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Forza Italia (1994)

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Forza Italia
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PresidenteSilvio Berlusconi (1994-2009)
VicepresidenteGiulio Tremonti (2004-2008)
Roberto Formigoni (2008-2009)
CoordinatoreDomenico Mennitti (1994)
Luigi Caligaris (1994)
Cesare Previti (1994-1996)
Claudio Scajola (1996-2001)
Roberto Antonione (2001-2003)
Claudio Scajola (2003)
Sandro Bondi (2003-2008)
Denis Verdini (2008-2009)
PortavoceAntonio Tajani (1994-1996)
Paolo Bonaiuti (1996-2001)
Sandro Bondi (2001-2004)
Elisabetta Gardini (2004-2008)
Daniele Capezzone (2008-2009)
StatoItalia (bandiera) Italia
SedeVia dell'Umiltà 36, Roma
Fondazione18 gennaio 1994

16 novembre 27 marzo 2009 (confluisce nel PdL)

Dissoluzione27 marzo 2009
IdeologiaCristianesimo democratico[1][2]
Conservatorismo liberale[1]

Liberalismo[2]
Socialdemocrazia[2] (minoranza)
CollocazioneCentro-destra[3]
CoalizionePolo del Buon Governo/Polo delle Libertà (1994-1995)
Polo per le Libertà (1996-2001)
Casa delle Libertà (2001-2008)
Partito europeoPPE (1999-2009)
Gruppo parl. europeoFE (1994-1995)
UpE (1995-1998)
PPE (1998-2009)
Seggi massimi CameraTemplate:Partito politico/seggi
Seggi massimi SenatoTemplate:Partito politico/seggi
Seggi massimi EuroparlamentoTemplate:Partito politico/seggi
Organizzazione giovanileGiovani per la Libertà (1996-2009)
Iscritti400 000 (2007)
ColoriAzzurro
Sito webwww.forzaitalia.it

Forza Italia (FI) era un partito politico italiano di centrodestra, attivo dal 18 gennaio 1994 al 27 marzo 2009. Presidente e leader del partito è, sin dalla sua fondazione, l'imprenditore Silvio Berlusconi.

L'ideologia del partito varia dal conservatorismo liberale all'economia sociale di mercato di ispirazione cristiano-democratica; il suo colore ufficiale è l'azzurro.

Forza Italia è stato il principale partito della coalizione di centrodestra denominata Casa delle Libertà, che ha governato l'Italia dal 2001 al 2006. Dopo la vittoria elettorale del 2008 della lista del Popolo della Libertà, a cui Forza Italia aveva aderito, il partito si è sciolto ed è confluito nel PdL nel frattempo diventato a sua volta un partito.

A livello europeo aderisce al Partito Popolare Europeo (1999-2009), di cui costituisce il principale membro italiano.

Il 28 giugno 2013 Silvio Berlusconi annuncia la sua volontà di rifondare Forza Italia, all'interno della coalizione del PdL.[4]

Il 16 novembre 2013 il Consiglio nazionale del Popolo della Libertà sancisce all'unanimità "la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di Forza Italia".

Storia

La nascita e i primi coordinamenti

Lo stesso argomento in dettaglio: Ingresso in politica di Silvio Berlusconi.
Sede nazionale di Forza Italia a Roma (aprile 2007).

Forza Italia! Associazione per il buon governo viene costituita, presso lo studio del notaio Roveda a Milano, il 29 giugno 1993 da alcuni noti professionisti, alcuni inseriti nelle aziende controllate da Fininvest, altri comunque vicini al fondatore e proprietario di quest'ultima Silvio Berlusconi, tra i quali Marcello Dell'Utri, Antonio Martino, Gianfranco Ciaurro, Mario Valducci, Antonio Tajani, Cesare Previti e Giuliano Urbani[5]. Il nome si ispirava allo slogan Forza Italia! utilizzato nella campagna elettorale della Democrazia Cristiana del 1987, curata da Marco Mignani[6].

Berlusconi inizia a parlare di politica già da mesi, forse fin dalla seconda metà del 1992[7]. Il 19 marzo 1993 lascia intendere di essere preoccupato per la situazione politica[8]. Il 10 maggio presiede il convegno Cambiare per rinascere: nuove idee, nuovi uomini, dove emerge il profilo del partito che vorrebbe il fondatore della Fininvest[9].

Inizialmente Berlusconi preferisce agire con cautela, ma le indiscrezioni trapelano, come quella che vuole Giuliano Urbani ideologo del movimento berlusconiano[10].

Il 13 settembre Berlusconi si sbilancia con un vorrei fare un partito, ma non posso[11].

Il 16 ottobre il settimanale della Arnoldo Mondadori Editore, Epoca, mostra in copertina il logo dei Club Forza Italia. All'interno vi è una lunga intervista a Silvio Berlusconi che nega si tratti delle sezioni di un futuro partito politico[12][13].

Il 22 ottobre il quotidiano la Repubblica pubblica alcuni documenti redatti da Urbani che circolano fra i dirigenti di Berlusconi di argomento politico. Berlusconi tuttavia nega la paternità di tali documenti e nega di essere il leader di un partito politico[14]. Nei giorni successivi nega di organizzare direttamente i club Forza Italia e accusa il gruppo Repubblica-l'Espresso di metter in atto una campagna tesa alla distruzione del suo gruppo[15].

Il 23 novembre, Silvio Berlusconi, a Casalecchio di Reno (Bo), durante l'inaugurazione di un ipermercato, dichiara ai giornalisti che se il centro moderato non dovesse organizzarsi, non potrei non intervenire direttamente, mettendo in campo la fiducia che sento di avere da larga parte della nostra gente. Inoltre afferma, riguardo alle elezioni comunali di Roma, che, se potesse votare, voterebbe per Gianfranco Fini; mai un imprenditore così importante si era schierato tanto apertamente per un candidato del Movimento Sociale Italiano.

Il 25 novembre nasce l'Associazione nazionale dei club di Forza Italia, strettamente legata alle aziende facenti capo a Fininvest, con la sede in viale Isonzo a Milano.

Il giorno dopo Berlusconi accetta l'invito dell'Associazione stampa estera a tenere una conferenza stampa sulle sue dichiarazioni su Fini[16].

Il 10 dicembre a Brugherio Berlusconi inaugura il primo club Forza Italia e ne presenta l'inno[17]. Il 15 dicembre viene aperta la sede centrale di Forza Italia in un palazzo in via dell'Umiltà a Roma che è lo stesso che fu la sede del Partito Popolare Italiano di Don Luigi Sturzo. Il 18 gennaio 1994 Berlusconi, Tajani, Luigi Caligaris, Martino, Valducci, danno vita al Movimento Politico Forza Italia. L'annuncio della discesa in campo viene dato con un messaggio televisivo il 26 gennaio; l'uso di questo mezzo inusuale per la politica tradizionale suscita commenti che vanno dall'ammirativo per l'abilità comunicativa di Berlusconi alla preoccupazione per l'effetto distorsivo per il corretto funzionamento della democrazia di una concentrazione di potere mediatico in una sola persona in misura anomala rispetto agli altri Paesi occidentali.[senza fonte]

Fin dagli inizi il partito si configura come una novità assoluta anche nelle strutture organizzative: al posto di un segretario come negli altri partiti, vi è un presidente, Berlusconi stesso; anziché una direzione nazionale vi è il comitato di presidenza, composto da Silvio Berlusconi, Antonio Martino, Luigi Caligaris, Antonio Tajani, Mario Valducci, che è anche amministratore nazionale. Non c'è nemmeno un'assemblea nazionale, ma l'assemblea degli associati (e iscriversi costava centomila lire, con in omaggio l'audiocassetta con l'inno). Il movimento non ha neppure sezioni comunali e provinciali, ma solo rappresentanze regionali e la sede centrale romana, che però non è la stessa che coordina i club, che è sita a Milano.

Data la struttura, le origini e la presenza all'interno, in questa fase, di molti uomini di Fininvest e Publitalia '80, si parlerà subito fra i detrattori di partito-azienda[18], di partito di plastica[19], di partito personale o anche partito eversivo (nel senso di partito completamente nuovo, estraneo alla tradizione liberale, fondato sulla lealtà incondizionata nei confronti del capo, non nei confronti di un'idea o di un progetto)[20].

La campagna elettorale e la vittoria del 1994

Nel discorso del 26 gennaio Berlusconi definisce Forza Italia un movimento politico piuttosto che un partito vero e proprio e con esso si candida alla guida del Paese.

Il 6 febbraio, al Palafiera di Roma, si tiene la prima convention di Forza Italia e Berlusconi pronuncia il primo discorso da leader politico.

Il 27-28 marzo, con i risultati delle elezioni politiche, Forza Italia si afferma come il primo partito italiano con il 21% dei voti e va alla guida del Governo insieme ad altri partiti dell'area di centrodestra: al Nord l'alleanza è denominata Polo delle Libertà e formata da Forza Italia, CCD e Lega Nord), mentre al Sud Polo del Buon Governo[21] formata da Forza Italia, Alleanza Nazionale, CCD, Unione di Centro e Polo Liberal Democratico. Escono sconfitte la coalizione di sinistra dei Progressisti e la coalizione centrista del Patto per l'Italia, formata da Partito Popolare Italiano e Patto Segni.

Il successo di Forza Italia può essere attribuito a due fattori: a differenza di altri personaggi nuovi comparsi sulla scena politica, come Mario Segni, Berlusconi si appellava a interessi sociali più precisi e focalizzati, come quelli dei lavoratori autonomi; inoltre Berlusconi puntava su una netta polarizzazione tra destra e sinistra, togliendo spazio a ipotesi di centrismo che venivano spazzate via dalla radicalizzazione dello scontro. Ovviamente la semplificazione dei termini dello scontro elettorale, anche per la sua lontananza dalla vecchia politica fatta di compromessi, faceva buon gioco ad una campagna di "lancio" del marchio sviluppata con un successo che ha ben pochi precedenti. Si possono aggiungere anche fattori come l'appello all'efficienza, la sfiducia verso la politica tradizionale e la costruzione dell'immagine del leader come uomo deciso ma disinteressato, forte ma generoso.

L'aspetto anomalo era rappresentato dagli alleati: Forza Italia era infatti coalizzata con la Lega Nord nelle regioni settentrionali, dove Alleanza Nazionale si presentava isolata, e con il partito guidato da Gianfranco Fini al centro-sud: non una coalizione, in sostanza, ma due.

Il breve Governo Berlusconi I

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Berlusconi I.

Il 90% degli eletti nelle liste di Forza Italia risultò alla prima esperienza parlamentare. Il centrodestra riuscì ad ottenere la maggioranza dei seggi alla Camera dei deputati, ma non al Senato. Determinanti per la nascita del governo furono così i voti di tre senatori a vita (Gianni Agnelli, Francesco Cossiga e Giovanni Leone) e di quattro senatori eletti nelle liste del Patto per l'Italia (Giulio Tremonti, Vittorio Cecchi Gori, Alberto Michelini e Luigi Grillo).

Poco dopo le elezioni infatti Giulio Tremonti e Alberto Michelini avevano lasciato il Patto Segni e fondato la Fondazione Liberaldemocratica, formazione che aderì successivamente a Forza Italia e Tremonti venne nominato Ministro delle Finanze.

Alle successive elezioni europee del 1994, Forza Italia ottenne oltre il 30% dei voti. I suoi eletti, tuttavia, non aderirono ad alcuno dei maggiori gruppi parlamentari europei, bensì ne costituirono uno proprio denominato Forza Europa. In seguito, nel 1995, Forza Europa si fonderà con l'Alleanza Democratica Europea, di cui facevano parte soprattutto gli esponenti del francese Raggruppamento per la Repubblica: sorse così il gruppo Unione per l'Europa.

Nonostante il successo elettorale, comunque, il primo governo Berlusconi cadde pochi mesi dopo. Una proposta del Governo per riformare il sistema pensionistico incontrò la tenace opposizione dei sindacati, che proclamarono lo sciopero generale. Si acutizzò così la crisi politica fra la Lega Nord ed il resto della maggioranza. Immediatamente dopo la vittoria elettorale, Bossi aveva già manifestato il suo disagio a governare assieme ai politici del Movimento Sociale Italiano (da lui definiti fascisti).

Lo scontro diretto arrivò alla vigilia delle vacanze natalizie, fra il 21 e il 22 dicembre: in diretta televisiva Silvio Berlusconi, dichiarò che il patto sancito con la Lega all'inizio dell'anno era stato tradito e chiese di tornare immediatamente alle urne. Bossi, dal canto suo, ricambiò le accuse, affermando che l'accordo sul federalismo era stato ampiamente disatteso dal governo. La Lega formò un'alleanza con il Partito Popolare, assieme a cui presentò una mozione di sfiducia. Così si aprì la crisi: Berlusconi, per evitare di essere sfiduciato, rassegnò le proprie dimissioni, spingendo per le elezioni anticipate ed invitando gli elettori a una "rivolta morale" contro il cambio di maggioranza (soprannominato ribaltone).

Silvio Berlusconi sul palco al Mediolanum Forum, nel giugno 1995

Il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro non ritenne di sciogliere le camere, in quanto era possibile una maggioranza alternativa. La Lega decise in seguito di appoggiare, insieme ai parlamentari popolari e della sinistra, un governo tecnico presieduto da Lamberto Dini. Forza Italia e il resto dell'ex maggioranza di centro-destra, dopo aver inizialmente appoggiato la nomina di Dini (ministro del Tesoro nel Governo Berlusconi, Dini era stato tra i maggiori sostenitori della contestata riforma delle pensioni), si chiamarono fuori dopo la pubblicazione dell'elenco dei ministri e tornarono a chiedere le elezioni anticipate. Il Governo Dini ottenne comunque la fiducia.

Il Polo perde le elezioni 1996

Consumata la rottura con la Lega Nord, il centrodestra si riorganizza senza il partito di Bossi nel Polo per le Libertà, formato da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Centro Cristiano Democratico e Cristiani Democratici Uniti, e stringe un accordo di desistenza con la Lista Pannella-Sgarbi.

Alle elezioni politiche del 1996 tuttavia il Polo, candidando nuovamente Berlusconi alla carica di Presidente del Consiglio, perde e si costituisce il governo dell'Ulivo, la coalizione avversaria, presieduto da Romano Prodi.

Sommando i voti ottenuti nella quota proporzionale della Camera dal Polo con quelli della Lista Pannella-Sgarbi si ottiene un risultato maggiore della somma dei voti dei partiti di centro-sinistra (44,0% contro 43,3%); tuttavia, il numero di seggi complessivo fu inferiore, in parte perché nei collegi uninominali dell'Italia settentrionale il successo della Lega Nord danneggiò maggiormente i candidati del Polo.

Forza Italia si mette all'opposizione del Governo Prodi e Berlusconi diventa il leader dell'opposizione[22].

Il primo congresso del 1998

Dal 16 al 18 aprile 1998 ad Assago viene celebrato il primo congresso nazionale del partito, dove viene confermato all'unanimità presidente del partito Silvio Berlusconi. Nel congresso vengono anche eletti dai delegati sei esponenti dell'esecutivo del partito, il Comitato di Presidenza[23][24].

Il comitato viene successivamente completato ed è formato trentatré membri[25]:

Nel giugno 1998 il movimento dei Cristiani Democratici per la Libertà di Roberto Formigoni e Raffaele Fitto, fuoriusciti dai Cristiani Democratici Uniti, aderisce a Forza Italia[26].

Europee 1999 e Regionali 2000: nasce la CdL

I consensi del partito, intanto, aumentano: alle elezioni europee del 1999 Forza Italia ottiene circa il 25,17%, risultando il primo partito italiano.

Dopo che già dal 1998 la maggior parte degli europarlamentari FI avevano aderito al Gruppo del Partito Popolare Europeo, gli eletti nelle liste FI alle europee del 1999 s'iscrivono al Gruppo del Partito Popolare Europeo - Democratici Europei e dal 1º ottobre 1999 FI aderisce ufficialmente come membro del Partito Popolare Europeo, il partito politico europeo che raccoglie democristiani e conservatori[27].

Il successo del partito e della coalizione di centrodestra è confermato alle Regionali del 2000. Nel 2000 infatti, dopo che la Lega aveva abbandonato i suoi propositi secessionisti, si ricompatta l'alleanza col partito di Bossi, che prende il nuovo nome di Casa delle Libertà, aperta anche ai contributi di partiti e movimenti minori.

I forzisti eletti alla presidenza di alcune regioni sono Roberto Formigoni in Lombardia, Giuseppe Chiaravalloti in Calabria, Sandro Biasotti in Liguria, Raffaele Fitto in Puglia, Enzo Ghigo in Piemonte e Giancarlo Galan in Veneto.

Il successo alle regionali del centrodestra provoca le dimissioni del Governo D'Alema II.

La vittoria del 2001 e gli anni di governo

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Berlusconi II e Governo Berlusconi III.

Forza Italia alle elezioni del maggio del 2001 si presenta nella Casa delle Libertà insieme ad Alleanza Nazionale, Centro Cristiano Democratico, Cristiani Democratici Uniti, Partito Repubblicano Italiano e Nuovo PSI candidando Silvio Berlusconi alla Presidenza del Consiglio.

La CdL vince le elezioni: si forma il Governo Berlusconi II. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, il noto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di decine di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.

Forza Italia, pertanto, va al governo del Paese, un governo (guidato dallo stesso Berlusconi) che acquista il primato di più longevo nella storia della Repubblica, durando in carica 1.422 giorni.

A partire dalle elezioni regionali del Friuli-Venezia Giulia, nel 2003, e nelle successive consultazioni elettorali, Forza Italia registra un progressivo calo di consensi, pur rimanendo la lista più votata della Casa delle Libertà. Conseguentemente alla sconfitta alle Regionali del 2005, il centrodestra mantiene soltanto due regioni (Lombardia e Veneto) delle otto precedentemente governate. In questo frangente, a seguito di una lunga verifica iniziata mesi prima, alcuni partiti della coalizione chiedono un rilancio del programma e dell'attività di governo. All'apertura formale della crisi con il ritiro dei ministri dell'UDC e dei membri del governo del Nuovo PSI, la tensione tra Berlusconi e il segretario UDC Marco Follini è altissima: indiscrezioni apparse sui principali quotidiani nazionali raccontano di minacce di un "trattamento speciale" sulle reti Mediaset contro quest'ultimo[28]. Silvio Berlusconi riesce tuttavia a ricompattare la coalizione - facendo alcune concessioni agli alleati - e ad ottenere così la fiducia per un nuovo esecutivo.

La sconfitta alle elezioni del 2006

La campagna elettorale per le elezioni politiche del 2006 è una delle più accese di tutta la storia. Forza Italia e la coalizione di centrodestra, guidata da Berlusconi, si presentarono agli elettori chiedendo un giudizio positivo sull'esperienza dei due governi, durati complessivamente cinque anni. La coalizione di centrosinistra rinnovata e guidata da Romano Prodi si presentò con un giudizio diametralmente opposto sulla legislatura.

Berlusconi partecipò a due confronti televisivi ufficiali col suo sfidante, durante i quali accusò la sinistra di essere divisa sulle principali proposte economiche. Il momento più importante della campagna elettorale di Berlusconi fu però un clamoroso ed inaspettato intervento ad un'assemblea della Confindustria, attaccando i rivali sui temi dell'economia e della giustizia. In chiusura della campagna, il Presidente del Consiglio uscente lanci�� la proposta dell'abolizione dell'ICI sulla prima casa.

La Casa delle Libertà riuscì così a riconquistare la fiducia di molti elettori e Forza Italia si riappropriò della leadership all'interno della coalizione, ottenendo un risultato in netta ascesa rispetto alle previsioni, ma inferiore a quelle delle elezioni del 2001 e comunque non sufficiente ad evitare la sconfitta elettorale del centrodestra. Alla Camera dei deputati il centrosinistra ottenne, con 24.755 voti in più, il premio di maggioranza previsto dalla legge elettorale varata nel 2005 dal centrodestra e nel complesso, contando anche i voti del Trentino-Alto Adige, della Valle d'Aosta e della circoscrizione Estero, circa 130.000 voti in più, con una percentuale del 49,73% dei consensi contro il 49,40% della CdL.

Al Senato, la situazione era ribaltata: la CdL ottenne nel complesso circa 147.000 voti in più, il 49,57% contro il 49,16%, ma per il sistema degli sbarramenti regionali previsti dalla legge elettorale, varata dal Governo Berlusconi III, e con l'apporto del voto della circoscrizione Estero, l'Unione riuscì comunque a conquistare due seggi in più.

Renato Schifani, capogruppo al Senato di Forza Italia dal 2001 al 2008 e Presidente del Senato dal 2008 al 2013

Forza Italia, nonostante un forte calo rispetto alle politiche del 2001, alla Camera meno 6%, risulta alla Camera come la seconda forza politica italiana con 9 milioni di voti (23,7%) dietro la lista L'Ulivo (che è l'unione di due partiti, i Democratici di Sinistra e La Margherita) che invece ha ottenuto 11,9 milioni di voti e al Senato (dove i Democratici di Sinistra e La Margherita si sono presentati separati) come la prima forza politica del Paese con 8,2 milioni di voti (24,0%). Elegge, compresi gli eletti nella circoscrizione Estero, 140 deputati e 79 senatori. La presidenza del gruppo alla Camera dei deputati viene assunta da Elio Vito mentre al Senato a guidare il gruppo è Renato Schifani, entrambi già alla guida dei rispettivi gruppi parlamentari nella legislatura precedente.

La nascita del Popolo della Libertà ed il ritorno al governo

Lo stesso argomento in dettaglio: Il Popolo della Libertà e Governo Berlusconi IV.

Il 18 novembre 2007 Silvio Berlusconi, a margine di un'iniziativa di Forza Italia contro il Governo Prodi, dichiarò il prossimo scioglimento del partito, che sarebbe poi confluito in una formazione maggiore, il partito del Popolo della Libertà[29].

Il progetto venne in un primo momento accantonato, ma fu poi rilanciato dopo la caduta del Governo Prodi e così Forza Italia si presentò assieme ad Alleanza Nazionale, che inizialmente aveva rinunciato all'adesione, e ad altri movimenti e partiti politici dell'ormai ex coalizione di centrodestra in una lista unica alle elezioni politiche del 2008.

Le elezioni videro la vittoria della coalizione formata da PdL, Lega Nord e Movimento per l'Autonomia e il ritorno al governo del centrodestra dopo due anni.

Il 21 novembre 2008 il Consiglio Nazionale di Forza Italia sancì ufficialmente la confluenza nel PdL e diede a Berlusconi pieni poteri nella fase di transizione[30][31], conclusasi con il congresso costituente del nuovo partito, che si tiene dal 27 al 29 marzo 2009[32].

La nuova Forza Italia

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Letta.

Dal luglio 2012, nel PdL iniziò a essere ventilata l'ipotesi di un ritorno a Forza Italia[33][34][35][36][37]. Divenuto «Forza Italia!» solo uno slogan del PdL per le elezioni politiche del 2013, passi concreti verso un ritorno al partito sciolto nel 2009 vengono fatti solo dal giugno 2013[38] poche settimane dopo la sconfitta alle amministrative (che denunciarono un partito assai poco radicato sul territorio) che sfoceranno nel comunicato[39] approvato il 25 ottobre successivo dall'Ufficio di Presidenza del PdL che «delibera la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, per convergere verso il rilancio di “Forza Italia”».[40] e confermato il 16 novembre dal Consiglio nazionale.

Il passaggio dal PdL a FI, non condiviso da tutto il partito ma ampiamente sostenuto dalla cosiddetta ala "lealista" o "dei falchi" del PdL che si oppone al governo Letta, viene così messo ai voti al Consiglio Nazionale del PdL del 16 novembre che approva all'unanimità il ritorno a Forza Italia mentre la cosiddetta ala "governativa" o "delle colombe", che contava di circa 130 membri del consiglio sugli 870 totali,[41] non partecipa ai lavori dando così origine ad una scissione[42].

Nello stesso giorno Angelino Alfano, durante una conferenza stampa a cui partecipano tutti gli esponenti dell'ala governativa, annuncia la nascita di una seconda formazione politica dalle ceneri del partito comune, chiamata Nuovo Centrodestra[43].

Il 20 novembre i gruppi parlamentari del PdL assumono la denominazione Forza Italia - Il Popolo della Libertà[44].

Ideologia

È scritto nello Statuto di Forza Italia[45]:

«Forza Italia è una associazione di cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste europee. Essi ispirano la loro azione politica ai valori universali di libertà, giustizia e solidarietà concretamente operando a difesa del primato della persona in ogni sua espressione, per lo sviluppo di una moderna economia di mercato e per una corretta applicazione del principio di sussidiarietà.»

È scritto nella Carta dei Valori del partito[46]:

«Forza Italia non nasce da una precedente organizzazione politica o da un costituito sistema dottrinale. Nasce dall'appello di un uomo, Silvio Berlusconi, direttamente rivolto ad un corpo elettorale nel quale rischiava di aprirsi un enorme vuoto storico-politico di rappresentanza. Forza Italia si costituisce come risposta alla crisi dei partiti della Prima Repubblica; come reazione ad una possibile deriva illiberale del sistema politico; come offerta di rappresentanza all'area dei moderati nel quadro di una nuova democrazia dell'alternanza; come proposta di governo per realizzare una seconda modernizzazione italiana.»

Silvio Berlusconi, nel 1998, ha definito il suo partito come[47]:

«È un partito liberale ma non elitario, anzi un partito liberaldemocratico popolare;

è un partito cattolico ma non confessionale;

è un partito laico, ma non intollerante o laicista;

è un partito nazionale ma non centralista.»

Forza Italia si definisce un partito nuovo, senza legami diretti con la cosiddetta Prima Repubblica e, nel contempo, legittimo erede delle migliori tradizioni politiche italiane. Il democristiano Alcide De Gasperi, il socialdemocratico Giuseppe Saragat, il liberale Luigi Einaudi e il repubblicano Ugo La Malfa sono citati nel preambolo dello statuto di Forza Italia come padri nobili a cui il partito intende riferirsi.

Forza Italia si rifà ad una un'identità di centrodestra, facendo parte dal 1999 del Partito Popolare Europeo, ma senza limitare per questo l'apertura alla tradizione della sinistra riformista (come si vede nei riferimenti alle personalità della sinistra moderata), con un esplicito richiamo al pensiero del socialismo liberale.

Sempre dalla Carta dei Valori:

«Stiamo dunque costruendo un soggetto politico inedito per la storia d'Italia. Un soggetto che si propone l'unione di tre grandi aree politico-culturali: quella del cattolicesimo liberale e popolare, quella dell'umanesimo laico, liberale e repubblicano, quella del liberal-socialismo.»

«Siamo piuttosto un nuovo partito di centro, liberal-popolare e liberal-socialista; alleato con la destra moderata e aperto alla cultura della sinistra riformista»

Forza Italia è un partito essenzialmente accentrato sulla figura del suo leader. L'orientamento politico di Forza Italia è moderato-liberale.

La struttura di formazione è diretta da don Gianni Baget Bozzo e la linea politica è influenzata da Ferdinando Adornato (direttore del mensile Liberal) che ha tentato di riadattare il neoconservatorismo statunitense al contesto politico-culturale italiano. Adornato si è concentrato sul progetto di riunire i partiti dell'area di centrodestra attraverso la creazione di un nuovo soggetto politico unitario.

Forza Italia sostiene la parità di importanza tra scuola privata e scuola pubblica; ritiene che i vincoli pubblici alla libera iniziativa imprenditoriale vadano eliminati o fortemente ridotti; propugna un sistema tributario che non si ponga come fine la redistribuire la ricchezza bensì orientare i consumi e, quindi, incentrato sulle imposte indirette e su quelle reali, piuttosto che su quelle dirette e personali[senza fonte]; propone la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e magistratura inquirente; in politica estera adotta una linea fortemente atlantista. Sostiene, inoltre, le posizioni di libertà di coscienza in tematiche che riguardano la bioetica.

Struttura

La struttura di Forza Italia è prevalentemente verticistica: i coordinatori nazionali e regionali sono nominati direttamente dal presidente del movimento. Gli iscritti, invece, possono eleggere i coordinatori dei club locali e i coordinamenti provinciali.

Organi nazionali

Presidente

Vice Presidente

Presidente del Comitato di Presidenza

Vice Presidente del Comitato di Presidenza

Presidente del Consiglio Nazionale

Coordinatore nazionale

Vice Coordinatore nazionale

Responsabile della Segreteria Politica

Vice Responsabile della Segreteria Politica

Amministratore nazionale

Portavoce

Capogruppo alla Camera

Capogruppo al Senato

Capo delegazione al Parlamento europeo

Coordinatori regionali

I coordinatori regionali sono a capo del partito a livello regionale e sono nominati dal presidente. Sono riuniti nella Conferenza dei Coordinatori regionali, il cui segretario è stato Angelino Alfano dal 2002.

Organizzazioni interne

Sono strutture interne di Forza Italia:

  • Forza Italia Seniores: era l'organizzazione dei forzisti over 65, al cui vertice vi era il Senatore Enrico Pianetta.
  • Azzurro Donna: era l'organizzazione femminile di Forza Italia, alla cui guida c'era Mara Carfagna.
  • Azzurri nel Mondo: era il braccio estero del partito, alla cui guida era stata nominata Barbara Contini.
  • Ragion politica: è il portale internet del Dipartimento Formazione del partito.

Organizzazione giovanile

Forza Italia - Giovani per la Libertà (o Forza Italia Giovani) era l'organizzazione giovanile di Forza Italia, fondata nel 1996, rivolta agli azzurri tra i 14 e i 35 anni. Nell'aprile 2009 confluisce, insieme ad Azione Giovani (l'organizzazione giovanile di AN), nella Giovane Italia, la nuova organizzazione giovanile del PdL.

Studenti per le libertà era la sezione studentesca del movimento giovanile. È stato fondato nel 1999, riconosciuto al tavolo delle associazioni studentesche presso il Ministero dell'Istruzione. In seguito alle elezioni del 16 e 17 maggio 2007, ha avuto un rappresentante eletto al Consiglio nazionale degli Studenti Universitari, massimo organo di rappresentanza istituito presso il Ministero dell'Università.

Organizzazione territoriale

Nei giorni immediatamente successivi alla rinascita del partito vengono lanciati da Silvio Berlusconi i nuovi club di Forza Italia, aventi il nome di Club Forza Silvio (presidente Marcello Fiori), che possono essere fondati da militanti e simpatizzanti compilando un banner sul sito ufficiale. Questi clubs, che devono avere almeno 20 soci, hanno 5 obiettivi principali[54]:

  • Rendere presente il partito sul territorio anche mediante la presenza dei soci in azioni locali di volontariato
  • Dare spunti sulle attività del partito da inviare alla sede centrale
  • Tenere dibattiti su temi di attualità politica e sociale invitando sovente parlamentari e consiglieri locali
  • Presentare dei libri nelle biblioteche della zona
  • Trovare 4-6 persone per ogni sezione elettorale del Comune di appartenenza del club al fine di garantire la correttezza delle operazioni di voto.

In poche settimane sono state effettuate oltre 3000 adesioni, e l'obiettivo del partito è arrivare a quota 12.000 clubs in Italia ed all' estero in 6 mesi.[55][56]

Correnti storiche (1994-2009)

Lo stesso argomento in dettaglio: Provenienza dei politici appartenenti a Forza Italia.

In nessuno dei due congressi tenutisi nella storia del partito sono state discusse mozioni di minoranza, privilegiando una linea unitaria a sostegno del leader Silvio Berlusconi alla presidenza del movimento, anche se l'elezione da parte del Congresso nazionale di alcuni membri del Consiglio Nazionale è stata spesso movimentata, come quando nel 1998 si ebbe il duello tra Franco Frattini e Gianni Pilo per essere il consigliere nazionale più votato.

In ogni caso ci sono tre possibili distinzioni che si possono fare dei membri di FI: la prima riguarda il dibattito sul profilo organizzativo del partito; la seconda gli orientamenti in materia economica e sociale; la terza concerne gli orientamenti politici generali (non solo a livello nazionale, ma anche locale), spesso in relazione alle vecchie appartenenze politiche.

Nell'ambito della geografia interna delle posizioni politiche esistenti in Forza Italia, assumono rilievo anche le fondazioni e i rapporti con i piccoli movimenti politici strettamente legati al partito.

Componenti politiche

Le vecchie correnti di partito però si manifestano attraverso movimenti o associazioni politiche collaterali rispetto a Forza Italia, spesso sono la ricongiunzione di esponenti della stessa area culturale e politica (democristiana, socialista o liberale) guidati da un personaggio carismatico. Tra queste degne di nota sono:

Come si vede, a parte il gruppo di Formigoni, che ha una caratterizzazione più che altro lombarda e ciellina, manca una vera e propria componente democristiana. Ciò è dovuto al fatto che gli ex DC, che pure non sono troppo rappresentati al vertice, sono la stragrande maggioranza del partito, tanto da non sentire la necessità di organizzarsi in una vera e propria corrente. Peraltro spesso i democristiani berlusconiani si dividono sia sulla questione della struttura del partito, sia sulle questioni di attualità politica. In questo gruppo indefinito vanno inseriti Roberto Formigoni e i suoi seguaci, lo stesso Claudio Scajola, Giorgio Carollo, Giuseppe Pisanu, Enrico La Loggia, Renato Schifani, Angelino Alfano, Alfredo Antoniozzi, Raffaele Fitto, Giuseppe Gargani, Francesco Giro, Luigi Grillo, Osvaldo Napoli, Antonio Palmieri e Angelo Sanza, Riccardo Ventre e Marcello Vernola.

In generale si può parlare di un'anima democristiana, di una socialista riformista (ex PSI e ex PSDI), di una liberale e di una di berlusconiani della prima ora, molti dei quali provenienti da Publitalia, come, ad esempio, il vicepresidente dei deputati Antonio Leone e Gianfranco Micciché.

Dibattito sul modello di partito: scajoliani e dellutriani

Quanto alla prima si distinguono:

  • scajoliani, guidati da Claudio Scajola e fautori di un maggiore peso della macchina organizzativa del partito, nonché dell'introduzione dei congressi a livello regionale e al rafforzamento di quelli nazionali, provinciali e comunali;
  • publitalisti o dellutriani, fautori del partito leggero e incentrato sulla figura di Berlusconi, guidati da Marcello Dell'Utri, Sandro Bondi e Fabrizio Cicchitto.

Negli ultimi tempi le due parti si sono indubbiamente ravvicinate (pochi infatti contestano ancora un maggiore radicamento del partito, unito a più collegialità e più democrazia interna, soprattutto dopo l'appello di Paolo Guzzanti in richiesta di un congresso "vero") e il duo Bondi-Cicchitto sembra muoversi svincolato dal proprio mentore, Dell'Utri. Quanto a quest'ultimo si può dire che abbia deciso di sostenere nuove leve di giovani a discapito di dellutriani di lungo corso come Enzo Ghigo, Roberto Tortoli e Guido Viceconte e che si sia lui stesso convinto della necessità di un'organizzazione capillare del partito, fondata sulle sezioni locali, similmente a quella che i DS hanno ereditato dal vecchio PCI.

Federalismo e politica economica: tremontiani e liberisti doc

Attorno al Vice Presidente del partito Giulio Tremonti si è costituito un gruppo composto da membri di diversa estrazione politico-culturale e in gran parte provenienti dal Nord Italia, forti sostenitori del federalismo fiscale, di qui le affinità con la Lega Nord, e di un liberismo temperato. Tra i tremontiani, cementatisi durante la battaglia in due tempi in difesa del risparmio e contro l'operato di Antonio Fazio a Bankitalia, vale la pena di citare Giorgio Jannone, Guido Crosetto, Luigi Casero, Maria Teresa Armosino, Andrea Pastore, Giuseppe Vegas, Gianfranco Conte e lo stesso Antonio Leone.

A Tremonti, spesso tacciato di colbertismo, si sono spesso contrapposti i liberisti doc guidati da Antonio Martino e Raffaele Costa, anche in piena campagna elettorale[58]. In genere, poi, l'ala del partito maggiormente legata all'ex PLI si è dimostrata la meno entusiasta nel sostenere il federalismo propugnato da Bossi e Tremonti, tanto che Egidio Sterpa (ex PLI di lungo corso) è stato l'unico membro del gruppo di FI alla Camera a votare contro il progetto di riforme istituzionali varato dal Governo Berlusconi.

Correnti a livello regionale

A livello regionale il panorama delle correnti è molto frastagliato e diversificato e spesso non rispetta le logiche nazionali. Gli ex-Democristiani in particolare si presentano raramente come un fronte compatto e sono piuttosto divisi in diversi gruppi.

In Piemonte si sono contrapposti il gruppo di Enzo Ghigo (ex Publitalia e dellutriano) e quello di Roberto Rosso[59], ex DC ed a capo della corrente sociale, sostenuto anche dagli ex PLI, molto forti in regione e soprattutto nel Cuneese, grazie all'appoggio di Raffaele Costa. L'ultimo coordinatore regionale è stato Guido Crosetto e si collocava neutralmente rispetto alle due fazioni.

In Lombardia al forte gruppo ciellino guidato da Roberto Formigoni, Mario Mauro e Maurizio Lupi[60], si sono uniti riformisti di diversa estrazione politica come Massimo Guarischi (ex PSDI), Giampiero Borghini (ex PCI, poi sindaco di Milano con il sostegno del PSI) e Francesco Colucci (ex PSI). Al gruppo formigoniano, che controlla saldamente il partito, si contrappone un'area di dellutriani e di laico-socialisti, tra i quali spiccano i nomi di Paolo Romani[61] (ex PLI) e Luigi Casero (ex PRI).

In Liguria la stragrande maggioranza dei dirigenti e degli eletti è riconducibile all'area di Claudio Scajola, che controlla tutta la zona del Ponente ligure e, in particolare, della Provincia di Imperia. L'ultimo coordinatore regionale Michele Scandroglio, ex-DC, era a lui molto vicino. All'interno dell'area genovese, oltre al forte gruppo di scajoliani, la componente liberale godeva ancora di un discreto seguito: il deputato Roberto Cassinelli e il senatore Enrico Musso erano sì molto vicini a Scajola, ma provengono dalle file del PLI.

In Veneto il partito è saldamente in mano a Giancarlo Galan (ex-PLI e ex-Publitalia). Al Presidente della Regione fanno riferimento l'area laico-socialista e dellutriana, guidata dagli ex-PSI Amalia Sartori e Renato Chisso e dagli ex-PLI Fabio Gava e Niccolò Ghedini, ultimo coordinatore regionale, e un nutrito gruppo di ex-democristiani con Raffaele Bazzoni, Carlo Alberto Tesserin, Leonardo Padrin, Marino Zorzato e Domenico Menorello in testa. Esistono poi almeno due gruppi provenienti dalla vecchia DC: i cosiddetti neodorotei e i democratici popolari: tra i primi, legati al leader doroteo veneto Franco Cremonese e in gran parte membri del CDU fino al 1998, ci sono Vittorio Casarin e Clodovaldo Ruffato; tra i secondi, un tempo stretti alleati di Galan, ci sono gli ex-seguaci di Giorgio Carollo, fondatore di Veneto per il PPE, tra i quali spiccano i nomi di Renzo Marangon, Barbara Degani e Giancarlo Conta, che si sono recentemente riavvicinati a Galan. Esiste poi un altro gruppo di derivazione PSI, spesso non in sintonia con Galan e guidato da personaggi del calibro di Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, ai quali si è unito l'ex-DC Remo Sernagiotto[62]. A tale gruppo si è spesso accodato anche Aldo Brancher, ex-DC e anello di congiunzione tra Forza Italia e Lega Nord.

Nel Friuli-Venezia Giulia è molto forte la componente proveniente da esperienze radicali e socialiste, guidata da Roberto Antonione e Renzo Tondo (succedutisi alla presidenza regionale), ma non manca un nutrito gruppo di ex-DC, con in testa Isidoro Gottardo e Danilo Moretti.

Nel Lazio, la componente più forte è sempre stata quella di Antonio Tajani[63]. Dopo essere stato sostituito da Beatrice Lorenzin come coordinatore regionale, la giovane forzista è stata poi sostituita da Francesco Giro, leader del gruppo democristiano. Figure di rilievo sono poi Alfredo Antoniozzi e Stefano De Lillo.

In Campania si potevano rintracciare almeno tre gruppi: quello di Antonio Martusciello (sostenuto da altre personalità locali come Antonio Barbieri, Aldo Perrotta, Emiddio Novi, Gaetano Fasolino, Cosimo Izzo e Fulvio Martusciello); quello di Elio Vito e Nicola Cosentino (Luigi Cesaro, Franco Malvano, Gioacchino Alfano, Antonio Girfatti, Alfredo Vito e altri); gli scajoliani (Riccardo Ventre, Paolo Russo e Ermanno Russo). Tra i non schierati figurano Giuseppe Gargani, Claudio Azzolini e Francesco Brusco.

In Puglia il partito era saldamente in mano agli ex democristiani guidati da Raffaele Fitto.

In Sicilia il partito si divideva in un gruppo legato a Gianfranco Micciché e Stefania Prestigiacomo ed un altro di origine democristiana guidato da Renato Schifani, Enrico La Loggia e Angelino Alfano[64].

Fondazioni ed associazioni

Grande rilievo hanno in Forza Italia diverse fondazioni e associazioni:

Movimenti politici e partiti associati

Molto vicine a Forza Italia sono anche altre componenti che però non fanno parte ufficialmente del partito, anche se di fatto si comportano con Forza Italia come i partiti associati:

Nuove correnti (2013-presente)

Benché non riconosciute ufficialmente, le correnti sono di fatto presenti in Forza Italia, in genere in supporto ad uno o più esponenti di spicco.

Area liberale

Area cristiano democratica

Area conservatrice

Risultati elettorali

Voti % Seggi
Politiche 1994 Camera 8.136.135 21,0 113
Senato nel Polo - 36
Europee 1994 10.089.139 30,6 27
Politiche 1996 Camera 7.712.149 20,6 123
Senato nel Polo - 48
Europee 1999 7.813.948 25,2 22
Politiche 2001 Camera 10.923.431 29,4 193
Senato nella CdL - 81
Europee 2004 6.806.245 20,9 16
Politiche 2006 Camera 9.048.976 23,7 140
Senato 8.202.890 24,0 80

Nelle istituzioni

Presidente del Senato

Governo

Collocazione parlamentare

Governo Berlusconi I
Governo Dini, Governo Prodi I, Governo D'Alema I, Governo D'Alema II, Governo Amato II
Governo Berlusconi II, Governo Berlusconi III
Governo Prodi II
Governo Berlusconi IV
Governo Letta

Iscritti

  • 1995 - 5.2001
  • 1996 - 1
  • 1997 - 139.546
  • 1998 - 161.319
  • 1999 - 190.398
  • 2000 - 312.863
  • 2001 - 271.751
  • 2002 - 222.631
  • 2003 - 249.824
  • 2004 - n.d.
  • 2005 - n.d.
  • 2006 - n.d.
  • 2007 - 401.014

1Campagna iscrizioni interrotta in vista di una ridefinizione organizzativa del movimento

Congressi

  • I Congresso Nazionale - Assago (MI), 16-18 aprile 1998
  • II Congresso Nazionale - Assago (MI), 27-29 maggio 2004

Stampa

Grande importanza per il partito, e in generale per il centrodestra, hanno quotidiani come Libero (diretto da Maurizio Belpietro), Il Foglio (diretto da Giuliano Ferrara, già ministro per i Rapporti con il Parlamento nel primo Governo Berlusconi), L'Opinione, Il Domenicale e Il Giornale (della cui casa editrice è azionista di maggioranza il fratello di Silvio Berlusconi, Paolo; vicedirettore Paolo Guzzanti e consigliere d'amministrazione Egidio Sterpa, entrambi senatori di FI, mentre direttore è Vittorio Feltri), che, seppure non legati ufficialmente al partito, sostengono Berlusconi, senza far mancare qualche critica, spesso tagliente (specie nel caso di Libero e de Il Foglio).

È da ricordare che il 16 gennaio 2003 riprende le pubblicazioni l'Avanti!, storico giornale del PSI, ora sotto la direzione di Valter Lavitola e come foglio (quattro pagine) «liberalsocialista» degli ex Psi di Forza Italia, come Fabrizio Cicchitto (che lo ha fortemente voluto), Paolo Guzzanti, Renato Brunetta, Gianni Baget Bozzo. L'8 marzo 2006 però il giornale è divenuto quotidiano socialista avvicinandosi alle posizioni del Nuovo PSI, partito al quale l'editore-direttore è vicino.

Nel 2013, poco dopo la rinascita del partito, viene lanciato il Martinale, giornale online gestito dal gruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati. Esso è curato principalmente dal capogruppo Renato Brunetta, e ogni giorno a mezzogiorno vengono sviluppati dodici temi che hanno come obiettivo quello di dare degli spunti ai militanti e agli eletti locali e nazionali forzisti, sui quali questi si dovranno concentrare in particolare in caso di presenza all'interno di talk-show televisivi o comizi.

Precedenti usi del nome

Il nome «Forza Italia!» (con tanto di punto esclamativo) era già stato usato per un movimento politico nel 1944, nell'Italia Meridionale durante l'amministrazione alleata. Se ne trova traccia in un libro di Norman Lewis, che scrive: «Con la nostra benedizione si sono costituiti qualcosa come sessantacinque partiti politici, i quali parteciperanno alla furiosa rissa democratica che prevedibilmente si scatenerà quando verranno indette le elezioni. Oltre a questi esistono molti movimenti non riconosciuti che aspirano a restituire alla nazione la sua grandezza. [...] Alcuni vengono considerati più risoluti e sinistri, e tra essi quello su cui dovevo indagare, che si chiama «Forza Italia!» e si sospetta di simpatie neofasciste.»[73].

L'espressione "Forza Italia" faceva anche parte di uno slogan della Democrazia Cristiana nella campagna elettorale del 1987 ("Forza Italia! Lotta per le cose che contano!").

Simboli storici

Note

  1. ^ a b parties and elections Resources and Information. This website is for sale!, su parties-and-elections.de, Elections. URL consultato il 28 July 2013.
  2. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Moroni
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CottaVerzichelli2007
  4. ^ Berlusconi annuncia il ritorno di Forza Italia. Temo che sarò ancora il numero uno., su repubblica.it, la Repubblica, 29 giugno 2013. URL consultato il 17 novembre 2013.
  5. ^ tribunale di Caltanissetta, Decreto di archiviazione, p.62
  6. ^ Addio al creativo della «Milano da bere», su corriere.it. URL consultato il 01-04-2008.
  7. ^ E BERLUSCONI ANNUNCIO' IL SACRIFICIO'
  8. ^ Berlusconi preoccupato per i politici emergenti, Corriere della Sera, 20 marzo 1993, pag. 2.
  9. ^ R. Po., Il "sogno" politico di Berlusconi, Corriere della Sera, 11 maggio 1993, pag. 4.
  10. ^ Riccardo Chiaberge, Una "cosa" né Lega né Pds, Corriere della Sera, 28 luglio 1993, pag. 3.
  11. ^ Davide Frattini - Gian Antonio Stella, Berlusconi è cauto ma Sgarbi già lancia CS, Corriere della Sera, 14 settembre 1993, pag. 6.
  12. ^ Il caso. Fra politica e spettacolo. Il presidente Fininvest smentisce la notizia. <Non fondo un partito> <Né Mike né Funari candidati> Berlusconi: c'è una guerra contro di me. Sgarbi: <Io mi presento alle amministrative, ma dal gruppo non avrò alcun tipo di appoggio>
  13. ^ MIKE, IL TELEDEPUTATO DI BERLUSCONI
  14. ^ Berlusconi: un partito tutto mio? "Non esiste e non è mai esistito", Corriere della Sera, 23 ottobre 1993, pag. 7.
  15. ^ Antonio Macaluso, Berlusconi contro tutti, con rabbia, Corriere della Sera, 27 ottobre 1993, pag. 21.
  16. ^ Conferenza stampa di Silvio Berlusconi nella sede romana della stampa estera, 26 novembre 1993
  17. ^ Berlusconi arruola imprenditori
  18. ^ Miglio: la mia Costituzione non si tocca. se no me ne vado
  19. ^ GIOVANNI MORO: 'FORZA ITALIA È SOLO UN PARTITO DI PLASTICA'
  20. ^ Cfr. Norberto Bobbio e Maurizio Viroli, Dialogo intorno alla repubblica, Laterza, Bari, 2001, ISBN 88-420-6953-1, cap. VII
  21. ^ Nelle circoscrizioni Abruzzo e Campania 2, Forza Italia si presentò in concorrenza con Alleanza Nazionale con la lista elettorale Forza Italia - Centro Cristiano Democratico. Sulle schede elettorali, non figurò, quindi, il simbolo del Polo del Buon Governo. La lista portò all'elezione di un deputato. Risultati elettorali sul sito ufficiale del Ministero dell'Interno.
  22. ^ la Repubblica - BERLUSCONI: ' E PER VOI ERA IL LEADER DEL POLO?', 05 maggio 1996 — pagina 5
  23. ^ la Repubblica - Berlusconi: Congresso anti-regime, 15 aprile 1998 — pagina 9 sezione: POLITICA INTERNA
  24. ^ Corriere della sera - Forza Italia, alla fine un coro di si', 19 aprile 1998
  25. ^ adnkronos - FI: NUOVO COMITATO DI PRESIDENZA: 33 COMPONENTI PIU' BERLUSCONI
  26. ^ Radio Radicale - L'entrata in Forza Italia dei Cristiano Democratici per le Libertà, ROMA, 25 giugno 1998
  27. ^ Corriere della Sera - Dal primo ottobre Forza Italia nel Ppe Ppi: noi diciamo no, 9 settembre 1999
  28. ^ Roberto Zuccolini, «Le mie tv non ti hanno attaccato. Finora» «Sia chiaro a tutti, questa è una minaccia», Corriere della Sera, 12 luglio 2004, pag. 3
  29. ^ http://www.skylife.it/html/skylife/tg24/politica.html?idvideo=56053
  30. ^ Forza Italia verso Il Popolo della Libertà - Consiglio Nazionale di Forza Italia
  31. ^ CONSIGLIO NAZIONALE: Forza Italia nel Pdl per acclamazione, mandato a Berlusconi
  32. ^ Nasce il Pdl, la parola ai giovani - Corriere della Sera, 27 marzo 2009
  33. ^ Berlusconi si ricandiderà a premier L'ipotesi di un ticket con Alfano
  34. ^ Berlusconi torna in campo e agita la politica
  35. ^ «Ecco il sondaggio che ha convinto il Cavaliere a muoversi»
  36. ^ „Wir wollen kein deutscheres Europa“
  37. ^ Berlusconi: torna Forza Italia Aut aut di Alfano a Minetti
  38. ^ Berlusconi: il governo deve durare due anni
  39. ^ Berlusconi tenne il 4/8/2013 un comizio a Roma, in via del Plebiscito, ove proclamò l'imminente ritorno a Forza Italia il cui vessillo costituiva lo sfondo del palco. Da quel momento il sito web ufficiale del PdL ebbe l'intera home page (trasformata in un link che rimandava al sito vero e proprio) con la fotografia di Berlusconi insieme al logo di Forza Italia e lo slogan "in campo con Forza Italia!" Comizio Berlusconi
  40. ^ Ufficio di Presidenza del Pdl: Il comunicato ufficiale
  41. ^ FI, al Consiglio nazionale 613 votanti su 870 aventi diritto, TM News, 16 novembre 2013. URL consultato il 17 novembre 2013.
  42. ^ La divisione del PdL con la nascita di due partiti, il ritorno a Forza Italia e il Nuovo Centrodestra, è stata commentata sia dagli stessi protagonisti che dai media (nazionali ed esteri) come una vera e propria scissione Ansa: scissione PdL vista dai quotidiani stranieri
  43. ^ Repubblica: la scissione di Alfano
  44. ^ http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede_v3/GruppiStorici/00000056.htm
  45. ^ Forza Italia, Statuto di Forza Italia, art. 1
  46. ^ Forza Italia, Carta dei Valori
  47. ^ Silvio Berlusconi al 1º Congresso Nazionale di Forza Italia, Assago (MI), 18 aprile 1998
  48. ^ Fi, Gardini portavoce Bondi: più brava di me, la Repubblica, 07 ottobre 2004 — pagina 22 sezione: POLITICA INTERNA
  49. ^ Daniele Capezzone è il nuovo portavoce di Forza Italia, Il Sole 24 Ore, 13 maggio 2008.
  50. ^ Renato SCHIFANI XV Legislatura (dal 28 aprile 2006 al 28 aprile 2008)
  51. ^ Adnkronos - UE: ZAPPALA' NUOVO CAPO DELEGAZIONE FI A EUROPARLAMENTO
  52. ^ la Repubblica - Lorenzin al posto di Tajani Forza Italia si spacca ancora, 19 maggio 2005 — pagina 5 sezione: ROMA
  53. ^ Corriere della Sera - Via Lorenzin e Sodano È Francesco Giro il commissario di FI
  54. ^ Vuoi aprire un Club Forza Silvio?, su servizi.forzaitalia.it, forzaitalia.it. URL consultato il 16 dicembre 2013.
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  56. ^ Dobbiamo contattare 27 milioni di elettori in vista delle elezioni europee, su forzasilvio.it, 8 dicembre 2013. URL consultato il 16 dicembre 2013.
  57. ^ adnkronos - FI: BIONDI, 'LIBERALISMO POPOLARE' NON SARA' PARTITO VIRTUALE
  58. ^ Mattia Feltri, Martino: «Tremonti sbaglia sui dazi cinesi. Il governo ha tagliato poco le tasse», intervista ad Antonio Martino, La Stampa.it, 31 marzo 2006
  59. ^ la Repubblica - Il Cavaliere apre alle correnti e nasce la sinistra forzista, 18 agosto 2000 — pagina 20 sezione: POLITICA INTERNA
  60. ^ la Repubblica - Forza Italia, una guida super partes, 27 agosto 2004 — pagina 2 sezione: MILANO
  61. ^ la Repubblica - Forza Italia, la sfida di Romani, 04 luglio 2004 — pagina 2 sezione: MILANO
  62. ^ Sacconi e Brunetta fanno il tutto esaurito - Local | L'espresso
  63. ^ la Repubblica - Forza Italia, correnti & sgambetti, 02 ottobre 2002 — pagina 5 sezione: ROMA
  64. ^ la Repubblica - Forza Italia, l' ultima guerra delle correnti, 10 febbraio 2009 — pagina 4 sezione: PALERMO
  65. ^ Berlusconi firma il referendum dei Radicali«Tutta colpa della Magistratura Democratica», Corriere della Sera, 31 agosto 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  66. ^ Referendum radicali: Berlusconi firma per legalizzare droghe leggere, 24emilia.com, 1º settembre 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  67. ^ Lorenzo Galeazzi, Berlusconi firma contro le sue leggi: sì a marijuana libera, no a reato clandestinità, il Fatto Quotidiano, 2 settembre 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  68. ^ Droga, Berlusconi a Muccioli"Bisogna cambiare", la Repubblica, 27 ottobre 2001. URL consultato il 28 novembre 2013.
  69. ^ Idem: «Presto ddl sui matrimoni gay, anche Berlusconi è favorevole», Il Messaggero, 10 maggio 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  70. ^ Berlusconi apre alle unioni gay (perché Monti tace). Pdl: “Coerente”, il Fatto Quotidiano, 7 gennaio 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  71. ^ Sergio Rame, Il Cav apre ai matrimoni gay e fa scoppiare un acceso dibattito, il Giornale, 8 gennaio 2013. URL consultato il 28 novembre 2013.
  72. ^ Politiche di Susy De Martini Europarlamentare thatcheriana - Intervista a L'intraprendente
  73. ^ Norman Lewis, Napoli '44, Adelphi, 1998. Pagg. 208-209

Bibliografia

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  • Onofrio Montecalvo, Clubs Forza Italia e movimento politico: riflessioni sulla possibile dialettica tra opinionismo e partito, Laterza, Bari, 1994, ISBN 88-86243-16-2
  • Paolo Pagani, Forza Italia: come è nato il movimento che in 5 mesi ha cambiato la politica italiana, Boroli, Novara, 2003, ISBN 88-7493-018-6
  • Emanuela Poli, Forza Italia: strutture, leadership e radicamento territoriale, Il Mulino, Bologna, 2001, ISBN 88-15-08345-6
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  • Norman Lewis, Napoli '44, Adelphi, Milano, 1998, ISBN 88-459-1397-X

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Predecessore Primo partito politico italiano Successore
Democrazia Cristiana 1994 - 1996 Partito Democratico della Sinistra I
Democratici di Sinistra 2001 - 2006 Democratici di Sinistra II
Partito Democratico 2008 - 2009 Il Popolo della Libertà III

Predecessore Partito alla Presidenza del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana Successore
Indipendente 1994 - 1995 Indipendente I
I Democratici 2001 - 2006 Indipendente II
Partito Democratico 2008 - 2009 Il Popolo della Libertà III

Predecessore Partito alla Presidenza del Senato della Repubblica Italiana Successore
Partito Repubblicano Italiano 1994 - 1996 Partito Popolare Italiano I
Partito Popolare Italiano 2001 - 2006 La Margherita II
Partito Democratico 2008 - 2009 Il Popolo della Libertà III
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