Senatore di diritto
Nel diritto costituzionale italiano, con il termine senatore di diritto ci si può riferire a due figure diverse, accomunate dall'essere stati nominati, in base a determinati requisiti, membri di diritto del Senato della Repubblica: i "senatori di diritto e a vita", tuttora esistenti, e i "senatori di diritto" della I Legislatura repubblicana.
Senatori di diritto e a vita
modificaLa prima figura è quella dei Presidenti emeriti della Repubblica che, ai sensi dell'art. 59 della Costituzione Italiana diventano, salvo rinuncia, "senatori di diritto e a vita".[1]
Senatori di diritto della I Legislatura
modificaLa seconda figura è quella di alcune persone che furono nominate "senatori di diritto" nella I legislatura della Repubblica Italiana (1948-1953). La III disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana stabiliva infatti che per la prima legislatura in Senato sedessero, accanto ai senatori elettivi, alcuni membri di diritto, sulla base di determinati requisiti.
Erano senatori di diritto, infatti, tutti i deputati dell'Assemblea Costituente che possedessero i requisiti di legge per essere senatori e che rispettassero una delle seguenti richieste:[2]
- essere stato presidente del Consiglio dei ministri del Regno d'Italia o presidente di una delle assemblee legislative;
- aver fatto parte del Senato del Regno (sciolto nel 1946);
- essere stato eletto almeno tre volte (compresa l'elezione all'Assemblea Costituente);
- essere stato dichiarato decaduto nella seduta della Camera dei deputati del 9 novembre 1926 (per aver partecipato alla secessione dell'Aventino);
- aver scontato una reclusione non inferiore a cinque anni in seguito a condanna del Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato.
Inoltre, erano senatori di diritto tutti i membri del disciolto Senato del Regno che avessero poi fatto parte della Consulta Nazionale.
I senatori di diritto servivano a operare una sorta di sutura tra i nuovi ceti parlamentari e la classe politica prefascista[2].
Di questa disposizione - che portò alla nomina nel complesso di 107 senatori[3] - si avvantaggiarono numericamente le sinistre (PCI, PSI, PSDI, gruppo Democratico di Sinistra), che accolsero un totale di 59 senatori di diritto, ma anche l'area liberale ottenne seggi parlamentari giacché, tra PLI, Unione Democratica Nazionale e altri indipendenti, riportò alla camera alta il vertice della sopravvissuta classe di governo prefascista. Risultò invece svantaggiato il partito della Democrazia Cristiana la quale, in assenza di senatori di diritto, avrebbe ottenuto la maggioranza assoluta al Senato (131 seggi sui 237 elettivi), ma fu obbligata a costituire un governo di coalizione con il PLI, il PSLI ed il PRI.
Elenco
modificaQuesto è l'elenco dei 107 senatori di diritto della I Legislatura, divisi per gruppo parlamentare a cui hanno aderito.
- Salvatore Aldisio
- Leopoldo Baracco
- Giovanni Bertini
- Giovanni Battista Bertone
- Giambattista Bosco Lucarelli
- Giovanni Braschi
- Teodoro Bubbio
- Paolo Cappa
- Luigi Carbonari
- Mario Cingolani
- Luciano Fantoni
- Stefano Jacini
- Umberto Merlin
- Giuseppe Micheli
- Giovanni Pallastrelli
- Umberto Tupini
- Alessandro Turco
- Giovanni Uberti
- Luigi Allegato
- Vittorio Bardini
- Adele Bei
- Aladino Bibolotti
- Renato Bitossi
- Ilio Bosi
- Arturo Colombi
- Edoardo D'Onofrio
- Giovanni Farina
- Armando Fedeli
- Umberto Fiore
- Vittorio Flecchia
- Vittorio Ghidetti
- Ruggero Grieco
- Francesco Leone
- Girolamo Li Causi
- Fabrizio Maffi
- Enrico Minio
- Guido Molinelli
- Cino Moscatelli
- Eugenio Musolino
- Celeste Negarville
- Giacomo Pellegrini
- Riccardo Ravagnan
- Giuseppe Rossi
- Giovanni Roveda
- Mauro Scoccimarro
- Pietro Secchia
- Emilio Sereni
- Velio Spano
- Umberto Terracini
- Francesco Buffoni
- Giovanni Cosattini
- Michele Giua
- Emidio Lopardi
- Pietro Mancini
- Rodolfo Morandi
- Tito Oro Nobili
- Sandro Pertini
- Antonio Priolo
- Giuseppe Romita
- Tommaso Tonello
Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (Gruppo Unità Socialista)
modifica- Alessandro Bocconi
- Giuseppe Canepa
- Emilio Canevari
- Ludovico D'Aragona
- Eduardo Di Giovanni
- Giuseppe Filippini
- Nino Mazzoni
- Riccardo Momigliano
- Luigi Montemartini
- Giovanni Persico
- Giuseppe Piemonte
- Francesco Zanardi
- Adolfo Zerboglio
Gruppo Democratico di Sinistra
modifica- Emilio Lussu (ex Partito d'Azione)
- Pietro Mastino (Partito Sardo d'Azione)
- Enrico Molè (ex Partito Democratico del Lavoro)
- Dante Veroni (ex Partito Democratico del Lavoro)
Gruppo misto
modifica- Arturo Labriola
- Francesco Saverio Nitti
- Vittorio Emanuele Orlando
- Giuseppe Paratore
- Giovanni Porzio
- Vito Reale
Altri
modifica- Mario Abbiate (ex Unione Nazionale)
- Roberto Bencivenga (Fronte dell'Uomo Qualunque)
- Tullio Benedetti (Unione Monarchica Italiana)
- Alberto Bergamini
- Ivanoe Bonomi (ex Partito Democratico del Lavoro)
- Giuseppe Buonocore (ex Blocco Nazionale della Libertà)
- Igino Coffari
- Luigi Einaudi (sino all'11 maggio 1948, quando fu eletto Presidente della Repubblica)
- Alfredo Frassati
- Luigi Gasparotto (ex Partito Democratico del Lavoro)
- Federico Ricci
- Nino Ronco
- Meuccio Ruini (ex Partito Democratico del Lavoro)
- Pietro Tomasi della Torretta
Note
modifica- ^ Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 59
- ^ a b La storia del Senato, su senato.it, Senato della Repubblica. URL consultato il 17 agosto 2013.
- ^ DPR 22 aprile 1948, in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, n. 97-bis, 24/04/1948.