- "La sposa di Aule è Yavanna, la Dispensatrice di Frutti. Essa ama tutte le cose che crescono sulla terra e ne conserva nella propria mente le innumerevoli forme, da quelle degli alberi simili a torri nelle foreste di un tempo simili a muschio sulle pietre o alle cose piccole e segrete nell'argilla."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".
Yavanna Kementári è una Ainur appartenente alla schiera degli Aratar e tra le Valier è la seconda più importante dopo Varda. Sorella maggiore di Vána e sposa di Aulë, è la patrona di tutto ciò che cresce in Arda dagli alberi più alti al muschio sulle rocce.
Viene ricordata come colei che ha generato gli Alberi di Valinor e ispirato la creazione degli Ent, oltre ad essere una delle artefici della creazione del Sole e della Luna.
Durante la Terza Era fu Yavanna a insistere affinché tra gli Istari inviati nella Terra di Mezzo per aiutare i Popoli Liberi della Terra di Mezzo a opporsi a Sauron fosse scelto Aiwendil, poi noto come Radagast, vincendo la resistenza di Curumo, il quale lo disprezzava.
Etimologia[]
In Quenya, Yavanna significa appunto "Dispensatrice di Frutti", mentre "Kementári" sta per "Regina, Signora della Terra".
In Sindarin è nota coi nomi di Ivon e Ivann, e a lei è dedicato il mese Ivanneth del calendario elfico.
Descrizione[]
Aspetto e carattere[]
- "In forma di donna è alta vestita di verde; a volte pero assume altre sembianze. Alcuni l'hanno vista starsene come un albero sotto il cielo, coronata dal Sole, e da tutti i suoi rami stillava una rugiada dorata sulla terra spoglia, la quale diveniva verde di grano; ma le radice dell'albero affondavano nelle acque di Ulmo e i venti di Manwe parlavano tra le sue foglie."
- —Il Silmarillion, Valaquenta, "I Valar".
Yavanna è una Ainur, dunque tecnicamente non avrebbe bisogno di un corpo fisico per manifestarsi; tuttavia, quando entrò in Arda, assunse l'aspetto di una dama alta e vestita di verde, ma la si è vista anche nella forma di un enorme albero le cui radici affondano nelle acque di Ulmo mentre le fronde si pasciono ai venti di Manwë.[1]
Poteri e attributi[]
Yavanna è una degli Aratar, le Potenze degli Ainur e tra le Valier è seconda a Varda per venerazione. È la patrona di tutto ciò che cresce dalla terra, dai torreggianti alberi al più piccolo dei licheni, e i Maiar del suo seguito sono anch'essi legati al mondo della natura; nella mente di Ilúvatar sua parente era Melian, la sposa di Thingol e madre di Luthien.
Maiar di Yavanna[]
Come i suoi fratelli anche Yavanna dispone di una schiera di Maiar al suo servizio il cui potere è strettamente connesso alla natura e alle foreste. e sembra che siano anche molto potenti. Tuttavia l'unico Maia al servizio della Valier citato nelle opere di Tolkien sembra essere Aiwendil, il quale verrà poi inviato nella Terra di Mezzo assieme a Curumo in qualità di Istari e assumerà il nome di Radagast il Bruno.
Biografia[]
Origini e la Primavera di Arda[]
Per approfondire, vedi la voce Primavera di Arda. |
Durante gli Anni delle Lampade, Yavanna fu uno dei Valar che, piantando e facendo crescere piante e alberi che da lungo tempo aveva preparato, più contribuì alla Primavera di Arda.
All'inizio, così come tutto ciò che i Valar avevano creato in Arda, queste cose prosperarono e crebbero; ma tuttavia Melkor aveva altri piani e dalla sua grande fortezza di Utumno nel lontano nord disseminò i suoi veleni nelle vene del mondo danneggiando irreparabilmente la Primavera di Arda.
A seguito di questo e della distruzione dei luminari di Illuin e Ormal, i Valar si trasferirono nella terra di Aman.
Valinor, la creazione dei Due Alberi e la venuta[]
Una volta giunta in Aman, Yavanna pose la propria residenza in quelli che vennero poi conosciuti come Pascoli di Yavanna. La Valier poi si sedette assieme a Niënna sul verde colle di Ezellohar e intonò um potente canto magico e con l'aiuto delle lacrime di Niënna generò i due Alberi di Valinor, le sue più grandi e importanti creazioni, i quali portarono nuovamente la luce nel mondo.
Ma la Terra di Mezzo fu lasciata nell'oscurità e buona parte delle cose viventi che sopravvissero alla distruzione vennero messe in letargo da Yavanna fino al sorgere del Sole e della Luna, molte centinaia di anni dopo. Dopo che Eru accettò la creazione di Aulë, i Nani, Yavanna temette che essi avrebbero abbattuto tutti gli alberi nella Terra di Mezzo. Parlò allora con Manwë, che le ricordò che nella Musica ella già aveva previsto che le sue creature fossero in grado di proteggere se stesse. Questo sarà infatti il compito degli Ent, i Pastori degli Alberi, finché gli Elfi avessero abitato la Terra di Mezzo e non fosse passata la gioventù degli Uomini.
Prendendo a modello Telperion, Yavanna creò Galathilion, il quale venne donato agli elfi di Valinor e piantato in Tirion. Da Galathilion discende Celeborn l'albero di Tol Eressëa. Da Celeborn discende Nimloth, l'Albero bianco di Númenor, e da un suo pollone, salvato da Isildur discende l' Albero Bianco di Gondor.
L'Ottenebramento di Valinor[]
Durante l'Ottenebramento di Valinor Yavanna si trovava nella città di Valmar assieme agli altri Valar per partecipare ai festeggiamenti per la Festa del Raccolto. Dopo che la nebbia di Ungoliant si fu diradata, lei e Nienna cercarono di porre rimedio alle ferite inflitte da Melkor e dalla sua complice agli Alberi di Valinor.
- "Allora Yavanna si alzò e andò a porsi sopra Ezellohar, il Tumulo Verde, che però adesso era nudo e nero; e pose le mani sugli Alberi, ma questi erano morti e scuri, e ogni ramo che Yavanna toccava si spezzava e cadeva privo di vita ai suoi piedi. Molte voci allora si levarono in un lamento; e parve, a coloro che piangevano, di aver bevuto sino alla feccia la coppa di dolore che Melkor aveva colmato per loro."
- —Il Silmarillion, cap. IX, "La Fuga dei Noldor".
Lei profuse tutto il suo potere nel tentativo di non far morire gli alberi, ma dovette ammettere di fronte ai Valar che ciò era superiore alle sue sole forze; disse che forse si sarebbe potuto tentare di restituirgli le forze servendosi dei Silmaril di Fëanor, i quali conservavano in sè la luce benedetta degli Alberi. Ciò tuttavia avrebbe comportato la distruzione dei gioielli e quindi fu chiesto all'Elfo di scegliere se cedere la sua più grande creazione o meno:
- "Yavanna prese la parola al cospetto dei Valar dicendo:"La Luce degli Alberi se n'è andata, e vive ormai soltanto nei Silmaril di Fëanor. Preveggente, egli è stato! Persino per coloro i quali sono i più possenti sotto Ilùvatar, vi sono opere che possono compiere un'unica volta e non più. ho posto in essere la Luce degli Alberi e in Eä non potrò mai più farlo: Pure, avessi io un pochino di quella Luce, potrei ridare la vita agli Alberi prima che le loro radici si secchino; e la nostra ferita sarebbe medicata, la malvagità di Melkor vanificata". Allora parlo Manwë e disse: "Hai udito, Fëanor figlio di Finwë, le parole di Yavanna? Sei disposto a fare ciò che ha chiesto?". Seguì un lungo silenzio, ma Fëanor nulla disse. Poi Tulkas gridò: "Parla, Noldo, dì si o no! Ma chi opporrebbe un rifiuto a Yavanna? E forse che la Luce dei Silmaril non è frutto della sua opera iniziale?". Ma Aulë l'Artefice disse:" Non aver fretta! Chiediamo cosa più grande di quanto tu non creda. Lascialo decidere in pace". Fëanor però aprì bocca, e lo fece gridando amareggiato: "Per il minore come per il maggiore, ci sono atti che può compiere una sola volta; e in quell'impresa il suo cuore avrà riposo. Io potrei spossessarmi dei miei gioielli, ma mai più li rifarei; e, se devo infrangerli, spezzerò il mio cuore e ne morrò, primo di tutti gli Eldar di Aman""
- —Il Silmarillion, cap. IX, "La Fuga dei Noldor".
Tuttavia Fëanor non dovette poi consegnare i gioielli, in quanto da Formenos giunse la notizia della morte di Finwë e del furto dei Silmaril per opera di Melkor. Il Noldor alla notizia della morte del padre e del furto impazzì dal dolore, chiamò Melkor "Morgoth" ossia "Oscuro Nemico del Mondo" e assieme ai figli pronuncio il suo terribile Giuramento che tanto dolore avrebbe causato. Ciò fu all'origine della Fuga dei Noldor e ai grandi eventi che ne seguirono.
La creazione del Sole e della Luna[]
Dopo che i Noldor ebbero abbandonato Valinor i Valar tennero consiglio per capire le prossime mosse da fare: mentre i Valar si occupavano di fortificare Aman, così da escluderne sia Melkor che gli esiliati, Manwë nel frattempo ordinò a Yavanna e Niënna di fare tutto ciò che era in loro potere per tentare di riportare in vita gli Alberi.
- "Manwë ordinò a Yavanna e a Nienna di far ricorso a tutti i loro poteri di crescita e guarigione; ed esse li indirizzarono tutti sugli Alberi. Ma le lacrime di Nienna non valsero a guarirne le ferite mortali; e a lungo Yavanna stette a cantare sola tra le ombre. Pure, proprio mentre la speranza veniva meno e il canto smoriva, Telperion alla fine produsse, da un ramo senza foglie, un unico grande fiore d’argento, e Laurelin un solo frutto d’oro. Yavanna li spiccò; e poi gli Alberi perirono, e i loro tronchi senza vita ancora stanno in Valinor, memoriale di gioia scomparsa."
- —Il Silmarillion, cap. XI, "Il Sole, la Luna, e l'Occultamento di Valinor".
La Terza Era e il ruolo nella Dagor Dagorath[]
Nella Terza Era, fu proprio Yavanna a scegliere Radagast come membro degli Istari, gli stregoni che si sarebbero dovuti opporre al rinato potere di Sauron.
Secondo la profezia, dopo la Dagor Dagorath, i tre Silmaril saranno recuperati e Fëanor, una volta liberato dalle aule di Mandos li offrirà alla Dispensatrice di Frutti, lei li romperà e riporterà in vita i Due Alberi.
Note[]
- ↑ Il Silmarillion, "Valaquenta", "I Valar"