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Drag queen

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Il cantante Francis Leon (vero nome: Francis Patrick Glassey, 1844–post 1883) in abiti femminili
RuPaul, una delle icone drag più conosciute a livello mondiale

Drag queen è un termine inglese per definire artisti o artiste (detti Drag singer) che si esibiscono in canti, imitazioni, cabaret e balli, indossando trucco e abiti indirizzati verso l'estremizzazione della femminilità. Coloro che recitano in abiti propriamente maschili sono invece detti drag king.

L'etimologia del termine "drag queen" è discussa. Il primo uso documentato della parola "drag", impiegato per descrivere attori vestiti con abiti da donna, risale al 1870.[1]

Logan Carter, il cui nome da drag queen era Roxanne Russell (1975)

Un'etimologia popolare suggerisce che "drag" sia l'acronimo di "Dressed Resembling A Girl" (vestito come una ragazza), usato per descrivere il travestitismo teatrale maschile. "Queen" potrebbe provenire invece dall'atteggiamento di finta regalità inscenato dalle persone che fanno drag. È anche collegato ai termini quean o qwene, che in anglosassone significavano semplicemente "donna", venendo in seguito usati riferendosi a donne promiscue e a uomini gay: la parola anglosassone potrebbe a sua volta derivare dall'olandese antico quene (donna anziana).

In lingua inglese, inoltre, il solo termine "drag", in questa accezione, significa portare abiti caratteristici del sesso opposto, ed è usato come verbo o come aggettivo, ma non come sostantivo. In Italia il termine "drag queen" è spesso abbreviato semplicemente in "drag" (esempio: "È una celebre drag"), cosa non ammissibile in inglese, dato che la parola "drag" usata come sostantivo ha molti altri significati ("She's a notorious drag", in particolare, significa: "È risaputo che è una scocciatrice"...).

Due drag queen statunitensi: Derrick Barry (a sinistra) e Bob the Drag Queen (a destra)

Anche se è ancora usato, a volte riferirsi a una drag queen come "travestito" è considerato errato, perché non tutti gli artisti drag contemporanei cercano di creare l'illusione di essere una donna. Il travestitismo è ancora illegale in alcuni paesi, e questo fatto portò la drag queen José Sarria a distribuire etichette ai suoi amici su cui si leggeva, "I am a boy" ("Sono un maschio"), così che non potessero essere arrestati per travestitismo.[2] La celebre drag queen statunitense RuPaul ha detto, "Io non faccio finta di essere una donna. Quante donne conoscete che riescono a camminare su un tacco 12, che indossano parrucche alte un metro e venti, e vestiti aderentissimi?" Ha anche aggiunto "Non mi vesto come una donna, mi vesto come una drag queen!"

Alcuni artisti distinguono tra travestiti, che vogliono emulare una figura femminile specifica come attrici o cantanti, e drag queen, che vogliono semplicemente creare una personalità femminile tutta loro. Altra differenza sta nel fatto che un travestito si veste del sesso opposto per fetish o nella vita di tutti i giorni, mentre una drag queen lo fa per un evento specifico o una performance, al fine di intrattenere un pubblico[3][4].

L'approccio italiano al drag ha uno stampo molto più teatrale, ispirato alle carriere dei grandi trasformisti. Con gli anni 1990, le figure drag trovano maggiori spazi nell'ambito di discoteche e locali notturni, coniugando l'aspetto performativo a una maggior attenzione all'immagine.

In Italia, dal 2003 si svolge ogni anno il concorso Miss Drag Queen Italia, a Torre del Lago Puccini, in Versilia. Concorrenti da tutta Italia che hanno superato le varie selezioni regionali, si contendono la corona di Drag Queen più rappresentativa d'Italia.

Nel corso degli anni nascono poi altri concorsi, mirati a dare spazio a tutte le varie sfumature del mondo drag: Beauty Queen, Regina d'Inverno, Drag Factor, Sanremo Drag, The Queen of Throne, Top Queen International, Drag e Quale, Androgynous, Drag per una Notte - MasterQueen, Eurovision Drag Contest, Euro Drag, Ciao DragQueen[senza fonte].

Dal 2021 la serie americana RuPaul's Drag Race è stata riproposta anche alla televisione italiana col titolo Drag Race Italia.

  • La Más Draga (2018-presente)
  • Drag Tots (2018)
  • Camp Wannakiki (2018-presente)
  • TNT Drag (2020-presente)
  • Love For The Arts (2020-presente)
  1. ^ (EN) María de los Ángeles Gómez González, J. Lachlan Mackenzie e Elsa M. González Álvarez, Languages and Cultures in Contrast and Comparison, John Benjamins Publishing, 26 giugno 2008, ISBN 9789027290526. URL consultato il 25 marzo 2018.
  2. ^ glbtq >> social sciences >> Sarria, José, su glbtq.com, 3 dicembre 2013. URL consultato il 25 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).
  3. ^ Drag queen, su treccani.it. URL consultato il 6 aprile 2023.
  4. ^ Travestitismo, su treccani.it. URL consultato il 6 aprile 2023.

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