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Aleksej Fëdorovič L'vov

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Aleksei Fjodorovič Lvov (in russo, Алексей Фёдорович Львов) (Reval, ora Tallinn, 1796 o 98 – Kaunas, 16 dicembre/28 dicembre 1870) fu un violinista e compositore russo.

Figlio di Fjodor Petrovnič Lvov, che fu direttore della cappella imperiale di San Pietroburgo dal 1826 (succedendo a Bortnjanskij) al 1836. Iniziò precocemente lo studio del violino; a 9 anni suonava in pubblico un concerto di Viotti. Ebbe vari insegnanti, ma dai 19 anni cercò autonomamente di creare un proprio stile lavorando sulle composizioni di famosi violinisti come Corelli, Tartini, Viotti, Kreutzer, Rode. Studiò composizione con I.G. Miller (che fu maestro anche di Glinka).

La sua formazione ufficiale fu tuttavia tecnica; completati nel 1818 gli studi nell’Istituto delle Comunicazioni, iniziò da ingegnere civile nel genio la carriera militare. Giunse al grado di generale. Nel 1828 fu nominato aiutante di campo dello zar Nicola I.

Su richiesta dello zar, nel 1833 musicò l’inno imperiale russo Bože, tsarya hrani (Боже, Царя храни - Dio protegga lo zar), su un testo di Vassili Šukovski. La melodia dell’inno venne ripresa da Čajkovskij nell’Ouverture 1812.

Formò un quartetto d’archi a San Pietroburgo, ai cui concerti settimanali nei saloni del suo palazzo assisteva l’alta società della capitale; partecipavano musicisti in visita alla città, come Liszt, Robert e Clara Schumann, Berlioz. Con il quartetto Lvov fece anche tournée in Europa; all’estero Lvov poteva esibirsi in pubblico, mentre in patria per motivi di posizione sociale suonava in luoghi privati.

Lvov succedette al padre nella direzione della cappella imperiale dal 1837 al 1861. Nel 1850 fondò la società russa di concerti (Русское концертное общество), che iniziò a diffondere il concerto sinfonico in Russia. Nel 1867, la perdita dell’udito lo costrinse ad abbandonare l’attività musicale.

Scrisse le opere Undina e Bianca und Gualtiero, Fantasie e altre composizioni per violino e orchestra, composizioni religiose russe. Rielaborò con l’aggiunta del coro lo Stabat Mater di Pergolesi. Pubblicò un testo sul ritmo libero e asimmetrico dell’antico canto religioso russo (1858 o 59) ed uno per giovani violinisti (1860).