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WASP-76

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WASP-76 A / B
WASP-76
Classe spettraleF7 V / K V
Distanza dal Sole636±20 al
CostellazionePesci
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta01h 46m 31,86s[1]
Declinazione+02° 42′ 02,03″[1]
Parametri orbitali
Sistema planetario
Dati fisici
Raggio medio1,77 / 0,83[2] R
Massa
1,45 / 0,79[2] M
Temperatura
superficiale
Luminosità
4,51 / 0,54[4] L
Metallicità160% rispetto al Sole[5]
Età stimata1,86+0,75
−0,86
miliardi di anni[5]
Dati osservativi
Magnitudine app.9,52[1]
Parallasse5,12 mas
Moto proprioAR: +45,398 mas/anno
Dec: -40,819 mas/anno[1]]
Velocità radiale-1,152 km/s
Nomenclature alternative
BD+01 316, 2MASS J01463185+0242019, Gaia DR2 2512326349403275520, SAO 110122

WASP-76 é una stella binaria della costellazione dei Pesci di magnitudine +9,5, distante circa 636 anni luce dal sistema solare. È una stella di sequenza principale di classe F7 V, attorno alla quale nel 2013 è stato scoperto un pianeta extrasolare gioviano caldo, WASP-76 b.[6] La componente secondaria, scoperta nel 2014, è una stella di classe G o K, distante dalla principale circa 85 UA.[5][2]

Caratteristiche

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WASP-76 è una stella bianco-gialla di sequenza principale, più grande, calda e massiccia del Sole e di tipo spettrale F7 V, con una massa e un raggio che sono rispettivamente il 45% e il 77% superiori a quelli del Sole.

Nel 2014 venne osservata la presenza di una compagna visuale, a circa 0,44 secondi d'arco di distanza dalla principale, e studi negli anni seguenti confermarono il legame fisico con la componente principale, avendo le due stelle un moto proprio comune nello spazio. Alla distanza alla quale si trova il sistema 0,44 secondi d'arco corrispondono a una distanza reale dalla principale di 85 UA.[7] WASP-76 B, la secondaria, è una stella di undicesima magnitudine, del tardo tipo G o di tipo K, avente una massa dell'80% di quella del Sole e una temperatura superficiale di circa 4800 K.[8][2]

Sistema planetario

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Le dimensioni di WASP-76 b comparate con quelle di Giove e Saturno.

Nel 2013 è stato scoperto un pianeta gigante gassoso in orbita attorno a WASP-76 A. Orbita in 1,8 giorni a una distanza dalla stella di appena 0,033 UA, vale a dire poco meno di 5 milioni di chilometri. A causa dell'intensa radiazione che riceve dalla stella la temperatura del pianeta nel suo emisfero diurno (si trova in rotazione sincrona) è di circa 2 500 K (2 227 °C).[9]

Prospetto del sistema
PianetaMassaRaggioPeriodo orb.Sem. maggioreIncl. orbitaScoperta
b0,92 MJ1,83 rJ1,81 giorni0,033 UA88,0°2013
  1. ^ a b c d BD+01 316 -- High proper-motion Star, su simbad.u-strasbg.fr, SIMBAD.
  2. ^ a b c d e (EN) Billy Edwards1, Quentin Changeat et al., ARES I: WASP-76 b, A Tale of Two HST Spectra, in The Astronomical Journal, vol. 160, n. 1, 9 giugno 2020, DOI:10.3847/1538-3881/ab9225, arXiv:2005.02374.
  3. ^ H. M. Tabernero et al., ESPRESSO high-resolution transmission spectroscopy of WASP-76 b (PDF), in Astronomy and Astrophysics, vol. 646, A158, febbraio 2021, arXiv:2011.12197.
  4. ^ La compagna è 2,3 magnitudini più debole della principale (Southworth et al., 2020), applicando la formula presente qui risulta che WASP-76 B ha una luminosità di 0,54 L.
  5. ^ a b c Guangwei Fu et al., The Hubble PanCET Program: Transit and Eclipse Spectroscopy of the Strongly Irradiated Giant Exoplanet WASP-76b (PDF), in Astronomical Journal, vol. 162, n. 3, agosto 2021.
  6. ^ R. G. West et al., Three irradiated and bloated hot Jupiters: WASP-76b, WASP-82b, and WASP-90b (PDF), in Astronomy and Astrophysics, vol. 585, A126, gennaio 2016.
  7. ^ Henry Ngo et al., Friends of Hot Jupiters. IV. Stellar companions beyond 50 AU might facilitate giant planet formation, but most are unlikely to cause Kozai-Lidov migration (PDF), in Astrophysical Journal, giugno 2016.
  8. ^ J. Southworth et al., A multiplicity study of transiting exoplanet host stars II. Revised properties of transiting planetary systems with companions (PDF), in Astronomy and Astrophysics, vol. 635, A74, marzo 2020.
  9. ^ G. Zhou, D. D. R. Bayliss et al., Secondary eclipse observations for seven hot-Jupiters from the Anglo-Australian Telescope, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 454, n. 3, 2015, DOI:10.1093/mnras/stv2138, arXiv:1509.04147.
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