Coordinate: 45°44′14″N 7°19′14″E

Aosta

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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Aosta (disambigua).
Aosta
(FR) Aoste
comune
(IT) Città di Aosta
(FR) Ville d'Aoste
Aosta (FR) Aoste – Stemma
Aosta (FR) Aoste – Bandiera
Aosta (FR) Aoste – Veduta
Aosta
(FR) Aoste – Veduta
Panorama della città dalla collina di Ampaillant (Charvensod). Sullo sfondo, il Grand Combin.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Valle d'Aosta
ProvinciaNon presente
Amministrazione
SindacoGianni Nuti (indipendente di centro-sinistra) dal 6-10-2020
Lingue ufficialiitaliano, francese
Territorio
Coordinate45°44′14″N 7°19′14″E
Altitudine583 m s.l.m.
Superficie21,39 km²
Abitanti33 181[2] (31-7-2024)
Densità1 551,24 ab./km²
FrazioniArpuilles, Le Beauregard, Bibian, La Bioulaz, Borgnalle, Le Borgnon, Le Bourg, Brenloz, Busseyaz, Les Capucins, Cache, La Combe, Le Chabloz, Chambarlet (Tzambarlet), Champailler, Le Champlan, Le Chanté (Tsanté), Charbonnier, Châtaigner, Le Châtelet, Le Clou-Neuf, Cognon, Collignon, Condémine, Cossan, La Crête-Bénie, Le Créton, Le Crou, Duvet, L'Épinettaz, Entrebin, Excenex, Les Fourches, Le Gotrau, Le Montcenis, Le Montfleury, Pallin, Paravère, Pléod, Le Plot, Porossan, Le Quartier-de-la-Doire, La Riondaz, La Rochère, Saint-Étienne, Saint-Martin-de-Corléans, Saint-Roch, Le Saraillon, Saumont, Signayes, Le Talapé, Les Vignoles, Viseran, Vorpillières[1]
Comuni confinantiCharvensod, Gignod, Gressan, Pollein, Roisan, Saint-Christophe, Sarre
Altre informazioni
Cod. postale11100
Prefisso0165
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT007003
Cod. catastaleA326
TargaAO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 850 GG[4]
Nome abitanti(IT) aostani
(FR) Aostois
(patois) veullatsoù
Patronosan Grato
Giorno festivo7 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Aosta (FR) Aoste
Aosta
(FR) Aoste
Aosta (FR) Aoste – Mappa
Aosta
(FR) Aoste – Mappa
Posizione del comune di Aosta all'interno della Valle d'Aosta
Sito istituzionale

Aosta (pronuncia Aòsta, AFI: /a'ɔsta/[5]; Aoste in francese, AFI: /ɔst/[6][7]; Aoûta in arpitano sopradialettale; Oûta o Veulla in patois valdostano standard, Ohta nella variante della bassa valle[7]; Augschtal in walser[8]) è un comune italiano di 33 181 abitanti[2], capoluogo della regione autonoma Valle d'Aosta.

Geografia fisica

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La città di Aosta si trova all'incirca nel mezzo della Valle d'Aosta, nella piana in cui scorre il fiume principale della regione: la Dora Baltea. Su Aosta dominano importanti montagne, tra le quali la Becca di Nona, il Monte Emilius, la Pointe de Chaligne e la Becca di Viou. La città è attraversata da nord a sud, all'altezza dell'Arco d'Augusto, dal torrente Buthier, uno dei numerosi affluenti della Dora Baltea.

Tra i capoluoghi di provincia, con 583 metri di altezza sul livello del mare è il quinto più alto d'Italia (dopo Campobasso e prima di Caltanissetta)[9]. È anche il capoluogo di provincia più a ovest d'Italia.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Aosta.

Aosta è situata in un fondovalle completamente circondato dalle montagne. Questo ne causa un clima continentale più tendente a quello alpino. Infatti gli inverni spesso durano molto, con temperature assai rigide che si possono prolungare fino all'inizio di maggio. Le estati invece sono brevi, ma comunque molto calde. Nei mesi di dicembre e gennaio le temperature minime sono quasi sempre ampiamente sotto lo zero, le massime di norma superano di poco lo zero. Nei periodi di anticiclone delle Azzorre, però, subiscono un repentino aumento, arrivando a toccare punte di +9/+10 °C, specie in presenza del vento di favonio. In questo periodo, tra dicembre e gennaio, le nevicate possono essere frequenti e a volte intense.

Nelle giornate perturbate soffia il vento di bora, che fa scendere le temperature molto al di sotto dello zero. Infatti il record assoluto di freddo ad Aosta è di -18 °C (gennaio 1956). A febbraio le temperature si mantengono piuttosto rigide, specie nei valori minimi, che spesso permangono ancora sotto lo zero, ma in pieno giorno, specie a fine mese, raggiungono con facilità i +12+13 °C. Il record mensile di febbraio appartiene al 2017, quando il 27 febbraio si raggiunsero +19 °C. Il 24 febbraio 2020 si sono registrati + 26 gradi grazie a venti molto forti di Föhn, per poi avere 0 gradi il 26 febbraio con un'abbondante nevicata. Marzo e aprile sono, invece, molto dinamici: talvolta può pure nevicare abbondantemente, mentre altre volte capitano periodi già semi-estivi, come il 17 marzo 2014, quando Aosta e Bolzano raggiunsero +28 °C. Maggio è piuttosto variabile, dato che nei primi giorni del mese spesso le mattinate sono piuttosto fredde, con valori che talvolta possono attestarsi poco sopra lo zero.

Tuttavia le temperature massime diurne, specie in presenza di forte sole con anticiclone africano, impennano velocemente verso l'alto, ristagnando nella conca e arrivando a +25/26 °C. A giugno e luglio si raggiunge l'apice del caldo, oltre che l'apice di precipitazioni e temporali di calore. Giugno e luglio sono gli unici mesi nei quali già al mattino si registrano valori miti, sui 15 °C, e valori massimi molto elevati, con punte di norma sui 32-33 °C, ma che nelle ondate di calore più violente possono raggiungere anche i +35-36 °C. Il record di caldo assoluto di Aosta appartiene al 27 giugno 2019, quando il capoluogo ha raggiunto i 40 °C. A fine agosto le temperature subiscono crolli repentini e si verificano gli ultimi temporali di calore.

A settembre difficilmente si raggiungono valori massimi diurni di +30 °C, e già al primo mattino i valori minimi si aggirano spesso sui 10 °C se non sotto. A ottobre il clima si raffredda notevolmente, con i primi valori sotto zero a metà mese, e valori massimi diurni che, eccetto le giornate di forte Föhn, faticano a superare i +20 °C. Il 24 ottobre 2018 Aosta ha raggiunto l'anomala temperatura di +28 °C. A novembre i valori minimi si aggirano spesso sotto lo zero, anche abbondantemente, e le nevicate si fanno molto frequenti e intense.

AOSTA Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 4,57,011,515,420,924,126,724,720,814,58,45,55,715,925,214,615,3
T. min. media (°C) −3,2−0,82,86,510,513,615,814,312,06,81,8−1,4−1,86,614,66,96,6

Origini del nome

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Cartello stradale bilingue al Pont-Suaz.

Il toponimo di Aosta deriva da Augusta Prætoria Salassorum[11].

«...la vecchia Aosta di cesaree mura
ammantellata, che nel varco alpino
èleva sopra i barbari manieri
l’arco di Augusto…»

(FR)

«[...] si heureux, en contemplant ces beaux paysages
et l'Arc de triomphe d'Aoste
que je n'avais aucun vœux à formuler.
Que cette vie durera toujours.»

(IT)

«[...] così felice, contemplando questi bei paesaggi
e l'arco di trionfo di Aosta
che non avevo nessun desiderio da esprimere.
Che questa vita durerà per sempre.»

La leggenda dell'anno 1158 a.C.

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Narra una leggenda che nell'anno 1158 a.C. venne fondata la città di Cordelia da Cordelo, capostipite dei Salassi, discendente di Saturno e compagno di spedizione di Ercole.

L'epoca pre-romana

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Nel territorio della città era presente già in tempi protostorici una popolazione di cultura megalitica, come testimonia l'importante ritrovamento di una necropoli con tombe megalitiche e di un'area di culto risalenti al III millennio, conservate nell'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans. In seguito ci fu l'insediamento della tribù celtica dei Salassi.

La dominazione romana

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Statua dedicata a Augusto, sulla piazza dell'arco d'Augusto.

Alla fine della seconda guerra punica, dopo la vittoria di Scipione l'Africano su Annibale nel 202 a.C., Roma rivolse la sua attenzione verso le Alpi, dove i Galli alleati dei Cartaginesi continuavano a costituire una notevole minaccia. La funzione di un accampamento posto in questa valle era principalmente strategica. Era essenziale consolidare il dominio di Roma sulla Pianura Padana e sui territori prealpini, utilizzando le Alpi come baluardo naturale contro le invasioni barbariche. Per questo nacque allo sbocco delle valli alpine un sistema di città fortificate che controllavano gli accessi alle fertili terre della Pianura Padana.

Tuttavia dal I secolo a.C. la progressiva conquista della Gallia modificò l'importanza strategica dei valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo ponendo il problema del controllo della valle abitata a quel tempo da una popolazione, i Salassi, ostacolo al passaggio dei soldati e dei mercanti lungo la Via delle Gallie. Dopo una serie di scaramucce e di spedizioni militari e di trattati dall'esito incerto, nel 25 a.C. Cesare Augusto inviò contro i Salassi il futuro console Aulo Terenzio Varrone Murena a capo di un esercito consistente. Alla fine, sconfitti, i Salassi vennero probabilmente sterminati o ridotti in schiavitù.

Da Aosta, epoca romana, passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia.

La fondazione di Augusta Praetoria Salassorum

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Città fortificata, costruita in breve tempo su modello dell'accampamento militare romano, Augusta Praetoria Salassorum nacque all'incrocio delle vie del Grande (Mons Iovis o Summus Poeninus) e Piccolo San Bernardo (Columna Iovis o Alpis Graia) presso la confluenza dei fiumi Dora Baltea e Buthier. Un'imponente cinta muraria proteggeva un territorio di 414.128 m², mentre quattro porte davano accesso alla città costruita sul modello ortogonale cardo-decumanico. La via centrale Decumanus Maximus (l'attuale Via Porta Praetoria, Via Jean-Baptiste de Tillier e Via Édouard Aubert), allora larga nove metri, era la prosecuzione naturale della Via consolare delle Gallie che da Milano arrivava fino al Piccolo San Bernardo. L'accesso alla città era comunque assicurato da un ponte sul Buthier, di cui oggi è visibile solo un'arcata poco distante dal letto del torrente, deviato a causa di un'inondazione. All'interno delle mura sorgevano i quartieri residenziali, il teatro, le terme, il foro e l'anfiteatro, mentre a sud si stendevano i quartieri popolari divisi secondo un modello classico a scacchiera.

Il popolamento della città in epoca romana

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Ancora molto controverso è il problema sul popolamento della città prima e dopo la conquista romana. Un incerto documento accenna a 3.000 pretoriani, e alla convivenza con gli autoctoni Salassi, in contrasto con la presenza di un anfiteatro progettato per una città di trenta/quarantamila abitanti. Un'iscrizione risalente al 23 a.C. sembrerebbe smentire le affermazioni degli storici antichi, tra cui Strabone, riguardo alle deportazioni in massa dei Salassi e alla loro vendita come schiavi ad Augusta Eporedia. Inoltre nel linguaggio giuridico al tempo dei romani incolae indicava gli abitanti di una colonia in possesso di diritti inferiori a quella dei cives. Tali indizi lasciano supporre che la popolazione salassa si sia integrata con i nuovi conquistatori, così come lasciano supporre numerose iscrizioni funerarie nelle quali appaiono nomi salassi associati ad altri romani, i cui figli nati da matrimoni misti portavano sempre nomi latini. In epoca romana ebbe una grande importanza strategica e militare grazie al controllo esercitato sui due passi del Piccolo e del Gran san Bernardo. Augusta Prætoria iniziò, fin dal I secolo, ad avere connotazioni inequivocabilmente urbane e monumentali, imponendosi come uno dei più ricchi e popolosi centri abitati dell'Italia Settentrionale.

Dopo il plurisecolare dominio dell'impero e la sua cristianizzazione la città, grazie alle Alpi ed alle mura, riuscì a subire poche invasioni. Secondo una leggenda Augusta Prætoria sarebbe stata distrutta dai Saraceni e dai Barbari; in realtà la città romana subì i danni maggiori dalla ricostruzione tardo medioevale che utilizzò blocchi di pietra delle costruzioni romane per l'edificazione di torri e chiese.

La città divenne sede vescovile verso la fine del IV secolo, appartenendo prima alla vastissima diocesi di Vercelli, poi alla chiesa metropolita di Milano fino all'VIII secolo. Dopo la morte di Odoacre, Aosta divenne parte del Regno ostrogoto di Teoderico. Con la fine della guerra gotica, Aosta divenne parte della Prefettura del pretorio d'Italia sino alla conquista da parte delle truppe di Alboino, che l'annessero al Regno longobardo. Approfittando del periodo d'anarchia seguito alla morte di Clefi, il merovingio Gontrano, re dei Franchi d'Orléans, sconfisse i longobardi, annettendosi Aosta e Susa nel 575. Le due città costituirono sempre un punto debole della difesa della parte settentrionale del Regno longobardo, in quanto importantissimo punto d'ingresso in Italia.[12] A seguito della conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno nel 774, Aosta e Susa seguirono le sorti del regno d'Italia. Sotto l'Impero carolingio si sviluppò la Via Francigena, percorso di pellegrinaggio dal nord Europa verso Roma, compiuto valicando il colle del Gran San Bernardo. Saint-Rhémy-en-Bosses, Aosta, Pontey e Pont-Saint-Martin sono tappe menzionate da Sigerico di Canterbury nel 990.

Per volontà di Ottone I di Sassonia, che intendeva garantirsi libero accesso al regno d'Italia, nel 972 Aosta venne assegnata a suo cognato Corrado III di Borgogna e rimase parte del regno di Borgogna fino al 1032. Come conseguenza si consolidarono i rapporti politici, economici e commerciali verso l'altro versante delle Alpi. A lungo andare, in Val d'Aosta si diffusero e svilupparono dialetti francoprovenzali analoghi a quelli parlati in Savoia, nel Delfinato e nell'attuale Svizzera Romanda.

La nascita della Contea di Savoia, con capitale Chambéry, comportò alla città di seguirne le sorti fino all'unità d'Italia.

Lo stemma della città di Aosta nel salone ducale del municipio.

Epoca moderna e contemporanea

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Aosta ha la particolarità di essere l'unico capoluogo di regione italiano che non è contemporaneamente capoluogo di provincia, dal momento che la provincia di Aosta fu ridotta a circondario della provincia di Torino con la legge Rattazzi e infine trasformata in regione autonoma con la costituzione repubblicana e la relativa legge costituzionale di attuazione del 1948, che non prevede province nella regione[13].

Durante l'epoca fascista, il comune di Aosta ha incluso quelli limitrofi di Charvensod, Gignod, Gressan, Jovençan, Pollein, Roisan, Saint-Christophe e Sarre.

Il gonfalone in uso nel salone ducale dell'Hôtel de ville.
Il logo.

Lo stemma e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del capo del governo del 7 dicembre 1939.[14][15] Lo stemma del comune si descrive come segue:

«Di nero, al leone d'argento, armato e linguato di rosso, con il capo di rosso, alla croce d'argento. Lo scudo è cimato da corona ducale.»

Il gonfalone è costituito da:

«drappo partito di nero e di rosso, con fregi e frange colorate caricato nel centro dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrata in oro "città di aosta". Il drappo di forma appuntata.»

Il gonfalone è in uso dal 1932 ed è stato riconosciuto nel 1939. Trattandosi dell'epoca fascista, la doppia denominazione bilingue italiano-francese non è stata prevista.[16] Sebbene quindi il gonfalone ufficialmente resti monolingue italiano, il gonfalone in uso, presente nel salone ducale dell'Hôtel de ville, reca anche la versione in francese "ville d'aoste".

Monumenti e luoghi d'interesse

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(FR)

«J'étais si heureux en contemplant ces beaux paysages
et l'arc de triomphe d'Aoste
que je n'avais qu'un vœu à former
c'était que cette vie durât toujours.»

(IT)

«Ero così felice di ammirare questi bei paesaggi
e l'arco di trionfo di Aosta
che avevo un unico desiderio da esprimere
che la vita durasse per sempre.»

Porta Prætoria.

Area di studi archeologici situata vicino alla chiesa di Saint-Martin-de-Corléans, di grande interesse per i ritrovamenti di un antico insediamento sul quale nasce la leggenda che lo accomuna alla città di Cordelia.

Aosta è la seconda città dopo Roma con il maggior numero di resti romani ancora visibili, non a caso è definita "la Roma delle Alpi".[18]

L'Arco di Augusto
Torre del lebbroso.

Epoca medievale

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  • Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Giovanni Battista
  • Resti di una chiesa gemella scoperti recentemente sul lato destro della cattedrale. Sono stati riportati alla luce ossa umane e le fondamenta (l’unica rappresentazione di questa chiesa la si ha in un antico dipinto nel palazzo regionale)
La cattedrale

Epoca moderna

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Epoca contemporanea

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Aree naturali

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Archi del Teatro Romano
Monumento al soldato valdostano nella prima guerra mondiale, in piazza Émile Chanoux.
Targa commemorativa dei caduti.

Evoluzione demografica

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Negli ultimi cinquanta anni, a partire dal 1971, la popolazione residente è diminuita del 10 % .

Abitanti censiti[19]

Etnie e minoranze straniere

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Al 1º gennaio 2016 gli stranieri residenti in Valle d'Aosta sono 8 480[20]. I gruppi più numerosi sono quelli provenienti da:

  1. Romania
  2. Marocco
  3. Albania
  4. Tunisia
  5. Moldavia
  6. Repubblica Dominicana
  7. Ucraina
  8. Cina
  9. Brasile
  10. Francia

Istituzioni, enti e associazioni

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Aosta è sede della Regione Autonoma della Valle d'Aosta.

Ad Aosta ha sede il CELVA, sigla che indica il Consorzio degli Enti Locali della Valle d'Aosta (in francese, Conseil permanent des collectivités locales de la Vallée d'Aoste), che ricopre il ruolo di delegazione regionale dell'Associazione nazionale dei Comuni Italiani.[21]

Ad Aosta sono presenti due centri ospedalieri:

Il principale teatro della città è lo Splendor, inaugurato il 3 marzo 2013, nato dalla ristrutturazione di un ex cinema[23]. La sala principale ha una capienza di oltre 500 spettatori[24].

In centro città è inoltre presente il teatro Giacosa.

Le istituzioni scolastiche di base nel comune sono 5, quelle di secondo grado superiore invece comprendono:

  • l'istituto magistrale "Regina Maria Adelaide", comprensivo dei Licei delle scienze umane e delle scienze applicate;
  • l'istituzione scolastica "Édouard Bérard", comprendente un Liceo scientifico (indirizzi: fisica/scienze naturali) e un Liceo linguistico;
  • l'istituzione scolastica comprendente il Liceo classico "XXVI febbraio", il Liceo artistico e il Liceo musicale;
  • l'ISIT "Innocent Manzetti" (Istituzione scolastica di istruzione tecnica), comprendente 3 diversi indirizzi, informatico, amministrazione finanza e marketing, costruzioni, ambiente e territorio;
  • ISITP "Corrado Gex" (Istituzione scolastica di istruzione tecnica e professionale), comprendente numerosi indirizzi.
  • l'Institut Agricole Régional (scuola paritaria).
Lo stesso argomento in dettaglio: Università della Valle d'Aosta.
  • 30-31 gennaio: Fiera di Sant'Orso - Foire de Saint Ours;
  • Bataille de reines, la battaglia finale (Combat final) si svolge ogni anno nell'arena della Croix-Noire, generalmente la penultima domenica di ottobre;
  • La Fête de la Vallée d'Aoste: si svolgeva il giorno di San Grato, patrono della regione (7 settembre). In questa occasione venivano consegnati i premi di Chevalier de l'autonomie e di Amis de la Vallée d'Aoste. Istituita con una legge regionale nel quadro delle disposizioni per valorizzare l'autonomia, è stata soppressa e aggregata alle celebrazioni del 26 febbraio per lo Statuto d'autonomia;.

Infrastrutture e trasporti

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La città di Aosta è attraversata da Est a Ovest dalla SS 26 che percorre tutta la valle centrale da Pont-Saint-Martin al colle del Piccolo San Bernardo (con una variante da Pré-Saint-Didier a Courmayeur). Globalmente la Strada Statale 26 è lunga 156,344 km.
Un'altra strada statale, la seconda e l'ultima della regione, la SS 27 collega il capoluogo valdostano con il confine svizzero presso il Tunnel (o con il Passo del Gran San Bernardo). Globalmente la Strada Statale 27 è lunga 33,910 km. Tale strada fa parte dell'itinerario internazionale E27 (il numero della statale e dell'itinerario europeo coincidono, ma non intenzionalmente) che da Belfort (Francia) conduce ad Aosta.
Aosta è servita anche dall'A5 Torino-Courmayeur.

La Stazione ferroviaria di Aosta

Il trasporto ferroviario da e per Aosta è svolto da Trenitalia nell'ambito del contratto di servizio stipulato per la Regione Valle d'Aosta. La città è servita da due linee a binario unico, una verso Pré-Saint-Didier (attualmente non in uso), e l'altra verso Chivasso e Torino Porta Nuova.

In città sono presenti i seguenti impianti:

Impianti a fune

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La Telecabina Aosta-Pila[25] collega Aosta con la località Pila, posta nel territorio del Comune di Gressan, superando un dislivello di circa 1200 metri.

L'aeroporto regionale Corrado Gex è sito nel comune di Saint-Christophe. Ampliata la pista e riprogettata l'aerostazione dall'architetto Gae Aulenti con una spesa di circa 30 milioni di euro, l'aeroporto è attualmente inutilizzato per una serie di cause giudiziarie. Chiuso al trasporto di passeggeri e merci, è per lo più frequentato da piccoli aerei da turismo, alianti, elicotteri.

Mobilità urbana

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I trasporti urbani sono gestiti dalla società SVAP che serve capillarmente il capoluogo regionale e i comuni della plaine (la piana di Aosta, comprendente Aosta stessa, Charvensod, Quart, Saint-Christophe, Brissogne, Sarre e Pollein).

Sul territorio è attiva anche la società SAVDA, titolare di una concessione regionale, che collega il centro cittadino con Courmayeur, Chamonix-Mont-Blanc, Torino, Milano.

Nel comune di Aosta si genera energia idroelettrica. La centrale idroelettrica di Signayes, in gestione alla CVA, sfrutta le acque del torrente Buthier e lo scarico della centrale idroelettrica di Valpelline.

Amministrazione

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Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Aosta.

Aosta è l'unico capoluogo di regione italiano che non è sede di un ente provinciale, poiché lo statuto speciale per la Valle d'Aosta prevede che le funzioni proprie della provincia siano espletate in parte dagli organi regionali e in parte direttamente dai comuni.

Aosta fa parte dell'Association internationale des maires francophones[26] (OIMF - Associazione internazionale dei sindaci francofoni).

Aosta è gemellata con:

Aosta ha dedicato in onore alle sue città gemelle: via Kaolack, via Sinaia e piazza Narbonne.

Il comune di Aosta ha aderito alla Carta dell'Amicizia tra la Valle d'Aosta e il comune di Corleone.[27][28]

Ad Aosta si gioca sia a fiolet sia a rebatta, caratteristici sport tradizionali valdostani. Sul territorio comunale ci sono tre sezioni dell'Association Valdôtaine Fiolet: Aosta, Arpuilles-Excenex e Porossan.[29]

Nel capoluogo valdostano ha sede l'Unione Sportiva Aosta 1911, squadra calcistica militante in Seconda Categoria ma che ha giocato in Serie C e D.[30] Esperienze sempre nella quarta divisione professionistica del calcio italiano le ebbe anche la Valle d'Aosta Calcio.[31]

Da segnalare inoltre l'esistenza del Centro Giovani Calciatori Aosta[32], attualmente militante in Prima Categoria.

La formazione principale del capoluogo è l'Aosta Calcio 511, che vanta una selezione maschile - iscritta alla Serie A2 - ed una femminile, che attualmente milita in Serie B.

A livello femminile, la squadra della città è la Cogne Aosta Volley, sponsorizzata dall'acciaieria cittadina, che gioca le sue partite casalinge al PalaPeila-Pressendo, e che attualmente milita in Serie D. Le formazioni riserve della squadra sono invece iscritte in Prima Divisione.

In città è anche presente l'unica società rugbistica della regione, lo Stade Valdôtain Rugby, società fondata nell'anno 1999 e che milita nel campionato regionale di Serie C.[33]

Hockey su ghiaccio

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Aosta è sede dell'Hockey Club Aosta, che disputa le sue partite al Palaghiaccio di Aosta. Oltre alla prima squadra militante in Italian Hockey League, la formazione ha iscritto una squadra riserve in Italian Hockey League - I Division.

Giro d'Italia

Aosta è stata tre volte sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia:

Tour de France

Anche il Tour de France ha avuto la città di Aosta quale sede di tappa in due edizioni:[34]

Inoltre, la corsa francese è transitata da Aosta in altre due edizioni: nel 1963, durante la 17ª tappa Val d'Isère-Chamonix, e nel 2009, durante la 16ª tappa Martigny-Bourg-Saint-Maurice.

  1. ^ Arrêté du président de la région autonome Vallée d'Aoste n° 359 du 12 août 2013.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Aosta", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  6. ^ Pronuncia /ɔst/ in francese valdostano, oltre che in Svizzera romanda e in Savoia, /a'ɔst/ nell'uso della Francia: cfr. sempre la voce Aosta del DOP: Aosta (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2020).
  7. ^ a b AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 32, ISBN 88-11-30500-4.
  8. ^ Nella variante Töitschu - cf. Michele Musso, Imelda Ronco, D'Eischemtöitschu : vocabolario töitschu-italiano, Walser Kulturzentrum, Gressoney-Saint-Jean, ed. Musumeci, Quart, 1998, p. 300.
  9. ^ Dal sito Tuttitalia.
  10. ^ Le zone sismiche in Italia: Valle-Aosta., statistica 2006, www.abspace.it
  11. ^ Enciclopedia Treccani - Aosta
  12. ^ Paolo de Vingo, Aristocrazia e poteri locali nella necropoli longobarde nel Regnum Longobardorum centro-occidentale, in Gausac - Grup d'Estudis Locals de Sant Cugat del Vallès, n. 34-35, XVIII-2009.
  13. ^ http://www.regione.vda.it/Autonomia_istituzioni/origini/decreti1945_i.asp I decreti del 1945: la prima autonomia
  14. ^ Decreto 1939-12-07 DCG, riconoscimento di stemma e gonfalone (PDF).
  15. ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Aosta, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 16 ottobre 2024.
  16. ^ Joseph-Gabriel Rivolin, Les armoiries de la Région et des Communes de la Vallée d’Aoste, Aoste, 2008.
  17. ^ Vie de Henry Brulard, tomo 3.
  18. ^ Resti romani ad Aosta.
  19. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
  20. ^ Stranieri residenti al 1º gennaio: Valle d'Aosta, su Statistiche Istat. URL consultato il 28 luglio 2016.
  21. ^ VisaMultimedia, CPEL - CELVA, su celva.it. URL consultato il 25 aprile 2016.
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