Boris Johnson
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Alexander Boris de Pfeffel Johnson (1964 – vivente), politico, giornalista e scrittore britannico.
Citazioni di Boris Johnson
[modifica]Citazioni in ordine temporale.
- Per dieci anni noi nel partito Conservatore ci siamo abituati allo stile della Papua Nuova Guinea con orge di cannibalismo e uccisioni dei capi.[1]
- [Su Hillary Clinton] Ha i capelli biondi tinti e la bocca imbronciata, lo sguardo azzurro d'acciaio di una infermiera sadica in un ospedale psichiatrico.[2]
- Praticamente ogni singolo sport internazionale è stato inventato o codificato dai britannici. E lo dico con tutto il rispetto per i cinesi, che sono così bravi a ping-pong. Il ping-pong è stato inventato attorno ai tavoli dell'Inghilterra del 19esimo secolo e allora si chiama Wiff-waff! Al posto delle racchette si usava una scatola di sigari e al posto della pallina un tappo di sughero di una bottiglia di vino.[3]
- [Su Margaret Thatcher] Il più grande premier da Winston Churchill.[4]
- [Su Vladimir Putin] Un tiranno manipolatore che sembra un po' Dobby l'elfo domestico.[5]
- Napoleone, Hitler e altre diverse persone ci hanno provato, ed è finita tragicamente. L'Ue è un tentativo di fare lo stesso con metodi diversi.[6]
- [Su Recep Tayyip Erdoğan] C'era un giovane ragazzo che veniva da Ankara, | che era un terribile segaiolo, | fin quando visse promiscuamente con l'aiuto di una capra, | ma lui non si è fermato neanche a ringraziarla.[7]
- There was a young fellow from Ankara | Who was a terrific wankerer | Till he sowed his wild oats | With the help of a goat | But he didn't even stop to thankera.
- [Su Denis Sassou Nguesso] Mi spiace, non posso stringere la mano a costui, è un criminale.[8]
- [In merito alla pandemia di COVID-19 nel Regno Unito] Voglio essere onesto con voi, onesto col popolo britannico: molte famiglie, molte altre famiglie perderanno prematuramente dei loro cari.[9]
- La corsa alla scoperta di un vaccino per sconfiggere il virus non è una gara tra Paesi, ma il più urgente sforzo comune della nostra vita.[10]
- Non avrei dovuto chiudere tutto. È un disastro, non avremmo mai dovuto farlo, avevo ragione a febbraio: avremmo dovuto ignorare la cosa, far sì che il Covid circolasse in tutto il Paese e non distruggere l'economia così. Il Telegraph e mezzo partito conservatore ora mi distruggeranno. (marzo 2020)[11]
- Non possiamo fermare l'economia solo perché muoiono persone con più di 80 anni. In media le vittime hanno 82 anni, è oltre l'aspettativa di vita. Dunque, prendere il Covid [e guarire] allunga la vita. Queste esagerazioni della sanità pubblica (Nhs) non mi convincono più. (15 ottobre 2020)[11]
- [Su Partygate] Quando ero uscito nel giardino appena dopo le 18 del 20 maggio del 2020 per ringraziare lo staff, per poi rientrare nell'ufficio per continuare a lavorare 25 minuti dopo, credevo in maniera implicita che si trattasse di un evento di lavoro. (12 gennaio 2022)[12]
- [Sulla crisi russo-ucraina del 2021-2022] Il piano della Russia di invadere l'Ucraina porterebbe al più grande conflitto in Europa dalla seconda guerra mondiale.[13]
- Questa orribile e barbara avventura di Vladimir Putin deve finire con un fallimento. E quindi dico al popolo russo, il cui presidente ha appena autorizzato un'ondata di violenza contro un popolo slavo, ai genitori dei soldati russi che perderanno la vita: non posso credere che questo sia stato fatto in vostro nome o che vogliate davvero lo status di "paria" che porterà al regime di Putin. (Discorso pronunciato poco dopo l'invasione russa dell'Ucraina del 2022)[14]
- Dico agli ucraini, in questo momento di agonia, che siamo con voi. Preghiamo per voi e le vostre famiglie e siamo dalla vostra parte. E se i mesi a venire saranno cupi e la fiamma della libertà si spegnerà, so che in Ucraina risplenderà di nuovo perché nonostante tutte le sue bombe, carri armati e missili, non credo che il dittatore russo potrà mai domare il sentimento nazionale degli ucraini e la loro appassionata convinzione che il loro paese dovrebbe essere libero. (Discorso pronunciato poco dopo l'invasione russa dell'Ucraina del 2022)[14]
- [Su Vladimir Putin] Non crede affatto che l'Ucraina sarebbe entrata nella Nato [né] a quella roba semi mistica sulle origini del popolo russo, quel mix di Nostradamus e Wikipedia russa. [...] Penso che tema l'Ucraina perché in Ucraina ci sono libera stampa e libere elezioni. (Intervento a una conferenza a Blackpool)[15]
- Se Putin fosse una donna, cosa che ovviamente non è, ma se lo fosse, penso davvero che non si sarebbe avventurato in una guerra folle e machista di invasione e violenza come ha fatto lui. [...] Se volete un esempio perfetto di mascolinità tossica, è quello che sta facendo in Ucraina. (da un'intervista all'emittente tedesca ZDF, 29 giugno 2022)[16]
- Sono rattristato di apprendere della morte di Gorbaciov. Ho sempre ammirato il coraggio e l'integrità con cui egli portò la guerra fredda a una conclusione pacifica. In un tempo segnato dall'aggressione di Putin all'Ucraina, il suo impegno senza risparmio per aprire la società sovietica resta un esempio per tutti noi.[17]
- Lasciatemi dire che sono come uno di quei razzi che hanno esaurito la loro funzione e ora rientrerò dolcemente nell'atmosfera cadendo in modo invisibile in qualche angolo remoto e oscuro del Pacifico. [...] E come Cincinnato, sto tornando al mio aratro. E non offrirò a questo governo altro che il più fervente sostegno.[18]
- [Su Partygate] Non ho mentito, e credo che in cuor loro alla commissione sappiano perfettamente che quando ho parlato ai Comuni stavo dicendo ciò che sinceramente credevo fosse vero.[19]
- [Riferendosi al conflitto russo-ucraino del 2022] Stiamo conducendo una guerra per procura, ma non stiamo dando ai nostri procuratori [l'Ucraina] la capacità di fare il lavoro. Per anni abbiamo permesso loro di combattere con una mano legata dietro la schiena e questo è stato crudele.
- We’re waging a proxy war, but we’re not giving our proxies the ability to do the job. For years now, we’ve been allowing them to fight with one hand tied behind their backs and it has been cruel.[20]
Intervista di Enrico Franceschini, la Repubblica, 6 settembre 2003
- Non nego di essere un ammiratore di Berlusconi e di quello che sta cercando di fare. Mi rattrista che abbia nemici così ostinati nel suo paese, e altrove. A me pare un uomo di grande capacità, che ha creato grandi cose.
- [«Un ultramiliardario proprietario di televisioni e giornali, diciamo un Rupert Murdoch, potrebbe diventare premier in Gran Bretagna?»] Assolutamente no. [...] Mi farebbe orrore.
- Berlusconi suscita antipatia in una certa euro-nomenklatura perché è un politico nuovo, insolito, acceso partigiano del libero mercato e filo-americano. Qualche giudice è probabilmente prevenuto contro di lui. Ciò detto, può darsi che le accuse di corruzione abbiano un senso. Può darsi che un giorno sarà costretto a pagare un prezzo per questo.
Intervista di Paolo Filo Della Torre, la Repubblica, 28 settembre 2003
- Blair soffre della perdita di credibilità per la serie di manipolazioni e tragicomici errori nella presentazione delle ragioni per l'invio delle truppe britanniche in Iraq. La Thatcher era vulnerabile per la crisi dell'economia e inoltre era stata predisposta un'impopolare riforma della tassazione sui servizi pubblici comunali. Ci sono tuttavia similitudini per quanto riguarda i movimenti di deputati ed esponenti di rilievo del partito al potere.
- [Su Tony Blair] È l'uomo che ha dato ai laburisti due straordinarie vittorie. Ancora oggi nei sondaggi è considerato il personaggio più accettabile come premier malgrado le critiche. Non solo per il dossier Iraq, ma anche perché il suo governo non è capace di mantenere le promesse sul miglioramento dei servizi pubblici.
- [Su Gordon Brown] La sua strategia economica non ha tenuto conto della recessione mondiale, ha pianificato un livello di spesa pubblica sostenibile solo con un forte aumento di tasse, una soluzione che non sarà certo gradita.
la Repubblica, 8 febbraio 2005
- [Su Margaret Thatcher] Mi sentivo come se mi avessero ammazzato la tata. Lontano da lì, a Londra, una gang di deputati conservatori crudeli e vigliacchi aveva appena silurato il più grande primo ministro inglese del tempo di pace. Da quel momento in poi la guerra sul significato e l'importanza del suo lascito non si è mai interrotta.
- Il thatcherismo prima di qualsiasi altra cosa doveva essere una dottrina per migliorare e liberalizzare l'economia, anche se le nude cifre non sono così impressionanti come noi thatcheriani vorremmo che fossero.
- Si supponeva che Thatcher dovesse essere simile a De Gaulle, in quanto aveva un'idea super-patriottica del suo paese d'origine. La considerazione thatcheriana di un'Inghilterra protagonista del mondo, una nazione con la quale non si scherzava, fu esemplificata dai suoi memorabili istrionismi nella Ue. Colpiva a borsettate gli altri leader europei con una fiera indignazione tutta femminile e provocava vere e proprie estasi di devozione sentimentale nei suoi sostenitori. Al tempo stesso si rese conto che era essenziale allargare al massimo l'influenza inglese coltivando Washington e in particolare le relazioni con Reagan. Ciò nonostante, alla fine del suo mandato, le sue posizioni riguardanti tanto l'Europa quanto l'America apparivano sorpassate e imbarazzanti.
- Per tutta la mia infanzia la politica inglese era stata dominata da una facile accettazione del declino. Il nostro peso nel mondo stava scemando e non c'era molto che si potesse fare al riguardo. Thatcher cambiò tutto. Indipendentemente da quello che le statistiche paiono suggerire, lei cambiò decisamente in meglio i presupposti stessi dell'economia inglese, con modalità che è stato difficile per i Labour revocare. Rimise in piedi il settore energetico e le imprese. Emancipò milioni di persone che furono libere di acquistare proprietà e azioni e di prendere parte a una democrazia capitalista. Seppe tenere a bada i sindacati. Vinse una guerra distante migliaia di chilometri, rivendicando il principio della sovranità nazionale. Fu coraggiosa e spesso ebbe ragione. Più di ogni altra cosa, nei ceti più alti della nomenklatura inglese lei seppe cambiare il concetto stesso di quello che voleva dire essere inglesi. Essere inglesi, dopo Thatcher, non significava più essere rassegnati al declino.
Intervista di Guido Santevecchi, corriere.it, 6 giugno 2008
- Sì, amo il latino e il greco, vorrei che fossero insegnati in più scuole. E mi piace anche l'italiano. Penso che il latino sia una magnifica chiave per apprendere altre lingue.
- [Sulla violenza tra i giovani in Londra] Sembra un brutto incubo, ma ogni atto di violenza aumenta la mia determinazione a cambiare le cose: più pattuglie di polizia nelle strade e su autobus, metropolitana, treni. Tolleranza zero, certo. Ma dobbiamo anche cambiare questa cultura dell'aggressione e della vendetta. Dobbiamo far capire ai ragazzi quali sono i limiti.
- Il principale successo dei romani fu che riuscirono a creare un senso di identità, romanitas. Dal Portogallo all'Iraq, dalla Scozia alla Libia, su enormi estensioni territoriali i romani spinsero i popoli a convincersi di essere parte di una stessa cultura. A Londra siamo fortunati, abbiamo gente che parla trecento lingue diverse, è fantastico, ci arricchisce. Ma voglio che la nostra sia una città unita, voglio che abbia una identità condivisa, che sia leale alla comunità, che tutti parlino anche l'inglese, per capire i nostri valori.
- Io ho beneficiato dell'immigrazione: la mia famiglia è arrivata qui un secolo fa.
agi.it, 25 luglio 2019
- Gli scettici, i pessimisti, i menagrami sbaglieranno di nuovo. La gente che scommette contro la Gran Bretagna perderà perché noi restituiremo fiducia nella nostra democrazia e rispetteremo le ripetute promesse del Parlamento di uscire dall'Ue il 31 ottobre senza se e senza ma.
- Il mio lavoro è fare in modo che non dovrete aspettare tre settimane per vedere il vostro medico di famiglia e cominciamo a lavorare già questa settimana con 20 nuovi miglioramenti ospedalieri e assicurando che i soldi per il Servizio sanitario nazionale siano davvero in prima linea.
- È il momento di liberare il potere produttivo non solo di Londra e del sud-est, ma di ogni angolo di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord; il fantastico quartetto che si incarna in quella bandiera bianca e blu rossa, che insieme sono molto più che la somma delle parti, e il cui brand è ammirato e persino amato in tutto il mondo: per la nostra inventiva, il nostro "humor", le nostre università, i nostri scienziati, le nostre forze armate, la nostra diplomazia; per le uguaglianze su cui ci fondiamo (che si tratti di razza o genere o Lgbt o del diritto di ogni ragazza al mondo a 12 anni di avere istruzione di qualità) e per i valori per cui ci battiamo in tutto il mondo.
- Alla fine la Brexit è stata una decisione fondamentale dei britannici, che vogliono le loro leggi fatte da gente che pu eleggere e che possono cacciare dal governo. E ora noi dobbiamo rispettare quella decisione e creare una nuova partnership con gi amici europei, nel modo più caloroso, il più vicino e il più intenso possibile.
- A quanti sostengono che non possiamo essere pronti, dico di non sottovalutare questo Paese: non sottovalutare la nostra capacità organizzativa e la nostra determinazione perché conosciamo gli enormi punti di forza di questa economia nelle scienze della vita, nella tecnologia, nel mondo accademico, nella musica, nelle arti, nella cultura, nei servizi finanziari. E mentre ci prepariamo per un futuro post-Brexit, è tempo di non guardare più ai rischi ma alle opportunità che ci attendono.
- Nessuno negli ultimi secoli è riuscito a vincere scommettendo contro il coraggio, il fegato e l'ambizione di questo Paese. E non vincerà oggi.
ilfoglio.it, 21 maggio 2021
- La letteratura occidentale inizia con un'aspra lotta politica sulla gestione di una malattia zoonotica. Ricorderete forse che l'Iliade, opera fondante della letteratura occidentale, si apre con una lite tra Achille e Agamennone a seguito della comparsa di un nuovo morbo zoonotico mortale, che colpiva prima i muli, poi i cani e infine gli esseri umani. E se vi ricordate, Achille era decisamente favorevole alla ritirata e al confinamento. Affermava, inoltre, che era necessario andarsene mentre Agamennone si rifiutava con veemenza. Questo stesso scontro dà sostanzialmente inizio all'intero conflitto dell'Iliade tra gli eserciti dei Greci.
- Dobbiamo sfruttare la dichiarazione di Roma di oggi per andare oltre e istituire una difesa collettiva contro le future minacce sanitarie, proprio come abbiamo fatto contro le minacce militari. Dobbiamo rievocare lo spirito che ha forgiato la cooperazione globale dopo la seconda guerra mondiale per stipulare un trattato per essere pronti alle pandemie.
- Serve una rete globale di centri di ricerca zoonotica che sappiano identificare gli agenti patogeni pericolosi in grado di passare dagli animali all'uomo, o dai cani ai muli agli esseri umani per citare nuovamente l'Iliade, o dai pipistrelli ai pangolini, e così via. Sfruttando il potenziale della sorveglianza genomica, settore in cui il Regno Unito ha fatto da apripista, abbiamo bisogno di un sistema di allerta rapida per le nuove varianti di COVID e le nuove malattie emergenti.
- È giunto il momento di abbandonare gli schemi del nazionalismo competitivo, l'approccio del "si salvi chi può", e riaffermare invece il potere, il dovere, la necessità della cooperazione tra nazioni per la costruzione di una difesa collettiva contro il nemico comune, la malattia, e per la protezione di tutti i nostri popoli e le generazioni a venire.
Intervista di Antonello Guerrera sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, repubblica.it, 4 marzo 2022
- [Vladimir Putin] si è ficcato in un vicolo cieco con la sua folle invasione e, visto che non c'è via di uscita, continua a distruggere l'Ucraina e a polverizzare innocenti, in città europee innocenti, in una missione irrazionale e catastrofica. Vuole smembrare il diritto degli ucraini di difendersi da soli e il nostro legittimo diritto da europei di sostenere la resistenza degli ucraini. Non ci riuscirà.
- [Vladimir Putin] ha commesso tanti errori, non prova alcuna empatia umana per la sofferenza e ora si è ficcato in un cul de sac. Bisogna cercare una soluzione che fermi la distruzione totale che ha intrapreso. Per questo Putin deve fallire, però attenzione: oggi dobbiamo concentrarci a proteggere il popolo ucraino. Non bisogna andare oltre, né abbiamo in programma di farlo.
- Di certo c'è una profonda analogia tra il comportamento di Putin e quello di Slobodan Milosevic in Serbia negli anni Novanta. Entrambi al potere per molto tempo, entrambi sempre più autocratici, entrambi che per cementare la loro posizione politica hanno trovato una causa nazionalista. Come Milosevic con il Kosovo, Putin ha fatto con Kiev e la distorta visione delle origini della religione e della cultura ortodossa. È questo l'incubo che ora abbiamo davanti.
- Serve una strategia collettiva europea sull'energia per ridurre tutti la dipendenza dalla Russia, e aumentare l'energia rinnovabile. Sarà una transizione difficile, anche per i nostri cittadini purtroppo, in termini di costi in bolletta. In ogni disastro, c'è sempre un'opportunità.
Citazioni su Boris Johnson
[modifica]- Boris, hai fatto la Brexit. Hai schiacciato Jeremy Corbyn. Hai lanciato il vaccino e hai tenuto testa a Vladimir Putin. Sei stato ammirato da Kiev a Carlisle. (Liz Truss)
- Boris Johnson è un camaleonte, perciò a un certo punto dirà cose diverse, uscendo dalla sua posizione di liberista radicale. Siccome è un camaleonte, dirà al suo elettorato altre cose, correggendo da più parti il suo messaggio. Insomma, cercherà di sopravvivere, perché tutto gli è contro in questo momento. La rivoluzione economico-sociale che voleva fare, la riproponeva sulle orme di Trump, contando sul sostegno degli Stati Uniti che avrebbero fatto con il Regno Unito un accordo molto liberista e vantaggioso per Londra. Adesso si sta accorgendo che le cose non stanno così, lo avrebbe dovuto capire prima, ma ha ora compreso l'inaffidabilità di Trump. Punterà a conservare il potere, visto che il consenso nei suoi confronti non è caduto. La Gran Bretagna attraversa un momento di grande delusione nei confronti della democrazia rappresentativa, con la Camera dei Comuni, gioiello della sua storia, che non sta funzionando e il Paese che attraversa una fase difficile. Ecco... Boris Johnson è l'uomo che galleggerà. (Sergio Romano)
- È un outsider, molti parlamentari non lo conoscono. Inoltre, il fronte del "Leave" non è davvero sicuro che Johnson sia a favore di Brexit, mentre chi ha votato "Remain" lo accusa di essersi schierato al fianco di Nigel Farage e delle sue posizioni anti-immigrati. Senza di lui, il "Leave" non avrebbe vinto. (Rory Stewart)
- Il primo ministro britannico Johnson ha affermato che il successo (relativo) del suo paese nei vaccini è frutto dell'avidità del capitalismo. Naturalmente subito dopo ha corretto e si è scusato, come quando un anno fa aveva dichiarato che il suo popolo doveva prepararsi a perdere i propri cari e accettarlo.
In realtà ora come allora Johnson ha spifferato brutalmente ciò che le classi dirigenti fanno senza dire, anzi nascondendosi tra ipocrite affermazioni di segno opposto. (Giorgio Cremaschi) - Indubbiamente, durante questa guerra, Boris Johnson si è dimostrato una persona coraggiosa e una persona che non ha paura di correre rischi. È una persona difficile da sostituire, non ci sarà mai una persona come lui. (Dmytro Kuleba)
- La Gran Bretagna ha teso la mano [all'Ucraina] quando il mondo non aveva ancora capito come reagire. Boris, hai unito gli altri quando sembrava assolutamente impossibile. Grazie! (Volodymyr Zelens'kyj)
- Lui non capisce molto di calcio ma ha cavalcato l'onda patriottica, si fa fotografare con le bandiere o alzando i pugni. Per questo si è schierato contro la Superlega appena ha fiutato la protesta popolare. (John Foot)
- Qualsiasi cosa si possa dire di Boris Johnson, in questa crisi [l'invasione russa dell'Ucraina del 2022] l'Inghilterra è stata una roccia. (Paul Krugman)
- Quella impiegata da Boris Johnson è una versione esagerata di ciò che la politica ha sempre fatto, cioè raccontare favole. Tutti i politici praticano un esercizio di marketing molto curioso, semplificando le idee in modo grottesco. Si riferiscono ai loro elettori come alle vittime di un nemico immaginario – comunque lo si voglia chiamare: i banchieri, l'élite, l'altro partito politico – e si atteggiano a salvatori offrendo una soluzione semplicistica. E, per qualche misteriosa ragione, il pubblico si lascia ancora e ancora abbindolare da questa favola, senza essere in grado di smascherarne il funzionamento. (Rory Stewart)
- La sua specialità erano storie divertenti, semivere, costruite a partire da un granello (e a volte meno) di verità, che mettevano in ridicolo la UE dipingendola invariabilmente come una fabbrica di follie normative. I suoi articoli avevano titoli quali Minaccia per le salsicce rosa britanniche, e riferivano (false) voci secondo cui i burocratici di Bruxelles, per esempio, si apprestavano a mettere al bando gli autobus a due piani o le patatine di cocktail di gamberi. Benché chi sapeva come stavano le cose ne ridesse, quelle frottole avevano un impatto. Altri direttori chiesero ai propri corrispondenti da Bruxelles di scoprire storie dello stesso genere; e i tabloid si affrettarono a mettersi al passo. Anno dopo anno, quel tipo di narrazione contribuì a diffondere un sentimento di sfiducia per la UE che avrebbe aperto la strada, molto tempo dopo, alla Brexit.
- Nel «normale» procedere degli eventi, in un mondo senza Brexit, Boris Johnson non sarebbe forse mai divenuto primo ministro. Il partito che aveva eletto David Cameron, un centrista moderato, dedito alla «disintossicazione» del Partito conservatore dopo una serie di leader dai toni rabbiosi, avrebbe avuto difficoltà a scegliere una figura rischiosa come Johnson, con la sua storia di gaffe, licenziamenti e scandali sessuali. Egli divenne il leader dei tory perché i tory non sapevano cos'altro fare. La partita di rugby e la mischia c'erano state, e qualcuno s'era effettivamente lasciato scappare la palla.
- Non sono mancati i commenti sul narcisismo fuori misura di Johnson, in effetti divorante, come sulla sua altrettanto notevole pigrizia. Il debole che nutre per le montature è ben noto. All'inizio della sua carriera fu licenziato dal «Times» di Londra per essersi inventato delle citazioni e nel 2004 fu espulso dal gabinetto ombra per avere mentito. L'aura di impotenza che lo circonda, attentamente studiata, nasconde una vena di crudeltà: con una serie di relazioni, intrattenute con incredibile sfacciataggine in pubblico, ha distrutto sia il suo primo sia il suo secondo matrimonio, quest'ultimo durato un quarto di secolo, nonché la vita di tante altre donne.
- Alla fine, è stato distrutto dalla sua disonestà, che ha sgretolato la sua credibilità presso l'opinione pubblica britannica: la sua popolarità è ai minimi storici; è certo che se ci fosse un'elezione generale sarebbe sconfitto.
- Ha dimostrato ripetutamente di essere una persona disonesta, che dice bugie e forza i suoi colleghi di governo a difenderlo, per poi cambiare continuamente versione su ciò che ha fatto e cosa sapeva. Ha perso ogni credibilità. La verità è che l'unica area in cui è rimasto popolare - grazie a una linea forte e chiara - è stata la guerra in Ucraina.
- Il suo partito lo ricorderà per aver vinto un'elezione e aver completato la Brexit, ma nient'altro perché tutto il resto è stato macchiato dalla sua disonestà.
- In generale, una buona fetta dell'opinione pubblica ritiene che i politici dicano bugie: credono che mentire sia parte della politica e sono disposti a perdonare una certa quota di bugie. Quando però ha rotto le regole molto dure e gravose che il suo stesso governo aveva imposto durante la pandemia, il pubblico ha avuto la dimostrazione che era un bugiardo eccezionale, straordinario, non un semplice bugiardo ordinario.
- Boris Johnson è un bambino che si fa passare per Primo Ministro.
- Oratori per le masse del genere di Boris Johnson non parlano il linguaggio della ragione. Lui invece è del tipo che soffia sul fuoco della nostalgia e della rabbia.
- Un narcisista ossessivo, totalmente senza principi, probabilmente mezzo pazzo. Un oratore etoniano della peggiore specie. La sua vita privata in teoria non sarebbe importante. Ma un uomo che non riesce a controllare se stesso… [...] Se non riesci a controllare i tuoi istinti, come puoi governare un Paese? È un bambino, il fratello naturale di Trump.
- È difficile immaginare che [il Galles] si dilegui 750 anni dopo che gli inglesi l'hanno conquistato, ma Boris Johnson è un solvente universale.
- È disposto a usare i cittadini britannici come cavia da laboratorio. È plausibile immaginare che simili pensieri abbiano attraversato la mente dei leader francese, statunitense o coreano, ma è piuttosto improbabile che lo stesso sia accaduto a quella di Johnson. Non è un uomo attento ai dettagli, ed è più probabile che si sia semplicemente ritrovato in questa posizione a forza di disattenzione e pie illusioni.
- La determinazione di Trump nell'eliminare ogni traccia dell'eredità di Obama (sanità pubblica, accordo con l'Iran, e così via) fa sì che abbia una sorta di programma politico, ma tutto in chiave negativa. Boris Johnson non ha neanche questo. Il suo unico ruolo nella politica britannica è salvare il Partito conservatore rendendo possibile la Brexit.
- La sua campagna per liberare il Regno Unito dalle grinfie dell'Unione europea (la Brexit) è stata solo la prima fase del suo piano. La fase due è liberare l'Inghilterra dalle grinfie del Regno Unito.
- "Lasciate che i cadaveri si accatastino a migliaia", aveva detto sbottando Boris Johnson nel suo ufficio privato, ma la porta era aperta e molti testimoni l'hanno sentito.
- Non è un neofascista. Non è affatto ideologico, è solo un opportunista pronto a indossare qualunque identità lo porti dove vuole arrivare.
- Prima che tutto sia finito molte persone potrebbero morire [in Irlanda del Nord], ma la scivolata probabilmente ora è inarrestabile. E Johnson non si getterà certamente in un fosso per fermarla.
- Il principale nemico di Boris Johnson è proprio lui stesso. L'ebbrezza del successo e l'assenza di princìpi, infatti, potrebbero trasformarsi negli ingredienti della sconfitta.
- Johnson è sopravvissuto a malapena al "Partygate", lo scandalo provocato dalle feste organizzate in piena pandemia nella sua residenza ufficiale. Ora però è stato travolto dal "Pinchergate", dal nome di un deputato a cui è stato assegnato un incarico importante nel partito ma che era stato implicato in una vicenda di molestie sessuali. Johnson lo sapeva, ma ha mentito. Forse è stata una bugia di troppo.
- Johnson ha maltrattato il suo partito conservatore cacciando alcuni deputati che gli si erano opposti; ha colpito le istituzioni britanniche al punto da incassare una dura condanna dalla corte suprema e ha forzato la mano degli unionisti nordirlandesi, grazie ai quali il suo partito ha potuto governare negli ultimi due anni.
Ma per Johnson tutto questo non è importante. Il fine giustifica i mezzi. E in questo caso il fine non è mai stato la Brexit, ma il potere. - L'attuale primo ministro ha sempre vantato le virtù del mercato unico e in passato il suo sostegno alla Brexit non era affatto scontato. Johnson, in sostanza, si è schierato a favore dell'uscita dall'Ue solo al momento del referendum del 2016, spinto dal suo fiuto e da una buona dose di opportunismo e diventando una delle figure di punta del fronte della Brexit.
- L'esercizio del potere non ha fatto bene ai partiti e agli uomini favoriti dalla contestazione e dalla rabbia popolare. La disfatta di Boris Johnson nel Regno Unito ne è il simbolo assoluto. C'è un limite alle menzogne che i cittadini possono accettare...
- La fiducia è evaporata dopo che Johnson ha voluto ignorare una delle clausole principali dell'accordo negoziato con grande fatica dalle due parti, quella che permette di non rimettere in discussione l'assenza di una frontiera in Irlanda. Questa fiducia potrà essere ripristinata con un altro primo ministro? Prima di tutto bisognerà che il vento di follia che ha travolto il partito conservatore cessi di soffiare.
- Re degli illusionisti, Johnson non ha mai riconosciuto il costo che la Brexit ha imposto al paese, anche perché aveva cavalcato l'onda della Brexit nella sua scalata ai vertici del partito conservatore. E pazienza se la sua promessa di "Global Uk", di un Regno Unito che sarebbe ripartito alla conquista del mondo, si è rivelata leggermente più complessa del previsto. Il "sistema Johnson" è stato un'acrobazia permanente, fino a quando non ha più funzionato.
- Boris Johnson, primo ministro britannico, è il disertore dall'Unione Europea. Un disertore legittimato democraticamente dalla maggioranza del popolo del Regno Unito. Il suo nome è legato alla prima mutilazione politica del Vecchio Continente faticosamente impegnato da sette decenni a rendere permeabili le frontiere, se non proprio a eliminarle. Così Boris Johnson resterà nella Storia per avere girato le spalle a un'entità ricca e fragile.
- Il personaggio trae in inganno. Esibisce eccentricità che nascondono virtù. Non è una tattica, è un suo modo di essere che dura da tutta la vita. C'è chi l'ha definito un "buffoon", perché imprevedibile.
- In un panorama europeo dominato da uomini grigi, mediocri, che occupano ministeri e parlamenti, i comportamenti bizzarri ritmano la vita privata di Johnson, ma non ne compromettono il forte impegno in quella pubblica.
- Non assomiglia certo alla rigorosa Angela Merkel, anzi è l'opposto: ma, come la cancelliera, il disertore Boris Johnson è uno dei più accattivanti personaggi sulla ribalta politica europea, dalla quale si è adesso messo ai margini.
- Oltre ad andarsi a sposare in mutande, Boris Johnson è anche il migliore allievo nella facoltà di letteratura classica. E sarà l'autore di un libro sulla Roma antica. Ancora oggi, a 56 anni, sa recitare a memoria interi capitoli dei poemi omerici, durante le conferenze stampa. In questo modo vuole, forse, intimidire e dissuadere i giornalisti dall'interrogarlo sulla sua vita sentimentale.
Voci correlate
[modifica]Note
[modifica]- ↑ Da un articolo del Daily Telegraph, 8 settembre 2006; riportato in "Scusa, mondo", Firenze ospita Boris, lo sfasciaeuropa che non ci farà pagare il dazio sul prosecco, alganews.it, 15 settembre 2016.
- ↑ Da I want Hillary Clinton to be president, telegraph.co.uk, 1º novembre 2007; riportato in Boris Johnson, 9 gaffe (tra le tante) del nuovo ministro degli Esteri di Sua Maestà, ilfattoquotidiano.it, 14 luglio 2016.
- ↑ Alla conclusione dei Giochi della XXIX Olimpiade, citato in Boris Johnson in whiff-whaff ping-pong row, telegraph.co.uk, 2 settembre 2008; riportato in Uk, Boris Johnson agli Esteri: incidenti diplomatici dietro l'angolo, wallstreetitalia.com, 15 luglio 2016.
- ↑ Dal funerale di Margaret Thatcher; citato in Gran Bretagna piange "Iron lady", ansa.it, 8 aprile 2013.
- ↑ Da Let's deal with the devil: we should work with Vladimir Putin and Bashar al-Assad in Syria, telegraph.co.uk, 6 dicembre 2015; riportato in Uk, Boris Johnson agli Esteri: incidenti diplomatici dietro l'angolo, wallstreetitalia.com, 15 luglio 2016.
- ↑ Da un'intervista al Sunday Telegraph; citato in Brexit, la frase choc di Johnson: «L'Ue ha stessi obiettivi di Hitler», ilmessaggero.it, 15 maggio 2016.
- ↑ Citato in Boris Johnson wins The Spectator's President Erdogan Offensive Poetry competition, spectator.co.uk, 18 maggio 2016; riportato in Boris Johnson sarà il Ministro degli Esteri inglese. Due mesi fa diede del "segaiolo" e dello zoofilo a Erdogan, giornalettismo.com, 13 luglio 2016.
- ↑ Citato in Boris Johnson rifiuta di stringere la mano al Presidente del Congo, ma Macron l'abbraccia, scenarieconomici.it, 9 febbraio 2020.
- ↑ Dal discorso per annunciare le nuove misure contro la pandemia; citato in Coronavirus, Johnson: "Molte altre famiglie perderanno prematuramente dei loro cari", tg24.Sky.it, 12 marzo 2020.
- ↑ Citato in Coronavirus, Johnson: "Ricerca vaccino non è gara tra nazioni", adnkronos.com, 4 maggio 2020.
- ↑ a b Citato in Covid, l'ex "rasputin" accusa Johnson: "Diceva: muoiono solo gli 80enni e il virus allunga la vita", repubblica.it, 20 luglio 2021
- ↑ Citato in Boris Johnson si è scusato per il party durante il primo lockdown del 2020, ilpost.it, 12 gennaio 2022.
- ↑ Citato in Russia-Ucraina, Boris Johnson prevede la catastrofe: "La più grande guerra in Europa dal 1945", iltempo.it, 20 febbraio 2022.
- ↑ a b Citato in Ucraina, Johnson: «La Russia diventerà uno Stato di paria», video.corriere.it, 24 febbraio 2022.
- ↑ Citato in Ucraina, Johnson: "Errore normalizzare rapporti con Putin", adnkronos.com, 19 marzo 2022.
- ↑ Citato in Boris Johnson dice che se Putin fosse una donna non ci sarebbe la guerra in Ucraina, ilpost.it, 29 giugno 2022.
- ↑ Citato in È morto Mikhail Gorbaciov, padre della perestroika, repubblica.it, 30 agosto 2022.
- ↑ Citato in Boris Johnson, l'ultimo discorso a Downing Street: "Come un razzo, sparirò...", iltempo.it, 6 settembre 2022.
- ↑ Citato in Boris Johnson si dimette da deputato, ansa.it, 9 giugno 2023.
- ↑ Citato in Our troops should help defend Ukraine’s border in possible ceasefire, says Boris Johnson, su telegraph.co.uk (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2024).
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