Lo Shintoismo è una religionepanteistica e politeistica nativa del Giappone, di cui in passato fu la religione di Stato. Involve la venerazione dei kami, definiti dai teologi shintoisti come l'infinita suddivisione del flusso di energia cosmica che dà vita e anima l'universo. Il termine Shintoismo è adattato dal giapponeseShinto (神道 Shintō, la "via dei kami"), che deriva dall'unione degli ideogrammi di origine cineseshin (神 shen, "spirito") e tō (道 tao, "via"), e venne attribuito alla religione solo quando iniziò ad organizzarsi per distinguersi da altre spiritualità provenienti dalla Cina che stavano prendendo piede in Giappone. Lo Shintoismo è infatti il frutto dell'unione dell'animismo originale giapponese e, in particolare, del Taoismo (che penetrò in Giappone già prima del Buddismo). La religione shintoista si è manifestata nel corso del tempo attraverso diverse forme di spiritualità, ed è evoluta sino a sviluppare un corpus dottrinale abbastanza definito. Da religione animistica del Giappone primitivo, a espressione nazionalistica a spiritualità mondiale oggi. Dopo il collasso della tradizione statale alla fine della seconda guerra mondiale, lo Shintoismo ha infatti riaquistato i suoi valori originali di religione della natura e ha iniziato a penetrare l'Occidente in particolare con la nascita del Neoshintoismo.
Il torii è il tradizionale portale che si può trovare all'ingresso di un'area sacra shintoista, non solo un santuario (sebbene caratterizzino tutti i santuari shintoisti), ma anche un ambiente naturale particolare. È costituito da due pilastri verticali che sormontano una trave orizzontale, e rappresenta l'ingresso iniziatico e purificatore nel mondo dei kami, le essenze spirituali. Le origini del termine torii sono sconosciute. Alcuni hanno teorizzato che il torii sia nato in funzione di trespolo per gli uccelli e questa ipotesi è suggerita dal significato stesso dei kanji che costituiscono la parola: tori (鳥, "uccello"), e i (居, "luogo"). Un'altra ipotesi ricollega l'origine del termine all'espressione tōri-iru (通り入る, "passa attraverso ed entra").
Il kamidana (神棚, letteralmente "mensola dei kami") è l'altare shintoista domestico. Ha solitamente la struttura di un santuario in miniatura, con tutte le componenti che fanno parte degli altari pubblici come lo specchio per rappresentare i kami e i piatti per le offerte. Il rituale legato al kamidana si svolge per l'appunto offrendo alle essenze spirituali cibo, acqua o sale. Prima di celebrare offertori i fedeli devono purificarsi (lavandosi le mani). Di fronte al kamidana possono essere anche pregate le divinità.
I kami (comunemente tradotto con "divinità", ma più accuratamente — secondo la teologia espressa da Norinaga Motoori — "essenze spirituali") sono le forze della natura. Per meglio definire si può affermare che secondo la teologia shintoista ogni cosa sia un kami, da ogni singola molecola dell'universo, ai corpi complessi, ad una roccia, ad un albero, ad una cascata, alla Luna. Ogni entità, sia essa vivente o non vivente, è manifestazione di un kami ed è essa stessa un kami, in quanto le essenze spirituali sono immanenti. Tradizionalmente la moltitudine dei kami è chiamata dai giapponesi Yaoyorozu no Kami (八百万の神), ovvero "otto milioni di kami". Otto milioni è un eufemismo per indicare l'infinito. I kami sono infatti l'infinita suddivisione di un'unica forza cosmica che costituisce tutte le cose. Le essenze spirituali non hanno rappresentazione, sebbene la loro comparsa nella mitologia giapponese e l'influenza buddista abbiano fatto sì che con il tempo si finisse per rappresentarli in forma antropomorfa. Essendo delle forze, o dei flussi di energia, non hanno corpo o dimensioni. Per questo motivo la religione shintoista ha adottato un simbolo universale per identificarli, lo specchio. Sugli altari shintoisti la presenza dello specchio indica qual è il significato dei kami, significato che risiede nel riflesso. I kami sono ciò che viene riflesso dallo specchio, e quindi tutte le cose che esistono.
Il concetto di purificazione è un elemento fondamentale della dottrina shintoista. La purezza è una caratteristica indispensabile per il contatto con il divino. per questo motivo i rituali di purificazione detengono un ruolo centrale nella liturgia dello Shintoismo. I fedeli sono portati a praticare determinate azioni sacre, quali l'abluzione o il bagno rituale. Il misogi è la definizione collettiva di tutte queste pratiche, che possono variare dalla meditazione, al digiuno, alla respirazione, al bagno sotto cascate o getti d'acqua fredda. Anche i luoghi di culto vengono mantenuti perennemente in uno stato di perenne pulizia e ordine, tradizione a cui è legata l'usanza di ricostruire ex novo i santuari ad intervalli prestabiliti di tempo. Il sale rappresenta un elemento primario nei riti di purificazione, ed è una presenza stabile tra le offerte che vengono portate agli altari.
Il Santuario Americano di Tsubaki è un santuario shintoista affiliato al Santuario di Tsubaki (che si trova in Giappone). Il Santuario Americano di Tsubaki si trova negli Stati Uniti d'America, a Granite Falls nello Stato di Washington, locazione fissa in cui si è stabilito nel 2001. Venne fondato nel 1987 a Stockton, in California, da Larry Koichi Barrish, uno dei primi sacerdoti shintoisti occidentali. Si tratta del maggiore santuario istitutivo shintoista in America settentrionale. Obiettivi dell'organizzazione del santuario sono la diffusione dello Shintoismo nel mondo occidentale, attraverso cui sensibilizzare gli esseri umani e riportarli ad un contatto puro e semplice con la natura.
I santuari shintoisti sono i luoghi di culto nel quale si svolgono le funzioni religiose dello Shintoismo. Originariamente, nella fase primitiva della religione, non esistevano luoghi di culto fissi, ma santuari mobili che venivano allestiti solamente in occasione di festività o eventi importanti. L'usanza di edificare dei veri e propri edifici fissi fu introdotta con la diffusione del Buddismo e delle influenze taoiste in Giappone. I santuari shintoisti sono sempre stati sviluppati in legno, sia per legame con lo stile architettonico tradizionale, sia per distinguerli dai templi buddisti, con i quali venne introdotta la pietra come materiale da costruzione per edifici di culto. Con il Rinnovamento Meiji, che portò all'ufficializzazione dello Shintoismo quale religione di Stato, la struttura dei santuari venne sistematizzata e nettamente distaccata da quella dei templi buddisti (poiché il sincretismo tra Shintoismo e Buddismo fu dichiarato fuorilegge, in modo da separare le due religioni e far prevalere quella ufficiale). L'epoca contemporanea e il crescente interesse dell'Occidente vero lo Shintoismo ha portato all'edificazione di santuari anche in America settentrionale, Francia, Brasile e Paesi Bassi. Il maggiore santuario shintoista occidentale è attualmente il Grande Santuario Americano di Tsubaki. L'organizzazione dello Shintoismo è centralizzata dalla Jinja Honcho (神社本庁, Associazione dei santuari shintoisti) che funziona da vera e propria Chiesa. La Jinja Honcho amministra le attività dei principali santuari, i quali a loro volta rappresentano l'organizzazione madre di ulteriori santuari consacrati allo stesso kami o contraddistinti dalle stesse attività.
Il Santuario di Ise (伊勢神宮, Ise-jingū), anche Grande Santuario di Ise o Il Santuario (Jingū), è il più importante luogo di culto shintoista in Giappone. Il santuario — che si trova a Ise, nella Prefettura di Mie — è consacrato ad Amaterasu, la dea del Sole e il più importante kami giapponese. Si tratta in realtà un complesso costituito da oltre cento edifici religiosi e diviso in due parti collocate in due cittadine differenti (a sei chilometri di distanza). Secondo la tradizione il santuario fu edificato per la prima volta nel 4 a.C., ma gli storici contemporanei ne collocano la costruzione secoli dopo, ovvero nel 690 d.C. Lo stile architettonico del Santuario di Ise è unico, in quanto non è utilizzato per alcun altro edificio di culto. Si tratta dello stile arcaico giapponese, non influenzato dalle relativamente recenti implementazioni di elementi cinesi e, in generale, asiatici. La struttura e lo stile del santuario sono rimasti invariati nel corso dei secoli in quanto, secondo tradizione, gli edifici vengono smantellati e ricostruiti ex novo sempre identici ogni vent'anni. Il santuario è una testimonianza della natura polinesiana dell'architettura giapponese antica.