Linaria vulgaris
La linajola comune (nome scientifico Linaria vulgaris Mill., 1768) è una pianta appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Etimologia
modificaIl nome generico (Linaria) deriva da un nome latino per il lino (linone) e si riferisce alla somiglianza delle foglie di alcune specie di questo genere a quelle della specie Linum usitatissimum.[2][3] L'epiteto specifico (vulgaris) significa "comune".[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico scozzese Philip Miller (Chelsea, 1691 – Chelsea, 18 dicembre 1771) nella pubblicazione "Gardeners Dictionary, Edition 8. London ed. 8. n. 1." del 1768.[5]
Descrizione
modificaQueste piante arrivano ad una altezza di 3 - 8 dm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Per queste piante sono state individuate anche altre forme biologiche: geofita rizomatosa (G rhiz), sono piante perenni erbacee che portano le gemme in posizione sotterranea; durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come bulbi, tuberi e rizomi, fusti sotterranei dai quali, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei. È una pianta robusta e senza pretese, spesso è considerata come una pianta infestante a dispetto del suo aspetto decorativo.[6][7][8][9][10][11][12][13]
Radici
modificaLe radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
modifica- Parte ipogea: a volte è presente un rizoma gracile e strisciante.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e ramosa. I fusti alla base possono essere lignificati. La parte apicale a volte è pelosa-ghiandolosa.
Foglie
modificaLe foglie lungo il fusto sono numerose e disposte in modo alterno. Quelle basali, raramente, sono raggruppate in verticilli di 4 foglie. La lamina ha una forma lineare (la larghezza massima generalmente è verso l'apice) con apice acuto. La nervatura è uninervia. Dimensione della lamina: larghezza 1 - 1,5 mm; lunghezza 35 – 50 mm. (raramente raggiungono i 45 – 60 mm di lunghezza).[14]
Infiorescenza
modificaLe infiorescenze sono dei densi racemi allungati. Il rachide (l'asse fiorale) è glabro oppure con peli ghiandolari. I fiori sono peduncolati. Nell'infiorescenza possono essere presenti delle piccole brattee fogliacee con forme da lineari a strettamente lanceolate. Lunghezza del peduncolo: 2 – 8 mm.
Fiore
modifica- I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calice– corolla – androceo – gineceo) e tetrameri (i verticilli del perianzio hanno 4 elementi). Dimensione del fiore: 25 – 30 mm.
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
- Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è formato da cinque profonde lacinie subuguali. Il calice all'esterno è glabro, mentre all'interno può essere scarsamente peloso-ghiandolare. Dimensione delle lacinie: 2 – 3 mm.
- La corolla, gamopetala e tubolare è del tipo bilabiato, ed è completamente chiusa da un rigonfiamento del labbro superiore (corolla personata). Inoltre uno sperone (con dimensioni minori rispetto al resto della corolla) leggermente curvo è presente all'altezza delle fauci della gola della corolla in posizione abassiale.[15] In particolare il labbro posteriore (superiore) è eretto ed è formato da due petali con apici acuti, l'anteriore (inferiore) da tre petali riflessi. All'altezza della gola può essere presente una pubescenza arancione. Il colore della corolla è giallo. Dimensione della corolla: 25 – 30 mm. Lunghezza dello sperone: 9 – 12 mm.
- L'androceo è formato da 4 stami didinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e divaricate e formano una struttura simile ad un anello. La deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati. Il nettare si trova nello sperone e può essere raggiunto solamente dagli insetti che riescono a entrare nelle fauci chiuse dal rigonfiamento del labbro superiore.
- Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario è supero con placentazione assile e forma da ovoidi a subglobose. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[16] Lo stilo ha uno stigma capitato intero.
- Fioritura: da (maggio) giugno a ottobre.
Frutti
modificaIl frutto è una capsula ovoide. I semi, numerosi, hanno delle forme appiattite (sono dei discoidi con un'ala membranosa). Al momento della maturazione i semi fuoriescono da due fori (opercoli) che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida). Dimensione della capsula: 5 x 6 – 10 mm. Dimensione dei semi: 2 – 3 mm (l'ala è lunga 0,5 – 1 mm).
Riproduzione
modifica- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) quali imenotteri, lepidotteri o ditteri o il vento (impollinazione anemogama).[17]
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
modifica- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Eurasiatico o anche Eurosiberiano.
- Distribuzione: in Italia è una specie comune e presente ovunque (Sicilia esclusa). Nelle Alpi è presente su entrambi i versanti (nord-sud). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nella Foresta Nera, Vosgi, Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Alpi Dinariche, Monti Balcani e Carpazi.[11] È comune nel resto dell'Europa e nelle fasce temperate asiatiche (Cina e Corea[12]).[19]
- Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono gli incolti (ma anche le colture), i ruderi, le macerie e le massicciate. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[11]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 1.500 m s.l.m. (in Cina fino a 2.200 m s.l.m.[12]); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano e in parte quello subalpino (oltre a quello planiziale – a livello del mare).
Fitosociologia
modificaDal punto di vista fitosociologico alpino Linaria vulgaris appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]
- Formazione: delle comunità perenni nitrofile
- Classe: Artemisietea vulgaris
- Ordine: Onopordetalia acanthii
Tassonomia
modificaLa famiglia di appartenenza di questa specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[7] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[8], o anche 117 generi e 1904 specie[20] o 90 generi e 1900 specie[21]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di oltre 150 specie distribuite dal Nord America, Europa e Asia.[6]
La specie Linaria vulgaris fino a poco tempo fa era circoscritta alla famiglia Veronicaceae o Scrophulariaceae a seconda dei vari Autori.[6] L'attuale posizione tassonomica è stata realizzata con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG).[21]
Il numero cromosomico di L. vulgaris è: 2n = 12.[22]
Filogenesi
modificaTradizionalmente le due dozzine di specie della flora spontanea italiana vengono suddivise in quattro sezioni (Cymbalaria, Elatinoides, Linariastrum e Chaenarrhinum). La specie di questa voce è inclusa nella sezione Linarisatrum caratterizzata da foglie sessili e con lamine penninervie, da fiori raccolti in nudi racemi terminali e da corolle con fauci completamente ostruite da un palato prominente.[10]
Classificazioni più recenti[23][24] assegnano la specie di questa voce alla sect. Linaria caratterizzata da piante a ciclo riproduttivo perenne con stigma intero, semi discoidi (compressi lateralmente) e provvisti di ali.[25] Attualmente in base alle ultime ricerche di tipo filogenetico le specie del genere Linaria sono distribuite in 6 cladi. La specie L. vulgaris si trova all'interno del quinto clade (denominato "E") che insieme al sesto clade (denominato "F") formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" del genere.[26]
Variabilità e sottospecie
modificaPer questa specie sono indicate le seguenti sottospecie:[1][12][27]
- Linaria vulgaris subsp. arenosa Tzvelev, 1985
- Linaria vulgaris subsp. sinensis (o chinensis) (Debeaux) D.Y. Hong, 1979 - Distribuzione: Cina (le foglie sono lineari e mono-venate; la larghezza dei lobi del calice è minore di 1,5 mm; all'interno il calice è peloso).
- Linaria vulgaris subsp. acutiloba (Fischer ex Reichenbach) D. Y. Hong, 1979 - Distribuzione: Mongolia e Russia (le foglie sono da lineari-lanceolate a lanceolate e tri-venate; la larghezza dei lobi del calice è maggiore di 1,5 mm; all'interno il calice è subglabro).
- Linaria vulgaris subsp. perrieri (Rouy) Rouy, 1910 - Distribuzione: Francia.
Nell'areale del Mediterraneo si può trovare una varietà con fiori più grandi e colori più intensi.[9] Tale varietà, indicata con la denominazione di Linaria speciosa Ten., 1836, attualmente è in via di riconoscimento.[28]
Sinonimi
modificaQuesta entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
- Antirrhinum commune Lam.
- Antirrhinum genistifolium Lapeyr.
- Antirrhinum glandulosum Lej.
- Antirrhinum linaria L.
- Antirrhinum linaria var. peloria With.
- Antirrhinum linarioides L.
- Antirrhinum ochroleucum Salisb.
- Linaria linaria (L.) H.Karst
- Linaria vulgaris var. communis Krylov
- Linaria vulgaris f. peloria (With.) Rouleau
- Linaria vulgaris f. vulgaris
- Peloria linaria (L.) Raf.
Usi
modificaContiene flavone[29] e può essere utilizzata come pianta medicinale,[30] tanto che viene chiamata di tanto in tanto erba strega.
Altre proprietà curative riconosciute dalla medicina popolare sono: emollienti, diuretiche e purgative.[13]
Altre notizie
modificaLa linaria comune in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Gewöhnliches Leinkraut
- (FR) Linaire vulgaire
- (EN) Common Toadflax
Alcune immagini
modificaNote
modifica- ^ a b c The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2498895 . URL consultato il 29 maggio 2018.
- ^ David Gledhill 2008, pag. 238.
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- ^ a b Catalogazione floristica - Università di Udine, su mitel.dimi.uniud.it. URL consultato il 29 maggio 2018.
- ^ biodiversità
- ^ Chimica verdure, su 155.185.215.28.
- ^ Musmarra 1996.
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- ^ Sutton 1988.
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- ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 30 maggio 2018.
- ^ The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2499587 . URL consultato il 29 maggio 2018.
- ^ kup, su kup.at.
- ^ erbario dioniso, su dioniso.ch (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2011).
Bibliografia
modifica- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag.541, ISBN 978-88-20623-12-8.
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- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
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- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
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- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina., Bologna, Zanichelli, 2004.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Mario Fernández-Mazuecos, José Luis Blanco-Pastor and Pablo Vargas, A Phylogeny of Toadflaxes (Linaria Mill.) Based on Nuclear Internal Transcribed Spacer Sequences: Systematic and Evolutionary Consequences, in International Journal of Plant Sciences, vol. 174, n. 2, 2013, pp. 234-249.
- D.A. Sutton, A revision of the tribe Antirrhineae, Oxford, Oxford University Press, 1988.
- L. Saez & M. Bernal, Linaria Mill, in Flora Iberica, vol. 13, Madrid, 2009.
- Abbas Rahmani, Taher Nejadsatari, Seyed Mohammad Mahdi Hamdi, Iraj Mehregan & Mostafa Assadi, A phylogenetic analysis of Linaria (Plantaginaceae) species from Iran based on ITS sequence data (PDF), in European Journal of Experimental Biology, vol. 4, n. 3, 2014, pp. 127-134.
- (EN) Global Invasive Database: Linaria vulgaris, su issg.org. URL consultato il 10 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
modifica- Linaria vulgaris The Plant List - Checklist Database
- Linaria vulgaris EURO MED - PlantBase Checklist Database
- Linaria vulgaris IPNI Database
- Linaria vulgaris eFloras Database
- Linaria vulgaris Catalogazione floristica - Università di Udine
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