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Sangiaccato di Morea

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Sangiaccato di Morea
Mora sancak
Informazioni generali
CapoluogoCorinto
Londari
Mistra (1461-1540)[1]
Nauplia
Dipendente daImpero ottomano (bandiera) Impero ottomano
Amministrazione
Forma amministrativaSangiaccato
Evoluzione storica
Inizio1461
CausaConquista ottomana della Morea
Fine1540
CausaIstituzione dell'Eyalet di Morea
Preceduto da Succeduto da
Despotato di Morea
Oggi parte di
Grecia (bandiera) Grecia
Impero ottomano (bandiera) Eyalet di Morea

Il sangiaccato di Morea[2][3] (in turco Mora Sancağı) era una divisione amministrativa dell'Impero ottomano nel Peloponneso. Fu creato nel 1461 e mantenuto fino al 1661 quando fu promosso a Eyalet. Amministrativamente apparteneva all'Eyalet di Rumelia e comprendeva territorialmente tutto il Peloponneso.

Tra il 1458 e il 1460 i turchi ottomani invasero il Peloponneso conquistando gli ultimi resti dell'Impero bizantino, ad eccezione delle roccaforti veneziane,[4] che furono conquistate gradualmente nel corso delle decennali guerre intermittenti turco-veneziane. Corone e Modone caddero nel 1500 e nel 1540 la conquista ottomana del Peloponneso fu completata con la conquista di Monemvasia e Nauplion.[5][6]

Alla sua conquista, la penisola fu resa sangiaccato dell'Eyalet di Rumelia, con il capoluogo posto inizialmente a Corinto (chiamata in turco Kordos o Gördes), poi a Leontari (Londari), Mistra (Mystras/Mezistre o Misistire) e infine a Nauplion (in turco Anaboli).[7] Dal XVI secolo, Mistra formò un sangiaccato separato, solitamente più legato all'Eyalet dell'Arcipelago che a quello della Rumelia.[8]

Verso la metà del XVII secolo, come attestato dal viaggiatore Evliya Çelebi, la Morea divenne il centro di un eyalet separato, con Patrasso (Balibadra) come capitale.[9]

I veneziani occuparono l'intera penisola durante la vittoriosa guerra di Morea (1684-1699), stabilendo il "Regno di Morea" fino alla riconquista ottomana nel 1715.[10]

Divisioni amministrative

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Quando fu creato nel 1461, il sangiaccato era diviso amministrativamente in 17 nahiye: Vostitsa, Chlemoutsi, Voumero, Kirevoukoros, Arkadia (Kyparissia), Leontari, Corinto, Palia Patra, Kalavryta, Michalou (Mouchli)[11], Bezenik (Vlacherna), Chalandritsa, Santomiri (Santareri, Gadameri) di Mystras.

Nel XVI secolo era suddivisa in kaza (distretti) come menziona Mikail Sakellariou paragonandole con i territori veneziani (citata erroneamente come Vilaetia)[12]: Nafplio, Argos, Corinto, Kalavrita, Vostitsa, Patras, Gastouni, Fanari, Arkadia, Navarino, Koroni, Methoni, Androusa, Kalamata, Karytaina, Leontari, Tripolitsa, Agios Petros Mone.

Sanjakbey, i comandanti di Morea erano i seguenti:

  • Omer Bey 1461 -
  • Zaganos Pasha
  • Chamzá
  • Zaganos Pasha
  • Elvan oglu Sinan Bey
  1. ^ (EL) Μυστράς, su J&G, ξενοδοχείο τολό, 12 febbraio 2020.
  2. ^ Gherardo Ortalli e Oliver Jens Schmitt, Balcani occidentali, Adriatico e Venezia fra XIII e XVIII secolo, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2009, p. 129, ISBN 978-3-7001-6501-9.
  3. ^ Enciclopedia moderna illustrata, F. Vallardi, 1952, p. 17. URL consultato il 10 ottobre 2021.
  4. ^ A. P. Kazhdan, Alice-Mary Maffry Talbot e Anthony Cutler, The Oxford dictionary of Byzantium, Oxford University Press, 1991, p. 1621, ISBN 0-19-504652-8, OCLC 22733550.
  5. ^ Bées & Savvides, 1993, p. 239.
  6. ^ Zarinebaf, Bennet & Davis, 2005, p. 21.
  7. ^ Bées & Savvides, 1993, p. 238.
  8. ^ Birken, 1976, pp. 57, 106.
  9. ^ Birken, 1976, pp. 57, 61-64.
  10. ^ Bées & Savvides, 1993, pp. 239-240.
  11. ^ (EL) Η Τεγέα και τα Μνημεία της, su arcadia.ceid.upatras.gr (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2014).
  12. ^ Μιχαήλ Β. Σακελλαρίου, Η Πελοπόννησος κατά την δευτέραν Τουρκοκρατίαν (1716-1821), εκδόσεις Ερμής, Αθήνα 1939, ανατύπωση Απρίλιος 2002 τυπογραφείο Α. Ελευθέρου, σελ. 99

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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