Sonvico
Sonvico (in tedesco Sonvix, desueto[1], in dialetto ticinese Sonvìch[senza fonte]) è un quartiere di 1 941 abitanti del comune svizzero di Lugano, nel Canton Ticino (distretto di Lugano). Si trova a circa 10 km dal centro di Lugano e all'inizio della Valcolla.
Sonvico quartiere | |
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Localizzazione | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Distretto | Lugano |
Comune | Lugano |
Territorio | |
Coordinate | 46°03′32″N 8°59′27″E |
Altitudine | 603 m s.l.m. |
Superficie | 11,09 km² |
Abitanti | 1 941 (2016) |
Densità | 175,02 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 6968 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice OFS | 5224 |
Targa | TI |
Cartografia | |
Localizzazione del quartiere di Sonvico nel territorio comunale di Lugano | |
Sito istituzionale | |
Il Comune di Sonvico con la Frazione di Dino si è aggregato con Lugano nel 2013.
Geografia fisica
modificaIl quartiere è posto alle pendici del monte Sorivo (anche detto colle di San Martino), a pochi chilometri dal centro di Lugano. Vi scorrono due fiumi, il Cassarate e il Franscinone, e numerosi rigagnoli minori. Il suo grande e denso centro storico del nucleo, È sovrastato dall'imponente formazione calcarea denominata Denti della Vecchia, il suo territorio uno dei più vasti della regione per superficie, con grandi selve castanili e di faggio.
Storia
modificaLa storia di Sonvico, che deve il suo nome alla posizione su un promontorio (summus vicus, in latino "il villaggio più alto") è molto antica: sono stati trovati reperti dell'età del bronzo[2] e di quella del ferro[3]. Numerosi anche i reperti pre-romani e romani: in particolare una lapide etrusca, alcuni reperti romani a San Martino[4], e monete, monili e suppellettili longobarde[5]. Tracce più recenti sono ancora visibili, come le mura medioevali che cintavano completamente il borgo[6].
Il paese è citato per la prima volta nel 1146 nella forma Summo Vico[1][7], mentre alcuni documenti del XIX secolo fanno riferimento all'atto di donazione, successivamente ritenuto dagli storici un falso del XII secolo, con il quale il 2 aprile 724 re Liutprando avrebbe ceduto la basilica di San Carpoforo di Como a Sonvico[8]. Nell'archivio parrocchiale è conservata una pergamena del X secolo con tracce di scrittura onciale[9].
Del castello di Sonvico, rinnovato verso la fine del XV secolo su volere del duca di Milano Ludovico il Moro, si parla in documenti del 1326, nei quali la comunità locale viene chiamata "Castellanza"[10][11]. Il centro, che ottenne lo statuto di "Terra privilegiata", fu dominio dei duchi di Milano dall'inizio del XV secolo fino al 1512. Nel 1415 Filippo Maria Visconti concesse al paese stemmi e sigilli[12]. Pochi anni dopo, nel 1473, le leggi municipali furono raccolte nel Libbro degli Statuti della Magnifica Comunità di Sonvico[13] Nel 1512, infine, Massimiliano Sforza lo cedette alla Confederazione elvetica: quest'ultima confermò lo statuto di "Terra privilegiata"[14], ma nel prendere possesso del borgo lo distrusse.
Già comune autonomo dal quale nel 1878 era stata scorporata la località di Cimadera, divenuta a sua volta comune autonomo, e che si estendeva per 11,09 km², nel 2013 è stato accorpato a Lugano assieme agli altri comuni soppressi di Bogno, Cadro, Carona, Certara, Cimadera e Valcolla. La fusione è stata decisa con votazione popolare l'11 marzo 2012 (252 voti favorevoli e 231 contrari) ed è divenuta effettiva il 14 aprile 2013[senza fonte].
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- Chiesa di San Giovanni Battista, attestata dal 1375[1], restaurata nel 2020.
- Chiesa di San Martino, attestata dal 1146 ma risalente alla seconda metà del VII secolo[1]; una delle più antiche del Canton Ticino.
- Chiesa di Santa Maria di Loreto, fondata nel 1636 da don Simone Lotti[senza fonte].
- Casa della Ragione sulla piazza principale, storico edificio[15] probabilmente sede del potere legislativo della castellanza; sulla facciata dell'edificio sono raffigurati i 12 stemmi dei cantoni[senza fonte];
- Torchio delle noci, antico torchio piemontese a leva fra i più grandi e antichi del cantone[15]; restaurato nel 1983 dal comune, misura 10 metri di lunghezza e il peso si aggira attorno alle cinque tonnellate. La grande leva centrale riporta incisa[senza fonte] la data del 1582[15]. Il torchio serviva sia per la torchiatura delle vinacce sia per quella delle noci (per ottenere olio da pasto e da lume) ed è stato funzionante fino al dopoguerra[quale?][senza fonte].
- Chiesa di San Nazario a Dino, con un dipinto di Bernardino Luini.
- Chiesetta dei miracoli di Madonna d'Arla del XII secolo
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaL'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[1]:
Abitanti censiti[16]
Cultura
modifica- Archivio Patriziale di Sonvico[senza fonte];
- Archivio Parrocchiale di Sonvico[senza fonte];
- Archivio Comunale di Sonvico[senza fonte].
- Antico Torchio delle Noci
- Carnevale di Zocoron e Porschein
- Filarmonica Unione Sonvico.
Geografia antropica
modificaA sud di Sonvico vi è la frazione Dino[17], il cui nucleo è stato sventrato negli anni 1980 a causa della costruzione della strada cantonale[senza fonte]. Negli anni 1900 al margine del vecchio nucleo sono sorti alcuni edifici di nuova concezione[1] (Hotel della Posta, Villa California, ecc), legati a una prima modernizzazione del paese che ha potuto avvenire anche grazie al denaro guadagnato grazie all'emigrazione[senza fonte].
Infrastrutture e trasporti
modificaNel 1911 è stata messa in funzione la ferrovia Lugano-Cadro-Dino che collegava il borgo con il centro di Lugano. La linea, successivamente smantellata, è stata sostituita da un regolare servizio di autobus[18]. Sono presenti la scuola dell'infanzia e le scuole elementari, e l'Opera Charitas fondata da Don Rovelli che fondo' anche la prima cassa rurale Raiffeisen del Ticino.
Amministrazione
modificaOgni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini del quartiere.
Note
modifica- ^ a b c d e f Antonio Gili, Sonvico, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 26 ottobre 2017.
- ^ Crivelli, 1943, p. 25.
- ^ Martinola, 1943, pp. 82-83; Schwegler, 1992, pp. 236-237.
- ^ Frei-Stolba, Lieb, 1989, pp. 118-123
- ^ Donati, 1990, pp. 287-295.
- ^ Rahn, 1894, pp. 277-278.
- ^ Schaefer, 1954, p. 171, nota 254; Rivista Tecnica Ticinese, 19, 0[non chiaro]
- ^ Motta, 1991, p. 33)
- ^ Marcionetti, 1978, p. 38.
- ^ Laghi, (1466-1512), 1881, p. 35.
- ^ Ballarini, 1619, p. 302
- ^ Kohler, [ca 1912].
- ^ Gli statuti di Sonvico secondo la lezione del "Codice volgare" conservato nell'Archivio comunale luganese (fine del secolo XV), Lugano, [s.n], 1907.
- ^ Rovelli, 1927(1983), pp. 33ss.
- ^ a b c Sonvico – Storia, su sito istituzionale del comune di Lugano, 13 marzo 2017. URL consultato il 26 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2017).
- ^ Dizionario storico della Svizzera, Ufficio cantonale di statistica di Bellinzona
- ^ Pablo Crivelli, Dino, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 26 ottobre 2017.
- ^ Polli, Ghirlanda, 2010.
Bibliografia
modifica- Francesco Ballarini, Compendio delle croniche della città di Como, appresso Gio. Angelo Turato, successore del quon. Hier. Froua, Como 1619.
- Nicolò Maria Laghi, La cronaca luganese: [1466-1512], in Periodico della Società Storica Comense, Volume II, Como 1881.
- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. (Dino) 94-95, 276-278.
- Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
- Gli statuti di Sonvico secondo la lezione del Codice volgare conservato nell'Archivio comunale luganese (fine del secolo XV), Lugano: [s.n], 1907.
- Andrea Kohler (a cura di), "Gli stemmi e i sigilli di Sonvico ", Archives Héraldiques suisses, [S.l.] : [s.n.], [circa 1912].
- Aldo Crivelli, Atlante preistorico e storico della Svizzera italiana, Bellinzona: Istituto editoriale ticinese, 1943.
- Paul Schaefer, Il Sottoceneri nel Medioevo: contributo alla storia del medioevo italiano, GEP, Lugano 1954.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 232, 322-324, 389, 391, 554-557.
- Giuseppe Martinola, "Una pietra coppelliforme a Sonvico", Bollettino storico della Svizzera italiana, Bellinzona, Serie 4, anno 18.
- Alberto Polli e Dario Berta, Traccia per uno studio su una ferrovia locale: la Lugano-Cadro-Dino (Sonvico), Lavoro di diploma, Lugano 1973.
- Lorenza Spinelli, Il patriziato di Sonvico dal 1795 al 1860, Lavoro di diploma, Lugano; Pavia: Università degli studi di Pavia, 1976.
- Isidoro Marcionetti, Il battistero di Riva San Vitale: storia, arte, liturgia, Lugano: Tip. Natale Mazzucconi, 1978.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Porza-Lugano; Berna: Ed. Trelilngue; Società di storia dell'arte in Svizzera, 1980, 277-281.
- Giovanni Rovelli, La Castellanza di Sonvico: note storiche, Massagno: Tipografia St. Agostino, 1927 (ried. Locarno: Dadò, 1983).
- Pier Angelo Donati, Opere di restauro della Chiesa di San Martino s/Sonvico: note d'informazione sull'indagine archeologica, Sonvico-Dino: Consiglio parrocchiale, 1986.
- Regula Frei-Stolba, Hans Lieb, "Ein neuer Quattuorvir von Como: der Fund von Sonvico TI", Archeologia svizzera: bollettino della Società svizzera di preistoria e d'archeologia, Basel: [s.n.], 1989.
- Pier Angelo Donati, "La fibula longobarda di Sonvico (Cantone Ticino)", Numismatica e antichità classiche, XIX (1990).
- Emilio Motta, Effemeridi ticinesi, Bellinzona: Salvioni, 1876 (ristampa Metà Luna: Giubiasco, 1991.
- Urs Schwegler, Schalen- und Zeichensteine der Schweiz, Basel: Verl. Schweizerische Gesell-schaft für Ur- und Frühgeschichte, 1992.
- Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
- Commissione per lo stradario, Lo stradario di Sonvico, [Sonvico] : [Municipio di Sonvico], [1998].
- Massimiliano Foglia et alii,Sentiero storico-naturalistico: acqua-fuoco-cielo-terra, Lugano Turismo, Lugano 1999.
- Alberto Polli, Angelo Ghirlanda, Graziano De Ambroggi, Mariangelo Scalena, 100 anni della Lugano-Cadro-Dino. Un sacrificio giustificato?, Fontana Edizioni S.A., Lugano, 2005.
- Maurizio Cerri et alii, Sonvico, con la collaborazione di Ermanno Barioni e Tarcisio Pellanda, Bellinzona, Archivio di Stato, (Repertorio Toponomastico Ticinsese, 19) Edizioni dello Stato, Bellinzona 2005.
- Società di Storia dell'Arte in Svizzera (a cura di), Guida d'arte della Svizzera italiana, nuova edizione rivista e aggiornata, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 291, 305, 328, 329, 331, 370.
- Alberto Polli, Angelo Ghirlanda, C'era una volta...la Lugano-Cadro-Dino, Fontana Edizioni S. A., Lugano-Pregassona 2010.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Sonvico, su sito istituzionale del comune di Lugano. URL consultato il 26 ottobre 2017.
- Antonio Gili, Sonvico, in Dizionario storico della Svizzera, 17 gennaio 2017. URL consultato il 26 ottobre 2017.
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