Desmophyllum pertusum
Desmophyllum pertusum | |
---|---|
![]() | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Phylum | Cnidaria |
Classe | Anthozoa |
Sottoclasse | Hexacorallia |
Ordine | Scleractinia |
Famiglia | Caryophylliidae |
Genere | Desmophyllum |
Specie | D. pertusum |
Nomenclatura binomiale | |
Desmophyllum pertusum (Linnaeus, 1758) | |
Sinonimi | |
Dendrosmilia nomlandi | |
Areale | |
![]() |
Desmophyllum pertusum (Linnaeus, 1758) è una madrepora della famiglia Caryophylliidae.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]
È una specie coloniale, che forma ampie colonie arborescenti che possono superare il metro di diametro.[2]
I coralliti hanno morfologia variabile, e raramente superano i 4 cm di altezza, con un diametro del calice sino a 2 cm. I setti sono irregolarmente disposti in 4-5 cicli, talora incompleti.[2]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]È una specie azooxantellata, cioè priva di zooxantelle simbionti.[2]
Predilige acque a temperature costanti attorno a 6-8 °C[3], con escursione tra 4 e 13 °C.[4]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]
La specie è presente nelle acque fredde di tutti gli oceani, con l'eccezione dei mari polari. Il maggior numero di popolazioni conosciute si concentra nell'oceano Atlantico nord-occidentale.[5][6][7][8]
Colonie di D. pertusum si ritrovano a profondità comprese tra i 39 m nel fiordo di Trondheim e gli oltre 3600 m sulla dorsale medio atlantica.[9] La maggior parte delle colonie note si trovano tra i 200 e i 1000 m di profondità, ove concorrono alla formazione di habitat di barriera corallina di acque profonde.[3] Il più grande complesso corallino di profondità realizzato da Desmophyllum pertusum sorge a 300-400 m di profondità a ovest dell'isola di Røst, nell'arcipelago delle Lofoten, in Norvegia: la biocostruzione, nota come barriera corallina di Røst, è lunga circa 4 km e copre un'area di oltre 100 km2.[10]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2016 il genere Lophelia, di cui Lophelia pertusa era l'unica specie, è stato posto in sinonimia con Desmophyllum.[2] Lo studio del DNA mitocondriale ha infatti dimostrato che, nonostante le differenze morfologiche ed ecologiche (Desmophyllum comprende specie solitarie mentre Lophelia è coloniale), i due generi condividono il 99,8 % del patrimonio genetico.
Alcuni autori hanno espresso perplessità sulla opportunità di tale cambio di nomenclatura, considerando che Lophelia pertusa è una delle scleractinie più studiate, citata con la vecchia denominazione in centinaia di pubblicazioni scientifiche.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Desmophyllum pertusum, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 7/3/2020.
- ^ a b c d (EN) Addamo A. M., Vertino A., Stolarski J. et al., Merging scleractinian genera: the overwhelming genetic similarity between solitary Desmophyllum and colonial Lophelia, in BMC Evolutionary Biology, 16(1), 2016.
- ^ a b (EN) Fosså J.H., Mortensen P.B., Furevik D.M., The deep-water coral Lophelia pertusa in Norwegian waters: distribution and fishery impacts, in Hydrobiologia, vol. 471, 2002, pp. 1–12.
- ^ (EN) Freiwald A., Fosså J.H., Grehan A., et al., Cold-water coral reefs. Out of sight – no longer out of mind (PDF), UNEP-WCMC, 2004, p. 31, ISBN 92-807-2453-3. URL consultato il 14 marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ (FR) Zibrowius H., Les scléractiniaires de la Méditerranée et de l'Atlantique nordoriental, in Mém Inst Océanogr Monaco, vol. 11, 1980, p. 284.
- ^ (EN) Cairns S.D., Antarctic and subantarctic Scleractinia, in Antarct Res Ser, vol. 34, 1982, pp. 1–74.
- ^ (EN) Roberts J.M., Wheeler A., Freiwald A., Cairns S., Cold-Water Corals: The Biology and Geology of Deep-Sea Coral Habitats, Cambridge University Press, 2009, ISBN 9780521884853.
- ^ (EN) Lophelia pertusa (PDF), in Deep Sea Corals. URL consultato il 14/3/2020.
- ^ (EN) Waller R.G., Tyler P.A., The reproductive biology of two deep-water, reef-building scleractinians from the NE Atlantic Ocean, in Coral Reefs, vol. 24, 2005, pp. 514–522.
- ^ (EN) The Røst Reef (PDF), su mobil.wwf.de. URL consultato il 15/3/2020 (archiviato dall'url originale il 31 marzo 2020).
- ^ (EN) Cairns S.D., Lophelia pertusa - Taxonomic remark, in WoRMS. URL consultato l'8/3/2020.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lophelia pertusa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Desmophyllum pertusum, su Fossilworks.org.
Controllo di autorità | J9U (EN, HE) 987007564049505171 |
---|