Albi d'Oro
Albi d'Oro | |
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serie regolare a fumetti | |
Lingua orig. | italiano |
Paese | Italia |
Editore | Arnoldo Mondadori Editore |
1ª edizione | gennaio 1937 – settembre 1956 |
Periodicità | settimanale, bisettimanale, mensile |
Albi | 693 (completa) + 16 supplementi (13 Albi di Braccio di Ferro e 3 Albi di Susanna) |
Genere | umoristico |
Gli Albi d'Oro è stata una collana periodica a fumetti pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori Editore in varie serie dal 1937 al 1956 e che presentava storie sia di produzione Disney che di altri. Rappresenta la più importante serie a fumetti pubblicata dalla Mondadori nel secondo dopoguerra insieme a Topolino formato libretto[1][2] .
Storia editoriale
[modifica | modifica wikitesto]La serie è composta da 693 albi così suddivisi:
Anni | Serie | Numero albi | Periodicità |
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1937-1940 | Albi d'Oro - prima serie (chiamata anche anteguerra) | 41 + 13 supplementi | mensile |
1946-1952 | Albi d'Oro - seconda serie | 372 | settimanale |
1953-1956 | Albi d'Oro - serie comica | 195 + 3 supplementi | settimanale, mensile (gli ultimi 3) |
1953-1955 | Albi d'Oro - serie della prateria | 85 | settimanale |
Prima serie
[modifica | modifica wikitesto]La prima serie (chiamata anche anteguerra) venne pubblicata con cadenza mensile per 41 numeri e 13 supplementi (Albi di Braccio di Ferro), dal gennaio 1937 all'agosto 1940, quando le vicende belliche la portarono alla chiusura[3][4][5].
Con l'eccezione di pochi fascicoli dedicati a storie inedite di produzione americana, italiana o britannica, gli Albi d'Oro riproponevano in unico albo storie a fumetti tratte dalla serie a strisce giornaliere di Topolino già apparse a puntate sul settimanale Topolino (giornale). La produzione pubblicata è quella realizzata negli Stati Uniti prima che la Casa Editrice Nerbini incominciasse a pubblicare il materiale Disney in Italia.
Seconda serie
[modifica | modifica wikitesto]La pubblicazione degli albi riprese dopo il termine della seconda guerra mondiale con cadenza settimanale per 372 numeri, dal maggio 1946 fino al dicembre 1952, in una veste grafica completamente diversa e ripartendo da capo con la numerazione progressiva[6][7][8].
In questa serie vennero alternati personaggi della Disney (inizialmente ristampando storie anteguerra) con personaggi realistici e con materiale ristampato da precedenti pubblicazioni Arnoldo Mondadori Editore come Pecos Bill, Oklahoma! o anche personaggi della Warner Bros. quali Lollo Rompicollo e Meo Maramao, Braccio di Ferro e la trasposizione del film d'animazione La rosa di Bagdad.
Dopo aver inizialmente ristampato storie disneyane anteguerra incominciarono a essere pubblicate storie inedite britanniche, argentine, americane (tra cui quelle di Carl Barks e quelle edite nella collana americana Four Color) e storie realizzate in Italia da Federico Pedrocchi, Pinochi, Nino Pagot e Luciano Bottaro.
Serie comica e Serie della prateria
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1953 e fino al 1956 la serie continuò con due titoli e numerazioni separati; in concomitanza, ognuna ripartiva dal numero 1 all'inizio di ogni anno. Erano:
- Albi d'Oro - serie comica pubblicata con cadenza settimanale da gennaio 1953 a settembre 1956 per 195 numeri, con materiale Disney (137 albi) e altri personaggi comici Warner Bros. (58 albi)[8][9].
- Albi d'Oro - serie della prateria pubblicata con cadenza settimanale e poi quattordicinale dall'8 gennaio 1953 al 31 marzo 1955 per 85 numeri, con materiale western di Pecos Bill (68 albi) e di Oklaoma! (17 albi)[10][11].
Almanacco Topolino
[modifica | modifica wikitesto]Dal dicembre 1947 al luglio 1956 nella collana Albi d'Oro seconda serie e serie comica vennero annualmente pubblicati 18 volumi speciali con foliazione e prezzo maggiorato intitolati Almanacco Topolino con l'indicazione dell'anno successivo e Almanacco estivo.
Nel 1956, gli ultimi tre numeri definitivi della serie comica (39, 40 e 41) vennero pubblicati con cadenza mensile (e non più settimanale) e intitolati Albi d'oro - Almanacco Topolino (con la stessa grafica della testata successiva).
Infine da gennaio 1957 Almanacco Topolino sostituì la testata Albi d'Oro partendo con una nuova numerazione, ma continuando a riportare l'indicazione Albi d'Oro in alto a sinistra fino al n. 264 del dicembre 1978 (sul successivo appare soltanto la dicitura Almanacco Topolino)[12][13].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La storia degli Albi d'Oro, su cartesio-episteme.net. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ FFF - Testate, Albi d'Oro, su lfb.it. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Gli Albi d'Oro (prima serie), su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Albi d'oro anteguerra scheda su INDUCKS, su coa.inducks.org. URL consultato il 20 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).
- ^ collezionismofumetti.com, Albi di Braccio di Ferro, su collezionismofumetti.com. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Gli Albi d'Oro (seconda serie), su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 20 dicembre 2016.
- ^ Albi d'oro seconda serie su Collezionismo fumetti, su collezionismofumetti.comg. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ a b Albi d'oro seconda serie e serie comica scheda su INDUCKS, su coa.inducks.org. URL consultato il 20 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2015).
- ^ Albi d'Oro serie comica, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Albi d'oro della prateria, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 26 ottobre 2017.
- ^ Albi d'oro - serie della prateria su Collezionismo fumetti, su collezionismofumetti.comg. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Almanacco Topolino, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 27 maggio 2023.
- ^ Almanacco Topolino scheda su INDUCKS, su coa.inducks.org. URL consultato il 26 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2023).