Aristone di Ceo

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Aristone di Ceo (in greco antico: Ἀρίστων ὁ Κεῖος?, Arístōn ho Keîos; Ceo, 270 a.C. circa ... – Atene, dopo il 225 a.C.) è stato un filosofo greco antico legato al Liceo di Aristotele.

Biografia

Nativo dell'isola di Ceo, nacque nella città di Iulide.

Come ci ricorda Diogene Laerzio, fu allievo di Licone[1], che era succeduto a Stratone di Lampsaco come scolarca del Liceo dal 269 a.C. circa. Dopo la morte di Licone, avvenuta nel 225 a.C. circa, Aristone gli successe come capo della scuola.

Opere

Diogene Laerzio, dopo aver enumerato le sue opere[2], dice che Panezio e Sosicrate gliele hanno attribuite tutte, eccetto le lettere, attribuite all'omonimo stoico di Chio. Si trattava diː Protrettico (2 libr); Sulla dottrina di Zenone; Dialoghi; Lezioni (6 libri); Conversazioni filosofiche (6 libri); Commentari (3 libri); Sentenze (11 libri); Contro i retori; Contro Alessino; Contro i dialettici (3 libri); A Cleante.

Ateneo di Naucrati cita più volte le Conversazioni sull'amore[3], mentre sappiamo di un Licone[4], opera dedicata al maestro.

Il dialogo Titono o Sulla Vecchiaia fu utilizzato, nelle argomentazioni, da Cicerone nel suo Cato Maior, come l'autore stesso esplicita nella dedica all'amico Tito Pomponio Attico[5].

Altri titoli erano Sull'adulazione, Sull'arroganza[6], Su Eraclito[7].

Secondo Cicerone

Fu poi aggraziato ed elegante (...) Aristone, tuttavia non possedette la serietà richiesta a un grande filosofo. I suoi scritti sono certamente molto eleganti, ma, non so come, la sua esposizione manca di autorità[8]

Nell'Antologia Palatina[9] sono inoltre presenti due epigrammi che, nonostante non vi sia alcuna conferma, sono comunemente attribuiti ad Aristone.

Note

  1. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, V 70, 74.
  2. ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, VII 163.
  3. ^ Ateneo di Naucrati, Deipnosophistai X 419, XIII 563, XV 674.
  4. ^ Plutarco, De Audiendis poetis, 14e.
  5. ^ 1, 3.
  6. ^ Filodemo di Gadara, Sui vizi, 10.
  7. ^ Diogene Laerzio, IX 3.
  8. ^ Marco Tullio Cicerone, De finibus, V 5, 13.
  9. ^ Antologia Palatina, VI 303, VII 457.

Bibliografia

  • W. Fortenbaugh, Aristo of Ceos, Text, Translation, and Discussion, New York, Routledge, 2006.

Collegamenti esterni

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