Vai al contenuto

Briseide

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Briseide
Briseide e Fenice, opera del Pittore di Brygos. Tondo di una coppa attica a figure rosse (490 a.C. circa), da Vulci a Parigi (Louvre).
SagaCiclo Troiano
Nome orig.Βρισηίς
Caratteristiche immaginarie
SessoFemmina
ProfessioneSacerdotessa di Apollo

Briseide (in greco antico: Βρισηίς?, Brisēís; in latino Briseis) è il patronimico usato da Omero nell'Iliade per Ippodamia, nativa di Lirnesso, figlia di Briseo, sacerdotessa troiana di Apollo.

(LA)

«Tot noctibus absum
nec repetor. Cessas iraque lenta tua est.»

(IT)

«Sono lontana da tante notti
e tu non mi reclami; indugi e la tua ira è lenta.»

Il mito di Briseide

[modifica | modifica wikitesto]

Briseide era una principessa di Lirnesso, figlia di Briseo, un sacerdote di Apollo. Sposò Minete, re di Cilicia e fratello di Epistrofo.

Durante la guerra di Troia, Achille nella presa di Lirnesso, città alleata di Troia, si riservò Briseide nella divisione del bottino, facendone la sua schiava.[1]

A sua volta Agamennone si attribuì Criseide, figlia di Crise, un sacerdote di Apollo, ma quando il dio scatenò una pestilenza nel campo degli Achei i capi greci lo costrinsero a rendere Criseide all'anziano padre. Agamennone accettò, ma pretese in cambio Briseide.

Lo scambio provocò l'ira furibonda («l’ira funesta») di Achille, che abbandonò la battaglia. L'esito negativo, per i Greci, degli scontri armati indusse quindi Agamennone a tentare di restituire la schiava, insieme ad altri beni, ma Achille non volle sentire ragioni e continuò a non voler combattere. Ma dopo la morte in battaglia di Patroclo, per vendicarne l'uccisione, Achille decise di riprendere il suo posto in battaglia e Agamennone gli restituì Briseide, carica di ricchi doni, giurando di averla rispettata. Ella pianse amaramente sul cadavere di Patroclo in quanto quest'ultimo l'aveva sempre trattata con gentilezza e le aveva promesso di farle sposare Achille (Iliade, XIX).

Secondo la Bibliotheca Classica probabilmente Briseide (o forse invece Clitemnestra) diede ad Agamennone un figlio, che fu chiamato Aleso.[2]

In letteratura

[modifica | modifica wikitesto]
  • La disputa tra Achille e Agamennone per Briseide è narrata nell'Iliade di Omero
  • Nelle Eroidi di Ovidio, Briseide scrive ad Achille una lunga lettera d'amore.
Canova: Briseide consegnata da Achille agli araldi di Agamennone (1787-1790; Venezia, Correr).
  1. ^ F. S. Villarosa, Dizionario mitologico-storico-poetico, vol. 1, Napoli, Tipografia Nicola Vanspandoch e C., 1841, p. 63.
  2. ^ (EN) John Lempriere, Bibliotheca Classica, London, Thomas Tegg, 1815, p. 318. URL consultato il 20 ottobre 2019. Ospitato su Google Books.
Fonti primarie
Traduzione delle fonti primarie
Fonti secondarie

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN25539929 · CERL cnp00581572 · LCCN (ENnb2020006854 �� GND (DE124566685 · BNF (FRcb15001888j (data)
  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca