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Sojuz 10

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Sojuz 10
Emblema missione
Dati della missione
OperatoreProgramma spaziale sovietico
NSSDC ID1971-034A
SCN05172
Nome veicoloSojuz 7K-T
11F615A8 (numero di serie 31)
VettoreLanciatore Sojuz
11A511
Codice chiamataГранит
(Granit - "Granito")
Lancio22 aprile, 1971
23:54:00 UTC
Luogo lanciocosmodromo di Bajkonur (rampa Gagarin)
Atterraggio24 aprile, 1971
23:40 UTC
Sito atterraggio120 km a nord-ovest di
Karaganda, RSS di Kazakistan
Durata1 giorno, 23 ore, 45 minuti e 54 secondi
Proprietà del veicolo spaziale
CostruttoreRKK Ėnergija
Parametri orbitali
Orbitaorbita terrestre bassa
Numero orbite32
Apoapside258 km
Periapside209 km
Apogeo258 km
Perigeo209 km
Periodo89.1 min
Inclinazione51,6°
Equipaggio
Numero3
MembriVladimir Aleksandrovič Šatalov
Aleksej Stanislavovič Eliseev
Nikolaj Nikolaevič Rukavišnikov
programma Sojuz
Missione precedenteMissione successiva
Sojuz 9 Sojuz 11

Sojuz 10 è la denominazione di una missione della navicella spaziale Sojuz verso la stazione spaziale sovietica Saljut 1. Si trattò del nono volo equipaggiato di questa capsula, del diciottesimo volo nell'ambito del programma Sojuz sovietico nonché del primo volo verso una stazione spaziale sovietica. Ciò nonostante non venne eseguita una manovra di aggancio permanente alla stazione con conseguente passaggio dei cosmonauti verso la stessa.

Il tentativo di aggancio alla stazione spaziale Saljut 1 venne eseguito manualmente durante la 18ª orbita terrestre della navicella Sojuz. La capsula si staccò dalla stazione durante la 21ª orbita terrestre dopo essere stata agganciata alla stazione per circa 5 ore e 30 minuti. Anche se l'aggancio meccanico riuscì a perfezione, non poté essere effettuato un collegamento ermetico tra i due velivoli spaziali e pertanto non si poté provvedere al trasferimento dei cosmonauti all'interno della stazione spaziale.

Durante la missione Sojuz 10 venne per la prima volta impegnato il tipo di navicella spaziale appositamente progettato per l'effettuazione di missioni di trasporto (cioè con la denominazione di costruzione 7K-T). Questa navicella non era dotata di pannelli solari e pertanto doveva essere alimentata da fonti di energia chimiche che garantivano un funzionamento massimale con una riserva di energia massima per circa due giorni.

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