Efisio Marini: differenze tra le versioni
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*[http://www.efisiomarini.info/ EfisioMarini.info |
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*La Collezione Anatomica Luigi Rolando dell'Università di Sassari contiene un reperto realizzato dal Marini [http://www.unifi.it/unifi/anatistol/anatomia/segato/] |
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[[Categoria:Accademici italiani|Marini, Efisio]] |
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Versione delle 21:43, 8 mar 2008
Efisio Marini (Cagliari, 1835 - Napoli, 11 settembre 1900) è uno scienziato italiano, studioso di Medicina e Storia Naturale, conosciuto anche con l'epiteto de il "Pietrificatore" per merito delle sue ricerche nel campo della conservazione di cadaveri e parti anatomiche.
Biografia
Efisio Marini nacque all'interno di una famiglia di commercianti, numerosa ed abbiente. Dopo aver conseguito all'Università di Pisa le lauree in Medicina e Scienze Naturali torna, nel 1861, nella città natale ottenendo un incarico di assistente al Museo di Storia Naturale cittadino, incarico che però non riuscì a soddisfare le ambizioni dello scienziato.
Negli stessi anni, elabora un metodo completamente personale di mummificazione che permette di pietrificare i cadaveri senza effettuare tagli o iniezioni sugli stessi, metodo che sarà poi in grado di invertire restituendo ai corpi il colore e la consistenza originali. Il primo successo con questo tipo di esperimento lo ottenne operando su un braccio umano.
Nonostante il valore delle sue scoperte, Marini non gode a Cagliari di una buona fama tra il popolo che su di lui faceva girare epigrammi in dialetto improntati a scetticismo e timore superstizioso. Tuttavia, ciò che veramente ferisce e indigna Marini è l'indifferenza, o addirittura l'ostilità, riservatagli dal modesto ambiente accademico cagliaritano, nel quale non otterrà la desiderata cattedra. Così, per ambizione e per disgusto verso l'università del capoluogo sardo, compiuti 30 anni lascia Cagliari dopo aver gettato tutte le sue opere in mare, dal quale si dice traesse ispirazione.
Gli anni di Napoli e i primi successi
Nel 1865 si trasferisce Napoli, città in cui stabilisce legami con personaggi del mondo non scientifico come Giovanni Bovio, autore dell'epitaffio tutt'ora presente nell'atrio dell'università di Cagliari, e Salvatore di Giacomo. Intanto la sua fama cresce in tutta Europa e, nel 1867, viene invitato all'Esposizione Universale di Parigi, per la quale pietrifica il piede di una mummia egizia restituendogli poi la consistenza naturale; grazie a quest'opera otterrà l'interessamento di Napoleone III, che darà al celebre chirurgo Nelanton il compito di controllare la validità del suo operato. Per questo servizio offerto al sovrano Marini verrà insignito della Legion d'Onore. Lo stesso anno l'autorevole rivista medica "The Lancet" gli dedicherà un articolo.
Marini, continuando a considera il suo metodo di pietrificazione la chiave per accedere all'università di Cagliari, continua a mantenerne gelosamente (e inutilmente) il segreto. In questi anni mummifica personaggi celebri come Luigi Settembrini e il marchese d'Afflitto, ed espone i risultati del proprio lavoro a Vienna, Londra, Parigi, Milano, Torino e Roma. In tutte queste occasioni Marini mostra la pietrificazione di sangue, organi interni e persino della mano di una giovane fanciulla.
Lo scienziato pietrificò inoltre il sangue, raccolto sull'Aspromonte, di Giuseppe Garibaldi, modellandolo a forma di medaglione - oggetto che donerà all'Eroe dei due Mondi, il quale ringrazierà Efisio Marini con una lettera ufficiale.
Gli ultimi anni
Tornato a Napoli prese ad esercitare la professione di medico, conducendo una vita disagiata e circondato da un alone sinistro creatosi intorno a lui grazie anche alla propria dimora, disseminata di reliquie anatomiche di persone e animali. In questo modo vive tristemente il resto dei suoi giorni spendendo tutti i suoi averi nelle ricerche ed ossessionato dalla paura che il proprio segreto gli venisse rubato.
Morì a Napoli l'11 settembre del 1900 senza rivelare le formule necessarie per attuare il suo metodo di imbalsamazione. Le sue opere sono conservate nel Museo Anatomico di Napoli. Inoltre, nella Facoltà di Medicina di Sassari, è conservata la mano di una fanciulla pietrificata nel 1864 e donata nel 1876 da Efisio Marini alla città come segno di gratitudine per una medaglia d'oro assegnatagli nello stesso anno, uno dei pochi riconoscimenti che gli riservo la sua terra d'origine.
Collegamenti esterni
- Sito dedicato a MariniEfisioMarini.info
- La Collezione Anatomica Luigi Rolando dell'Università di Sassari contiene un reperto realizzato dal Marini [1]