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{{F|conflitti|novembre 2010|arg2=seconda guerra mondiale}}
{{conflitto
|Tipo = Operazione militare
|Nome del conflitto = Operazione Anton
|Parte_di = della [[seconda guerra mondiale]]
|Immagine = Bundesarchiv Bild 101I-027-1451-10, Toulon, Panzer IV.jpg
|Didascalia = Carristi tedeschi a Tolone mentre osservano la flotta francese autoaffondata
|Data = 10 – 27 novembre [[1942]]
|Luogo = [[Midi (Francia)|Francia meridionale]]
|Esito = Vittoria italo-tedesca
* Occupazione della ''Zone libre''
* [[Autoaffondamento della flotta francese a Tolone]]
|Schieramento1 = {{DEU 1933-1945}}<br/>{{ITA 1861-1946}}
|Schieramento2 = {{FRAVichy}}
|Comandante1 = {{Bandiera|DEU 1933-1945}} [[Johannes Blaskowitz]]<br>{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Mario Vercellino]]
|Comandante2 = {{Bandiera|FRAVichy}} [[Philippe Pétain]]<br>{{Bandiera|FRAVichy}} [[Pierre Laval]]<br>{{Bandiera|FRAVichy}} [[Jean de Laborde]]
|Effettivi1 = 
|Effettivi2 = 
|Perdite1 = 
|Perdite2 = 
|Note = 
}}

L{{'}}'''operazione Anton''' era il nome in codice dell'invasione della [[Repubblica di Vichy]] da parte di forze [[Germania|tedesche]] e [[italia]]ne, avvenuta nel novembre 1942.<ref name="Schramm936">{{Cita|Schramm|p. 936 ff|PES1942}}.</ref>

==Storia==

=== Occupazione del Nord della Francia ===
{{Vedi anche|Campagna di Francia|Secondo armistizio di Compiègne|Amministrazione militare tedesca della Francia}}
Le forze tedesche [[Fall Gelb|invasero la Francia]] il 10 maggio 1940, dopo aver occupato con successo il [[Invasione tedesca del Belgio|Belgio]], i [[Invasione tedesca dei Paesi Bassi|Paesi Bassi]] ed il [[Lussemburgo nella seconda guerra mondiale|Lussemburgo]]; l'offensiva tedesca si sviluppò attraverso le [[Ardenne]], aggirando quindi la [[linea Maginot]] e rendendo tali fortificazioni superflue. Il successivo [[Fall Rot|consolidamento dell'invasione]] provocò il rapido collasso delle forze armate francesi: il 14 giugno [[Parigi]] veniva occupata dai tedeschi, mentre il governo francese riparava a [[Bordeaux]]. Quattro giorni prima anche l'Italia aveva attaccato la Francia e aveva lanciato [[Battaglia delle Alpi Occidentali|una fallimentare offensiva verso le Alpi Occidentali]]. Di fronte all'inarrestabile avanzata delle forze tedesche, il governo francese del Maresciallo [[Philippe Pétain]] capitolò e firmò il [[secondo armistizio di Compiègne]].

I termini dell'armistizio separarono la Francia in due zone: la parte settentrionale e le coste atlantiche (''Zone occupée)'', pur restando formalmente sotto la sovranità del governo francese, [[Amministrazione militare tedesca della Francia|venivano occupate dalla ''Wehrmacht'']], mentre la parte centro-meridionale e la [[Corsica]] (''Zone libre''), e [[Impero coloniale francese|le colonie]], rimanevano sotto il controllo del governo francese, che aveva ora la sua sede a [[Vichy]]; quest'ultimo degenerò rapidamente in una [[Governo di Vichy|dittatura personalista e reazionaria]], guidata da Pétain e dal simpatizzante fascista [[Pierre Laval]].

Alcune zone di confine furono poi poste [[Occupazione italiana della Francia meridionale|sotto occupazione italiana]], pur trattandosi di territori di dimensioni estremamente limitate.

=== Sbarchi alleati in Nord Africa ===
{{Vedi anche|Operazione Torch}}
L'8 novembre 1942 gli Alleati [[Operazione Torch|sbarcarono nel Nord Africa francese]], prendendo rapidamente il controllo del [[Protettorato francese del Marocco|Marocco]] e dell'[[Algeria francese|Algeria]]. Le forze coloniali di Vichy, guidate dall'Ammiraglio [[François Darlan]], opposero una debole resistenza all'invasione. Lo stesso Darlan cambiò rapidamente schieramento, passando con gli Alleati il 9 novembre e ordinando alle forze francesi di cessare ogni resistenza.

Le azioni di Darlan vennero subito disconosciute dal governo francese, che lo sostituì con il generale Charles Noguès. Era però chiaro all'Asse che il governo di Vichy non aveva né le forze né la volontà di resistere ad un eventuale attacco alleato contro la Zona libera. Già dal dicembre 1940 Hitler aveva pianificato un piano di invasione del sud della Francia ([[Operazione Attila]]) e della Corsica (Operazione Camellia); tali piani furono riformulati nell'Operazione Anton, con una scelta diversa dei reparti e con una partecipazione sostanziale del [[Regio Esercito]] italiano.

=== Invasione della Zona libera ===
La sera del 10 novembre 1942 il piano era pronto per essere messo in pratica: la Prima Armata della [[Wehrmacht]] avanzò da [[Nantes]] verso [[Bordeaux]] e portandosi verso i [[Pirenei]] e il confine con la [[Spagna]], mentre la Settima Armata avanzava dalla Francia centrale, verso [[Vichy]] e [[Tolone]]. Erano entrambe ai comandi del generale [[Johannes Blaskowitz]].[[File:FR111.jpg|thumb|Il sommergibile francese ''Phoque'', catturato dalla Marina Italiana e ribattezzato ''FR 111'']]

La [[4ª Armata (Regio Esercito)|Quarta armata]] del [[Regio Esercito]] occupò la [[Costa Azzurra]] e la [[20ª Divisione fanteria "Friuli"]] [[occupazione italiana della Corsica|occupò la Corsica]],<ref>{{Cita|Schreiber|p. 78|SSV1990}}.</ref> utilizzando anche uomini e mezzi originariamente preparati per il mai avvenuto sbarco italiano a [[Malta]]. La sera dell'11 novembre, [[carro armato|carri armati]] tedeschi avevano raggiunto la costa [[Mar Mediterraneo|mediterranea]]. La resistenza francese fu poco più che simbolica, limitandosi a una serie di trasmissioni radiofoniche che denunciavano la violazione dei termini dell'armistizio del 1940; il governo del III Reich replicò che era stata la Francia a non rispettare i termini dell'armistizio, non avendo offerto una resistenza determinata agli sbarchi alleati in Nord Africa.

I {{formatnum:50000}} uomini dell'esercito di Vichy presero posizione attorno a [[Tolone]], chiusa dalle due armate del III Reich, per difendere la città; quando furono messi di fronte alla richiesta di disperdersi e consegnare le armi, decisero però di non affrontare il nemico, convinti di evitare inutili spargimenti di sangue.

Contemporaneamente le truppe fasciste e quelle naziste dell'''[[Deutsches Afrikakorps|Afrikakorps]]'' avanzavano in [[Protettorato francese in Tunisia|Tunisia]] per anticiparvi gli alleati. Catturarono a [[Biserta]] alcuni mezzi marini, tra cui quattro sommergibili [[classe Requin]].

===L'autoaffondamento della flotta===
{{vedi anche|Autoaffondamento della flotta francese a Tolone}}
[[File:Bundesarchiv Bild 101I-027-1451-20, Toulon, französisches Kriegsschiff.jpg|thumb|upright=1.4| L'incrociatore leggero ''Marseillaise'' semiaffondato nel porto di [[Tolone]]]]

L'obiettivo primario degli italo-tedeschi era la cattura della [[flotta]] francese nel porto di Tolone, e l'[[operazione Lila]] fu messa in pratica per acquisire intatto più naviglio possibile. Il comandante navale francese, l'ammiraglio [[Jean de Laborde]], riuscì tuttavia a negoziare una piccola tregua, necessaria per far partire le navi di nascosto: i tedeschi non poterono che guardare mentre le navi si [[Autoaffondamento della flotta francese a Tolone|autoaffondavano]] al largo e nel porto della città. Il naviglio perso ammontava a tre [[corazzata|corazzate]], sette [[incrociatore|incrociatori]], ventotto [[cacciatorpediniere]] e venti [[sommergibile|sommergibili]]. Gli italiani utilizzarono i resti della flotta francese affondata come materiale da fusione.

===Conseguenze===
Da quel momento e fino alla liberazione di Parigi nell'agosto 1944 da parte delle truppe Alleate, il governo di Vichy, pur restando formalmente in carica, ebbe un potere decisionale quasi nullo, dipendendo quasi totalmente dal governo tedesco. Pétain, Laval e il resto del governo valutarono le dimissioni per protesta, ma si resero conto che tale gesto avrebbe semplicemente indotto i tedeschi a sostituirli con un governo fantoccio guidato da un esponente ultracollaborazionista come [[Jacques Doriot]] e decisero di restare in carica.<ref>{{Cita libro|nome=Geoffrey|cognome=Warner|titolo=Pierre Laval and the Eclipse of France|url=https://books.google.com/books?id=cH8rAAAAIAAJ|accesso=|data=1968|editore=Eyre & Spottiswoode|lingua=en|p=303}}</ref> Diversi ministri e generali contrari a una diretta sottomissione ai tedeschi furono arrestati e deportati in Germania tra cui [[Maxime Weygand]], [[Paul Reynaud]], [[Édouard Daladier]] e [[Maurice Gamelin]].

Dopo la [[caduta del fascismo]] in Italia nel luglio 1943, il nuovo governo del [[Pietro Badoglio|Maresciallo Badoglio]] iniziò a ritirare le forze del [[Regio Esercito]] dalla [[Occupazione italiana della Francia meridionale|zona di occupazione italiana]] e [[Occupazione italiana della Corsica|dalla Corsica]]; in seguitò all'[[Operazione Achse|invasione tedesca dell'Italia]] nel settembre 1943, le zone furono occupate dalla Wehrmacht, ponendo quindi l'intero territorio francese sotto occupazione tedesca fino alla Liberazione.

==Note==
<references/>

== Bibliografia ==
* {{Cita libro|cognome1=Schreiber |nome1=Gerhard |cognome2=Stegemann |nome2=Bernd |cognome3=Vogel |nome3=Detlef |opera=[[Germany and the Second World War]] |titolo=Der Mittelmeerraum und Südosteuropa 1940–1941: Von der "non belligeranza" Italiens bis zum Kriegseintritt der Vereinigten Staaten |volume=III |editore=Oxford University Press |anno=1990 |città=London |traduttore=Dean S. McMurry, Ewald Osers, Louise Willmot, P. S. Falla |ISBN=978-0-19-822884-4 |cid=SSV1990}}
* {{Cita libro|curatore=Percy Ernst Schramm|titolo=Kriegstagebuch des OKW|anno=1942|volume=1 e 2|ISBN=3-8289-0525-0|cid=PES1942}}

==Voci correlate==
*[[Occupazione italiana della Corsica]]
*[[Occupazione italiana della Francia meridionale]]
*[[Repubblica di Vichy]]

{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Francia|seconda guerra mondiale}}

[[Categoria:Guerra nel 1942]]
[[Categoria:Battaglie del fronte occidentale della seconda guerra mondiale|Anton]]
[[Categoria:Regime di Vichy]]

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