche in territori che non erano parte diretta dell'Impero come Polonia e l'area dell'attuale Ucraina, oltre che nelle Fiandre, in Italia ed in Ungheria e Croazia. Il problema fondamentale nell'organizzazione di questo esercito era dunque la lingua ed i continui spostamenti che i vari reggimenti subivano a seguito delle alterne vicende della guerra in corso. Fu quest'ultimo il caso ad esempio dei reggimenti valloni che, dopo la perdita dei Paesi Bassi austriaci vennero trasferiti in Boemia.

La figura preponderante di questo periodo fu l'arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen il quale contribuì a modernizzare l'armamento generale delle truppe austriache e divenendo l'eroe dell'esercito imperiale.

Il reclutamento dei soldati per l'esercito dell'Impero austriaco in area tedesca era in parte volontario ed in parte eseguito per coscrizione. Ciascun reggimento disponeva di una propria specifica zona di reclutamento nell'Impero e l'unica eccezione in questo senso era rappresentata dalla Galizia.

Il contratto di reclutamento durava 7 anni per i volontari, mentre era da intendersi a vita per i coscritti.[senza fonte]

All'inizio del 1859 i soldati dell'esercito austriaco constavano di 619.000 unità.

Rievocatore storico in uniforme dell'esercito imperiale austriaco durante la fine della prima metà del 1800.

L'Impero austriaco disponeva di grandi forze di fanteria durante il periodo napoleonico sebbene essa presentasse delle criticità intrinseche derivate dal coraggio e dalla risolutezza delle nuove leve di soldati che si contrapponeva con gli ufficiali che utilizzavano tattiche di guerra obsolete e derivanti dalla tradizione bellica dell'ancient régime.

Dopo l'umiliazione di Austerlitz la fanteria austriaca iniziò a subire pesanti ammodernamenti e cambiamenti interni che la slegarono indissolubilmente da ciò che era stata in passato. L'arciduca Carlo si preoccupò ben presto di diminuire gli anni di coscrizione, scoraggiando inoltre l'eccesso di pene corporali ed aumentando il numero di pallottole disponibili per ogni singolo fante. Egli inoltre predispose lo schieramento della fanteria in tre file accorpate di modo che si potesse sparare alternati di modo da consentire alla prima fila di ricaricare dopo aver sparato mentre le file retrostanti avrebbero continuato il fuoco contro il nemico.

Altra criticità era rappresentata dalle armi in uso: i moschetti dell'epoca, infatti, erano perlopiù ancora a canna liscia e ricalcavano quelli in uso nell'ultima parte del Settecento. Dalle statistiche pervenuteci dalle accademie di formazione della fanteria [Quale fanteria? Dalla fonte non si evince], inoltre, sappiamo che in epoca napoleonica la maggior parte delle truppe aveva capacità di tiro inaccurate, per questo era necessario avere un gran numero di fanti nello stesso reggimento di modo da aumentare le capacità di colpire il nemico. Ecco alcuni dati d'epoca:

Quadro statistico dell'accuratezza di tiro[1]
Distanza al bersaglio colpito Truppe regolari Reclute
90 metri 53% 40%
180 metri 30% 18%
270 metri 23% 15%

Come ebbe modo di dimostrare nella Battaglia di Aspern-Essling, la fanteria austriaca del 1809 era già fortemente migliorata rispetto alle esperienze belliche all'inizio dell'epoca napoleonica. In quest'epoca l'esercito austriaco disponeva di un totale di 64 reggimenti di fanteria.

Gruppo di ulani austriaci in una stampa d'inizio Ottocento

L'Impero austriaco aveva una delle cavallerie più potenti dell'epoca napoleonica con un numero consistente di cavalieri che si aggirava attorno alle 45.000 unità. Se la fanteria era però un universo abbastanza uniformato, la cavalleria continuava ad essere fortemente diversificata al proprio interno, concentrando tradizioni dell'Europa occidentale con i celebri guerrieri a cavallo dell'Ungheria e dei Balcani.

Anche in questo caso l'arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen apportò dei miglioramenti significativi introducendo il concetto di colonna che meglio si adattava allo scontro con le truppe francesi, sostituendo la tattica austriaca che prevedeva l'uso di due linee di cavalleria per ogni reggimento.

Tutta la cavalleria aveva di norma in dotazione delle sciabole da combattimento simili a quelle di fine Settecento.

La cavalleria era al proprio interna suddivisa in cavalieri di specialità che provenivano da aree diverse, con funzioni differenti in campo di battaglia:

  • Ussari (12 reggimenti), cavalieri in prevalenza originari dell'Ungheria, contraddistinti da armamento leggero e grande manovrabilità sul campo, sfruttati anche come esploratori.
  • Corazzieri (12 reggimenti), reclutati prevalentemente in area tedesca e, come la loro controparte francese, costituivano la cavalleria pesante dell'esercito. I corazzieri, ad ogni modo, risultarono tra le più deboli unità a cavallo di fronte ai moschetti napoleonici prevalentemente per il fatto che la loro armatura copriva a differenza degli chasseurs solamente la parte del petto e non della schiena, il che li rendeva facile bersaglio per le truppe nemiche se non attaccavano frontalmente.
  • Dragoni (15 reggimenti), cavalleria leggera reclutata in area tedesca, molto versatili sul campo e dotati di pistole e piccoli moschetti
  • Cavalleggeri (7 reggimenti), aboliti in seguito al termine delle guerre napoleoniche, erano cavalieri di reclutamento eterogeneo e rappresentavano una versione più occidentale degli ussari ungheresi con i medesimi compiti di esplorazione e aiuto nel combattimento
  • Ulani, reclutati essenzialmente in area polacca, si basavano per istituzione sui lancieri di Polonia ed erano una cavalleria leggera che in combattimento sfruttava una lancia appunto e indossavano la czapka.

L'artiglieria dell'Impero austriaco all'inizio della costituzione dell'esercito era organizzata in quattro reggimenti di artiglieria da campo, anche se durante le campagne del periodo napoleonico questi reggimenti vennero sovente divisi in battaglioni da assegnare a reggimenti di fanteria.

Nella riforma dell'esercito voluta dall'arciduca Carlo d'Asburgo-Teschen, venne prescritto l'abbandono dei cannoni settecenteschi di gittata minore e di scarsa manovrabilità a causa del loro peso, preferendovi invece dei cannoni di calibro inferiore ma molto più maneggevoli affiancati a cannoni di bronzo di maggiore potenza.

Rispetto al panorama d'artiglieria dell'Europa all'epoca, l'Austria ad ogni modo si classificava tra le ultime potenze nell'avanguardia tra le armi esplosive ed è possibile comparare questi dati con altri del medesimo periodo napoleonico attraverso il seguente schema:

Quadro statistico dell'artiglieria europea dell'epoca napoleonica in comparazione[1]
Nazione Calibro del cannone[2] Distanza di tiro massima Distanza effettiva raggiunta
Impero austriaco 12 1100 metri 640 metri
Regno Unito 9 1550 metri 725-825 metri
Impero francese 12 1600 metri 825 metri
Regno di Prussia 12 1800 metri 825 metri
Impero russo 12 1800 metri 640-825 metri

Gradi militari

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Ufficiali generali
Grado Corrispondente in italiano Note
Feldmarschall Generale d'Armata
General der Kavallerie Generale di Cavalleria
General der Infanterie Generale di Fanteria
Feldmarschalleutnant Tenente Feldmaresciallo Definito propriamente col termine italiano di Feldmaresciallo Luogotenente
Generalmajor Generale di Brigata
Ufficiali superiori
Inhaber Colonnello onorario Usato soprattutto per reggimenti di proprietà di privati, come accadeva
per l'esercito del Sacro Romano Impero
Oberst Colonnello
Oberstleutnant Colonnello tenente
Major Maggiore
Ufficiali inferiori
Hauptmann Capitano Usato per fanteria ed artiglieria
Rittermeister Capitano Usato per la cavalleria, letteralmente "Maestro cavaliere"
Oberleutnant Tenente
Unterleutnant Sottotenente
Ufficiali cadetti
Fähnrich Alfiere o Ufficiale cadetto superiore
Sottufficiali
Korporal Sergente Fanteria, Artiglieria, Ulano, Dragone
Truppa
Gefreiter Caporale Fanteria, Ulano, Dragone
Vormeister Caporale Artiglieria
Gefreiter Caporale Ussari
Husar Soldato Ussari
Soldat Soldato Cannoniere, Fante, Cacciatori, Ulano, Dragone
  1. ^ a b vedi qui.
  2. ^ Vengono presi in considerazione per i diversi stati i cannoni più grandi regolarmente in uso in epoca napoleonica.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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1804-1867
Imperial regio esercito austro-ungarico