Mario Corsi
Mario Corsi, detto Marione (Roma, 1958), è un conduttore radiofonico italiano.
Ex militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari, organizzazione terroristica di estrema destra attiva durante gli anni di piombo, è stato accusato di numerosi fatti di cronaca nera, fra cui l'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci (due studenti milanesi appartenenti al Leoncavallo) e di Ivo Zini,[1] studente universitario romano con simpatie di sinistra.[2] In seguito a un lungo percorso giudiziario, che lo ha visto in un primo tempo condannato, Corsi è stato assolto dall'accusa di omicidio nei confronti di Ivo Zini con sentenza definitiva in Cassazione nel 1989; mentre il caso Fausto e Iaio è stato archiviato nel 2000 per insufficienza di prove perchè sparite [3]
Militanza neofascista e vicende giudiziarie
Cresciuto nel quartiere romano della Balduina, Mario Corsi, estremista di destra, nel 1977 entra a far parte del gruppo terroristico dei NAR, Gruppo Prati.
Nel 1978 viene indiziato con Massimo Carminati e Claudio Bracci dell'omicidio di Fausto e Iaio, due ragazzi del centro sociale milanese Leoncavallo, avvenuto a Milano, uccisi con 8 colpi calibro 32 in via Mancinelli 41 e nello stesso anno assieme a Valerio Fioravanti e Guido Zappavigna è anche accusato di aver progettato l'attentato nei confronti di Andrea Bellini. Alcuni degli indizi per l'accusa da parte del Giudice Istruttore Guido Salvini, come cita il procedimento penale concernente l'omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo "Iaio" Iannucci sono [4] :
«il sequestro nella sua abitazione nel 1978 a seguito di un arresto avvenuto a Roma per un'altra aggressione, di fotografie di Fausto e Iaio e dei funerali degli stessi acquisite presso l'archivio di uno zio giornalista a Cremona. La disponibilità di tali fotografie appare assolutamente ingiustificata trattandosi non di fotografie di camerati, ma di avversari politici caduti per di più in un'altra città;»
«presenza di Mario Corsi, unitamente ad altri camerati romani, secondo la testimonianza di Mario Spotti sostanzialmente non smentita dallo stesso Corsi, a Cremona nei giorni circostanti l’omicidio. In tale città, in quel periodo prestava servizio militare un altro esponente del F.U.A.N., Guido Zappavigna, mentre Mario Spotti si era poco tempo prima recato a Roma per acquistare una pistola da Franco Anselmi. Mario Spotti ha inoltre ammesso di avere distrutto la propria agenda del 1978 che poteva fornire ulteriori dettagli dei legami logistici fra Roma e la Lombardia. Lo stesso, coinvolto in altre vicende di armi a Bolzano, si è suicidato circa 2 anni orsono.»
«indicazioni, sia pur generiche, in ordine alla responsabilità del gruppo CORSI nel duplice omicidio, provenienti dai pentiti dell’area di estrema destra Cristiano Fioravanti, Walter Sordi, Stefano Soderini, Paolo Bianchi, Patrizio Trochei e Angelo Izzo, mentre le indicazioni di Sergio Calore e Paolo Aleardi riguardano genericamente la destra romana. In particolare Paolo Bianchi avrebbe ricevuto dal Corsi una sorta di confessione diretta e caratterizzata da qualche particolare (cfr. episodio della cabina telefonica) in occasione di una successiva azione di autofinanziamento commessa in comune con il gruppo di CORSI;»
«soprattutto Angelo Izzo ha parlato di un episodio avvenuto a Milano nel 1978 riconducibile, quale modus operandi, al duplice omicidio di Fausto e Iaio in quanto rivolto contro un altro esponente del Leoncavallo (seppure a livello più alto) e commesso da elementi dell'estrema destra romana in trasferta. Angelo Izzo ha infatti dichiarato di avere appreso da Valerio Fioravanti e Mario CORSI che costoro si erano recati a Milano, nel 1979 , insieme a Guido Zappavigna con l'intenzione di uccidere Andrea Bellini, esponente prima del gruppo Casoretto e poi del Circolo Leoncavallo, che allora era sospettato di avere partecipato all'uccisione dello studente missino Sergio Ramelli (cfr. interrogatori Izzo, 4.5.1988, 14.3.1989 e 19.9.1991). In tale occasione Guido Zappavigna aveva preso alloggio presso un albergo, portando con sè le armi necessarie per l'azione, e Valerio Fioravanti gli aveva addirittura chiesto di provare uno dei silenziatori sparando un colpo all'interno della camera. Il gruppo appoggiato da una struttura logistica milanese conosciuta da Fioravanti, aveva avuto a disposizione un furgone con targhe false, ma, dopo alcuni appostamenti, non avendo potuto vedere Bellini, aveva rinunciato all'operazione. In tale occasione Mario Corsi si era lamentato con Fioravanti in quanto per l'azione dell'anno precedente egli non aveva potuto usufruire degli appoggi logistici di cui FIORAVANTI disponeva a Milano.»
Tra le varie piste con altri delitti avvenuti a militanti della sinistra il giudice istruttore trova alcuni collegamenti:
«Stefano SODERINI (cfr. verbali dinanzi all’A.G. di Roma acquisiti in tabulato), Angelo IZZO (cfr. interr. 19.9.1991) e Cristiano Fioravanti hanno sottolineato l’estrema pericolosità di Carminati e del suo gruppo, caratterizzato da un anti comunismo viscerale, molto compartimentato e probabilmente responsabile di altre azioni di "killeraggio" quali l’omicidio a Roma dell’esponente dell’Autonomia Operaia Valerio Verbano (cfr. interr. SODERINI al P.M. di Roma, 15.4.1986 e 28.5.1986 e interr. SORDI a questo ufficio, 7.9.1991);»
Il 28 agosto 1980 viene arrestato per l'inchiesta sulla strage della stazione di Bologna insieme ad altri appartenenti al gruppo NAR , per un totale di 28 ordini di cattura tra cui Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi, Francesca Mambro, Valerio Fioravanti, Aldo Semerari, Maurizio Neri. Vengono subito interrogati a Ferrara, Roma, Padova e Parma. Saranno poi tutti rilasciati nel 1981[5] .
Il 20 aprile 1982 il Tribunale di Roma condanna Corsi, assieme a Massimo Morsello, Emanuele Appio e Maurizio Catena, per l'assalto del 1979 alla scuola romana Fratelli Bandiera.
Il 28 maggio dello stesso anno viene rinviato a giudizio insieme ad altri 55 militanti dei NAR, in cui il giudice istruttore contesta
«220 capi di imputazione che vanno dalla strage alla rapina, omicidio, violazione della legge sulle armi, danneggiamento doloso.»
Nel 1984 viene condannato per gli incendi nei cinema "Induno" e "Gardena", avvenuti a Roma tra il 1979 e il 1980.
Nel dicembre dello stesso anno viene accusato dell'omicidio del giovane simpatizzante del Pci, Ivo Zini, freddato in Via Appia nel 1978 mentre leggeva l'Unità a una bacheca. Nel maggio 1985 con la sentenza denominata "Nar 1" Corsi riceve una condanna a 9 anni[6] mentre per il delitto Zini viene prosciolto per non aver commesso il fatto, sentenza poi ribaltata al secondo grado. In appello Corsi viene condannato a 23 anni di carcere. Per lui la Corte d'Assise di Appello di Roma emette un mandato di cattura. Il 9 aprile 1987, la Cassazione dispone un nuovo processo per Corsi relativo sempre a Zini e Corsi ottiene l'assoluzione, ratificata poi definitivamente nel 1989.
Si riapre nel 1991 il processo a suo carico per il delitto di Fausto e Iaio, per il quale era stato prosciolto. Dopo nove anni, il 24 settembre 1999, il Pm di Milano Stefano Dambruoso chiede l'archiviazione del procedimento.
«Nel corso delle deposizioni successive, Spotti precisava che il Corsi si era recato a Cremona frequentemente perché aveva dei parenti e, soprattutto, perché in collegamento con il MSI locale ed in particolare con Cavazzi con cui aveva rapporti privilegiati, nonché con Arnoldi, Ratti, Di Felice, Protti. Aggiungeva, anche ad interpretazione della lettera inviata al Corsi, che lo stesso era interessato sia ad un’opera di infiltrazione negli ambienti dell’estrema sinistra, sia a procurarsi dell’esplosivo e che perciò era in contatto con lui. Circa i rapporti del CORSI con Milano, riferiva che lo stesso gli aveva parlato, anche precedentemente all’incontro in questione, di contatti con la sede milanese del MSI di via Mancini. A Roma, invece, il CORSI frequentava, unitamente allo Zappavigna, la sede del FUAN di via Siena.»
Il 27 settembre 1996 viene arrestato assieme ad altri esponenti della tifoseria romanista, accusati di aver esercitando pressioni su dirigenti della società giallorossa, orientando contro l'opinione pubblica della piazza tramite il mezzo radiofonico ed esigendo pacchetti di ingressi gratuiti allo stadio delle partite della AS Roma, paventando probabili disordini sugli spalti. Vengono inoltre accusati anche di effettuare irruzioni in radio private per obbligare la loro partecipazione alle trasmissioni e far leggere i propri comunicati; minacce a giornalisti e cronisti sportivi di quotidiani romani; e per l'esposizione allo stadio di striscioni di chiara matrice intimidatoria. Vengono poi emessi dal Gip del tribunale di Roma altri provvedimenti per violenza privata, in seguito alle indagini condotte dalla Digos della questura di Roma, diretta da Domenico Vulpiani [7] [8] [9]
Il 18 marzo 2000, il consigliere di Rifondazione Comunista Umberto Gay denuncia pubblicamente Corsi [10] :
«Io accuso Mario Corsi di essere nella migliore delle ipotesi la "spalla" e nella peggiore il killer di Fausto e Iaio. Mi assumo le mie responsabilità - spiega Gay, che per rendere pubblica la sua denuncia ha incontrato i giornalisti nel palazzo di giustizia di Milano - e per la prima volta siete di fronte ad un soggetto privato che sceglie di accusare una persona con nome e cognome per quel delitto.»
Corsi annuncia una querela nei confronti di Umberto Gay ma il consigliere di Rifondazione Comunista [11] dichiara di non avere ricevuto alcuna querela paventata da Mario Corsi per le dichiarazioni sul caso Fausto e Iaio.
Nel dicembre 2000 il magistrato Clementina Forleo archivia[12] la sua posizione per insufficienza di prove [13] [14] .
«Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva ed in particolari degli attuali indagati, appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura del reato delle pur rilevanti dichiarazioni.»
Carriera Radiofonica
Nei primi Anni '90, essendo stato insieme a Guido Zappavigna uno dei dei leader dei Boys, gruppo ultras della curva sud, nel periodo della dirigenza di Giuseppe Ciarrapico veniva invitato ad intervenire telefonicamente a numerose trasmissioni radiofoniche calcistiche nelle radio private romane.
Contemporaneamente Mario Corsi è per anni responsabile di Easy London a Roma, il cui fondatore è il neofascista Roberto Fiore rifugiatosi con Massimo Morsello ed altri a Londra negli anni '80 [15]
Passa poi direttamente alla conduzione, su Radio Incontro, come spalla di Bruno Ripepi. Nel corso della stagione 1996/97 Ripepi lascia la radio e Corsi viene chiamato a condurre la trasmissione.
Nel 1998 la trasmissione cambia nome in Te La Do Io Tokyo. Nel 2001 la trasmissione si sposta su Rete Sport.
Dal 2005 Te La Do Io Tokyo si sposta su un'altra emittente romana, Centro Suono Sport.
La sua attività anche radiofonica, in relazione alle frange estremiste del tifo, è stata oggetto di critiche. [16] [15]. Nel 2008 la trasmissione da lui condotta viene accusata di avere minacciato i cronisti Sky [17] [18], la notizia viene smentita da Corsi e tutta la redazione della trasmissione [19]
Note
- ^ Cfr. Ucciso dai Nar all'Alberone, la Repubblica, 3 settembre 2004, pag. 7.
- ^ Cfr. Andrea Barbera (a cura di), Ivo Zini, Reti Invisibili.net.
- ^ Fausto e Iaio, prove sparite e indagine archiviata - Corriere della Sera - Pagina 49 -15 dicembre 2000
- ^ Tribunale civile e penale di Milano — Procedimento penale del Giudice Salvini — 14 luglio 1997
- ^ Strage di Bologna, 23 anni dopo RAI NEWS — 02 agosto 2003
- ^ Assalti, attentati e un omicidio - ai NAR quattro secoli di carcere, 1985, Repubblica
- ^ Ricatti, botte e minacce ai cronisti del calcio, 1996, Repubblica
- ^ Roma, finisce in trappola la banda dell'olimpico, 1996, Repubblica
- ^ Indagini - Sette arresti tra i capi tifosi della Roma Corriere della Sera
- ^ - «Vi dico chi ha ucciso Fausto e Iaio» - Corriere della Sera - Pagina 18 - 19 marzo 2000
- ^ Gay: 'L'assassino ha un nome ma non si vuole fare piena luce', 2000, Repubblica
- ^ Fausto e Iaio, prove sparite e indagine archiviata - Corriere della Sera - Pagina 49 -15 dicembre 2000
- ^ Tribunale di Milano - DECRETO DI ARCHIVIAZIONE - Il Giudice Dr. Clementina Forleo - 6 Dicembre 2000
- ^ Fausto e Iaio, prove sparite e indagine archiviata - Corriere della Sera - Pagina 49 -15 dicembre 2000
- ^ a b I legami neofascisti e il tifo violento - La Voce delle voci - 01 aprile 2004
- ^ Estermisti infiltrati in curva, ecco i nuovi padroni su Repubblica — 23 marzo 2004 pagina 12 sezione: SPORT
- ^ I cronisti Sky minacciati da radio romana, 2008, Repubblica
- ^ La rabbia dei romanisti si scatena su Sky, 2008, Corriere della Sera
- ^ Smentita di Mario Corsi e tutta ‘Te la do io Tokyo’
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- Fausto e Iaio
- Daniele Biacchessi
- Reti invisibili
- Stragi
- RAI
- Pagina di approfondimento sul vecchio sito del CSOA Leoncavallo
- easy london di Peter Gomez
- Sull’estrema destra romana
- archivio900
Video Audio e interviste
- Fausto e Iaio - Intervista con la madre Danila Tinelli
- 18 Marzo 1978 - Fausto e Iaio Confini RAI 3
- Fausto e Iaio Trent'anni dopo 1978-2008
- Come Radio Popolare raccontò Fausto e Iaio
Bibliografia
- "Lotta Continua", "L'Unità", "L'Avanti!" dei giorni immediatamente successivi l'omicidio.
- V. Borracetti, (a cura di), "Eversione di destra terrorismo e stragi. I fatti e l'intervento giudiziario", Franco Angeli, Milano 1986. In particolare il saggio di G. Capaldo, L. D'Ambrosio, "L'eversione di destra a Roma dal 1977 al 1983".
- G. Bianconi (a cura di), "A mano armata. Vita violenta di Giusva Fioravanti", Baldini&Castoldi, Roma 1996.
- Baldoni, S. Provvisionato, "A che punto è la notte?", Vallecchi, Firenze 2003.
- Daniele Biacchessi. Fausto e Iaio. La speranza muore a diciotto anni. Baldini Castoldi Dalai, 1996. ISBN 9788880890942.
- “Calcio e politica: la vera mappa dell’odio” da L’Espresso, 2 dicembre 1999
- Strage di Bologna, 23 anni dopo RAI NEWS, 02 agosto 2003