Jazz progressivo
Il jazz progressivo o progressive jazz, è un tipo di musica progressiva esposto con orchestrazioni per big band più complesse[non chiaro][2] o sperimentali.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Ha avuto origine negli anni '40 con arrangiatori che si ispiravano a compositori modernisti come Igor' Stravinskij e Paul Hindemith.[2][N 1] Le sue caratteristiche progressive erano dissonanze, atonalità ed effetti spesso ridondanti.[non chiaro][4] Il progressive jazz fu reso popolare soprattutto dal bandleader Stan Kenton durante gli anni '40.[2] Inizialmente i critici si mostrarono diffidenti nei confronti dell'idioma.[2]
Progressive big band
[modifica | modifica wikitesto]AllMusic riconosce l'esistenza di uno stile di musica swing e big band pensato per l'ascolto, con arrangiamenti più complessi, densi e modernisti e più spazio per l'improvvisazione a cui dà il nome di "Progressive big band". Il sito afferma che i principali sostenitori dello stile furono, oltre a Kenton, Gil Evans, Toshiko Akiyoshi, Cal Massey, Frank Foster, Carla Bley, George Gruntz, David Amram, Sun Ra e Duke Ellington.[5]
Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Secondo l'accademico Tim Wall, l'esempio più significativo della lotta tra Tin Pan Alley, afroamericano, vernacolare e discorsi d'arte era nel jazz. Già negli anni '30, gli artisti tentarono di coltivare idee di "jazz sinfonico", portandolo via dalle sue percepite radici vernacolari e nere americane. Questi sviluppi hanno avuto successo nel rispetto del fatto che molte persone oggi non considerano più certe forme di jazz come musica popolare.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- David Andrew Ake, Charles Hiroshi Garrett e Daniel Goldmark, Jazz/not Jazz: The Music and Its Boundaries, University of California Press, 2012, ISBN 978-0-520-27103-6.
- David Butler, Jazz Noir: Listening to Music from Phantom Lady to The Last Seduction, Greenwood Publishing Group, 2002, ISBN 978-0-275-97301-8.
- Dizzy Gillespie, To Be, Or Not-- to Bop, University of Minnesota Press, 2009, ISBN 978-0-8166-6547-1.
- Emily Robinson, The Language of Progressive Politics in Modern Britain, Palgrave Macmillan UK, 2017, ISBN 978-1-137-50664-1.
- Chris Rojek, Pop Music, Pop Culture, Polity, 2011, ISBN 978-0-7456-4263-5.
- Tim Wall, Studying Popular Music Culture, SAGE Publications, 2013, ISBN 978-1-4462-9101-6.
- Paul E. Willis, Profane Culture, Princeton University Press, 2014, ISBN 978-1-4008-6514-7.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) progressive jazz, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Progressive Jazz, su AllMusic, All Media Network.
- Bernard Gendron, Between Montmartre and the Mudd Club: Popular Music and the Avant-Garde, University of Chicago Press, 2002, ISBN 978-0-226-28735-5.
- Official Charts Company, Progressive music you didn't know you loved, su Official Charts Company, 4 settembre 2015.
- Bradley Smith, The Billboard Guide to Progressive Music, Billboard Books, 1997, ISBN 978-0-8230-7665-9.