Coordinate: 44°25′37″N 8°50′39″E

Villa Rossi (Genova)

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Villa Rossi
Villa Rossi
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLiguria
LocalitàGenova
IndirizzoSestri Ponente
Coordinate44°25′37″N 8°50′39″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVII secolo

Villa Rossi è una villa nobiliare italiana, situata a Genova, nel quartiere di Sestri Ponente.

Ubicata a ocidente del nucleo storico dell'ex comune di Sestri Ponente, è l'unica della delegazione ad aver conservato intatto il parco che la circonda. Notevoli sono anche la statua acefala di Ercole, il portale d'ingresso e la recinzione risalente al XVII secolo.[1]

L'edificio è adibito a polo culturale ed è sottoposto a vincolo di tutela da parte della soprintendenza.[2]

Storia e caratteristiche

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La villa fu fatta costruire dalla nobile famiglia dei Lomellini nel XVII secolo, ma venne presto ceduta ai Centurione Spinola; da queste due famiglie prese inizialmente il nome.[2][3]

Nel 1855 venne acquistata all'asta dalla famiglia Rossi-Martini, nobile famiglia genovese di banchieri, che ne ampliò il bel parco.

Tra i personaggi illustri che hanno soggiornato nella villa vi furono: nel 1845, Carlo, principe di Prussia,[3] nel 1893, Elisabetta Wittelsbach, imperatrice dell'Austria-Ungheria, moglie di Francesco Giuseppe, più nota come principessa Sissi.

Nel 1923 la villa fu sottoposta a un primo vincolo di tutela.[3] Nel 1931 il figlio del senatore Girolamo Rossi Martini, conte Alberto Rossi, al quale vincolo era stato notificato, la vendette al Comune di Genova, che la convertì interamente a uso pubblico e adibì l'edificio principale a scuola primaria femminile "Anita Garibaldi". L'istituto scolastico venne chiuso all'inizio degli anni duemila.[4]

Nello spiazzo antistante alla villa è stata realizzata, negli anni sessanta del Novecento, una pista circolare in cemento per il pattinaggio a rotelle, smantellata con i lavori di restauro dei primi anni 2000.[5] In seguito a vari interventi di restauro, iniziati nel 2010 e conclusi nel 2013, l'edificio è stato destinato a centro culturale, sede di associazioni.

Nel 2009, il Comune di Genova ha ceduto l'originale edificio a pianta circolare posto nella parte sud-orientale della villa, dove un tempo erano ospitate le scuderie, il quale, inutilizzato da decenni, era in stato di degrado. Dal 2010 questo edifico stato oggetto di restauro conservativo e di ristrutturazione per essere adibito ad uso commerciale e residenziale; nel 2014 è stato sottoposto a ulteriore e specifico vincolo di tutela.[6]

L'edificio situato invece a fianco dell'ingresso principale, posto in piazza Poch, per mezzo secolo (1956-2007) è stata sede della locale biblioteca comunale, intitolata all'assessore comunale sestrese Dino Bruschi.[7][8]

Il bello e ampio parco, giunto ai tempi moderni praticamente intatto, misura 40.425 m² e rappresenta il polmone verde del quartiere di Sestri Ponente. È anche utilizzato per manifestazioni culturali, di svago, rassegne e concerti, specialmente nella stagione estiva. Il giardino della villa è stato rinnovato, con la parziale modifica della forma delle aiuole e dei prati, a cavallo tra il primo e il secondo decennio del XXI secolo, sebbene non tutte le strutture previste nel progetto iniziale siano state realizzate.[9]

Galleria d'immagini

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  1. ^ Scheda inventariale Beni Architettonici (PDF), Ministero per i beni culturali e ambientali, 1993.
  2. ^ a b Vincolo Architettonico, su Liguria Vincoli, Regione Liguria.
  3. ^ a b c Decreto di vincolo (PDF), Minsitero della Pubblica Istruzione, 1923.
  4. ^ Adriana Morando, Le ville, su Genova Sestri Ponente, la storia e i primi insediamenti, Guida di Genova.
  5. ^ Villa Rossi-Martini, su Fonti per la storia della critica d'arte, Università di Genova.
  6. ^ Vincolo Architettonico, su Liguria Vincoli, Regione Liguria.
  7. ^ Biblioteca Bruschi, su Comune di Genova (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2006).
  8. ^ Bruschi Sartori, su Biblioteche di Genova, Comune di Genova.
  9. ^ Stefano Origone, Sestri Ponente, cantiere infinito in Villa Rossi mancano acqua e luce, addio alla toilette, in la Repubblica, 15 marzo 2012.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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