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Sefora

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Due figlie di Ietro da un dipinto di Sandro Botticelli.

Sefora (o Sephora, Zippora) è la moglie di Mosè, una delle sette figlie di Ietro, menzionata nel libro dell'Esodo. Il suo nome deriva dall'ebraico צִפּוֹרָה (Ẓippora, Ṣippôrāh; in greco Σεπφώρα, Sepphòra; in arabo صفورة, Safûra), che significa "passero".

Quando Mosè, dopo aver ucciso un egiziano si rifugiò in Madian presso il sacerdote Ietro (o Reuel), egli gli diede in sposa una delle sue figlie. In seguito, dopo la morte di tutti coloro che avrebbero potuto attentare alla sua vita, Mosè fece ritorno in Egitto portando con sé la moglie e i figli, mentre secondo un'altra tradizione biblica partì invece da solo[Nota 1]. Mosè poi rimandò sua moglie e i suoi figli dal padre; dopo l'uscita del popolo ebraico dall'Egitto questi fece visita a Mosè accompagnato da Sefora.

La donna è citata dalla Scrittura solo in occasione della circoncisione di Gherson. Mosè, che era cresciuto in Egitto alla corte del faraone, non aveva subito questo rito prescritto dal Signore ad Abramo, che doveva essere legalmente praticato sul neonato a otto giorni dalla nascita. A questa colpa fu attribuita la malattia proveniente dal Signore che gli fece correre il pericolo di morire. Allora Sefora simulò la circoncisione di Mosè per salvarlo dall'ira divina; praticò il rito sul figlio neonato e con il prepuzio che aveva reciso toccò il pene (la Scrittura dice “i piedi”) del marito addormentato, dichiarando: "Tu sei per me uno sposo di sangue". Così fu allontanata la minaccia che incombeva su Mosè.[Nota 2]

A lungo Mosè fu però disapprovato per aver scelto una moglie straniera: Sefora era Madianita o, secondo altre versioni, Kenita. Miriam e Aronne lo rimproverarono di avere scelto una sposa etiope. Nel passo però si è ingenerata certamente confusione e l'origine imputata alla donna non è l'Etiopia (Cush), ma Cusan, una tribù madianita, come risulta da un versetto del libro di Abacuc dove i due nomi citati parallelamente appaiono sinonimi.
Altri esegeti ritengono che si tratti di due personaggi diversi, anche in considerazione delle varie tradizioni bibliche intrecciatesi sulla famiglia di Mosè. L'analisi dei legami famigliari di Mosè evidenzia infatti delle difficoltà: notano gli studiosi della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia di Gerusalemme)[1] che "i testi non sono d'accordo sul nome e la persona del suocero di Mosè. Abbiamo qui [Es2,18] Reuèl, sacerdote di Madian; in 3,1; 4,18; 18,1 si chiama Ietro; Nm10,29 parla di Obab, figlio di Reuèl, il Madianita; Gdc1,16; 4,11 di Obab il Kenita. [...] Di fatto le due tradizioni su un matrimonio kenita e un matrimonio madianita sono concorrenti e non bisogna cercare di conciliarle. La prima, originaria della Palestina del sud, riflette l'esistenza di legami amichevoli tra Giuda e i Keniti, conservando il ricordo del matrimonio di Mosè con una straniera. La seconda è più strettamente legata all'uscita dall'Egitto" e anche gli studiosi dell'interconfessionale Bibbia TOB[2] ritengono che "le diverse tradizioni danno al suocero di Mosè nomi differenti, senza cercare di armonizzarli"[Nota 3].

Sefora ebbe due figli da Mosè:

  • Gherson (da gher, residente) “perché era un'emigrata in terra straniera”
  • Eliezer “perché il Dio di mio padre è venuto in mio aiuto” (in lingua ebraica ezer).
  1. ^ Gli esegeti dell'interconfessionale Bibbia TOB osservano che "[Es18,2-3] secondo un testo «iahvista» (Es4,19-20a), Mosè aveva condotto con sé la famiglia lasciando Madian, mentre per il racconto «elohista» (4,18.20b-23) era partito solo. La notizia sul rinvio di Zippora è una giunta «redazionale» che tenta di armonizzare queste divergenze." (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 165, ISBN 88-01-10612-2.).
  2. ^ Es4,21-26, su laparola.net.. Notano gli esegeti della École biblique et archéologique française (i curatori della Bibbia di Gerusalemme) come "la non circoncisione di Mosè gli attiri la collera divina: questa è placata quando Sipporà [Sefora] ha circonciso realmente suo figlio e simulato una circoncisione di Mosè toccando i suoi genitali («i suoi piedi», cf. Is6,2;7,20) con il prepuzio del fanciullo"; anche gli studiosi del "Nuovo Grande Commentario Biblico" confermano che al v.25 si parla del "pene («piedi» nel v.25 è un eufemismo) di suo marito addormentato". (Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 133, ISBN 978-88-10-82031-5; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, p. 61, ISBN 88-399-0054-3.).
  3. ^ Aggiungono gli stessi esegeti - concordemente a quelli della Bibbia Edizioni Paoline - che "il testo non è chiaro, poiché non si comprende bene chi sia il suocero di Mosè, se Obab (cf Gdc1,16; 4,11) oppure Reuel (Es2,18), tanto più che in Es18,1 viene denominato Ietro. Si tratta pertanto di varie tradizioni non sempre concordi che presentano Mosè come alleato dei Keniti (a cui appartiene Obab) oppure dei Madianiti (Reuel, Ietro). La prima considerazione ha probabilmente soppiantato la seconda quando nacque ostilità tra Madian e Israele". Anche gli studiosi del "Nuovo Grande Commentario Biblico" osservano che "il termine ebraico tradotto «suocero», cioè hoten, può essere inteso come riferito a Obab (in accordo con Gdc4,11), oppure a Reuel (in accordo con Es2,18). A complicare ancora le cose, il suocero di Mosè è chiamato Ietro in Es3,1; 4,18; 18,1". (Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 277, ISBN 88-01-10612-2; La Bibbia, Edizioni Paoline, 1991, p. 183, ISBN 88-215-1068-9; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Queriniana, 2002, pp. 109-110, ISBN 88-399-0054-3.).
  1. ^ Bibbia di Gerusalemme, EDB, 2011, p. 128, ISBN 978-88-10-82031-5.
  2. ^ Bibbia TOB, Elle Di Ci Leumann, 1997, p. 139, ISBN 88-01-10612-2.

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