Mauro Gigli

militare italiano, medaglia d'oro al valor militare

Mauro Gigli (Sassari, 3 aprile 1969Herat, 28 luglio 2010) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della Operazione ISAF in Afghanistan[2].

Mauro Gigli
NascitaSassari, 3 aprile 1969
MorteHerat, 28 luglio 2010
Cause della morteTerrorismo
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Repubblica Italiana
Forza armataEsercito Italiano
ArmaGenio militare
CorpoAlpini
Unità32º Reggimento Genio Guastatori
Anni di servizio1985-2010
GradoSottotenente
GuerreGuerra del Kosovo
Guerra al terrorismo
CampagneKosovo Force
Stabilisation Force
ISAF
Decorazionivedi qui
dati tratti da Mauro Gigli[1]
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Biografia

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Nacque a Sassari il 3 aprile 1969.[2] I genitori erano originati dell'Umbria ed emigrati in Sardegna per motivi di lavoro.[1] Il 21 giugno 1985 si arruolò volontario nell'Esercito Italiano con ferma biennale.[2] Frequentò il 60º Corso allievi sottufficiali presso la Scuola allievi sottufficiali di Viterbo proseguendo la carriera militare fino a raggiungere il grado di primo maresciallo, conseguito in data 1 gennaio 2005.[3] Sposato con la signorina Vita Maria Biasco, ebbe due figli, Gianmauro e Marco.[3] Dal 2006 risiedeva presso Villar Perosa, in provincia di Torino, e prestava servizio presso il 32º Reggimento genio guastatori alpino della Brigata alpina "Taurinense", a quel tempo ancora di stanza nel capoluogo piemontese. Era in possesso delle qualifiche di operatore EOD (disattivazione di ordigni esplosivi di ordinanza) e IEDD (disattivazione di ordigni esplosivi improvvisati).[1] Aveva partecipato a numerose missioni, in Mozambico nel 1993 e 1994, in Albania nel 1999, in Bosnia nel 2000, in Kosovo nel 2000, 2003 e 2005 ed in Afghanistan nel 2004, 2007, 2008 e 2009.[1][3] Il 28 marzo 2010 fu nuovamente inviato nel teatro operativo afghano,[1] inquadrato nella Task Force Genio del contingente italiano in Afghanistan.[1] Il contingente era composto da 36 militari suddivisi su 8 veicoli blindati Iveco LMV Lince, uno dei quali in versione ambulanza.[1] Il 28 luglio, nel tentativo di disinnescare alcuni ordini esplosivi improvvisati (IED) perse la vita, insieme al caporale maggiore capo Pierdavide De Cillis, preferendo allontanare i presenti anziché tentare di porsi in salvo.[1] A seguito dell’evento è stato promosso al grado di sottotenente[3] (con decorrenza 27 luglio 2010) e, con Decreto del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano del 5 aprile 2012 gli è stata conferita la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1] Una piazza di Villar Perosa e una caserma di Pratosardo portano il suo nome, così come la sezione dell'Associazione Nazionale Alpini di Rivoli.

Onorificenze

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«Capo nucleo bonifica ordigni esplosivi improvvisati dalle straordinarie qualità umane e professionali, in missione di pace in Afghanistan, pur in turno di riposo si offriva di effettuare la neutralizzazione di un ordigno che metteva a repentaglio la sicurezza della popolazione civile e del personale militare. Dopo aver disarticolato un primo dispositivo, avvedutosi di una seconda trappola letale, senza indugio alcuno, accortosi dell'imminente pericolo, decideva di donare, gli ultimi momenti della sua vita per allontanare i presenti piuttosto che porre se stesso al riparo. Improvvisamente, mentre del personale riusciva a porsi in salvo, veniva investito dall'esplosione dell'ordigno, perdendo la vita. Fulgido esempio di coraggio e altruismo ispirati alle migliori tradizioni dell'Esercito. Herat (Afganistan), 28 luglio 2010.[4]»
— Decreto del Presidente della Repubblica del 5 aprile 2012.

Bibliografia

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  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, p. 511-512.

Collegamenti esterni

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