Visualizza wikitesto di Storia di Palmi

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La '''storia di [[Palmi]]''' riguarda le vicende della città, dalla sua fondazione sino ad oggi.

== Premessa ==
{{citazione|Colà, fra [[Morus (botanica)|gelsi]], gli [[olea europaea|olivi]], ed altri alberi fruttiferi, e hortaglie divien vaga [[Palmi]], con la [[piazza]] in quadro perfetto, colma di botteghe, col [[Cinema teatro Sciarrone|Teatro]] per le Comedie| abate [[Giovan Battista Pacichelli]], ''Il Regno di Napoli in prospettiva'', 1693<ref>Periodico "Madre Terra News" n. 27 - Marzo 2012 Pag. 26-7</ref>}}
Prima della metà del [[X secolo]] [[Palmi]] non esisteva, ma è da ritenersi che alcune [[casa colonica|case coloniche]], appartenenti alla vicina città di [[Tauriana]], si dovessero trovare sparse per l'allora contrada ''De Palmis'', così chiamata a causa delle numerose [[Arecaceae|palme]] che ivi crescevano spontaneamente.<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 3-4|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Non è da escludere, però, che già in precedenza la città di [[Palmi]] potesse esistere in quanto, nel [[VI secolo]], [[Cassiodoro]] in una lettera indirizzata ad Anastasio ("cancellaro" della [[Bruzi]]a e della [[Lucania]]), elogiò un [[vino]] chiamato «Palmaziano» ed argomentò che questo nome derivasse da quello di un territorio anche se, successivamente, i glossatori ritennero che fosse riferito non ad un territorio, ma alla sua eccellente superiorità.<ref>{{Cita|De Salvo|p. 4|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

==Il territorio prima di Palmi==
===Età del Bronzo===
{{Vedi anche|Grotta della Pietrosa|Parco archeologico dei Tauriani}}
Il territorio comunale fu abitato fin dall'[[Età del bronzo]], come testimoniato dai rinvenimenti ottenuti negli scavi condotti, dal [[1991]], nella [[Grotta della Pietrosa]].<ref name=TINE>{{Cita|Tiné|pag. 127|AA.VV, 2002}}.</ref> Difatti i reperti rinvenuti sono [[ceramica|ceramiche]], principalmente della fase tarda dell'[[età del bronzo]], che provano di come la zona fosse abitata in quel periodo. Altri reperti invece sono interpretabili come importazioni dell'area [[Egeo|egea]]. Ciò porta a pensare che le coste tirreniche calabresi rientrassero nelle rotte del commercio miceneo.<ref name=TINE/> Sempre dell'Età del Bronzo sono databili anche i resti delle capanne di un villaggio, attivo per circa mille anni, e localizzati a [[Taureana di Palmi]].<ref>{{cita web|url=https://parcoarcheologicodeitauriani.blogspot.it/p/villaggio-protostorico.html|titolo=https://parcoarcheologicodeitauriani.blogspot.it/p/villaggio-protostorico.html|accesso=2 maggio 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150714171713/http://parcoarcheologicodeitauriani.blogspot.it/p/villaggio-protostorico.html|dataarchivio=14 luglio 2015|urlmorto=sì}}</ref>

===Tauriana===
[[File:Selciato Romano - Parco Archeologico dei Taureani - Palmi (RC) - foto2.JPG|thumb|Una strada romana che collegava Tauriana con la via Popilia]]
[[File:Tabula Peutingeriana Tauriana.png|left|thumb|upright=1.4|[[Tavola Peutingeriana]]: Segmentum VI; rappresentazione dell'estremità meridionale della Calabria e dello Stretto, con evidenziata Tauriana]]
{{Vedi anche|Tauriana|Diocesi di Tauriana}}
In epoca antica, nel territorio comunale di Palmi sorgeva una città chiamata [[Tauriana]], che costituiva l'estremo nord della ''chora'' di [[Reggio Calabria|Rhegion]].<ref name="ReferenceC">{{Cita|Settis|pag. 67|Salvatore Settis, 1987}}.</ref> Sulla fondazione della città, alcune leggende narrano di una possibile colonizzazione [[achei|achea]] dell'area.<ref>{{Cita|Settis|pag. 66|Salvatore Settis, 1987}}.</ref> La città è segnalata anche in atti ufficiali di età successiva, quando [[Tito Livio]] asserisce che, nel [[212 a.C.]], in occasione della [[Seconda guerra punica]], «in Bruttiis» vi fu il passaggio dei Taureani, unitamente ai Cosentini, «sotto la protezione di Roma».<ref>{{Cita|Agostino|pag. 18|AA.VV, 2002}}.</ref> Anche {{chiarire|[[Catone]]}} narra dell'esistenza del popolo dei Tauriani, dando un'indicazione della zona in cui vi era il loro territorio. Il confine con quello di [[Reggio Calabria|Rhegion]] era dato dal fiume "Pecoli"<ref>Originum reliquiae, fr. 71 Peter, p. 75 Probus, ad Verg. Buc.</ref> e, secondo alcuni archeologi, questo passo catoniano darebbe una base storica alla leggenda sui legami di [[Tauriana]] con gli [[achei]].<ref name="ReferenceC"/>
Di una «città dei Tauriani» scrivono inoltre [[Pomponio Mela]]<ref>De Chor., II 4, 67-68</ref> e [[Plinio il Vecchio]]<ref name="ReferenceA">[[Naturalis historia]], XIII, 5, 10</ref> nel [[I secolo d.C.]]. Quest'ultimo la definisce come «Tauroentum oppidum». La ''[[Cosmografia ravennate]]'' cita, per l'[[Tarda antichità|età tardo antica]], Tauriana tra le città collocate «vicino allo stretto che divide la [[Sicilia]] e l'[[Italia]]».<ref>Cosmogr., IV 32</ref> Anche la [[Tavola Peutingeriana]], nel segmento VI, riporta l'esistenza della città di Tauriana in [[età imperiale]].

Attorno al [[III secolo|III]]-[[IV secolo]] la città divenne [[Diocesi di Tauriana|sede vescovile]].<ref>{{Cita|Mazza|pag. 18|Fulvio Mazza, 2004}}.</ref> In [[età bizantina]], all'interno del [[Thema di Calabria]], Tauriana ricadeva nell'area della "Turma delle Saline".<ref>{{Cita|Guillou|pagg. 315-330|André Guillou, 1976}}.</ref>

Negli anni intorno al [[590]], Tauriana fu preda di scorrerie [[longobardi|longobarde]] provenienti dal [[ducato di Benevento]]<ref>''Storia della Calabria vol. 2'', pag. 3</ref> e, nei secoli successivi, si verificarono scorrerie [[saraceni|saracene]]. Tra il [[VII secolo]] e l'[[VIII secolo]] [[Tauriana]] risultò già gravemente danneggiata o dai saraceni d'[[Africa]] o dai [[longobardi]].<ref>G. Minasi "Lo Speleota ovvero Sant'Elia di Reggio Calabria" Napoli 1893</ref> Oltre questo, sono le poche le notizie che ci sono pervenute sulla vita della città e sono contenute nel ''bios'' della vita di [[Fantino il Vecchio|san Fantino il Vecchio]], nativo di [[Tauriana]], scritto nell'[[VIII secolo]] da Pietro, vescovo della [[Diocesi di Tauriana|diocesi]].<ref>{{Cita|Saletta|Vincenzo Saletta, 1963}}.</ref>

===Il resto del territorio in età antica===
{{Vedi anche|Porto Oreste|Grotte di Pignarelle}}
Nella zona di [[Tauriana]], tra l'altro, vi era più a sud un luogo frequentato e molto noto fin dal I secolo d.C., anch'esso citato da [[Plinio il Vecchio]], che lo chiama con il nome di ''[[Porto Oreste|Portus Orestis]]''.<ref name="ReferenceA"/> [[Gabriele Barrio]] lo riconobbe nella zona di ''Rovaglioso'', però non vi furono ruderi ne altro che potessero attestare l'esistenza di una città in tempi remoti. Pertanto, nei primi secoli dell'era cristiana, non dovette esistere che qualche [[villaggio]] il quale, forse transitoriamente tra il [[V secolo]] ed il [[VI secolo]], godette di una [[diocesi|residenza vescovile]].<ref>Antonio De Salvo "Notizie su Metauria e Tauriana" p. 78</ref> Difatti vi sono storiografi che affermano che la città di [[Porto Oreste]] fosse un'antichissima [[Diocesi|sede vescovile]].

Inoltre, nel periodo compreso tra il [[VI secolo]] e l'[[VIII secolo]], quando numerosi monaci bizantini scelsero la [[Calabria]] in conseguenza delle persecuzioni iconoclaste proclamate da [[papa Leone III]] e dall'occupazione della [[Sicilia]] da parte dei [[saraceni]], venne realizzato, nell'attuale contrada Pignarelle, un [[Grotte di Pignarelle|insediamento rupestre]] di impronta [[monachesimo|monastica]] [[bisanzio|bizantina]].

Altre notizie riguardano il [[Monte Sant'Elia (Palmi)|monte Sant'Elia]], allora chiamato ''Salinas''.<ref name="TEMA">{{Cita|Leopardi|pag. 65|Anselmo C. Leopardi, 1988}}.</ref><ref>Il nome derivava dal toponimo dato all'attuale Piana di Palmi, cioè Turma delle Saline. La Turma delle Saline era una suddivisione, in quel tempo, del [[Calabria (thema)|''thema'' di Calabria]], cioè la suddivisione amministrativa dell'Impero Bizantino istituita al tempo dell'imperatore Eraclio I</ref> Difatti, già da prima del [[X secolo]], la montagna era rinomata per l'esistenza di [[Chiesa di Sant'Elia (Palmi)|alcuni conventi]] di [[monaci basiliani]].<ref>{{Cita|De Salvo|pag. 10|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> [[Chiesa di Sant'Elia (Palmi)|Uno di questi]] venne fondato, nell'anno [[884]], da [[Elia di Enna]] e le cronache riportano che nella [[Chiesa di Sant'Elia (Palmi)|chiesa del monastero]] vi venne sepolto in seguito anche [[Filarete di Calabria|san Filarete]], che passò nel convento gran parte della sua vita.<ref>{{cita web|url=http://www.sanfrancescosales.it/I%20Nostri%20Santi/S.Filarete%20Ortolano%20PA.htm|titolo=Storia di san Filarete|accesso=5 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121017050402/http://www.sanfrancescosales.it/I%20Nostri%20Santi/S.Filarete%20Ortolano%20PA.htm|dataarchivio=17 ottobre 2012}}</ref>

==La nascita di Palmi==
===La distruzione di Tauriana===
Nel [[951]] l'[[emiro]] di [[Palermo]] [[Abū l-Qāsim al-Hasan]], per il mancato [[tributo]] dovutogli dai [[Impero bizantino|bizantini]] a cui apparteneva la parte estrema dell'[[Italia meridionale]], spedì agguerrite milizie decise ad occupare la [[Calabria]]. Chiesto aiuto al [[califfo]] d'[[Africa]], questi mandò prontamente Farag Mohadded con un esercito di saraceni ed una numerosa armata. Pertanto espugnata [[Reggio Calabria]], l'esercito percorse tutto il versante meridionale della [[Calabria]] apportando ovunque devastazioni, saccheggi ed eccidi. I taurianensi intanto, saputo della venuta dei [[saraceni]], pensarono di salvarsi altrove poiché nella loro [[città]] non potevano apprestarsi ad una valida difesa essendo la stessa sguarnita di [[mura (fortificazione)|mura]], scarsa di popolazione ed in gran parte ancora rovinata dalle precedenti incursioni. Per questo furono costretti a rifugiarsi nei più vicini [[castello|castelli]] e [[fortezza|forti]] ed abbandonare la nativa [[Tauriana]]. La quale fu, infatti, assalita da una turba di [[Saraceni|agareni]], [[Mori (storia)|mori]] e [[cartagine]]si che, non trovando abbondante bottino, la distrussero interamente devastando tutto il territorio circostante.<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 11-12|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> La parte dei taurianensi dedita ai traffici ed alle arti marinaresche, trovandosi a disagio nei paesi interni, prescelse a stabile dimora il luogo eminente della parte alta della [[costa|costiera]], tra il [[Monte Sant'Elia (Palmi)|monte Aulinas]] ed il [[fiume]] [[Petrace|Metaurus]], cioè sulle alture di [[Porto Oreste]] nella contrada ''De Palmis''. Per tradizione, il villaggio che vi edificarono, si suppone che corrisponda all'odierno rione [[Cittadella (Palmi)|Cittadella]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 15|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

== XI secolo ==
[[File:Roger I of Sicily (Troina).jpg|thumb|Ruggero I]]
Nell'[[XI secolo]] [[Seminara]] era rimasta la sola [[città]] a sorgere non lontano dal [[mare]], pertanto cominciò ad esercitare la sua [[giurisdizione]] su vaste e spopolate contrade, tra le quali quelle che andavano formandosi nel territorio dell'antica [[Tauriana]] ed, in particolare, sul villaggio [[Palmi|De Palmis]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 22|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Il villaggio è citato nel [[1061]] da [[Ruggero I di Sicilia]], che era divenuto nello stesso anno [[conte]] di [[Calabria]], poiché dispose di donare i fondi appartenenti alla distrutta [[Tauriana]] alla [[chiesa di Santa Maria e dei XII apostoli]] di [[Bagnara Calabra|Vagnara]], tra i quali la chiesa di «[[Chiesa di San Giorgio (Palmi)|San Georgium da Palmis]] che cum pertinentiis et terris suis».<ref name="DeSalvo">{{Cita|De Salvo|p. 24|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> Nel [[1086]], invece, il conte aggiunse il territorio abbandonato della [[diocesi di Tauriana]], essendone tra l'altro rimasta vuota la sede, alla nuova [[diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea|diocesi di Mileto]].<ref name="DeSalvo" />

== XII secolo ==
Il 4 febbraio [[1169]] un terribile [[terremoto di Catania del 1169|terremoto]], con epicentro a [[Catania]] e stimato di 6.6 gradi della [[scala Richter]], cagionò immense rovine ed un grande numero di morti in tutta la [[Calabria]] meridionale.<ref name=DESA>{{Cita|De Salvo|pp. 26, 28|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref><ref>[https://www.ilmessaggero.it/italia/terremoto_catania_sicilia_elenco_storia-4020958.html Terremoto a Catania: nel 1169 il sisma che fece 15mila morti]</ref>

Provocò ancora più danni e morti invece il terremoto del 24 maggio [[1184]],<ref name=DESA /> con epicentro nella [[Valle del Crati]] e stimato di 6.0 gradi della [[scala Richter]].

== XIII secolo ==
Si presume che, in questo secolo, il villaggio di [[Palmi|Palmae]] prese incremento, e ciò ebbe a destare l'ambizione su di esso dei feudatari dei [[castello|castelli]] o delle terre vicine. Per questo, al tempo della dominazione [[angioini|angioina]], la città cominciò certamente ad essere soggetta a qualche [[feudatario]].

Il 5 aprile del [[1230]] vi fu un gran [[terremoto]] che distrusse in parte [[Reggio Calabria]] e tutte le terre vicine ad essa.<ref name=DESA/>

== XIV secolo ==
Nel [[XIV secolo]] comunque le dimensioni dell'abitato dovevano essere ancora piuttosto contenute, poiché in alcuni documenti tra il [[1310]] ed il [[1311]] viene riportata l'esistenza di un'unica chiesa, [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|dedicata a san Nicola]].<ref name=ROSAGO>{{Cita|Agostino|pagg. 229-230|AA.VV, 2002}}.</ref> Inoltre il villaggio non era munito di mura difensive, poiché all'epoca non era usato l'appellativo di ''castrum'' o ''castellum'', e la mancanza del toponimo ''motta'' inoltre fa presupporre che si estendesse in un pianoro.<ref name=ROSAGO/>

Nel [[1333]], nella lista dei [[barone|baroni]] di [[Calabria]], figurò un certo Jacobus De Roto di [[Seminara]] come ''utile signore'' della città. Pare che, tale De Roto, non solo esercitasse il dominio di ''utile signore'' ma che avesse, dal governo angioino, l'incarico di stare con gente armata in guardia per le costiere da eventuali approdi nemici.

== XV secolo ==
[[File:FerdinandCatholic.jpg|upright=0.7|thumb|Ferdinando II di Aragona]]
L'abitato, nel [[XV secolo]], cominciò a diventare un [[villaggio]] piuttosto notevole, continuando però a seguire ancora le sorti di [[Seminara]], della quale rimaneva casale.<ref>{{Cita|De Salvo|p. 85|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> Già nel [[1466]] il paesaggio circostante l'abitato era caratterizzato da [[olivi]], e le notizie risalenti all'epoca riportano di come l'economia cittadina fosse legata alla produzione dell'[[olio d'oliva|olio]], oltreché di ''citragnulj'' (arance amare), orti e vigne. Non vi sono disegni o dipinti della città del [[XV secolo]], ma la storia della [[Calabria]] dell'epoca lascia presupporre che l'abitato fosse costituito dalle case con la chiesa che dominava il borgo medievale. Attorno al centro sorgevano mulini e sul mare la [[tonnara]] per la pesca del [[pesce spada]].<ref name=ROSAGO/>

In questo secolo vi furono distruzioni, ad opera dei saraceni, di alcuni luoghi e chiese che sorgevano nei territori dell'antica [[Tauriana]].

Nel [[1495]] il re [[Ferrandino d'Aragona]], dopo aver subito una sconfitta nella [[Battaglia di Seminara (1495)|prima battaglia di Seminara]] (parte della [[prima guerra italiana]]), contro le truppe del generale [[Robert Stuart d'Aubigny]], cercò rifugio nel villaggio di Palmae. Lo stesso re, per opporsi al tentativo francese di annessione del [[Regno di Napoli]], aveva organizzato una guerra contro le suddette truppe inviando, nel [[1494]], [[Gonzalo Fernández de Córdoba]] che si era distinto in precedenza nella presa di [[Granada]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 99|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Sempre nel 1495 Carlo Spinelli, altre volte detto Jacopo, divenne conte della città di Seminara e quindi feudatario anche di Palmae.<ref name=ACL/>

==XVI secolo==
===L'ascesa di Palmi===
Agli inizi del [[secolo]] il paese, che veniva chiamato ''Parma''<ref>Gabriele Barrio, De Antiquitate et situ Calabriae, Romae, 1571, Hb. II cap. XVIII</ref> o ''[[Palmi|Palma]]'',<ref>Frà Lando Alberti, Descrizione di tutta Italia, Venezia 1596, v. Calabria, pag. 201</ref> pur essendo soggetto ancora a [[Seminara]], incrementò la sua importanza attirando tutti i traffici marittimi che si esercitavano lungo la [[riviera]] da [[Scilla (Italia)|Scilla]] e [[Bagnara Calabra]] a [[Nicotera]], utilizzando come scali la sua [[Marina di Palmi|Marina]] e la [[Lido di Palmi|Marina di Pietrenere]], località vicino all'antica [[Tauriana]]. Gli abitanti del paese, quasi tutti [[marinaio|marinai]], con le loro [[feluca (imbarcazione)|feluche]] tenevano i [[commercio|commerci]] che arrivarono fino a [[Napoli]] ed in pochi anni i suoi territori, fertili di ogni prodotto, giunsero ad esportare in notevole abbondanza [[olio d'oliva]], [[vino]], [[cereali]], [[seta]] ed in minor quantità [[lana]], [[pelle|pelli]], [[cera]], [[miele]] ed altri prodotti. Lo sviluppo del commercio e delle [[industria|industrie]] permise alla popolazione di godere di un periodo di benessere e di ricchezza. Per questo, dai monti e dai paesi vicini, immigrarono a Palma molte persone. Il feudo di [[Seminara]], nel periodo di Carlo Spinelli, contava quindi sia una ricca e popolosa città<ref>Seminara era la [[città]] più importante della [[provincia]] dopo [[Reggio Calabria]]</ref> sia la città più commerciale e più importante del [[Costa Viola|litorale]]<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 132-133|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> e, pertanto, lo Spinelli comprese subito che [[Palmi|Palma]], per la salubrità dell'aria, la fertilità del territorio e, ancor di più, per la sua vicinanza al mare, poteva divenire un importante centro per l'industria e commercio. Per questo si dedicò affinché diventasse un emporio commerciale di tutta la regione e le accordò la sua «speciale protezione».<ref name=ACL/>

Nel [[1509]] [[Palmi|Palma]], come tutta quanta la [[Calabria]], fu colpita da violenti [[terremoto|terremoti]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 134|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> La scossa del 25 febbraio, con epicentro [[Reggio]], ebbe un grado di 5.6 della [[scala Richter]] alla quale fece seguito uno sciame di lunga durata.

In quegli anni il benessere delle coste calabresi attirò spesso i [[pirateria|pirati]] [[Turchia|turchi]] e [[Algeria|algerini]] che, fin dall'inizio del [[XVI secolo]], invasero e saccheggiarono le terre del versante occidentale della [[Calabria]]. Nel caso di [[Palmi|Palma]], i pirati arrivavano nottetempo fin sotto il [[Monte Sant'Elia (Palmi)|Monte Sant'Elia]] e si nascondevano negli anfratti rocciosi restando in attesa, fino alle prime luci dell'[[alba]], per attaccare i navigatori depredandoli e uccidendoli. Nonostante ciò il traffico non diminuì, ma si svolse per mezzo di piccole [[Imbarcazione|barche]], sempre di [[giorno]], e dopo aver cautamente esplorato le [[costa|coste]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 144|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Il 20 luglio [[1533]] passò alla storia cittadina in quanto, durante i [[Festa di Maria Santissima del Soccorso (Palmi)|festeggiamenti della Madonna del Soccorso]], avvenne un evento definito come «[[Festa di Maria Santissima del Soccorso (Palmi)#Storia|il miracolo di Palmi]]».<ref>{{Cita|Fiore Da Cropani|p. 266|Giovanni Fiore Da Cropani, 1691}}.</ref>

Nel [[1548]], alla morte di Carlo Spinelli, divenne feudatario di [[Palmi|Palma]] il figlio Pietro Antonio Spinelli, che gli succedette alla guida della contea di Seminara.<ref name=ACL/>

===La distruzione e riedificazione===
[[File:Dragut rais.jpg|thumb|left|Raffigurazione dell'ammiraglio turco [[Dragut]].]]
Nel [[1549]] avvenne la distruzione di [[Palmi|Palma]] ad opera del [[corsaro]] [[Turchia|turco]] [[Dragut|Dragut Rais]]. Il romitorio di basiliani dedicato a [[Elia di Enna|sant'Elia profeta]], che sorgeva sopra il [[monte Sant'Elia (Palmi)|monte Salinas]], fu l'unica chiesa che scampò alle rovine delle incursioni saracene.<ref>{{Cita|De Salvo|pag. 150|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> 
[[File:Torre Saracena di Palmi.jpg|thumb|La [[Torre Saracena (Palmi)|Torre di Pietrenere]]]]
A seguito di tale devastazione, il [[duca]] di [[Seminara]] Carlo II Spinelli, che era diventato feudatario della città nel [[1555]]<ref name=ACL/> alla morte del padre Pietro Antonio, decise di riedificare la terra di [[Palmi|Palma]] e di fortificarla costituendole, con [[Gioia Tauro|Gioja]], l'[[emporio]] di ogni [[commercio]]. La città, ricostruita nello stesso luogo ove era ubicata prima della devastazione di [[Dragut]], assunse una forma rettangolare e fu circondata da [[Mura (fortificazione)|mura]] (ben alte) ai cui estremi sorsero quattro imponenti [[torre|torri]] anch'esse quadrate e attaccate alle mura di cinta.<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 157-159|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> Risale anche a questo periodo la costruzione delle due [[torre|torri di guardia]] costiera. Di esse, una fu detta "''[[Torre di San Francesco]]''" ed era ubicata in località ancora oggi detta appunto "''Torre''"; l'altra, costruita presso la chiesa di San Fantino, fu detta "''[[Torre Saracena (Palmi)|Torre di Pietrenere]]''" dal nome della marina sottostante. La data impressa sulla [[Torre Saracena (Palmi)|Torre di Pietrenere]] ([[1565]]), è da ritenersi quale data probabile della riedificazione di Palma, ad opera del [[duca]] Spinelli, e dell'istituzione del [[fedecommesso]] per il suo [[Dinastia|casato]].

A seguito della ricostruzione fortificata dalla città, lo Spinelli coniò una medaglia commemorativa dell'evento. Questa medaglia rappresenta la più antica iconografia di [[Palmi]].<ref>{{Cita|Agostino|pag. 233|AA.VV, 2002}}.</ref> Inoltre i cittadini chiamarono la città fortificata con il nome di "Carlopoli", in segno di riconoscenza per il feudatario. Pertanto, dal [[1567]], sono evidenziabili, nella toponomastica cittadina, il termine ''oppidum'' (cioè "fortificata") ed il nome di "[[Palmi|Palma]] nunc Carlopolis". Quest'ultimo termine fa pensare che la nuova città fortificata di Carlopoli sorse accanto al vecchio centro abitato di [[Palmi|Palma]].<ref>{{Cita|Agostino|pag. 231|AA.VV, 2002}}.</ref>
[[File:Medaglia Carlopoli.png|thumb|upright=1.4|left|La medaglia di fondazione di Carlopoli. Nel ''recto'' il profilo di Carlo Spinelli, nel ''verso'' il rilievo della città in prospettiva.]]
Negli anni seguenti gli abitanti della città, stimati in 508 famiglie, erano già tornati alla vita ordinaria, tanto che ricominciò l'[[immigrazione]] di popolazione dai due centri vicini di [[Seminara]] e [[Gioia Tauro|Gioja]].

Anche dopo la fortificazione della città continuarono le scorrerie dei [[Ottomani|turchi]] sulla [[costa]] palmese. In una di queste, sbarcando nuovamente i [[pirateria|pirati]] alla [[Marina di Palmi]], i corsari si accamparono in gran numero per il gran caldo presso la [[Fontana]] dell'[[acqua]] degli [[Olea europaea|ulivi]]. Disarmati, furono assaltati dai cittadini di [[Palmi|Palma]] che, con molto impeto, ne uccisero un gran numero e quei pochi che trovarono salvezza ripresero di nuovo la strada del [[mare]]. Il loro capo cadde al suolo ferito ed i cittadini lo raggiunsero e lo uccisero sdraiato su di una [[Roccia|pietra]]. Troncatogli il capo, lo portarono in trionfo nel paese sulla punta di un'asta. Fino al [[XIX secolo]] era ancora visibile la pietra su cui venne ucciso, che fu chiamata la "''pietra del drago''" (abbreviazione di [[Dragut]]). Difatti i cittadini di [[Palmi|Palma]], nell'uccidere il capo di quella tornata di pirati turchi, credettero di aver ucciso il famoso e feroce Dragut Rais.<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 161-163|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Alla morte di Carlo II, nel [[1572]], divenne feudatario di [[Palmi|Palma]] il suo primogenito Scipione Spinelli, che gli succedette nell'eredità del ducato di Seminara.<ref name=ACL/>

Nella seconda metà del [[1575]] nelle coste della [[Calabria]], tra cui [[Palmi|Palma]] anche se in modo minore,<ref>L.A. Muratori, "Annali d'Italia" 1570-1571</ref> si propagò un'epidemia di [[peste]] che era scoppiata a [[Messina]], portata da [[Levante (regione storica)|levante]] dopo la [[battaglia di Lepanto]]. Nella città peloritana il morbo, che durò 30 anni circa, procurò la morte di oltre 40.000 persone. I cittadini di [[Palmi|Palma]] accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti tramite generi di vitto e olio.<ref>{{Cita|Lovecchio|pag. 27|Francesco Lovecchio, 2000}}.</ref> Superata la calamità la città di [[Messina]], in segno di riconoscenza verso la [[Palmi|cittadina calabrese]], con delibera del Senato cittadino volle donare alle autorità ecclesiali di [[Palmi|Palma]] uno dei [[Sacro Capello|capelli della Madonna]], che veneravano fin dall'[[42|anno 42 d.C.]].<ref name=SacroCapello>{{Cita|Lovecchio|pag. 28|Francesco Lovecchio, 2000}}.</ref>

===Il riscatto dal dominio feudale===
{{Approfondimento
|titolo=Feudatari di Palmi
|contenuto=Di seguito viene proposto l'elenco cronologico dei feudatari di Palmi a partire dal [[XVI secolo]]:

Palmi casale di [[Seminara]]
* [[1495]]-[[1548]]: Carlo Spinelli;
* [[1548]]-[[1555]]: Pietro Antonio Spinelli;
* [[1555]]-[[1572]]: Carlo II Spinelli;
* [[1572]]-[[1578]]: Scipione Spinelli;
* [[1578]]-[[1634]]: ''Demanio regio'';

Palmi [[Universitas]] libera
* [[1634]]-[[1636]]: ''Demanio regio'';
* [[1636]]-[[1648]]: [[Concublet|Francesco Concublet]];
* [[1648]]-[[1661]]: [[Concublet|Domenico Concublet]];
* [[1661]]-[[1675]]: [[Andrea Concublet]];
* [[1675]]-[[1678]]: [[Concublet|Riccardo Concublet]];
* [[1678]]-[[1684]]: [[Acquaviva (famiglia)|Giosia Acquaviva]];
* [[1684]]-[[1725]]: Carlo Filippo Antonio Spinelli;
* [[1725]]-[[1766]]: Scipione III Spinelli Savelli;
* [[1766]]-[[1792]]: Giovan Battista II Spinelli;
* [[1792]]-[[1797]]: Scipione Spinelli;
* [[1797]]-[[1797]]: Gaetano Spinelli;
* [[1797]]-[[1801]]: Ferdinando Spinelli;
* [[1801]]-[[1806]]: Cristina Spinelli.
}}

In quegli anni il feudatario Scipione Spinelli, per le sue intemperanze e per le prodigalità usate, si caricò di tanti debiti e, per soddisfarli, non bastarono le sue rendite. Pertanto nel [[1578]] trattò per vendere l'intero [[feudo]] (formato dalla terra di Seminara con i [[Casale (architettura)|casali]] di [[Palmi|Palma]] e Sant'Anna) al Principe di [[Scilla (Italia)|Scilla]] e duca di [[Bagnara Calabra]] don Fabrizio Ruffo per 100.000 [[ducato (moneta)|ducati]]. Appena venuti a conoscenza del fatto, gli abitanti dei tre centri s'indignarono dell'accaduto svolto a loro insaputa (reputando di essendo stati trattati come abietti [[vassallo|vassalli]]) e, contrari al passaggio ad un ulteriore [[feudatario]] noto per le sue prepotenze, si riunirono in [[parlamento]] presso la chiesa di [[Marco evangelista|San Marco]] a [[Seminara]] per decidere di far valere il diritto di prelazione e riscattarsi con 100.000 [[ducato (moneta)|ducati]] per «servire al pagamento dei debiti del duca Scipione Spinelli». In tale parlamento, i più facoltosi offrirono ''una tantum'' fino al raggiungimento della cifra che serviva per passare al [[Demanio regio]] ([[Seminara]] e Sant'Anna per 75.000 [[ducato (moneta)|ducati]] e di Palma per 25.000 [[ducato (moneta)|ducati]]). Pertanto [[Seminara]] ed i suoi [[Casale (architettura)|casali]] chiesero la protezione e la ottennero, ed il prezzo pagato fu depositato presso i pubblici banchieri Calamazza e Pontecorbi.<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 179-180|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> [[Seminara]] ed i suoi casali, sottrattisi al dominio feudale e ritornati sotto il [[Demanio regio]], vennero retti da un [[governatore]] di regia nomina.<ref>{{Cita|De Salvo|p. 181|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

Intanto, al vecchio toponimo di Palma, si andava sostituendo il nuovo nome di ''Palme''.<ref>Thomae Aceti, Annotationes de antiquitate et situ Colabriae, Roma, 1737 Hb. II, cap. XVIII</ref>

Nel censimento del [[1595]], la popolazione di Palme contava 617 famiglie.<ref>{{Cita|De Salvo|p. 177|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

==XVII secolo==
Il 3 febbraio [[1624]] in [[Calabria]] vi fu un violento terremoto, che si ripeté nell'aprile del [[1626]].<ref>{{Cita|De Salvo|p. 186|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>

===L'indipendenza da Seminara===
Verso l'inizio del [[XVII secolo]], si notò nel [[Casale (architettura)|casale]] di Palme un ulteriore aumento cospicuo delle [[industria|industrie]] e dei [[commercio|commerci]]. Il benessere che si godeva nel paese aveva inoltre attirato molta gente che dai paesi vicini veniva a stabilirsi a [[Palmi|Palme]]. La terra di [[Seminara]], che mal sopportava l'incremento del suo [[Casale (architettura)|casale]], cercò con ogni mezzo di ostacolarne lo sviluppo e continuò la vendita dei beni feudali degli Spinelli avuti con il passaggio al [[Demanio regio]]. Nel [[1592]], per tale compera, nella [[liquidazione]] fatta dalla [[Regia Camera della Sommaria]] circa i debiti che la terra di [[Seminara]] aveva per causa del demanio (90.250 [[ducato (moneta)|ducati]]), l'[[universitas]] di [[Palmi|Palme]] fu posta espressamente in [[collazione (diritto)|collazione]] per il pagamento e dovette assegnare le sue [[gabella|gabelle]], le quali venivano affittate ogni anno per 3.478 [[ducato (moneta)|ducati]]. Tali [[gabella|gabelle]] furono impiegate per un periodo di 36 anni (dal [[1592]] al [[1628]]) quando essendosi formato lo "''Stato di Palme''" dal reggente [[Carlo Tappia]], rapportandosi le rendite di dette [[gabella|gabelle]], ascese a 3.630 [[ducato (moneta)|ducati]], si disse che in quell'anno erano state restituite alla [[universitas]], che prima stavano assegnate per l'estinzione del debito del demanio. E inoltre, avendo i cittadini corrisposto [[ducato (moneta)|ducati]] 20.000 in supplemento del prezzo del demanio, quelli non furono solamente corrisposti da cittadini di [[Seminara]], come l'[[universitas]] ha assunto, ma da duecento cittadini tanto di [[Seminara]] che dei casali, come fu dichiarato dai loro Procuratori nel [[1578]] in [[Regia Camera della Sommaria]]<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 187-189|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

Per questo, gli abitanti di Palme, tennero [[parlamento]] nel [[1632]] e decisero di domandare la separazione da [[Seminara]], con il risarcimento dei danni e degli interessi subiti per i beni feudatali venduti, e richiesero di passare alle dipendenze principe di [[Cariati]]<ref>{{Cita|De Salvo|p. 189|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

La reazione di [[Seminara]] fu dura, perché oltre a perdere la supremazia e la giurisdizione sul territorio di Palme, tale scelta avrebbe creato un danno economico. La decisione del popolo di [[Palmi|Palme]] rimase ferma e, per troncare la controversia, [[Seminara]] cedette nel [[1634]], con pubblico istrumento, la sua giurisdizione alla Regia Corte, cioè in beneficio del serenissimo re [[Filippo IV di Spagna]] seppur con molte riserve e condizioni. I corpi giurisdizionali che Palme si riserbò di sua appartenenza, e che le furono concessi da Filippo IV (definitivamente nell'anno [[1636]]), furono quelli di [[balivo]], [[dogana]] e caiapania<ref>{{Cita|De Salvo|p. 190|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

===L'avvento del marchese Andrea Concublet===
Dopo molte vicissitudini della [[città]], ed avendo il Regio erario difficoltà economiche, nel [[1636]] la terra di [[Palmi|Palme]] fu venduta dalla Regia Corte, per 28.000 [[ducato (moneta)|ducati]], alla famiglia Concublet, [[marchese|marchesi]] di [[Arena (Italia)|Arena]]. Il nuovo [[feudatari]]o di [[Palmi|Palme]] Francesco Concublet<ref name=ACL/>, invece di esercitare il diritto di "utile signore", incrementò il [[commercio]] e le industrie e, per questo, la città divenne una delle migliori terre della [[provincia]]<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 190-191|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.
[[File:Palmi XVII secolo.JPG|thumb|upright=1.4|L'ampliamento della città oltre le mura, a partire dal XVII secolo]]
Verso la fine di gennaio del [[1638]], avvennero nella zona alcuni [[terremoto|terremoti]], però di minore forza rispetto a quello dello che vi fu il 27 marzo dello stesso anno, che ridusse in rovine la [[Calabria]]. Tali scosse durarono fino a giugno, rovinando 180 [[città]] e causando circa 19.000 morti. L'anno seguente seguirono altri [[terremoto|terremoti]], ma più leggeri, fino a registrare un altro terremoto violento il 19 giugno [[1640]]<ref>{{Cita|De Salvo|p. 192|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>. Questi ultimi due facevano continuazione al rione ''Lo Salvatore'' dal lato di levante e stavano disgiunti da un esteso giardino, di proprietà degli Spinelli.<ref name="DeSalvo200201">{{Cita|De Salvo|pagg. 200-201|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> La via principale della nuova estensione di Palmi partiva dalla ''porta del Soccorso'' e, incurvando verso settentrione, attraversava il rione ''Lo Salvatore'', lambiva quello de ''La Murarella'' e presso il giardino suddetto si piegava quasi a gomito per continuare<ref>attraversando parte del rione ''San Nicola''</ref> verso la [[Santuario di Maria Santissima del Carmelo|chiesa del Carmine]].

Alla morte del marchese Francesco Concublet, avvenuta nel [[1648]], gli subentrò Domenico Concublet che restò marchese di Arena e feudatario di [[Palmi|Palme]] fino al [[1661]]<ref name=ACL/>. In quell'anno divenne marchese di Arena e nuovo feudatario della città di [[Palmi|Palme]] [[Andrea Conclublet]]<ref name=ACL/>.

La città di [[Palmi|Palme]], fino ad oltre la metà del [[XVII secolo]], era ancora circondata di mura<ref>Tali mura avevano tre porte principali: una sita nella parte mediana delle mura, dal lato di ponente ("Portello"); le altre due, si aprivano dal lato di levante, e corrispondevano alle vie, che portavano fino all'Ottocento i nomi di via del Soccorso e di via Nuova. Dal lato di settentrione si apriva una piccola porta, alla quale si dava il nome di "Croce dei monaci" ed era accostata alla parte posteriore e laterale della chiesa del Crocifisso. Fuori le mura vi era la chiesa del Carmine mentre internamente alle mura di cinta, vi era la chiesa della Madonna del Soccorso. Discosta dalle mura, e precisamente nel luogo attuale della piazza Giovanni Amendola, vi era la chiesa di San Nicola</ref> ed il [[marchese]] di [[Arena (Italia)|Arena]] [[Andrea Concublet]] teneva ancora le [[torre|torri]] munite con alcuni cannoni. Però la città continuò ad aumentare di popolazione e pertanto, trovandosi in uno spazio troppo angusto, una parte di essa fu costretta a edificare le proprie abitazioni al di fuori delle mura. Fu lateralmente alle due porte di levante, e nei luoghi vicini ad esse, che l'abitato prese a estendersi. Per questo, sotto l'assenso del feudatario, questa parte delle mura di cinta fu diroccata, e da qui la città si estese notevolmente, tanto che in breve tempo si formarono i [[rione|rioni]] "''Lo Salvatore''"<ref>Contiguo alle mura e così chiamato poiché da molti anni vi era la [[Chiese scomparse di Palmi#Chiesa del Santissimo Salvatore|chiesa Jesu Christi Salvatoris]] nella quale esisteva la cappella della [[Chiesa di Maria Santissima del Rosario (Palmi)|Madonna del SS. Rosario]]</ref>, "''La Murarella''" (o più comunemente chiamato "''Li Canali''"<ref>a causa delle fonti che vi erano</ref> e "''San Nicola''".<ref name="DeSalvo200201" />

In questo periodo vi furono delle controversie tra il marchese [[Andrea Concublet]] e Scipione II, principe di [[Cariati]] e duca di [[Seminara]], a causa dei confini non determinati tra il territorio di [[Palmi|Palme]] e quello Seminara. La popolazione di [[Palmi|Palme]], per difendere il [[marchese]] a cui era devota, difese il proprio territorio «con l'arma in mano, e più di una volta con sangue e strage»<ref>Giovanni Da Fiore, tomo I, "Della Calabria abitata" p. 149</ref>.

===Lo sviluppo commerciale===
All'epidemia di [[peste]], che avvenne del [[1656]], seguirono anni di [[carestia]] ed in ogni luogo venne fatta incetta di [[cereali]] e altri generi alimentari a prezzi elevati e, per questo, andò crescendo l'importanza economica di [[Palmi|Palme]], dato che il [[marchese]] di [[Arena (Italia)|Arena]] aveva costruito grandi magazzini di deposito e di rivendita di [[Triticum|grano]], [[cereali]] ed altri prodotti. Con il mercato, che si teneva tutti i [[lunedì]], [[giovedì]] e [[venerdì]], venivano richiamati un gran numero di forestieri. Man mano il mercato diventò giornaliero, commerciando non solo [[Triticum|grano]] ma anche altre mercanzie, però il commercio avveniva solamente tra palmesi e forestieri e non tra forestieri stessi, in quanto tali scambi avrebbero costituito una "''fiera ossia mercato''", cioè un privilegio che toccava alla sola [[Seminara]], avendolo ottenuto nel [[1420]] dalla regina [[Giovanna II di Napoli]]<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 202-204|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

[[Andrea Concublet]] istituì, nel [[1662]], pure in [[Palmi|Palme]] l'uso della "''fiera ossia [[mercato]]''", cercando di avvilire le industrie di [[Seminara]] e creando concorrenza sui prezzi e derrate. I mercanti che venivano a vendere grani, erano di [[Vibo Valentia|Monteleone]], [[Nicotera]], [[Mileto (Italia)|Mileto]], [[Pizzo (Italia)|Pizzo]] e [[Rosarno]] e per arrivare dovevano percorrere la strada che conduceva al passo del [[Petrace]] (zona "''Ponte vecchio''" da cui poi la strada si biforcava per Seminara o per [[Palmi|Palme]]) ed in quel luogo, il marchese di Arena, li faceva attendere da gente incaricata di offrire prezzi vantaggiosi ai mercanti, in modo che questi ultimi venissero a [[Palmi|Palme]] anziché a [[Seminara]]. In tal modo la città divenne l'[[emporio]] di tutta la parte occidentale della [[Calabria Ulteriore]] e, per questo, il marchese introdusse la [[Franchigia (storia del diritto)|franchigia]] del mercato ogni giorno. Gli affari con l'estero erano dati da grosse spedizioni di [[olio d'oliva]], [[vino|vini]] e seterie che partivano da [[Lido di Palmi|Pietrenere]] per mezzo di [[feluca (imbarcazione)|feluche]]. In conseguenza di questi avvenimenti la città di [[Seminara]], avendo il proprio [[mercato]] in stato d'abbandono, ricorse al governo vicereale contro il [[feudatario]] Concublet accusandolo dell'usurpazione della "''fiera ossia mercato''". Il 3 gennaio [[1664]], l'[[universitas]] di [[Palmi|Palme]] tenne un [[parlamento]] e costituì Bruno Lupari quale suo procuratore. Gli arbitri della contesa furono don Fabrizio Ruffo, priore di [[Bagnara Calabra]], e don Giovan Battista Caracciolo. Questi ultimi stabilirono, il 13 aprile [[1668]], che la "''[[fiera]] ossia [[mercato]]''" non competesse alla città costiera. Tale decisione comportò l'ordinanza di divieto del viceré Pietro Antonio d'Aragona. In dissenso da tale ordinanza, anche se la [[fiera]] tra forestieri era apparentemente soppressa, i cittadini di [[Palmi|Palme]] si presentavano dai forestieri a fare acquisti per conto di altri forestieri aggirando pertanto il divieto<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 204-210|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

Sempre grazie all'operato del marchese si deve la realizzazione di un [[Ospedale civile Francesco Pentimalli|ospedale cittadino]] ([[1667]]),<ref>Periodico "Madre Terra News" n. 18 giugno 2010 pag. 18</ref><ref>Difatti vi era un "Ospitio Ecc.mi D.ni Marchionis Arenae", poiché avviato grazie alla volontà del feudatario.</ref> di una [[Piazza I Maggio (Palmi)|piazza principale]] con una [[Fontana della Palma|fontana monumentale]] ([[1669]])<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 210-212|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref><ref>In [[città]] mancava un luogo adatto per contenere il sempre crescente numero di compratori e venditori del mercato locale. Per questo il [[marchese]] di Arena chiese a Carlo Antonio Spinelli di vendergli il suo ricco giardino, che si estendeva tra la collina dello "''[[Spirito Santo]]''" ed il [[rione]] "''Lo Salvatore''". Al rifiutò dello Spinelli, il popolo palmese occupò con forza il [[giardino]] nel [[1669]], creò la piazza e tutto intorno fece costruire baracche e banchi, installò bilance e misure e tutto quanto era indispensabile al [[mercato]] ed alla [[fiera]].</ref> e di un'[[accademia]] ([[1673]])<ref>Camillo Minieri Riccio, "Notizia delle accademie istituite nelle provincie napolitane", 1878</ref><ref>Il marchese la istituì con il filosofo [[Giovanni Alfonso Borelli]], ed era un'«[[accademia]] di scienziati che trattavano discipline alle lettere ed alle scienze naturali pertinenti». Dell'accademia facevano parte alcune personalità provenienti dalla Calabria, dalla [[Puglia]] e dalla [[Sicilia]], tra le quali il vescovo di [[Patti]]. Vi era anche il padre del medico locale [[Gioacchino Poeta]].</ref>.

Nel censimento del [[1669]], voluto da Pietro d'Aragona viceré del [[Regno di Napoli]], [[Palmi|Palme]] contava 519 famiglie<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 213-214|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

Alla morte del marchese [[Andrea Concublet]], avvenuta nel [[1675]], subentrò come feudatario di [[Palmi|Palme]] e marchese di Arena suo figlio Riccardo di soli sette anni. Quest'ultimo, poiché malaticcio, morì tre anni dopo, nel [[1678]]. Il marchesato di Arena passò in quell'anno, pertanto, alla [[Acquaviva (famiglia)|famiglia Acquaviva]], nella persona del duca d'[[Atri]] Giosia, che fu erede essendo figlio della sorella di [[Andrea Concublet]], e divenne feudatario di [[Palmi|Palme]]<ref name=ACL>{{Cita|Leopardi|pag. 124|Anselmo C. Leopardi, 1988}}.</ref>.

Il nuovo feudatario Giosia Acquaviva, forse per evitare contrasti con il feudo confinante o forse perché non aveva interesse della zona, vendette la terra di [[Palmi|Palme]], nel [[1684]], al [[principe]] di [[Cariati]] e duca di [[Seminara]] Carlo Filippo Antonio Spinelli che divenne il nuovo feudatario della città<ref name=ACL/>.

Carlo Filippo Antonio Spinelli conosceva molto bene il progresso di [[Palmi|Palme]] nel campo della marcatura, e specialmente nella produzione di seta e dei manufatti di seta. Ritenendo ciò pregiudizievole per Seminara, il feudatario pose delle restrizioni, aumentò i balzelli e fece distruggere la mezzarola eretta in ''[[piazza I Maggio (Palmi)|piazza del Mercato]]'', che aveva la funzione di unità di misura, oltre ad essere un monumento del mercato franco e libero<ref name=ACL/>.

Nel [[1693]], a partire dall'11 gennaio, la [[Calabria]] fu scossa e danneggiata da violenti [[terremoto|terremoti]]<ref>{{Cita|De Salvo|p. 216|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

==XVIII secolo==
[[File:Carlos III cazador.jpg|upright=0.7|thumb|Carlo III di Spagna]]
Carlo Filippo Antonio Spinelli morì nel [[1725]], senza lasciare figli maschi. Pertanto il feudo di [[Palmi|Palme]] passò al nipote Scipione III Spinelli Savelli, figlio di Giovambattista I e di Giovanna Caracciolo, che divenne nuovo principe di Cariati e duca di Seminara<ref name=ACL/>.

Sempre nel [[1733]] la Sacra Congregazione dei Riti, con Decreto del 12 settembre [[1733]], confermò l'elezione fatta dal clero e dal popolo della [[Madonna della Lettera]] a patrona principale della città, fissando l'Ufficio Divino e la Santa messa nell'ultima domenica di agosto<ref>{{Cita|Lovecchio|pag. 31|Francesco Lovecchio, 2000}}.</ref>.

Uno degli avvenimenti cittadini più importanti della prima metà del [[XVIII secolo]] fu la visita a [[Palmi|Palme]], il 5 marzo [[1735]], del re [[Carlo III di Spagna]] in viaggio per [[Palermo]], dove sarebbe stato incoronato [[Sovrani dei regni di Sicilia e di Napoli|re di Napoli e Sicilia]]. Il suo soggiorno in città, prima di partire per [[Messina]] dalla [[Marina di Palmi|Marina di Palme]], durò 12 giorni. Il re, in ringraziamento degli onori ricevuti, concesse alla città il privilegio del suo antico mercato "''dell'arte della seta e della lana''" (datato [[1636]]). Inoltre, nei giorni che trascorse a [[Palmi|Palme]], il re volle spesso andare a caccia nelle campagne poste tra la contrada di San Filippo e quella di [[Taureana di Palmi#Storia|Pietrenere]]. Tali campagne, in suo onore, furono chiamate "Lo Terzo" o "Lo Re", ed infine ''Monteterzo'' (nome attuale della zona)<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 225-229|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

{{Approfondimento
|titolo=Il Monte di Pietà
|contenuto=Il Monte di Pietà di Palmi venne istituito tra il [[1749]] ed [[1756]], per disposizione testamentaria lasciata da Gregorio Rossi il 9 novembre [[1737]], a beneficio dei soli abitanti della città. Nel suddetto testamento il Rossi voleva ed ordinava, nel caso di mancanza di eredi, che fosse eretto a Palmi un Monte di Pietà. Pertanto morta la figlia Anna Maria e morte anche le nipoti in minore età, l'eredita andò alla sorella Antonia usufruttuaria dei beni e si doveva aspettare anche la morte di quest'ultima per installare il detto Monte. Ma Antonia Rossi, per assecondare la volontà del fratello, con pubblico istrumento del 19 febbraio [[1749]] rinunciò all'eredità erigendo il Monte e riserbandosi alcuni beni durante la sua vita. L'ente fu distrutto dal terremoto del [[1783]] e poi, al tempo della dominazione dei francesi, fu derubato dai briganti nel [[1807]] e [[1809]]. In conseguenza di decreti degli anni [[1810]] e [[1812]] l'opera pia passò sotto il pieno controllo del governo del [[Regno di Napoli]]. Il ripristino delle operazioni di pegno e spegno avvennero con decreto reale del 14 marzo [[1831]] assegnando per capitale iniziale 700 ducati. Dal novembre del [[1877]], non fu più osservata l'usanza di beneficiare i soli cittadini di Palmi, ciò in virtù del nuovo Statuto Organico che fu approvato.
}}

Il 25 agosto [[1741]], il vescovo di Mileto Marcello Filomarini, procedette alla elevazione della [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|chiesa matrice di San Nicola]] a [[collegiata]] insigne, avendone ottenuta da [[papa Benedetto XIII]] la concessione con bolla dell'agosto [[1741]]<ref name=ACL/>.

Il 20 febbraio [[1743]] un forte terremoto avvenne nella [[Calabria Ulteriore]].

Scipione III in quegli anni aumentò il commercio e, nel [[1756]], benché la popolazione avesse pieno diritto della bagliva, [[dogana]] e catapania, decise di donargli parti delle sue entrate, in qualità di ''utile signore'', e di lasciare sette parti all'[[universitas]]<ref>{{Cita|De Salvo|p. 230|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

Nell'anno [[1766]] Scipione III Spinelli Savelli morì avvelenato e, nei diritti sui suoi molti feudi, gli succedette suo figlio Giovan Battista II Spinelli, che divenne feudatario di [[Palmi|Palme]], principe di Cariati e duca di Seminara<ref name=ACL/>. Quest'ultimo si dimostrò molto prepotente verso la popolazione e continuò ad esigere i tre decimi che la cittadinanza concesse al suo predecessore. Nonostante avesse eretto fabbriche ancora migliori di quelle che già vi erano, l'odio della popolazione aumentò a seguito di tasse sul commercio e affitti forzosi.
[[File:Palmi 1700.jpg|left|thumb|Disegno di Antonio Minasi, del [[1779]], intitolato "Prospetto del Faro di Messina, riviera di Scilla-Costiera di Parma, e spiaggia di Gioia".]]
Il feudatario Giovan Battista II, fu costretto dalle più potenti famiglie di [[Seminara]] a stare lontano da questa città. Pertanto il duca ritenne che sarebbe stato umiliante, per Seminara, privarla del suo seggio ducale per stabilirlo a [[Palmi|Palme]]. E in effetti lo collocò nella [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|chiesa matrice di San Nicola]], tenendo sotto il suo comando una squadra baronale composta dai centocinquanta ai duecento armigeri, che risiedevano nella parte centrale dell'abitato, presso la [[Piazza I Maggio (Palmi)|piazza del Mercato]]<ref>{{Cita|De Salvo|p. 293|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

Nel [[1770]] il feudatario, poiché «mosso dalla pietà cristiana per consentire di assolvere al precetto festivo ai numerosi negozianti e marinai che sbarcavano e frequentavano lo scalo della Marina delle Pietre negre»<ref>{{Cita web |url=http://www.lavocedeltirreno.it/images/Articoli/Marzo-2009/Marzo_2009.pdf |titolo=Notizie Storiche |accesso=27 maggio 2013 |dataarchivio=24 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130224195258/http://www.lavocedeltirreno.it/images/Articoli/Marzo-2009/Marzo_2009.pdf |urlmorto=sì }}</ref>, costruì a [[Lido di Palmi|Pietrenere]] una cappella rurale dedicata alle "Anime abbandonate del Purgatorio". Difatti a [[Lido di Palmi|Pietrenere]], sul finire del [[XVIII secolo]], era presente uno "scaricatoio" dal quale si commerciava l'olio ed il suo [[Porto di Palmi|porto]] era uno dei più fiorenti del mezzogiorno settecentesco<ref>{{Cita|Galanti|p. 224|Galanti}}.</ref>.

===Il "Flagello" del 1783===
{{Approfondimento
|titolo=Terremoti della storia
|contenuto=Di seguito viene proposto un elenco dei principali [[terremoto|terremoti]] avvenuti negli ultimi secoli. L'elenco comprende solo gli eventi al di sopra della "soglia del danno"<ref>[http://www.ptaroni.com/sicura/roma/03.html La "soglia del danno" è uguale o superiore al VII grado della scala Mercalli e/o al 5.5 grado della scala Richter]</ref> ed i dati della [[scala Mercalli|scala Mercalli (MCS)]] sono riferiti al centro abitato di Palmi (o ad un centro vicino) mentre i dati della [[scala Richter]] sono riferiti all'[[epicentro]] del terremoto:
* 11 gennaio [[1693]]: VI-VII grado MCS<ref>Rilevazione del terremoto riferita al centro abitato di [[Seminara]]</ref> - 7,41 scala Richter;
* 20 febbraio [[1743]]: VII grado MCS<ref>Rilevazione del terremoto riferita al centro abitato di [[San Giorgio Morgeto]]</ref> - 6,90 scala Richter;
* 5 febbraio [[1783]]: X-XI grado MCS - 6,91 scala Richter;
* 13 ottobre [[1791]]: VI grado MCS - 5,92 scala Richter;
* 12 marzo [[1828]]<ref>Epicentro individuato a Palmi</ref>: VII grado MCS - 5,33 scala Richter;
* 16 novembre [[1894]]: VIII grado MCS - 6,05 scala Richter;
* 8 settembre [[1905]]: VII-VIII grado MCS - 7,06 scala Richter;
* 28 dicembre [[1908]]: VIII-IX grado MCS - 7,24 scala Richter;
}}
Il 5 febbraio [[1783]], alle ore 19.15, nella Calabria meridionale vi fu un violento [[terremoto della Calabria meridionale del 1783|terremoto]], il quale in circa due minuti colpì 190 città creando 32.000 morti. Le scosse furono ripetute il 7 febbraio ed il 28 marzo. L'evento del 5 febbraio provocò a [[Palmi|Palme]] 1.400 morti e la città, fino ad allora graziata, venne totalmente distrutta. Oltre ai suddetti morti, il [[terremoto]] provocò [[febbre]] popolare tramite l'[[aria]] contaminata, le acque inquinate e la nutrizione con cibi andati perduti. Pertanto dei 4.900 abitanti che la città aveva prima del terremoto, ne rimasero in vita circa la metà.

Andarono perdute anche le officine di [[seta]] e [[lana]] che il principe di [[Cariati]] aveva istituito. Il danno arrecato fu stimato, per la sola [[Palmi|Palme]], in 500.000 [[ducato (moneta)|ducati]]. Lo storico palmese Domenico Guardata, raccontò che di tutto ciò che vi era edificato prima del [[terremoto]] «rimase illesa la sola [[Fontana della Palma]] nella ''[[Piazza I Maggio (Palmi)|piazza del Mercato]]'', mentre il vicino [[Monte Sant'Elia (Palmi)|Monte Sant'Elia]] franò di continuo nella vetta, trascinando con sé uomini ed animali<ref name=DES>{{Cita|De Salvo|pp. 273-285|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>». I [[tributo|tributi]] dovuti dalla [[città]] al suo ''utile signore'' furono sospesi, come in tutta la [[Calabria]]. Così descrive [[Palmi|Palme]], dopo l'evento, Giovanni Vivenzio:

{{citazione|è quasi incredibile lo stato lagrimevole di questa città che era una delle più floride e commercianti della provincia. Non scorgendosi ora che un confuso ammasso di pietre e di legni frantumati. Si perderono sotto le rovine quasi tutti gli olj, ed il vino, che formava gran traffico di cittadini i quali erano anche addetti a lavori della seta, avendosi il principe di [[Cariati]], padrone di essa, erette delle fabbriche di stoffe e di cammellotti (calidori) per la manifattura dei quali, nutriva buona quantità di capre d'Angora.<ref name=DES/>|}}

Questa è invece la descrizione del [[cardinale]] [[Antonio Despuig y Dameto]], che visitò la città il 13 febbraio:

{{citazione|La ricca e industriosa città di [[Palmi|Palme]] offrì ai miei occhi la scena più orribile; la funerea espressione di quegli infelici, preda da tanti giorni delle lacrime e della fame, insieme al terrore che suscitava la vista di tanti cadaveri sfigurati estratti da sotto le macerie, resero quel giorno il più doloroso della mia vita|}}

Il politico tedesco [[Johann Heinrich Bartels]] diede questa descrizione<ref>"Lettera dalla 
Calabria e dalla Sicilia", edito tra il [[1787]] e [[1791]]</ref>:

{{citazione|Attraversammo di corsa [[Palmi|Palme]] ridotta ad un piccolo cumulo di rovine. Tutti gli opifici di lana e di seta, coi quali il Principe di Cariati aveva cercato di promuovere il benessere della sua regione, erano andati distrutti|}}
[[File:William Hamilton (1730-1803) Diplomat and Archaeologist.jpg|upright=0.7|thumb|Ritratto di William Hamilton.]]
Una descrizione maggiore, dei mesi seguenti, è fornita dall'archeologo inglese [[William Hamilton (diplomatico)|William Hamilton]]<ref>inviò alla Società Reale di Londra una sua "Relazione dell'ultimo terremoto della Calabria e della Sicilia"</ref>. In città, nella quale si svolgeva «un gran commercio di olio» e al momento del disastro vi era la presenza di più di 4&nbsp;000 botti. I vasi che contenevano il prezioso prodotto erano andati in malora e la sua fuoriuscita era venuta a formare addirittura un fiume, finito conseguentemente in mare. L'olio peraltro, mescolatosi con i grani contenuti nei magazzini e la corruzione dei cadaveri cagionò una «sensibilissima alterazione dell'aria». La popolazione superstite viveva in baracche vicino alla città.

In città «ove non era rimasta pietra sopra pietra<ref name=DES/>», a non tutti i superstiti riusciva di poter delimitare i confini delle loro proprietà, e ciò comportò un dissenso fra i cittadini, circa il sito, dove avrebbero dovuto far sorgere la nuova [[Palmi|Palme]]. Alcuni furono dell'avviso che la città dovesse essere rifatta sul cosiddetto "Piano della Torre", cioè a ponente della città distrutta dal terremoto (tra il vecchio [[Cittadella (Palmi)|rione Carlopoli]], ed il ciglione della riviera). Altri prescelsero l'altipiano, sulla collina, che circondava [[Palmi|Palme]] verso oriente. Altri ancora, che erano la maggioranza, vollero che la città risorgesse sul medesimo posto di prima, poiché dissero che bisognava prendere come «favorevole augurio» il fatto che la [[Fontana della Palma#L'antica fontana della Palma|Fontana del Mercato]] fosse rimasta in piedi, malgrado che «i terremoti la facessero dimenare come l'albero di una nave in tempesta». L'incaricato di riprogettare la città fu affidato all'ing. Giovambattista De Cosiron<ref name=DES/>. Il progetto prevedeva la demolizione di [[Cittadella (Palmi)|Carlopoli]], da trasformare in un'area con viali e rampe, e nella progettazione furono previste 11 piazze con appositi spazi destinati al potere politico, religioso e civile.<ref>{{Cita|F. Martorano|pag. 236|AA.VV, 2002}}.</ref>

Nel [[1785]], il Governo di [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]], prescrisse che le tasse arretrate dovute ai [[feudatario|feudatari]] fossero soddisfatte alla [[Cassa sacra]] e non alle [[Universitas]], in quanto queste ultime erano estremamente impoverite. Di conseguenza il principe di [[Cariati]] sollecitamente manifestò le sue pretese e, per tale motivo, tra i superstiti cittadini di [[Palmi|Palme]] ed il loro feudatario nacque un litigio che venne portato davanti alla "Giunta Suprema", [[tribunale]] creato allora in sostituzione della [[Regia Camera della Sommaria]]<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 287-288|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

===Gli anni post terremoto===
{{citazione|Palmi è costruita alla fine di un pianoro molto alto con rocce a picco sul mare che le fanno da basamento| Lubin Griois, comandante di reggimento dell'esercito francese, ''"Mêmoires du Général Griois"'', 1830<ref>Rocco Liberti, periodico "Madre Terra News" n. 36 - Dicembre 2012 Pag. 21</ref>}}
[[File:Piano Regolatore di Palmi del 1783.JPG|thumb|Il Piano Regolatore della città, a seguito del terremoto del 1783]]
Nel marzo del [[1786]], per il ripartimento della [[Piana di Gioia Tauro|Piana]], il Vicario generale riferì era stata quasi interamente riedificata la città di [[Palmi]] con la sua [[concattedrale di San Nicola (Palmi)|chiesa cattedrale]]<ref name=DES/>. La città storica, contrariamente a quanto previsto dal De Cosiron, non scomparve. La Cittadella rimase agganciata al lato occidentale mentre il Borgo a nord-est appariva quasi come un cuneo infisso nella schematicità del nuovo impianto. Brandelli del vecchio tessuto edilizio, come il quartiere San Nicola, apparivano lungo i percorsi, poiché evidentemente si intervenne dove il terreno era meno scosceso e meno edificato. Il lavoro di sbancamento della Cittadella non fu intrapreso e nell'area destinata alla fabbrica di drappi e seterie venne realizzato un [[Villa comunale Giuseppe Mazzini|giardino pubblico]] colmando con le macerie il forte dislivello. Gli isolati furono frammentati in lotti e talora conservarono all'interno la traccia del tessuto edilizio antecedente. Si costruì anche sui bastioni e sulle cortine di Carlopoli e si mantenne intatto solo il vertice nord-occidentale poiché era divenuto recinto dell'"orto dei monaci" annesso al [[Chiesa del Santissimo Crocifisso (Palmi)|convento]]. Scomparve anche tutto il settore orientale della cortina, in parte sbancato per tracciare il corso principale ed in parte inglobato nel [[Villa comunale Giuseppe Mazzini|giardino pubblico]]. Nella nuova pianificazione urbanistica della città affiora il rigore [[illuminismo|illuministico]] tipico della seconda metà del [[XVIII secolo|settecento]]<ref name=GTN>{{Cita|Guida Touring 1999|pag. 629|Guida Touring}}.</ref>. Pertanto Palmi risorse con una pianta regolare a scacchiera<ref name="GTNUOVA">{{Cita|Guida Touring 2003|pag. 629|GT, 2003}}.</ref>.

Il 12 ottobre [[1791]] avvenne un ulteriore [[terremoto]]. La terra tremò per circa 50 secondi e, nel suolo, furono aperte ampie voragini. Anche i più solidi edifici si sfasciarono. Nella notte altre scosse si susseguirono tanto che, all'alba, le [[città]] furono un nuovo teatro di rovine e di vittime. La terra tremò sino al 24 ottobre<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 288-289|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

I cittadini di [[Palmi]] che, a causa del [[Terremoto della Calabria meridionale del 1783|"Flagello"]] e delle emigrazioni avvenute erano diminuiti di popolazione, non poterono porre ostacolo al dispotismo del [[duca]] di [[Seminara]], anche perché fra i cittadini vi erano
molti suoi partigiani, impiegati nei suoi abbandonati setifici e lanifici o agenti e dipendenti che nel
paese avevano influenza. Questi ultimi si impegnavano per distogliere i cittadini da ogni proponimento di ribellione contro il loro padrone. Il quale era iniquo con la popolazione ma, con i suoi dipendenti, era molto generoso. Difatti alcuni di loro ebbero in dono case e terreni che il feudatario aveva, in tutto o in parte, usurpato prepotentemente all'[[universitas]] e a persone private. In [[città]], quella fiorente attività in diverse industrie e nel [[commercio]] era venuta meno a seguito del "Flagello", e non si fabbricavano più quei drappi di [[seta]] e di [[lana]] tanto ricercati. Non venivano nemmeno più esportate quelle frequenti e abbondanti quantità di [[olio d'oliva]], [[vino|vini]] e di [[Triticum|grani]], e quel continuo mercato tanto frequentato dai forestieri e sempre ricco di derrate, si era ridotto ad essere tenuto solamente in due giorni alla [[settimana]] e per prodotti limitati ai bisogni locali. Pertanto a Palmi, come in altre terre della [[Calabria]], regnò certamente lo scontento e l'odio contro il [[principe]] di [[Cariati]], che alla immane sventura del [[terremoto]], aggiunse insulti e prepotenze sul popolo palmese<ref>{{Cita|De Salvo|pp. 294-295|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref>.

La popolazione, non potendo più soffrire di essere tenuta in vassallaggio, incominciò ad agitarsi stando compatta contro i partigiani dell'"''utile signore''" e la gente straniera, che pure continuava a stabilirsi a [[Palmi]]. Pertanto vi si accesero due fazioni: una fu detta dei "''Verdonelli''", che erano i partigiani del [[principe]], e l'altra dei "''Gialinelli''", che erano i partigiani della [[città]] (o della [[universitas]]). I naturali del luogo riuscirono inoltre a costituire fra di loro un'associazione, che venne chiamata "''La Campana di Legno''" e che rievocava consuetudini antiche, cioè l'essere ospitali e benefici con i forestieri ma non permettere che alcuno di essi venisse a domiciliarsi a Palmi senza il loro consenso. Da tale unione i cittadini trovarono effetti favorevoli, con frequenti ed insistite rimostranze, presso le regie autorità, sulle angherie subite da parte del loro feudatario.

Giovan Battista Spinelli II morì il 22 febbraio [[1792]] all'età di settantadue anni. Alla sua morte il feudo di [[Palmi]] andò in eredità al nipote Scipione Spinelli, figlio del fratello Antonio morto nel [[1790]], che divenne nuovo principe di Cariati e duca di Seminara<ref name=ACL/>. Scipione morì nel novembre del [[1797]] e gli successe, come feudatario di [[Palmi|Palme]], il suo fratello secondogenito Gaetano Spinelli. Quest'ultimo, venuto anch'esso a morte dopo breve tempo, fu succeduto alla guida del feudo di Palmi, nel [[1797]], dal fratello Ferdinando Spinelli<ref name=ACL/> il quale fu l'unico superstite dei discendenti di Giovan Battista e, pertanto, con esso si venne ad estinguere la primogenitura maschile.

In Palmi fu costituita, fra alcuni benestanti, una loggia di liberal-muratori la quale era in relazione con i massoni di [[Reggio Calabria]] ma, nel resto della [[Piana di Gioia Tauro|piana]], non vi furono propagati come a Palmi i principi di libertà che seguirono in tutta Europa la [[Rivoluzione francese]]. Nel [[1798]], nella [[calabria Ulteriore]], per paura di moti rivoluzionari furono arrestate 75 persone tra cui 7 palmesi.

A seguito della proclamazione della [[Repubblica Napoletana (1799)|Repubblica Napoletana]], il 23 gennaio [[1799]], nel nuovo ordinamento amministrativo della [[repubblica]], voluto da [[Jean Étienne Championnet]], l'[[universitas]] di Palmi venne compresa nel [[Dipartimento della Sagra]] (ente amministrativo di I livello) e nel cantone di [[Seminara]] (ente amministrativo di II livello)<ref>[http://www.nonsolocittanova.it/amministrazione_francese.htm L'amministrazione francese nel 1799] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110102102533/http://www.nonsolocittanova.it/amministrazione_francese.htm |data=2 gennaio 2011 }}</ref>. La Repubblica Napoletana cessò l'8 luglio 1799 e venne proclamato nuovamente il [[Regno di Napoli]].

==XIX secolo==
[[File:Heinrich Schmidt - Ritratto di Gioacchino Murat.jpg|thumb|Gioacchino Murat]]
Alla morte di Ferdinando Spinelli, nel [[1801]], subentrò nei diritti del feudo di [[Palmi]] Cristina Spinelli,<ref name=ACL/> figlia di Scipione IV Spinelli e Margherita Doria. La Spinelli continuò a serbare il titolo di [[Principessa]] di [[Cariati]], compiacendosi pure del titolo di [[barone]]ssa di [[Palmi|Palme]], fin oltre all'agosto dell'anno [[1806]], quando [[Giuseppe Bonaparte]] abolì il [[feudalesimo]] per legge, anche se fu sotto [[Gioacchino Murat]] ([[1810]]) che venne soppresso di fatto.

Per la legge del 19 gennaio [[1807]], i francesi fecero di Palme una sede di "governo" comprendente i "luoghi" di [[Seminara]] e di Sant'Anna<ref>[http://www.clickalabria.it/comune.php?PID=5&CID=351&LANG=it Palmi sede di Governo] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304113414/http://www.clickalabria.it/comune.php?PID=5&CID=351&LANG=it |data=4 marzo 2016 }}</ref>. In quel periodo i [[Francia|francesi]] progettarono, in località [[Lido di Palmi|Pietrenere]], un "fortino"<ref>P.T.C.P. 2010 della Prov. di Reggio Calabria - "Allegato IX Repertorio dei Vincoli Architettonici e culturali", pag. 4</ref> che doveva essere collegato ad una batteria di cannoni collocati vicino ad una torre. La struttura non venne mai completata in quanto i [[Borbone]] ripresero il comando del [[Regno di Napoli]].

Nel successivo riordino del [[Regno di Napoli|regno]], predisposto dal decreto n. 922 del 4 maggio [[1811]], Palme rientrò nella Provincia di [[Calabria Ulteriore|Calabria Ultra]], distretto di [[Reggio Calabria]], e venne posta a capo di un [[Suddivisione amministrativa del Regno delle Due Sicilie|circondario]] comprendente i comuni di [[Lido di Palmi|Pietrenere]], Seminara (con le sue frazioni Sant'Anna e [[Ceramida]]), [[Gioia Tauro|Gioja]] e [[Melicuccà]]<ref>[http://books.google.it/books?id=1KVDAAAAcAAJ&pg=PA193&redir_esc=y#v=onepage&q=palme&f=false Bullettino delle leggi del Regno di Napoli, Volume 1811, Edizione 1 pag. 237]</ref>.

===Il distretto di Palmi===
[[File:Distretto di Palmi.png|thumb|left|[[Distretto di Palmi]] nel [[Regno di Napoli]]]]
Nel [[1816]], con la riunione in un unico stato dei regni di Napoli e Sicilia, [[Palmi|Palme]] passò dal [[Regno di Napoli]] al neonato [[Regno delle Due Sicilie]] ed il re [[Ferdinando VII di Spagna]], nella riorganizzazione delle amministrazioni locali del territorio, all'interno della provincia borbonica della [[Calabria Ulteriore Prima]] stabilì che Palme venisse posta a capoluogo di [[Distretto di Palmi|distretto]], poiché contava 6.100 abitanti ed era annoverata tra i "comuni di I classe". Il [[distretto di Palmi]] venne creato con la [[legge]] n. 360 del 1º maggio 1816<ref>In attuazione dal 1º gennaio [[1817]], con sede di sottointendenza di III classe. Nella legge venne specificato che lo stabilimento della sottointendenza di distretto dovesse venire realizzato nel locale che servirono per uso di ospedale militare sotto la dominazione francese.</ref><ref>{{Cita|De Salvo|pp. 304-305|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> e fu suddiviso a sua volta nei seguenti circondari: [[Cittanova (Italia)|Casalnuovo]], [[Cinquefrondi]], [[Laureana di Borrello|Laureana]], [[Oppido Mamertina|Oppido]], [[Palmi|Palme]] (comuni di Palme e [[Gioia Tauro|Gioja]]), [[Polistena]], [[Seminara]] e [[Sinopoli|Sinopoli Superiore]].<ref>{{Cita libro|Attilio|Zuccagni-Orlandini|Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, corredata di un atlante, di mappe geografiche e topografiche, e di altre tavole illustrative|1845|All'insegna di Clio|[[Firenze]]|url=http://books.google.it/books?id=8u4NAAAAYAAJ&pg=PA1|capitolo=XXII. §.1, §.6|url_capitolo=http://books.google.it/books?id=8u4NAAAAYAAJ&pg=PA230|wkautore=Attilio Zuccagni-Orlandini|altri=supplemento al volume XI|pp=230, 269–278}}</ref>

Agli inizi del [[XIX secolo]] però la città tese ad espandersi ben oltre il piano del De Cosiron, tanto che nel [[1824]], tramite decreto regio, nei terreni del quartiere "Spirito Santo" furono creati piccoli lotti<ref>{{Cita|F. Martorano|pag. 238|AA.VV, 2002}}.</ref>.

La fiorente attività commerciale che partiva dal borgo marinaro di [[Lido di Palmi|Pietrenere]] vi fu anche agli inizi del [[XIX secolo]]<ref>Relazione Illustrativa pag. 4, del Piano Comunale di Spiaggia 2011</ref>, tanto che il re [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] nella "legge organica delle dogane" del 19 giugno [[1826]] inseriva la dogana di Palmi e [[Lido di Palmi|Pietrenere]] tra le dogane di II classe<ref name="Leggi_delRegno_diNap">{{Cita|Leggi del Regno di Napoli|pag. 26|Leggi}}.</ref>. Negli anni seguenti però, poiché l'interramento della zona avanzava, il vicario generale di [[Calabria]] del [[Regno di Napoli]] sostituì il porto del borgo marinaro palmese con quello di [[Gioia Tauro]], dove fabbricò un primo magazzino di deposito per il commercio dell'olio<ref name="TAURIANA">{{cita web|url=http://www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour/calabriaweb/taureanamare.htm|titolo=ArcheoCalabriaVirtual  - "Il mare di Taureana"|accesso=27 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130501141939/http://www.archeocalabria.beniculturali.it/archeovirtualtour/calabriaweb/taureanamare.htm|dataarchivio=1º maggio 2013}}</ref>. Anche in funzione di ciò, il re Ferdinando II declassò il 16 gennaio [[1834]] la dogana di Palmi e [[Lido di Palmi|Pietrenere]] dalla II alla III classe in quanto erano cessate da anni le esportazioni per l'estero di generi locali soggetti a "dazi doganali di estrazione"<ref name="Leggi_delRegno_diNap" />.

Nei primi decenni del [[XIX secolo]] le amministrazioni cittadine previdero la nuova realizzazione, o ricostruzione, del [[Cinema teatro Sciarrone|teatro]], del carcere, delle fontane e di molti luoghi pubblici. In un periodo compreso tra il [[1817]] ed il [[1845]] venne costruito il cimitero monumentale di [[Palmi]]<ref>{{Cita|Agostino|pag. 238|AA.VV, 2002}}.</ref>.

Nel settembre del [[1837]] in città si propagò una febbre colerica che, in soli 18 giorni, portò alla morte di 325 persone su una popolazione di 8.700 abitanti. Quando la malattia smise di provocare morte, gli abitanti di Palme entusiasti ritennero che ciò fosse dovuto ad un miracolo operato da [[Festa di san Rocco (Palmi)|San Rocco]]<ref>{{Cita|Lovecchio|pag. 70|Francesco Lovecchio, 1991}}.</ref>.

Nel [[1857]] a [[Taureana di Palmi]] venne ricostruito, grazie all'opera dell'[[abate]] Pietro Militano<ref name="PALEOCRISTIANA">{{cita web|url=http://www.arteculturafotoin.it/il_tempio_di_san_fantino.html|titolo=Il Tempio Di San Fantino|accesso=6 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131020103359/http://www.arteculturafotoin.it/il_tempio_di_san_fantino.html|dataarchivio=20 ottobre 2013}}</ref>, il [[Complesso di San Fantino]], distrutto anch'esso nel [[1783]]<ref name="PALEOCRISTIANA"/>.

===Lo sbarco dei Mille===
[[File:Sbarco dei Mille a Palmi.png|thumb|Stampa che erroneamente raffigura lo sbarco dei Mille a Palmi, il 22 agosto 1860]]
Il 22 agosto [[1860]], provenendo da [[Bagnara Calabra]], in una fontana vicino a [[Palmi|Palme]] sostò e si dissetò [[Giuseppe Garibaldi]], che era alla guida della "[[spedizione dei Mille]]", impegnata nella [[Risorgimento|unificazione dell'Italia]]. Garibaldi attese in quel luogo il [[sindaco]] [[barone]] [[Filippo Oliva]] ed una delegazione del consiglio comunale. Dopo i saluti il corteo si avviò in [[città]] passando dalla contrada ''Vitica''. L'"Eroe dei due mondi", tenne un discorso dal balcone di casa [[Raffaele Piria|Piria]], e subito dopo inviò dalla [[Torre di San Francesco]], dov'era posto un [[telegrafo]], il seguente messaggio:

{{citazione|Le truppe nemiche si sbandano, la nostra marcia è un trionfo...|}}

Assieme a Giuseppe Garibaldi vi erano la giornalista inglese Jesse White con il marito Alberto Mario. La felicità della popolazione di [[Palmi|Palme]], per l'arrivo delle truppe garibaldine, fu annotata anche in una pagina del diario di una [[camicia rossa]]. Tale annotazione recitava:

{{citazione|Arrivammo a [[Palmi|Palme]], dove l'entusiasmo fu al colmo, e l'affetto dimostrato alle nostre truppe non era minore di quello per Garibaldi. Dei volontari ci si offrivano da ogni lato. Al domani all'alba si ripartiva<ref name=Garibaldi>Periodico "Madre Terra News" n. 19 - Luglio 2011 Pag. 17</ref>.|}}

Garibaldi restò in città fino al 26 agosto, quindi s'imbarcò della [[Marina di Palmi|Marinella]]<ref>Periodico "Madre Terra News" n. 4 - Aprile 2010 Pag. 20</ref>. Dai registri dei decurioni risultò che il Comune di [[Palmi|Palme]] sostenne, per 29 [[Ducato (moneta)|ducati]], le spese per alcuni festeggiamenti e contrasse un prestito di 4.000 ducati per far fronte alle spese che occorsero per viveri, foraggi, trasporti, ed altro per le truppe del [[generale]] Giuseppe Garibaldi. Il [[comune]] pagò inoltre alcuni contadini per accompagnare le truppe fino a [[Napoli]], e li rimborsò del valore delle carrette che furono requisite dai garibaldini<ref name=Garibaldi/>.

===L'Unità d'Italia===
[[File:Circondario di Palmi.png|thumb|[[Circondario di Palmi]] nel [[Regno d'Italia]]]]
Dal 18 marzo [[1861]] la città, con il nome definitivo di "Palmi",<ref>{{Cita|De Salvo|p. 23|Antonio De Salvo, 1899}}.</ref> fece parte del nuovo [[Regno d'Italia]] proclamato il giorno prima a [[Torino]] dal parlamento nazionale. All'interno del nuovo stato il comune ricadde nella confermata [[Calabria Ulteriore Prima|provincia della Calabria Ulteriore Prima]] (ente di I livello) ed inoltre fu posta a capo dell'omonimo [[Circondario di Palmi]] (II livello amministrativo).

Il 25 settembre [[1862]], con [[Regio decreto-legge]] n. 837, fu istituito il Tribunale di Palmi ed il relativo [[Ordinamento giudiziario in Italia|circondario giudiziario]]<ref>{{Cita web |url=http://www.archivi-sias.it/Scheda_Complesso.asp?FiltraComplesso=760400164 |titolo=Data istituzione Tribunale di Palmi |accesso=9 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923173154/http://www.archivi-sias.it/Scheda_Complesso.asp?FiltraComplesso=760400164 |dataarchivio=23 settembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref>. Ciò anche grazie all'interessamento del [[magistrato]] palmese [[Vincenzo Cosentino]].

Il 16 agosto [[1882]] la [[Calabria Ulteriore Prima|provincia della Calabria Ulteriore Prima]], a cui apparteneva Palmi, venne rinominata [[provincia di Reggio Calabria]].<ref>R.D. n. 1008 (3ª serie) del 16/08/1882 "Nuova denominazione della provincia".</ref>

Il 31 dicembre [[1888]] venne inaugurato il tratto ferrioviario [[Bagnara Calabra]]-[[Palmi]] (10&nbsp;km), all'interno dei lavori di costruzione della linea ferroviaria tirrenica, da [[Reggio Calabria]] ad [[Eboli]], operati nel [[1873]] dalla [[Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo]]. La progettazione di questo tratto ferroviario ebbe numerose difficoltà, tra le quali la realizzazione della galleria passante sotto il [[Monte Sant'Elia (Palmi)|Monte Sant'Elia]] e l'ubicazione della stazione stessa di Palmi, in quanto le richieste della popolazione locale discostavano dalle scelte che fece una commissione apposita nominata per esaminare quale fosse il luogo più idoneo. La popolazione infatti chiese alla società di realizzare la stazione nel pianoro denominato "[[torre di San Francesco|Torre]]", vicino al centro abitato, mentre la commissione scelse la zona denominata "Buffari", lontana dalla città e scarsamente accessibile. La scelta di quest'ultima portò all'approvazione<ref>Con decisione finale del [[Ministero dei lavori pubblici]] in data 3 aprile 1884 e comunicata al Prefetto di reggio Calabria</ref>, per realizzare l'opera, del "progetto Cornaglia" (l'ing. Cornaglia era il direttore generale dei lavori).<ref>[http://www.ilgiornaledellapianadigioiatauro.it/-%20Il%20Giornale%20della%20Piana%20di%20Gioia%20Tauro%202009/Gioia%20Tauro%20-%20119%C2%B0%20anniversario%20inaugurazione%20Stazione%20Ferroviaria.htm Storia della tratta ferroviaria Bagnara-Palmi]</ref> 
Il tronco ferroviario successivo alla stazione, cioè la tratta [[Palmi]]-[[Gioia Tauro]], fu diviso in due parti di cui la prima interamente nel comune di Palmi. I lavori di quest'ultima terminarono il 3 febbraio [[1889]]. L'impresa appaltatrice, cioè la ditta Neri, trovò difficoltà nel realizzare il viadotto sul fiume [[Petrace]]<ref>[http://www.ilgiornaledellapianadigioiatauro.it/-%20Il%20Giornale%20della%20Piana%20di%20Gioia%20Tauro%202009/Gioia%20Tauro%20-%20119%C2%B0%20anniversario%20inaugurazione%20Stazione%20Ferroviaria.htm Storia della tratta ferroviaria Palmi-Gioia Tauro]</ref>.

[[File:Palmi inizio XX secolo.JPG|thumb|left|Vista della città, dal [[Monte Sant'Elia (Palmi)|monte sant'Elia]], sul finire del XIX secolo.]]
Il 2 aprile [[1887]], con lo scopo di «favorire, per mezzo del credito, l'agricoltura, le industrie ed il commercio», venne istituita la ''Banca Agricola Industriale di Palmi''. L'ente operava nel settore [[agricoltura|settore agricolo]], in quanto la superficie coltivata ad [[olea europaea|olivo]] aumentò continuamente nel corso del [[XIX secolo]]. La banca fu presieduta inizialmente dal marchese [[Ferdinando Nunziante]], e continuò il proprio sviluppo anche dopo la nascita della ''Banca Popolare Cooperativa di Palmi''<ref>{{Cita web |url=http://www.intesasanpaolo.mappastorica.com/profili/177.html |titolo=Storia della banca Agricola Industriale di Palmi |accesso=29 ottobre 2011 |dataarchivio=24 settembre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924035619/http://www.intesasanpaolo.mappastorica.com/profili/177.html |urlmorto=sì }}</ref>. Il continuo sviluppo della coltivazione dell'olivo portò, nel febbraio del [[1889]], all'istituzione a Palmi di un [[oleificio]] sperimentale denominato ''"Regio Frantoio Sperimentale"''. Lo scopo dell'istituzione era quella di svolgere ricerche e studi sulla produzione dell'[[olio di oliva]]. Il 31 gennaio [[1899]] il Regio frantoio venne trasferito a [[Cosenza]]<ref>{{Cita web |url=http://sito.entecra.it/portale/cra_dati_istituto.php?id=210 |titolo=Storia del Regio Frantoio Sperimentale |accesso=29 ottobre 2011 |dataarchivio=24 dicembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131224113820/http://sito.entecra.it/portale/cra_dati_istituto.php?id=210 |urlmorto=sì }}</ref>. Tutto ciò fu confermato in una dettagliata relazione del ministro dei Lavori Pubblici [[Stefano Jacini]], che descrisse la situazione dell'olivicoltura nella zona, dalla coltivazione all'estrazione. Nella relazione espose di come «gli oliveti sono la principale coltura della provincia. Questa pianta forma la coltivazione speciale del [[Circondario di Palmi]], tanto da imprimergli un aspetto caratteristico ed interessante<ref name="ReferenceB">Periodico "Madre Terra News" n. 27 - Marzo 2012 Pag. 22-23</ref>».

Il 28 luglio [[1889]] il re [[Umberto I di Savoia]], con regio decreto n. 6321, istituì a Palmi un regio ginnasio. La nuova scuola rappresentò il riconoscimento ufficiale di una preesistente scuola non governativa, intitolata al poeta [[Giuseppe Parini]] e fondata quattro anni prima da Vincenzo Graziani<ref name=LP>{{cita web|url=http://www.liceopizipalmi.eu/contenuti.php?argomento=istituto|titolo=Storia dell'"Istituto Nicola Pizi"|accesso=7 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121209122126/http://www.liceopizipalmi.eu/contenuti.php?argomento=istituto|dataarchivio=9 dicembre 2012}}</ref>. Tra l'altro, l'anno precedente, era stata aperta una scuola comunale di disegno<ref>{{Cita|Leopardi|pag. 143|Anselmo C. Leopardi, 1988}}.</ref>.

===Il terremoto del 1894===
{{Vedi anche|Terremoto del 1894|Miracolo della Madonna del Carmine di Palmi}}
[[File:Terremoto 1894.png|thumb|Vista del corso Carolino con le case puntellate e, sullo sfondo, l'antica [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|Chiesa Madre]].]]
Il 16 novembre [[1894]] un violento [[terremoto]] colpì la [[Calabria]] meridionale, alle ore 18.52, con epicentro storicamente individuato nella città di [[Palmi]].<ref>[http://www.poro.it/caria/terremoti.htm I terremoti in Calabria]</ref> L'intensità del sisma, che rientrò nel IX grado della [[scala Mercalli]],<ref>{{Cita web |url=http://www.fis.unical.it/files/gruppi_ricerca/geofisica/7170261288Guerra.pdf |titolo=Attività sismica in Calabria, Univ. della Calabria, pag. 263 |accesso=16 ottobre 2011 |dataarchivio=24 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130224195258/http://www.fis.unical.it/files/gruppi_ricerca/geofisica/7170261288Guerra.pdf |urlmorto=sì }}</ref> comportò anche un violento maremoto sulle coste cittadine.<ref>[http://www.biologiamarina.eu/Tsunami%20italiani.html Tsunami in Italia dal 1600 ad oggi]</ref> La scossa principale, per la quale furono contati 20 movimenti del suolo per circa 20 secondi, fu preceduta e seguita da rombi che durarono tutta la notte ed il giorno successivo.<ref name=AR>{{Cita|Annibale Riccò|pag. 33|AA.VV, 1907}}.</ref>

Malgrado la potenza dell'evento e le grandi rovine che produsse, con danni calcolati per un valore di oltre il milione di lire,<ref name="Leopardi">{{Cita|Leopardi|pag. 309|Anselmo C. Leopardi, 1988}}.</ref> il numero dei morti fu solamente di 9 ed i feriti 300. Ciò fu dovuto ad una circostanza singolare, che ebbe del miracoloso. La [[Miracolo della Madonna del Carmine di Palmi|statua della Madonna del Carmine]], la quale venne asserito che nei giorni precedenti avesse mosso gli occhi, fu portata fuori in processione. Quando il corteo con il simulacro, composto da quasi tutta la popolazione, giunse in luogo aperto, avvenne il terremoto e per questo la totalità degli abitanti di Palmi ne rimase illesa.<ref name=AR/>

Nei giorni seguenti [[Palmi]] divenne centro delle operazioni di soccorso. Giunsero contingenti dell'[[Esercito]] che prestarono aiuto alla popolazione. Successivamente all'evento si costruirono numerose baracche e si puntellarono circa 1.600 case che, seppur rimaste in piedi, furono dichiarate tutte inagibili.<ref name="Leopardi" /> Perciò parecchie [[Stradario di Palmi|strade]] furono trasformate in selve di pali e travi.

A distanza di un anno dall'evento la città si presentava ancora formata da poche case abitate e da molte baracche.<ref name=AR/>

==XX secolo==
L'8 settembre [[1905]] la città fu colpita nuovamente, alle 2.45 del mattino, da un terremoto che ebbe il suo epicentro a [[Nicastro]], ma che fu avvertito anche in tutti i centri della [[Piana di Gioia Tauro|Piana]], dove arrecò anche dei danni. A [[Palmi]] rimase fortemente danneggiata una parte delle vecchie carceri giudiziarie ed il giornale "[[L'Ora]]" di [[Palermo]] riportò di come in città «non vi fosse casa che non avesse un muro o pareti cadute o lesionate». Un ulteriore terremoto vi fu il 23 ottobre [[1907]] ma, dalle cronache del tempo, Palmi non risultò tra i centri danneggiati dall'evento.<ref>Periodico "Madre Terra News" n. 33 - Settembre 2012 Pag. 30</ref>

===Il terremoto del 1908===
{{vedi anche|Terremoto del 1908}}
[[File:Palmi vecchia Chiesa Matrice.jpg|thumb|left|La chiesa Madre danneggiata dal terremoto.]]
[[File:Palmi Chiesa di San Rocco 1908.jpg|thumb|La chiesa di san Rocco con la facciata crollata.]]
[[File:Terremoto del 1908 Palmi municipio.png|thumb|left|Il vecchio municipio.]]
[[File:Terremoto del 1908 Palmi sfollati.png|thumb|Affamati che aspettano il pane, dopo il terremoto]]
[[File:Terremoto del 1908 Palmi baraccamenti rione Prenestini.png|thumb|Baraccamenti post terremoto, il rione Prenestini.]]
Il 28 dicembre [[1908]] la città venne quasi totalmente distrutta dal violento [[terremoto di Messina del 1908|terremoto]] che si abbatté, nella notte, sulla [[Sicilia]] e sulla [[Calabria]]. Alle ore 5.30 del mattino si avvertì una scossa di terremoto di lunga durata e di forte intensità. Lo scenario che seguì l'evento sismico era formato da valanghe di macerie, tetti scoperchiati, muraglie polverizzate, caverne dischiuse repentinamente attraverso le vie ed i palazzi mozzi con i cornicioni spenzolanti sul vuoto e le botteghe ostruite dalle macerie dei piani superiori.<ref>Corriere della Sera, Milano, 30 dicembre 1908.</ref> Prima dell'evento la città contava quasi 14.000 abitanti ed oltre 2.200 edifici. Il sisma provocò la morte di circa 700 persone,<ref name=RL/> un migliaio di feriti e, come detto, la distruzione o il danneggiamento di quasi tutto il patrimonio abitativo e di tutte le più importanti chiese, del [[palazzo San Nicola|municipio]], del ginnasio e del [[Cinema teatro Sciarrone|teatro]].<ref>Il 31 dicembre la Gazzetta riporta, per Palmi, quanto segue: «Le notizie dalle regioni calabresi o sicule confermano sempre più che il disastro è immane, sorpassante ogni immaginazione. Palmi per due terzi è distrutta e la parte rimasta è inabitabile. è impossibile calcolare il numero delle vittime, che in gran parte si trovano sotto le macerie. Gli edifici pubblici sono tutti danneggiati, comprese le carceri giudiziarie, di cui oggi sarà ultimato lo sgombero inviando i detenuti al penitenziario di Catanzaro».</ref> Accorsero, il giorno dopo l'evento, per prestare aiuti il [[48º Reggimento fanteria "Ferrara"]]<ref name=RL/><ref>Una compagnia del battaglione venne inviata a Seminara. A Palmi, sede della terza zona di soccorso, arrivò con la fanteria anche il generale [[Fortunato Marazzi]] ed una compagnia del Genio.</ref> e la [[Croce Rossa Italiana]].<ref name=RL/><ref>«Con due stazioni di rifornimento a Palmi ed a Messina fornite di tende, medicine e quant'altro occorra».</ref> Il 2 gennaio fece visita alla città il duca [[Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta]].<ref name=RL/><ref>La gazzetta scrisse sulla visita:«Gli ispettori generali Massea e Muffone salirono sul suo scompartimento per dargli le più ampie notizie sul disastro. Partirono poscia per la stazione di Palmi, dove si trovavano il sindaco di Palmi, il deputato Bovi, il maggiore e il capitano delle truppe e molti cittadini, che salirono tosto al paese. Erano a ricevere il Duca il sottoprefetto e una deputazione di cittadini che fece al Duca una affettuosa dimostrazione seguendolo nella pietosa visita di tutto il paese. Sempre accompagnato dagli stessi ispettori generali, S.A.R. il Duca d'Aosta salì in vettura col vescovo, mons. Morabito, e si recò nel comune di Seminara che è anche più fortemente colpito di Palmi»».</ref> Il 7 gennaio la città venne inserita nell'elenco dei comuni maggiormente danneggiati<ref name=RL/> mentre l'8 gennaio venne allestito un grande magazzino «di concentramento e spedizione materiali» che serviva per tutta la regione Calabria.<ref name=RL>[http://www.lalbadellapiana.it/files/23-25_rocco_liberti.pdf LO SCONVOLGIMENTO TELLURICO DEL 1908 A PALMI NEI DISPACCI DELL'AGENZIA STEFANI] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130917021738/http://lalbadellapiana.it/files/23-25_rocco_liberti.pdf |data=17 settembre 2013 }}</ref> Per il ripristino dell'illuminazione pubblica, per quanto concerne quella a gas acetilene, bisognò aspettare il 22 gennaio, mentre per quella elettrica trascorsero altri giorni ancora.<ref name=RL/> Per tutto il periodo di gennaio e febbraio vi furono ulteriori scosse.<ref>7 gennaio alle ore 17,00; 23 gennaio alle ore 19,24; 27 febbraio alle ore 01,50 ed alle ore 10,00 (VII grado scala mercalli).</ref> Venne nominato Commissario Regio per la ricostruzione del [[Circondario di Palmi]]<ref>Il 17 gennaio, con l'obiettivo della costruzione delle baracche, l'ing. Simonetti aprì un ufficio centrale a Messina ed altri locali a Messina, Reggio e Palmi.</ref> il senatore [[Cesare Tarditi]]<ref>{{cita web|url=http://notes9.senato.it/Web/senregno.NSF/8c58c55c1230e7f8c125703d002fe257/111aecd752e06e714125646f0060ec5e?OpenDocument|titolo=Scheda del Senatore Cesare Tarditi|accesso=30 aprile 2013}}</ref> e la città divenne il centro operativo per la ricostruzione di tutta la piana.<ref>Il ministro della guerra [[Severino Casana]], in visita a Palmi, inviò ai soldati dislocati nelle località terremotate gli ordini del giorno.</ref>

Tra le persone che prestarono soccorso in quei giorni alla popolazione palmese, vi accorse anche [[san Luigi Orione]] che assieme alle autorità ecclesiastiche, fu in prima fila con il vescovo della [[diocesi di Mileto]] mons. Morabito, aiutando tanti bambini rimasti orfani a trovare un asilo.<ref>{{cita web|url=http://www.arteculturafotoin.it/attualita_.html|titolo=Racconto del terremoto del 1908|accesso=30 aprile 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131203121950/http://www.arteculturafotoin.it/attualita_.html|dataarchivio=3 dicembre 2013|urlmorto=sì}}</ref><ref>Il vescovo scrisse, in quelle ore, al [[Corriere d'Italia (1906-1929)|Corriere d'Italia]] dicendo: «Sono giunto a Palmi, dove si trovano la rovina, la desolazione e la morte. I danni sono incalcolabili. Le intemperie che imperversano senza tregua accrescono la gravità del disastro. Si contano già parecchie centinaia di morti, ma in maggior parte dei cadaveri sono ancora sotto le rovine.»</ref>

In seguito all'evento furono realizzati sedici quartieri baraccatti, per l'alloggiamento della popolazione rimasta senza fissa dimora. L'ubicazione dei quartieri baraccati circondò il centro urbano, con un'intensificazione in direzione [[nord]]-[[est]], saturando le aree sgombere tra i diversi rioni. Ai quartieri baraccati furono assegnati i seguenti nomi: ''Marchese Alfieri, Dietro Correa, [[Cittadella (Palmi)|Cittadella]], Monaci, Croce Rossa, Vina, Regina Elena, Stati Uniti, Bompiani, Impiombato, Tarditi, Prenestini, Ciccolini, Santa Maria, Pizzi ed Ajossa''.<ref>{{Cita|Agostino|pagg. 240-241|AA.VV, 2002}}.</ref> Il progetto di ricostruzione della città avvenne con la redazione del Piano Regolatore Generale nel [[1911]], a firma dell'ing. Pucci,<ref>Il piano regolatore venne redatto dall'ing. A. Pucci fu approvato in consiglio comunale lo stesso anno. Detto piano venne approvato dal Ministero dei lavori pubblici con regio decreto del 24 settembre 1914.</ref> che prevedeva lo sventramento del tessuto storico, con l'uso di uno schema geometrico che frantumava il tessuto e dilatava gli spazi, ma che riconfermata la scelta di una pianta della città regolare a scacchiera.<ref name="GTNUOVA" /> Alcuni vecchi rioni, denominati ''Borgo'' e ''San Nicola'', sparirono definitivamente mentre il rione ''Spirito Santo'' venne poco a poco inglobato dal tessuto urbano.

L'evento provocò un arretramento anche dal punto di vista della qualità della vita e del tessuto culturale della città. Molti furono gli emigrati a causa del terremoto, tra i quali lo scrittore [[Leonida Repaci]], senza contare i molti superstiti che vennero direttamente trasportati in altre regioni per essere aiutati o curati. Vi fu un sorta di [[diaspora]], che divise le famiglie al di là della decimazione provocata dal sisma.

=== La Prima guerra mondiale ===
A causa del [[Prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]], Palmi perse 203 cittadini che morirono in battaglia. Tra di loro vi fu anche il tenente [[Nicola Pizi]], che ricevette la [[medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria.<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=12321 Quirinale.it Scheda di Nicola Pizi]</ref>

Durante il periodo bellico, nel [[1917]] venne completato ed inaugurato il tracciato da [[Gioia Tauro]] a [[Seminara]] della nuova linea ferroviaria [[Ferrovia Gioia Tauro-Palmi-Sinopoli|Gioia Tauro-Palmi-Sinopoli]], con le stazioni denominate [[Stazione di San Fantino|San Fantino]] (in località Cisterne) e [[Stazione di Palmi (FC)|Palmi]] (in località Trodio), nel territorio comunale.<ref>{{cita web|url=http://www.heliosmag.it/clubausonia/gioia2.html|titolo=Storia della Ferrovia Calabro Lucana|accesso=2 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924025613/http://www.heliosmag.it/clubausonia/gioia2.html|dataarchivio=24 settembre 2015}}</ref>

===Il primo dopoguerra ed il periodo fascista===
Il [[Circondario di Palmi]] venne soppresso nel [[1927]], con Regio Decreto n. 1 del 2 gennaio.

[[File:Duomo di San Nicola Palmi.jpg|thumb|La nuova concattedrale di San Nicola]]
Nel periodo tra le due guerre, nell'ambito della ricostruzione della città dopo il [[terremoto di Messina del 1908|terremoto del 1908]], furono progettati ed inaugurati nuovi monumenti pubblici. Il 15 ottobre [[1922]] venne inaugurata la nuova [[Fontana della Palma]], progettata dall'architetto Jommi e costruita dal Prof. Giovanni Sutera, con una cerimonia inaugurale a cui partecipò il gerarca fascista [[Michele Bianchi]]<ref>Periodico "Madre Terra News" n. 21 - Settembre 2011 Pag. 4</ref>.In seguito, a quest'ultimo verrà dedicata l'attuale Viale Bruno Buozzi. Il 10 giugno [[1932]] venne invece inaugurato il Monumento ai Caduti, opera realizzata dallo scultore [[Michele Guerrisi]] e commissionata da parte dell'[[Sindaci di Palmi|amministrazione]] del Commissario prefettizio Giuseppe Sigillò. Presenziarono la cerimonia i [[Principe di Piemonte|Principi di Piemonte]] [[Umberto II di Savoia]] e consorte [[Maria José del Belgio]]<ref name=PIAR>{{cita web|url=http://www.forcalsoftware.it/piargioiatauro/web/master.php?macrocategoria_cliccata=411&macrocategoria=411&pagina=template/br_sezione_foto_sopra_originale.php&categoria_documenti=2131|titolo=PIAR: Palmi, cultura e tradizione|accesso=2 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130928102941/http://www.forcalsoftware.it/piargioiatauro/web/master.php?macrocategoria_cliccata=411&macrocategoria=411&pagina=template%2Fbr_sezione_foto_sopra_originale.php&categoria_documenti=2131|dataarchivio=28 settembre 2013}}</ref>.

Il [[1932]] è anche l'anno in cui vennero inaugurati i due nuovi edifici principali della città, da un punto di vista politico e religioso. Difatti furono completati il nuovo [[Palazzo San Nicola]]<ref name="PDP"/>, sede municipale, e la nuova [[Concattedrale di San Nicola (Palmi)|Chiesa madre di San Nicola]]<ref name=PIAR/>.

Anche gli altri edifici, pubblici e privati, vennero ricostruiti secondo uno [[Architettura neoclassica|stile neoclassico]] e del [[razionalismo italiano]]. Tra i primi vi furono il nuovo "Palazzo degli Uffici"<ref name=PIAR/> ed il "Palazzo della Caserma dei Carabinieri"<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=24913&pagename=57|titolo=Scheda della Caserma dei Carabinieri di Palmi|accesso=11 febbraio 2013|dataarchivio=21 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180121071739/http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=24913&pagename=57|urlmorto=sì}}</ref> mentre tra i secondi il "Palazzo Ambesi Impiombato"<ref name=PDP>{{cita web|url=http://www.gitour.it/Documenti.aspx?ID=19989|titolo=Notizie sui principali palazzi di Palmi|accesso=25 luglio 2011|urlmorto=sì}}</ref> ed il "Palazzo della Banca Popolare", entrambi progettati da [[Marcello Piacentini]].

===La Seconda guerra mondiale===
Nella primavera-estate del [[1943]], nel quadro delle operazioni aeree alleate contro l'Italia fascista, la città di [[Palmi]] e tutta le [[Provincia di Reggio Calabria]] subirono [[Bombardamenti di Reggio Calabria del 1943|bombardamenti aerei]] ad opera degli eserciti di [[Stati Uniti]] e [[Regno Unito]]. Gran parte della popolazione palmese trovò rifugio dai bombardamenti nelle [[grotte di Pignarelle]].<ref>{{Cita|F. Costabile, 2006}}.</ref> Nel dettaglio i giorni nei quali Palmi venne bombardata sono i seguenti: 20 febbraio, 1 marzo, 9 agosto, 14 agosto, 17 agosto.<ref>{{cita web|url=https://biografiadiunabomba.blogspot.it/p/bombardamenti-seconda-guerra-mondiale.html|titolo=BIOGRAFIA DI UNA BOMBA|accesso=10 luglio 2016}}</ref>

Sempre nel 1943, e precisamente nella notte tra il 25 e 26 luglio, al largo di [[Lido di Palmi|Pietrenere]] venne affondata la motonave ''[[Viminale (motonave)|Viminale]]'' da parte di un'unità alleata<ref>{{cita web|url=http://www.vedettamediterraneo.it/ITA/angolomareorig3.php?id=154|titolo=Storia della Motonave "Viminale"|accesso=2 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131103150849/http://www.vedettamediterraneo.it/ITA/angolomareorig3.php?id=154|dataarchivio=3 novembre 2013}}</ref>. Il transatlantico di lusso, che faceva rotta anche nei porti del [[Giappone]], durante il conflitto mondiale era stato sequestrato dalla [[Regia Marina]] per scopi militari. Dopo l'affondamento il transatlantico ebbe la fama di "Titanic italiano"<ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/12/09/un-transatlantico-negli-abissi-recuperato-il-titanic.html|titolo=Racconto del "Titanic italiano" affondato a Palmi|accesso=2 maggio 2013}}</ref>.

In questo periodo bellico guidarono la città, nell'ordine, i podestà Francesco Bagalà, Michele Fimmanò, Domenico Guardata e Francesco Carbone.

===Il secondo dopoguerra===
A seguito del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno [[1946]], indetto per determinare la forma di governo da dare all'Italia dopo la seconda guerra mondiale e nel quale fu scelta la [[repubblica]], la città appartiene alla nuova [[Repubblica Italiana]] e alla neo costituita [[Regione Calabria]] (nuovo ente amministrativo di I livello). Nel suddetto referendum la popolazione di [[Palmi]] si espresse a favore della [[monarchia]] con il 60,45% dei voti.<ref>{{cita web|url=http://s573166820.sito-web-online.it/wp-content/uploads/2017/07/2-Romeo_OTT.pdf|titolo=Repubblica o Monarchia. Il referendum del 2 giugno 1946 in Calabria|accesso=10 settembre 2019}}</ref>

Il [[socialista]] Francesco Carbone rimase alla guida della città per un decennio, dal 1946 al [[1956]], con le elezioni comunali del [[1948]] e del [[1952]] vinte dal [[Partito Socialista Italiano]] e dal [[Partito Comunista Italiano]]. In questo periodo vi fu la ricostruzione postbellica, l'ultimazione di tante nuove opere distrutte dal [[terremoto del 1908]] e i lavori per il raddoppio del binario della [[Ferrovia Tirrenica Meridionale]] (che venne attivata nel [[1961]]).<ref>Ferrovie dello Stato, Ordine di Servizio n. 100, 1961.</ref> Nell'ambito di questi lavori ferroviari, nel [[1955]] vi furono una serie di esplosioni e successivi crolli all'interno della galleria tra [[Palmi]] e [[Bagnara Calabra]], che procurarono la morte di 23 operai addetti al consolidamento ed alla posa dei binari.<ref name="CO"/> Altrettanti furono i feriti.<ref name="CO">[[Calabria Ora]] del 7 aprile 2013, pagg. 30-31.</ref> Dei 23 morti solo uno era di Palmi, mentre gli altri provenivano principalmente dall'alto Tirreno cosentino e dal [[Cilento]] costiero, da [[Amantea]] fino a [[Sapri]].<ref name="CO"/> Le bare furono disposte e allineate sul sagrato di una piccola chiesa che sorgeva nel quartiere di Palmi Scalo (vicino alla galleria) ed i funerali avvennero, alla presenza di autorità civili e militari e della gran parte della popolazione di [[Palmi]], nel [[Duomo di Palmi|duomo cittadino]].<ref name="CO"/> Per ricordare questo tragico evento la [[Edison]], società appaltatrice dei lavori,<ref name="CO"/> realizzò nel rione stazione una chiesa dedicata a [[Chiesa di San Giuseppe (Palmi)|San Giuseppe lavoratore]].

Le elezioni comunali del [[1956]] furono vinte dalla [[Democrazia Cristiana]], che con il [[Movimento Sociale Italiano]] formò una giunta comunale guidata da Francesco Arena. L'amministrazione di centrodestra durò solo una legislatura, in quanto le successive elezioni comunali del [[1960]] ebbero nuovamente una vittoria del [[Partito Socialista Italiano]], che guidò ancora con il [[Partito Comunista Italiano]] la città durante il terzo mandato di Francesco Carbone e la giunta di [[Giuseppe Marazzita]]. Durante questa consiliatura venne reso omaggio alla memoria del più illustre cittadino palmese, Francesco Cilea, con le realizzazione di un [[Mausoleo di Francesco Cilea|mausoleo a lui dedicato]].<ref name=GTMM>{{Cita|Guida Touring|pag. 629|Guida Touring}}.</ref> Inoltre la città aumentò il suo peso culturale, a livello provinciale, con l'istituzione di nuove scuole superiori.

Nel [[1964]] divenne primo cittadino il [[democristiano]] Bruno Bagalà, che amministrò la città fino al [[1975]] guidando tre giunte, due di centrosinistra ed una di centrodestra. Infatti la [[Democrazia Cristiana]], come conseguenza delle elezioni comunali del [[1963]], [[1967]] e [[1971]], governò Palmi prima con il [[Partito Socialista Italiano]], poi con il [[Partito Liberale Italiano|Partito Liberale]] (solamente per un anno) ed infine nuovamente con i socialisti ed il [[Partito Comunista Italiano]]. In questo periodo, nel [[1969]], venne realizzato il [[Ospedale civile Francesco Pentimalli|nuovo ospedale cittadino]] e vi fu l'inaugurazione della nuova [[Autostrada A3 (Italia)|Autostrada A3]] [[Salerno]]-[[Reggio Calabria]] con gli svincoli di Palmi e di Sant'Elia.

Le elezioni comunali del 1975 portarono ad una giunta guidata da Antonino Pirrottina ([[Democrazia Cristiana|DC]]), nella quale vi erano ancora esponenti [[Democrazia Cristiana|democristiani]], [[socialisti]], [[comunisti]] e, per la prima volta, del [[Partito Repubblicano Italiano]]. Durante questa consiliatura venne approvato il [[Programma di fabbricazione|piano di fabbricazione]]. Lo strumento urbanistico prefigurava il territorio proiettato in direzione di una forte polarizzazione di servizi specialistici, con un consumo di volumetrie concentrate nell'area 167-Pille e San Giorgio, con spazi per la cultura ed il tempo libero, in considerazione dell'assenza di servizi similari nel comprensorio e del vicino [[porto di Gioia Tauro|complesso portuale di Gioia Tauro]].

Il 10 giugno [[1979]], in forza del decreto «Quo aptius» della [[Congregazione per i vescovi]], venne creata la nuova [[diocesi di Oppido Mamertina-Palmi]].<ref>{{cita web|url=http://www.vatican.va/archive/aas/documents/AAS-71-1979-ocr.pdf|titolo=Decreto ''Quo aptius''|accesso=2 maggio 2013}}</ref> La città, che dal [[1973]] formava un'[[amministrazione apostolica]] con altri centri della piana, dopo circa nove secoli non fu più soggetta alla [[Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea|diocesi di Mileto]], ma diede il proprio nome ad una nuova sede della [[Chiesa cattolica]].

Nella consiliatura 1979-[[1983]] furono elette tre giunte, la prima guidata da Rocco Managò e formata dal [[Partito Socialista Italiano]] con liste civiche, la seconda del democristiano Santo Surace (maggioranza [[Democrazia Cristiana|DC]], [[Partito Repubblicano Italiano|PRI]], liste civiche e, per la prima volta il [[Partito Socialista Democratico Italiano]]) e l'ultima del socialista Gaetano Baietta (maggioranza socialista-democristiana).

Nel [[1982]] venne inaugurata la [[Casa della cultura (Palmi)|Casa della cultura]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.palmi.rc.it/index.php?action=index&p=85|titolo=Notizie sulla Casa della Cultura|accesso=2 maggio 2013}}</ref> Al suo interno furono spostati tutti i musei cittadini, oltre alla nuova [[pinacoteca Leonida ed Albertina Repaci]]<ref>{{cita web|url=http://www.areadellostretto.it/ecm/web/ads/online/home/turismo/content/pinacoteca-leonida-repaci.0000.ECMLAS-64|titolo=importanza nazionale della Pinacoteca Repaci|accesso=2 maggio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131224114157/http://www.areadellostretto.it/ecm/web/ads/online/home/turismo/content/pinacoteca-leonida-repaci.0000.ECMLAS-64|dataarchivio=24 dicembre 2013}}</ref> e all'[[antiquarium Nicola De Rosa]].

Le elezioni comunali del 1983 ebbero grossomodo i risultati delle precedenti tornate. La [[Democrazia Cristiana]], quale primo partito, amministrò con Domenico Ferraro e Francesco Barone due giunte nelle quali faceva parte anche il PRI. Nel [[1985]] invece la maggioranza cambiò, con la seconda giunta Baietta (amministrazione formata da socialisti, comunisti e socialdemocratici) che rimase in carica fino al [[1991]], superando anche le elezioni cittadine del [[1987]].

In questo decennio lo sviluppo urbanistico della città ebbe un notevole impulso, con l'edificazione della "zona 167" nella parte alta del centro cittadino. Interi nuovi quartieri di cooperative, e nuove vie e piazze, sorsero a monte del rione Pille, in uno spazio compreso tra i quartieri di san Giorgio e san Gaetano.

Le elezioni comunali del [[1991]] furono le ultime con il metodo proporzionale e, nello stesso anno, Domenico Alvaro fu l'ultimo primo cittadino eletto dal civico consesso (giunta formata da DC, PRI e PLI con l'appoggio esterno del PSDI).

Nel [[1994]], a seguito della [[legge 25 marzo 1993, n. 81]], [[Armando Veneto]] venne eletto primo cittadino direttamente dagli elettori, sostenuto dal [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]]. Gli elettori, nelle elezioni comunali del [[1998]], riconfermarono Veneto alla guida della città.

Nel [[1998]], con [[deliberazione|delibera]] n. 83 del 18 novembre, il consiglio provinciale della [[Provincia di Reggio Calabria]] istituì il [[Circondario di Palmi|circondario della Piana]], con sede a [[Palmi]]. All'interno del circondario ricaddero i 33 comuni appartenenti geograficamente alla [[Piana di Gioia Tauro]].

==XXI secolo==
Il primo decennio del nuovo secolo vide lo svolgimento di tre elezioni comunali e, in tutti e tre i casi, la consiliatura non durò i cinque anni stabiliti dalla legge, venendo sostituita da un commissario prefettizio. Nel [[2001]] venne eletto primo cittadino Bruno Galletta, candidato della [[Casa delle Libertà]],<ref>[https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=13/05/2001&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=18&levsut1=1&lev2=67&levsut2=2&lev3=570&levsut3=3&ne1=18&ne2=67&ne3=670570&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle elezioni, elezioni comunali di Palmi 2001]</ref> mentre nel [[2003]] con Antonino Parisi la città passò ad una guida di [[centro-sinistra]],<ref>[https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=25/05/2003&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=18&levsut1=1&lev2=67&levsut2=2&lev3=570&levsut3=3&ne1=18&ne2=67&ne3=670570&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle elezioni, elezioni comunali di Palmi 2003]</ref> per tornare ad essere amministrata nel [[2007]] dalla destra di [[Alleanza Nazionale]] con Ennio Gaudio.<ref>[https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=27/05/2007&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=18&levsut1=1&lev2=67&levsut2=2&lev3=570&levsut3=3&ne1=18&ne2=67&ne3=670570&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle elezioni, elezioni comunali di Palmi 2007]</ref> In quegli anni le principali opere pubbliche furono la costruzione del [[Porto di Palmi|porto cittadino]], nel [[2008]],<ref>Dati tratti dall'Ordinanza n. 3/2012 dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro.</ref> e l'ammodernamento dell'[[Autostrada A3 (Italia)|Autostrada A3]] [[Salerno]]-[[Reggio Calabria]].
 
Il 16 ottobre [[2008]], la [[Provincia di Reggio Calabria]] stabilì la modifica della denominazione del Circondario della Piana in [[Circondario di Palmi]].<ref>Delibera della Giunta Provinciale n. 273 del 16 ottobre 2008.</ref> Nel [[2011]] l'ente venne soppresso e, al suo posto, vennero creati gli uffici del Servizio Multifunzione decentrato di Palmi.<ref>{{cita web|url=http://pnasaline.provincia.rc.it/pna-saline/uffici-old/settore-1/circondario-di-palmi|titolo=Servizio Multifunzione decentrato di Palmi - Attività|accesso=12 ottobre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161013012835/http://pnasaline.provincia.rc.it/pna-saline/uffici-old/settore-1/circondario-di-palmi|dataarchivio=13 ottobre 2016}}</ref>

Alle elezioni comunali del [[2012]] venne riconfermato il [[centro-destra]] alla guida cittadina, con l'elezione di Giovanni Barone.<ref>[https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=G&dtel=06/05/2012&tpa=I&tpe=C&lev0=0&levsut0=0&lev1=18&levsut1=1&lev2=67&levsut2=2&lev3=570&levsut3=3&ne1=18&ne2=67&ne3=670570&es0=S&es1=S&es2=S&es3=N&ms=S Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle elezioni, elezioni comunali di Palmi 2012]</ref>

Dal 1º gennaio [[2017]] il comune ricade all'interno della [[Città metropolitana di Reggio Calabria]], ente amministrativo di II livello che sostituisce la [[Provincia di Reggio Calabria]].<ref>Legge del 7 aprile 2014 n. 56 recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" che fa seguito al decreto legge del 5 novembre 2012, n. 188 recante "Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane".</ref>

== Note ==
{{Note strette}}

==Bibliografia==
* {{cita libro|cognome=VV.|nome=AA.|anno=1999|titolo=Guida d'Italia - Basilicata Calabria|url=http://books.google.it/books?id=eORsIS98HawC&pg=PA628&dq=Palmi+Palazzo+di+citt%C3%A0&hl=en&sa=X&ei=7VSTUZjwOs6Q7AbBoIDQAg&ved=0CF4Q6AEwBw#v=onepage&q=Palmi%20Palazzo%20di%20citt%C3%A0&f=false|editore=Touring Editore|città=Milano|ISBN=88-365-3453-8|cid=Guida Touring}}
* {{cita libro|cognome=VV.|nome=AA.|anno=2003|titolo=Guida d'Italia - Calabria: dal Pollino all'Aspromonte le spiagge dei due mari le città, i borghi arroccati|url=http://books.google.it/books?id=iUWonXd_QVcC&pg=PA215&dq=marina+di+Palmi&hl=it&sa=X&ei=vcuTUae4OrHW4ASQ8IH4BA&ved=0CDIQ6AEwAA#v=onepage&q=marina%20di%20Palmi&f=false|editore=Touring Editore|città=Milano|ISBN=88-365-1256-9|cid=GT, 2003}}
* {{cita libro|cognome=VV.|nome=AA.|anno=1907|titolo=Commissione incaricata degli studi dal Regio Governo per lo studio sul terremoto del 16 novembre 1894 in Calabria e Sicilia|url=https://archive.org/details/ilterremotodeln00sicigoog|editore=Tipografia Nazionale|città=Roma|cid=AA.VV, 1907}}
* {{cita libro|cognome=VV.|nome=AA.|anno=1834|titolo=Collezione delle Leggi e de' Decreti Reali del Regno delle Due Sicilie|url=http://books.google.it/books?id=4fkVAQAAIAAJ&pg=PA26&lpg=PA26&dq=dogana+di+Pietrenere+Palmi&source=bl&ots=2VqpycXryB&sig=FPFe71YENKqSSlZliDL8hXa16_Y&hl=it&sa=X&ei=Fz-jUZm2NoXHPL-ZgIgF&ved=0CDgQ6AEwAg#v=onepage&q=dogana%20di%20Pietrenere%20Palmi&f=false|editore=Stamperia Reale|città=Napoli|cid=Leggi}}
* {{cita libro|cognome=VV.|nome=AA.|anno=2002|titolo=Palmi, un territorio riscoperto - Revisioni ed aggiornamenti. Fonti e ricerca archeologica|editore=Rubbettino Editore|città=Soveria Mannelli|ISBN=88-498-0074-6|cid=AA.VV, 2002}}
* {{cita libro|cognome=Costabile|nome=Felice|anno=2006|titolo=Studi Interdisciplinari Sul Mondo Antico|editore=L'erma di Bretschneider|città=Roma|ISBN=88-8265-415-X|cid=F. Costabile, 2006}}
* {{cita libro|cognome=De Minicis|nome=Elisabetta|anno=2008|titolo=Insediamenti rupestri di età medievale: abitazioni e strutture produttive : Italia centrale e meridionale|editore=Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo|città=Spoleto|ISBN=88-7988-126-4|cid=Elisabetta De Minicis, 2008}}
* {{cita libro|cognome=De Salvo|nome=Antonio|wkautore=Antonio De Salvo (storico)|anno=1889|titolo=Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia Tauro|editore=Lopresti|città=Napoli|cid=Antonio De Salvo, 1899}}
* {{cita libro|cognome=Fiore|nome=Giovanni|wkautore=Giovanni Fiore da Cropani|anno=1691|titolo=Della Calabria Illustrata|editore=|città=|cid=Giovanni Fiore Da Cropani, 1691}}
* {{cita libro|cognome=Galanti|nome=Giuseppe Maria|wkautore=Giuseppe Maria Galanti|anno=1792|titolo=Giornale di viaggio in Calabria|editore=|città=|cid=Galanti}}
* {{cita libro|cognome=Guillou|nome=Andrè|anno=1976|titolo=Aspetti della civiltà bizantina in Italia: società e cultura|editore=Ecumenica Editrice|città=Bari|cid=Andrè Guillou, 1976}}
* {{cita libro|cognome=Leopardi|nome=Anselmo Cosimo|anno=1987|titolo=Novembre 1894: il Carmine di Palmi al centro di un evento storico|editore=Tipografia Marafioti|città=Polistena|cid=Anselmo C. Leopardi, 1988}}
* {{cita libro|cognome=Lovecchio|nome=Francesco|anno=2000|titolo=La Varia - Storia e tradizione|editore=GolemSoftware|ISBN=88-87455-03-1|cid=Francesco Lovecchio, 2000}}
* {{cita libro|cognome=Lovecchio|nome=Francesco|anno=1991|titolo=Palmi, I Giganti e la festa di San Rocco|editore=Jason Editrice|città=Reggio Calabria|cid=Francesco Lovecchio, 1991}}
* {{cita libro|cognome=Minuto|nome=Domenico|anno=2006|titolo=La Valle delle Saline|url=http://books.google.it/books?id=egc6Zuu9xQIC&lpg=PA324&dq=Diocesi%20di%20Taureana&pg=PA324#v=onepage&q&f=false|editore=Polis.Studi interdisciplinari sul mondo antico|ISBN=88-8265-415-X|cid=Minuto}}
* {{cita libro|cognome=Pacichelli|nome=Giovan Battista|wkautore= Giovan Battista Pacichelli|anno=1702|titolo=Il Regno di Napoli in Prospettiva|editore=A. Forni|città=Bologna|cid=Pacichelli}}
* {{cita libro|cognome=Saletta|nome=Vincenzo|anno=1963|titolo=Vita di San Fantino Confessore|cid=Vincenzo Saletta, 1963}}
* {{cita libro|cognome=Settis|nome=Salvatore|anno=1987|titolo=Archeologia in Calabria, Figure e temi|editore=Gangemi Editore|città=Roma|ISBN=88-7448-190-X|cid=Salvatore Settis, 1987}}

== Altri progetti ==
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