Pasquale Pozzi
Pasquale Pozzi (Busto Arsizio, 1820 – Busto Arsizio, 1871) è stato un imprenditore e politico italiano.
Pasquale Pozzi | |
---|---|
Sindaco di Busto Arsizio | |
Durata mandato | 1856 – 1863 |
Predecessore | Cesare Rossi |
Successore | Carlo Crespi |
Dati generali | |
Professione | imprenditore |
Fu industriale tessile e, per diversi anni, fu sindaco della sua città natale. Faceva parte di una delle più ricche famiglie di Busto Arsizio, disponendo di un cospicuo patrimonio.[1] Era nipote di padre Antonio Pozzi,[2] compositore di musica sacra e cappellano cantore pontificio[3] sotto papa Gregorio XVI. Fu il fondatore della società da cui sarebbe nato il gruppo industriale Pozzi Electa.[4]
Biografia
modificaPasquale Pozzi nacque a Busto Arsizio nel 1820, figlio di un piccolo proprietario terriero.[5]
Agli inizi degli anni '40 dell'Ottocento, l'imprenditore Carlo Ottolini (titolare della società Ottolini & Ferrario[5]) lo chiamò per aiutarlo nella gestione di una filatura di cotone costruita ad Olgiate Olona nel 1834 e che era costituita da circa 300 fusi.[6] Pasquale Pozzi sposò Marietta Ottolini,[7] la figlia primogenita di Carlo Ottolini. Al momento della morte di quest'ultimo, avvenuta nel 1858, lo sostituì nella gestione dell'impresa di Olgiate e dei circa 150 telai a mano di Busto; cambiò la ragione sociale della Ottolini & Ferrario sostituendo il suo nome a quello del suocero e fondando così la Pasquale Pozzi filatura e tessitura.[5]
Successivamente costruì una filatura da 5000 fusi a Olgiate Olona.[1] Collaborò con Carlo Ottolini (omonimo del suocero) all'ampliamento degli stabilimenti del suo cotonificio, una parte del quale oggi ospita il Museo del tessile e della tradizione industriale di Busto Arsizio.[1]
Fu tra i fondatori della Guardia nazionale italiana[1] e fu coinvolto, assieme ad altri industriali della zona, nella fondazione della Banca di Busto Arsizio[8].
Pasquale Pozzi partecipò all'attività politica e civile del borgo di Busto Arsizio e resse con capacità il Comune dal 1856 al 1859.[9] Caduta nel 1859 la dominazione austriaca, nelle prime elezioni amministrative del gennaio 1860 col nuovo ordinamento del regno Piemontese-Lombardo, Pasquale Pozzi venne designato dal governo piemontese primo sindaco di Busto nel nuovo Stato italiano. Mantenne tale carica fino al 1863, anno precedente all'elevazione di Busto Arsizio a città.
Durante la sua amministrazione si decise di abbattere le storiche porte di via Milano, Ticino e Novara, ridotte ormai a ruderi e considerate ostacoli per la viabilità.[10] Il prato di porta Milano fu sistemato a piazza e intitolato a Giuseppe Garibaldi. Inoltre venne migliorata l'illuminazione pubblica con nuove lampade a petrolio e venne aperto un asilo infantile, nel quale fece entrare a sue spese venti bambini.[11] Tra i problemi affrontati dall'Amministrazione, vi erano il risanamento del Bilancio e la realizzazione di importanti lavori pubblici, che costrinsero il governo cittadino ad aumentare tasse e dazi. Con le elezioni del 1863, il governo nominò sindaco l'ing. Carlo Crespi, e Pasquale Pozzi rimase nell'Amministrazione Comunale come assessore.
Fu anche assiduo collaboratore del "Bollettino dell'associazione cotoniera italiana".[12]
Dopo la sua morte, la moglie e il figlio Ercole continuarono l'attività industriale; nel 1889, i figli Ercole e Pietro si unirono nella nuova società di filatura, tessitura e commercio di cotone Fratelli Pozzi fu Pasquale, intitolata alla memoria del padre, che dal 1929 avrebbe assunto l'attuale denominazione Pozzi Electa, e il cui stabilimento di Clusone si trova proprio nella via[13] a lui dedicata.[5]
Note
modifica- ^ a b c d AA.VV., 1981, p. 74.
- ^ Ferrario, 1864, pp. 140-141.
- ^ Diario di Roma - 5 luglio 1841
- ^ Pozzi Electa, su pozzielecta.it. URL consultato l'11 giugno 2017.
- ^ a b c d Garavaglia, 1997, pp. 100-101.
- ^ Bigazzi, 1990, p. 139.
- ^ Il fiume e la fabbrica (PDF), su ilfiumeelafabbrica.secoval.it. URL consultato l'8 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2021).
- ^ Pietro Macchione, L'oro e il ferro: storia della Franco Tosi, F. Agneli, 1987, p. 143.
- ^ Conca, 2004.
- ^ Belotti, 1961.
- ^ Ferrario, 1864, p. 141.
- ^ Bollettino dell'Associazione fra gli industriali cotonieri e borsa cotoni, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
- ^ A Pasquale Pozzi sono dedicate due vie, una a Busto Arsizio, l'altra a Clusone.
Bibliografia
modifica- Luigi Ferrario, Busto Arsizio: notizie storico-statistiche, Tipografia Sociale, 1864.
- Alberto Garavaglia, Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio, Busto Arsizio, Freeman Editrice, 1997, SBN LO10771542.
- Luigi Belotti, Le vicende di Busto Arsizio nel primo centenario dell'unità d'Italia Parte I – dal 1859 al 1900, in Almanacco della Famiglia Bustocca per l'anno 1961, Busto Arsizio, La Famiglia Bustocca, 1961, pp. 13-63.
- Rodolfo Rogora, Stefano Ferrario e Luigi Belotti, Sommario di storia bustese dalle origini ai tempi nostri, Azzate, L.V.G. Editrice, 1981, SBN LO10369269.
- Duccio Bigazzi, Gli Archivi d'impresa nell'area milanese: censimento descrittivo, Bibliografica, 1990.
- Silvia A. Conca Messina, Cotone e imprese: commerci, credito e tecnologie nell'età dei mercanti-industriali: Valle Olona, Marsilio, 2004.
Voci correlate
modifica