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Aerozina 50

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Aerozina 50
Nome IUPAC
1,1-dimetilidrazina;idrazina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC2H12N4
Massa molecolare (u)92,146 g/mol
Numero CAS8065-75-6
PubChem165699
SMILES
CN(C)N.NN
Proprietà chimico-fisiche
Densità (kg·m−3, in c.s.)865 kg/m3
Indice di rifrazione1,43
Solubilità in acqua13,2
Coefficiente di ripartizione 1-ottanolo/acqua-0.249
Temperatura di fusione22,9 °C
Temperatura di ebollizione72 °C
Indicazioni di sicurezza
Punto di fiamma9,14 °C

L'Aerozina 50 è un composto chimico di formula C2H12N4 che a temperatura ambiente si presenta in forma liquida.[1][2]

Sviluppata negli anni '50 dalla Aerojet General Corporation per essere usata come propellente nel missile ICBM Titan II. Fu usata nei motori del Modulo Lunare Apollo. Continua ad essere usata nei sistemi di propulsione delle sonde spaziali e dei veicoli spaziali con equipaggio umano.[2]

Nel 1980, una perdita di Aerozine 50 risultò nell'esplosione del missile 1980 Damascus Titan. La perdita fu causata dalla perforazione del serbatoio del propellente nel primo stadio ad opera di un utensile caduto di mano. L'esplosione iniziale causò il rilascio del portellone da 740 tonnellate, nonché l'espulsione del secondo stadio e della testata. Il secondo stadio esplose e la testata atterrò a 30 m dal portone del silo senza detonare né rilasciare materiale fissile.[2][3]

Struttura e caratteristiche fisiche

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Si tratta di una miscela 50/50 di idrazina e dimetilidrazina asimmetrica (UDMH).[2] Il composto presenta le seguenti caratteristiche:[4]

Reattività e caratteristiche chimiche

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Rispetto alla sola idrazina, l'Aerozina 50 è più stabile data la presenza dei gruppi metilici della dimetilidrazina.[3][5]

Il composto presenta le seguenti caratteristiche:[4]

È un propellente ipergolico e viene impiegato come combustibile nei sistemi a bipropellente liquido insieme al tetrossido di diazoto.[2]

  1. ^ (EN) PubChem, Aerozine-50, su pubchem.ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 21 giugno 2024.
  2. ^ a b c d e John D. Clark, Ignition! an informal history of liquid rocket propellants, Rutgers University Press, 2017, ISBN 978-0-8135-0725-5.
  3. ^ a b George P. Sutton, History of liquid propellant rocket engines, American Institute of Aeronautics and Astronautics, 2006, ISBN 978-1-56347-649-5, OCLC ocm63680957. URL consultato il 22 giugno 2024.
  4. ^ a b CompTox Chemicals Dashboard, su comptox.epa.gov. URL consultato il 21 giugno 2024.
  5. ^ Original PDF, su dx.doi.org. URL consultato il 22 giugno 2024.

Voci correlate

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