Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Slovenia, Serbia, Repubblica ceca, Italia |
Durata | 98 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Nejc Gazvoda |
Attori | France Mandic, Mojca Funkl, Jure Henigman, Marina Redzepovic, Klara Kuk Luka Cimpric, Spela Rozin, Alenka Kraigher. |
Uscita | mercoledì 15 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | La Sarraz Pictures |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 gennaio 2025
Il rapporto in crisi tra una madre psicologa e il figlio alunno nella stessa scuola, in un mondo che cade a pezzi.
CONSIGLIATO SÌ
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Slovenia, anno scolastico 2020-2021. Durante la pandemia da Covid, Maja e il figlio quattordicenne Jan si trasferiscono dalla capitale Lubiana in una cittadina di provincia. Lei lavora come psicologa nella stessa scuola primaria dove il figlio sta frequentando l'ultimo anno. Maja ha da poco divorziato, è in crisi e ha problemi di alcolismo; inoltre, teme che la giovane e bella psicologa chiamata dalla scuola ad assisterla possa soffiarle il posto. Nel frattempo, dopo aver seguito i primi mesi di lezioni da remoto, Jan tenta invano di ambientarsi nella nuova classe, viene bullizzato e fa amicizia con uno strano e pericoloso vicino di casa.
Dramma e commedia si mescolano per delineare in chiave grottesca una contemporaneità in crisi, che si riflette sulla sfera familiare, scolastica, sociale.
Con un umorismo tipico di certo cinema dell'Est europeo, il regista e sceneggiatore sloveno Nejc Gazvoda al suo terzo lungometraggio di finzione mette in scena un mondo a pezzi, strapazzato non solo dagli effetti della pandemia e dalla quarantena. Difatti, il film si apre con il lancio dalla finestra (senza tragiche conseguenze) di Jacob, un ragazzo instabile con tendenze suicide, che viene dunque affidato alle sedute di terapia di Maja. Si tratta di un soggetto fragile e preso di mira dai compagni, ma che in qualche modo riesce a liberarsi del ruolo di vittima designata scaricandolo sul nuovo arrivato Jan. Quest'ultimo vorrà quindi rifarsi su Jacob, chiedendo aiuto allo strambo vicino di casa, fissato con la musica e le arti marziali, che si rivelerà essere ben poco raccomandabile.
In costante equilibrio tra commedia e dramma, Gazvoda demolisce i due nuclei educativi fondanti della società, famiglia e scuola, che affondano nel ridicolo di modelli disfunzionali in cui ciascun individuo, senza distinzioni tra età adulta e adolescenza, sembra pensare solo a sé stesso o a salvare le apparenze. Tutto torna nella sceneggiatura che inanella continui capovolgimenti di fronte: Maja prima si definisce troppo sofisticata per cedere alle avances di un sempliciotto, poi ci finisce a letto; l'assistente psicologa prima si mostra gentile e disponibile, poi non si fa scrupoli a spodestare la collega; e Jan prima si mette in testa di eliminare Jacob, poi lo salva.
I personaggi entrano ed escono dalle frequenti inquadrature fisse senza mai trovare un equilibrio, un'armonia. La crisi di nervi culmina nel ballo scolastico e nella cerimonia di consegna del diploma, ma almeno nel finale, al centro di un campo lungo, c'è spazio per un abbraccio tra madre e figlio. Un momento non del tutto risolutivo, ma se non altro riconciliatorio.
Nel cinema di Nejc Gazvoda, al suo terzo film dopo A Trip e Dual (ma il regista è anche co-sceneggiatore di Class Enemy di Rok Bicek), possiamo individuare dei punti fermi: le tensioni legate a una terra, la Slovenia, di discrimine etnico (come tutta la polveriera balcanica), e quelle che scoppiano dai rapporti di potere all'interno della micro-società scolastica, grande teatro della gerarchia.