Ostrea
Ostrica | |
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Ostrea edulis | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Mollusca |
Subphylum | Conchifera |
Classe | Bivalvia |
Sottoclasse | Pteriomorphia |
Ordine | Ostreoida |
Famiglia | Ostreidae |
Genere | Ostrea Linnaeus, 1758 |
Sinonimi | |
Anodontostrea (Suter, 1917) |
Ostrea (nome volgare ostrica) è un genere di molluschi bivalvi dalla conchiglia tondeggiante ricoperta di lamelle squamose ondulate.
Le due valve sono disuguali e quella inferiore, a cui è ancorato l'animale, è più grande e incavata della superiore. Il mollusco ha corpo di forma tondeggiante, con i margini dei due lembi del mantello frangiati. Vive in tutti i mari d'Europa a bassa profondità, abbarbicata alle rocce o ad altri corpi solidi.
Alcune ostriche, principalmente le specie dei mari orientali, producono perle. È molto apprezzata nella cucina mediterranea.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Numerosi scavi archeologici hanno dimostrato che il consumo alimentare di ostriche risale agli albori dell'umanità, e l'ostrica è uno dei primi alimenti consumati dalla specie umana. Facili da trovare, raccogliere ed aprire, da sempre le ostriche sono stati molluschi molto versatili e possono essere consumati crudi, cotti al vapore, fritti o ripieni.
Cumuli di gusci d'ostrica (middens in inglese) preistorici sono stati rinvenuti in diversi litorali del mondo[1].
Si pensa che il primo popolo della storia ad avviare l'ostricoltura sia quello cinese, ma data la scarsità di fonti attendibili è solo col periodo romano che si evidenzia con certezza uno sfruttamento sistematico delle ostriche[2].
Il consumo di ostriche è stato, sin dal periodo preistorico, un elemento importante dell'alimentazione nel bacino del Mar Mediterraneo, infatti diversi cumuli di gusci di ostriche furono rinvenuti da Heinrich Schliemann durante i suoi scavi a Micene. Buona parte della costa greca è da sempre ricca di ostriche allo stato naturale, così come le coste egiziane, francesi ed italiane.
Nella Roma Imperiale di Nerone ci fu una vera e propria "moda" del consumo di ostriche, che da piatto povero divenne invece un alimento riservato ai ceti sociali più facoltosi. In particolare, è certo che durante il periodo neroniano giungessero a Roma navi cariche di ostriche provenienti dalla Britannia, molto diverse da quelle che si potevano raccogliere lungo le coste italiane. A tal proposito molti studiosi si sono spesso posti il quesito su come queste ostriche della Manica potessero giungere fresche nella Capitale dell'Impero e si è più volte ipotizzato che venissero conservate sotto uno strato di ghiaccio o in giare ricolme di acqua marina che veniva ciclicamente cambiata durante il viaggio[3].
Inoltre buona parte dell'approvvigionamento romano proveniva dall'ostricoltura che si praticava lungo le coste francesi ma già tra il I e II sec. a.C. furono documentati i pregiatissimi ostrearia di Baia, nel Lago di Lucrino citati da Cicerone[4], Varrone[5] e da Plinio il Vecchio[6]. Alcune ostriche provenienti da tale allevamento sono state rinvenute negli scavi di Pompei[7]. I metodi utilizzati per l'allevamento di ostriche furono ben descritti dal poeta romano Decimo Magno Ausonio, vissuto nel IV secolo dopo Cristo.
Riproduzione
[modifica | modifica wikitesto]Le ostriche sono ermafroditi sequenziali alternati, cioè cambiano sesso in base alle necessità riproduttive. Le uova sono contenute nella cavità palleale dell'esemplare femmina, dove avviene la fecondazione e il processo di maturazione dallo stato di zigote fino allo stadio larvale. Dopo questo periodo vi è il rilascio della progenie allo stadio di veliger, le quali attraversano una fase pelagica di 8-10 giorni, durante la quale possono essere disperse dalle correnti d’acqua, causando la perdita di quantità medio-grandi di molluschi maturi.
Alcune specie
[modifica | modifica wikitesto]- Ostrea conchaphila (Carpenter, 1857)
- Ostrea cristata (Born, 1778)
- Ostrea edulis (Linnaeus, 1758)
- Ostrea equestris (Say, 1834)
- Ostrea lurida (Carpenter, 1864)
- Ostrea megadon (Hanley, 1846)
- Ostrea sandvicensis
In letteratura
[modifica | modifica wikitesto]Nella narrativa di Giovanni Verga è presente l'ideale dell'ostrica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dan Saladino, Mangiare fino all'estinzione, cap. XX Ostrica piatta, 2023, trad.Giovanni Garbellini, Einaudi, ISBN 978 8806 25678 4
- ^ Don Brothwell and Patricia Brothwell, Food in Antiquity: A Survey of the Diet of Early Peoples, 1969, p. 69.
- ^ Andrew Dalby, Food in the Ancient World from A to Z, 2003.
- ^ M.T. Cicero, cit.:Hort. Fr. Nonius Marcellus – de Compendiosa doctrina.
- ^ Varro, De re rustica 3.3.10
- ^ Gaius Plinius Secundus: Naturalis Historia, IX-79,168-169
- ^ Genovese A.; Cocca, T.; Russo, G. F., Studio zooarcheologico, in Ciarallo A., De Carolis E., La casa di Giulio Polibio- studi interdisciplinari, Centro studi arti figurative università di Tokyo. Minístero per i Beni e le Attività Culturali Italia., 2002, pp. 189-211.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sull'ostrica
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «ostrica»
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'ostrica
- Wikispecies contiene informazioni sull'ostrica
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ostrea, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Ostrea, su Fossilworks.org.
- (EN) ITIS Standard Report Page: Ostrea, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 09/05/2008.
- (EN) Catalogue of Life: Ostrea, su catalogueoflife.org, 2012. URL consultato il 5 dicembre 2012.
Controllo di autorità | Thesaurus BNCF 40538 · BNE (ES) XX532934 (data) · J9U (EN, HE) 987007553340705171 |
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