Marc Gilbert

Figlio del commerciante Jérôme Lévy e di Yvonne Metzger, Originari di Ringendorf e di Duppigheim in Alsazia, i suoi genitori possedevano delle stalle nel centro di Strasburgo. Tutto venne requisito dai nazisti a causa delle leggi razziali durante la seconda guerra mondiale. La sua famiglia fu costretta a fuggire verso Saumur, quindi a Lione e lui a cambiare il proprio nome in Alfred Jost. Resta nascosto per due anni in un collegio cattolico. Dopo la guerra, i suoi genitori si vedono affidare la proprietà dello shofar della sinagoga di Ringendorf. Nel 1953 studia per un anno medicina a Besançon. Nel 1954, incontra Suzanne Ducretet, impiegata alla Lip, di cui ha un bambino nel 1955, Fabrice Barbier.

Torna a Lione, ricomincia gli studi di medicina e diventa giornalista. A Parigi nel 1963 cura la rubrica La nostra epoca di Nouvel Observateur che era alla ricerca di un giornalista scientifico. Sostiene l'energia nucleare, le nuove tecnologie e l'esplorazione spaziale. Scrive anche per la rivista statunitense LIFE. Commenta in diretta su RTL l'epopea del giro della luna con il razzo Apollo 13.

Diventa produttore televisivo e presentatore della trasmissione Italiques dal 1971 al 1974 con una striscia animata realizzata da Jean-Michel Folon in apertura e chiusura delle trasmissioni. Nel 1973, sposa Laurence de Cambronne, giornalista di Paris Match e redattrice principale aggiunto alla rivista Elle. Hanno due bambini, Jeremy e Alexandre.

Nel 1977, per il 60 Anniversario della Rivoluzione russa, intervista, per Le Figaro, Helmut Sonnenfeldt, germania-stati uniti d'america politico, agente diplomatico con Henry Kissinger^[2]. Nel 1979 diventa segretario generale dell'Istituto francese per le relazioni internazionali (IFRI). Muore Il 6 novembre 1982 a Étretat.

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• Il debutto televisivo di Marc Gilbert, su ina.fr.
• Italiques, su ina.fr.