In logica, il particolare è ciò che si caratterizza come parte o che appartiene ad una parte. L'aggettivo "particolare" determina di norma alcune proposizioni logiche. Secondo Aristotele, la proposizione particolare è quella che "esprime l'inerenza a qualche cosa o la non inerenza a qualche cosa o la non inerenza a ogni cosa" (Analitici primi, I, 1, 24a 13). Il contrario della proposizione particolare è quella universale.[1]

Da un punto di vista metafisico, già nella tradizione aristotelica (De anima, libri II e III), deputati alla percezione dei particolari sono i sensi, mentre all'intelletto spetta di cogliere gli universali.[2]

  1. ^ Nicola Abbagnano, Dizionario di filosofia, Torino, UTET, 1992 [1971], p. 650, ISBN 88-02-01494-9.
  2. ^ (EN) Lorne Falkenstein, Kant's Transcendental Aesthetic, in Graham Bird (a cura di), A Companion to Kant, Blackwell, 2006, p. 141.

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