E quindi uscimmo a riveder le stelle
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"E quindi uscimmo a riveder le stelle" (Inferno XXXIV, 139), è l'ultimo verso dell'Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Dopo aver faticosamente attraversato la natural burella che collega l'Inferno alla spiaggia dell'Antipurgatorio, Dante e Virgilio alla fine contemplano lo stellato cielo notturno dell'altro emisfero: è un presagio del nuovo cammino di luce e di speranza dopo le tenebre precedenti, "come pura felicità dello sguardo".[1]
Le stelle, osservava Attilio Momigliano,[2] sono la meta di Dante e per questo motivo ricorrono nel verso finale di ogni cantica della Commedia: una rispondenza che «non è pura simmetria, ma espressione del motivo ideale che corre attraverso il poema e lo innalza costantemente verso la meta».
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Garavelli, p. 501.
- ^ Momigliano.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Dante Alighieri, Inferno, a cura di Bianca Garavelli, Milano, Bompiani, 1993.
- Dante Alighieri, La Divina Commedia: Inferno, commento di Attilio Momigliano, Firenze, Sansoni, 1976.