Vai al contenuto

Donato di Besançon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
San Donato

Vescovo

 
Nascita590 ca.
Morte7 agosto 660 ca.
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione24 novembre 1900 da papa Leone XIII
Ricorrenza7 agosto

Donato (590 circa – 7 agosto 660 circa) fu vescovo di Besançon. Il suo culto come santo fu confermato da papa Leone XIII nel 1900.

Secondo il racconto di Giona di Bobbio, Donato era figlio dei duchi Valdeleno e Flavia e la sua nascita sarebbe da attribuire alle preghiere di san Colombano[1].

Già monaco a Luxeuil, attorno al 626 fu eletto vescovo di Besançon: presenziò ai concili di Reims, Clichy e Chalon-sur-Saône e concesse privilegi all'abbazia di Saint-Faron di Meaux[1].

Fondò l'abbazia maschile di Saint-Paul sulle rovine dell'antico palazzo dei governatori dei Sequani e le diede una regola basata su quelle di san Benedetto e san Colombano; su richiesta di sua madre e della sorella Siruda, fondò anche il monastero femminile di Jussa-Moutier, ai piedi della cittadella di Besançon, e diede alle religiose una regola con elementi provenienti da quelle di Benedetto, Colombano e Cesario (tale regola ebbe una certa fortuna e fu adottata anche dalle monache di Chamalières)[1].

Incerta è l'epoca della sua morte; il suo nome appare ancora in un diploma del mese di febbraio dell'anno I del regno di Clotario III, ossia il 658 circa[2].

Fu sepolto, insieme con il padre, nell'abbazia di Saint-Paul[1].

Il culto di san Donato, documentato dalle litanie proprie della diocesi di Besançon[1], fu confermato da papa Leone XIII il 24 novembre 1900[3].

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 7 agosto[4].

  1. ^ a b c d e Jean Marillier, BSS, vol. IV (1964), col. 785.
  2. ^ Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, III, p. 214.
  3. ^ Index ac status causarum (1999), pp. 452 e 599.
  4. ^ Martirologio romano (2004), p. 614.
  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.
  • (FR) Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. III, Parigi 1915

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN24991450 · ISNI (EN0000 0003 5479 9391 · CERL cnp00288222 · LCCN (ENno91014892 · GND (DE102441340 · BNF (FRcb13572134z (data) · J9U (ENHE987007574624405171

Predecessore Vescovo di Besançon Successore
San Protadio 626 ca. - dopo febbraio 658 San Nicezio