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Articolazione acromioclavicolare

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Articolazione acromioclavicolare
La spalla sinistra e l'articolazione acromioclavicolare
Anatomia del Gray(EN) Pagina 315
SistemaApparato locomotore
Identificatori
MeSHA02.835.583.032
TAA03.5.03.001
FMA25898

L'articolazione acromioclavicolare, o acromion-clavicolare, è un'articolazione fra l'estremità laterale della clavicola e l'acromion scapolare.[1] È frequentemente soggetta a traumi e lussazioni. Consente movimenti di scivolamento della clavicola e rotazione della scapola.

L'articolazione acromioclavicolare è formata da due faccette ossee rivestite di cartilagine (e da una capsula articolare rinforzata dai legamenti acromio-clavicolari).
Si tratta di un'artrodia talvolta doppia, la cui capsula articolare risulta essere divisa in due da un disco fibrocartilagineo.

I principali legamenti a distanza sono il legamento coraco-clavicolare che dal processo coracoideo della scapola si diparte in due fasci, il legamento conoide e il legamento trapezoide, che trovano attacco sulla clavicola, rispettivamente sul tubercolo conoide e sulla linea trapezoidea. Spesso è presente il legamento coraco-clavicolare interno o legamento bicorne di Caldani, che si porta dalla porzione postero-superiore del processo coracoideo della scapola alla faccia inferiore della clavicola e sulla prima costa.

I legamenti acromioclavicolari, i quali rafforzano la capsula articolare, si distinguono in:

  • Legamento acromioclavicolare superiore, teso tra la parte superiore dell'estremità laterale della clavicola e la parte superiore della faccia articolare dell'acromion (cioè la faccia mediale dell'acromion); è composto da fibre parallele, che si intrecciano con le aponeurosi del trapezio e deltoideo; sotto, è in contatto con il disco articolare quando è presente.
  • Legamento acromioclavicolare inferiore, che congiunge le parti inferiori delle facce articolari coinvolte nell'articolazione acromioclavicolare.

Dai dati estrapolati da uno studio a raggi X su 100 spalle di soldati americani si è potuta osservare una certa variabilità nelle dimensioni e nella forma delle superfici articolari.[2] In alcuni soggetti le superfici sono separate da un menisco attaccato al legamento acromioclavicolare superiore. Questo menisco può essere una lamina di fibrocartilagine o un disco completo che divide l'articolazione in due parti. In altri soggetti non è presente un'articolazione sinoviale ma un cuscinetto di tessuto fibroso attaccato all'estremità esterna della clavicola senza cavità articolare.[2]

L'articolazione acromioclavicolare è responsabile del movimento di sollevamento del braccio sopra la testa. Aiuta il movimento della scapola con conseguente rotazione del braccio.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Una lesione comune all'articolazione acromioclavicolare è la dislocazione. Questa è diversa dalla dislocazione della spalla, che si riferisce alla dislocazione dell'articolazione gleno-omerale. La dislocazione della articolazione acromioclavicolare è particolarmente comune nei giocatori di sport come l'hockey su ghiaccio, il calcio, lo judo e il rugby, ed è anche un problema per chi pratica nuoto, equitazione, mountain bike, ciclismo, sci e skateboard.

Le dislocazioni articolari acromioclavicolari sono classificate da I a VI. La valutazione si basa sul grado di separazione dell'acromion dalla clavicola. Il grado I è un leggero spostamento dell'articolazione con il legamento parzialmente lacerato. Ha una separazione minore di 4 mm. Il grado II è una dislocazione parziale dell'articolazione con una parziale rottura del legamento coracoclavicolare. La distanza è maggiore di 5 mm. I gradi I e II non richiedono mai l'intervento chirurgico e guariscono da soli, sebbene possa essere necessaria terapia fisica. Il grado III è dato da una completa rottura dei legamenti. Queste lesioni spesso non richiedono un intervento chirurgico e in genere la funzionalità della spalla torna alla normalità dopo 16-20 settimane. Tuttavia, si possono verificare deformità fisiche a livello della spalla, come un rigonfiamento dovuto alla dislocazione della clavicola. I gradi IV-VI sono complicazioni delle dislocazioni "standard" che coinvolgono uno spostamento della clavicola e quasi sempre richiedono un intervento chirurgico.

L'osteoartrosi dell'articolazione acromioclavicolare non è rara. Può essere causata da un trauma precedente (artrosi secondaria) o si presenta come un disturbo degenerativo cronico spesso coesistente con un conflitto subacromiale.

  1. ^ What is Acromioclavicular Joint Osteoarthritis? « Simon Moyes Orthopaedic Surgeon, su simonmoyes.co.uk, 6 maggio 2011. URL consultato il 25 luglio 2018 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2011).
  2. ^ a b M. R. Urist, Complete dislocations of the acromiclavicular joint; the nature of the traumatic lesion and effective methods of treatment with an analysis of forty-one cases, in The Journal of Bone and Joint Surgery. American Volume, vol. 28, n. 4, 1946-10, pp. 813–837. URL consultato il 25 luglio 2018.

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