Lo Scettro di Númenor era lo scettro dei Re di Númenor che simboleggiava il potere del Sovrano e veniva tramandato di padre in figlio al momento dell'abdicazione o della morte del Re in carica. Andò perduto nel 3319 SE con Ar-Pharazôn.
Descrizione[]
Lo scettro si presentava come un bastone di circa 70–100 cm in argento con intarsi di mithril e pietre preziose; non sono pervenute descrizioni precise di questo artefatto, ma per farsi un'idea è sufficiente osservare lo Scettro di Annúminas dei Signori di Andúnië che fu modellato a somiglianza dello scettro dei Re.
Storia[]
Il primo a possedere questo scettro fu Elros Tar-Minyatur, Primo Re dei Dúnedain, che in seguito lo trasmise ai suoi discendenti. A differenza di altri regni a Númenor il massimo simbolo di regalità non era la corona (come poi fu per Arnor e Gondor) ma lo scettro. Il Re infatti era legittimato a regnare, oltre che per la sua appartenenza alla Casa di Elros, grazie al possesso dello scettro e questo veniva trasmesso dal sovrano al suo erede al momento dell'abdicazione o della morte. L'importanza di questo oggetto era rimarcata dal fatto che il massimo organo consultivo di Númenor aveva assunto il nome di Consiglio dello Scettro.
Inizialmente i Re di Númenor cedevano volontariamente lo scettro ai propri successori ma, con l'affermarsi delle dottrine degli Uomini del Re e della paura del Fato degli Uomini, si affermò la consuetudine di non cedere lo scettro prima della propria morte e che gli eredi del Re dovessero prenderlo dalle mani del cadavere del proprio predecessore.
Lo scettro andò perduto nel 3319 SE: Ar-Pharazôn infatti salpò alla volta di Aman portando con sé l'artefatto e questo fu sepolto con esso nelle Grotte dell'Oblio, dalla quale uscirà unicamente per combattere la Dagor Dagorath.