IBA 84
L'Internationale Bauausstellung ("mostra internazionale dell'edilizia") si tenne a Berlino Ovest in due fasi, nel 1984 e nel 1987.[1]
Inquadramento
modificaNel 1979, nel periodo della progressiva diffusione dell'architettura postmoderna, venne fondata a Berlino Ovest la società Internationale Bauausstellung GmbH (IBA), con l'obiettivo di organizzare un'esposizione internazionale di architettura analoga a quelle tenutesi nel 1910, nel 1931 e nel 1957.[2]
Inizialmente era previsto di limitare il periodo di azione dell'IBA per soli cinque anni, dal 1979 al 1984; alcuni ritardi organizzativi indussero tuttavia a prolungare l'azione per un ulteriore triennio, fino al 1987, anno dei festeggiamenti per il 750º anniversario della città.[2]
L'opera dell'IBA si concretizzò inizialmente con convegni e dibattiti, con l'intervento dei maggiori architetti dell'epoca; e in seguito, grazie a finanziamenti locali e federali, anche alla costruzione di edifici in varie aree della città, inserendosi nel solco dell'Interbau 57 che aveva portato alla ricostruzione del quartiere Hansa.[3]
L'opera dell'IBA non fu volta alla sola risoluzione di problemi architettonici e urbanistici, ma si pose anche obiettivi sociali,[4] secondo il motto Innenstadt als Wohnort ("centro città come luogo dell'abitare").[5]
Organizzazione
modificaL'organizzazione fu divisa in due parti, denominate Neubau-IBA e Altbau-IBA (letteralmente: "IBA della nuova edilizia" e "IBA della vecchia edilizia").[1]
La Neubau-IBA, diretta dall'architetto Josef Paul Kleihues, fu dedicata alle nuove realizzazioni edilizie;[1] essa operò in quartieri caratterizzati da vuoti urbani, lasciati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale (la Südliche Friedrichstadt, il quartiere Tiergarten-Süd, l'area di Wilmersdorf intorno a Prager Platz) o da riconversioni industriali (l'area ex portuale di Tegel). Complessivamente furono realizzati più di 4 000 alloggi, su progetto di architetti di fama internazionale (fra i tanti Rossi, Eisenman, Ungers), ma anche di giovani professionisti.[6]
La Altbau-IBA, diretta dall'architetto Hardt-Waltherr Hämer, intervenne nell'area SO 36 (o Luisenstadt) del quartiere di Kreuzberg, caratterizzata da un'edilizia storica in gran parte fatiscente e da problemi sociali rilevanti. Abbandonando la prassi seguita fino ad allora in casi analoghi (demolizione e ricostruzione in stile moderno), si operò secondo il principio del "rinnovamento urbano prudente" (Behutsame Stadterneuerung), con un'estesa opera di manutenzione e restauro del patrimonio esistente e interventi sugli spazi pubblici, anche con il coinvolgimento degli abitanti.[1] Complessivamente vennero recuperati 5 000 alloggi, più altri 600 di nuova costruzione.[5]
Galleria d'immagini
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Edifici residenziali di Oswald Mathias Ungers a Tiergarten
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Haus am Checkpoint Charlie di Peter Eisenman a Kreuzberg (Südliche Friedrichstadt)
Note
modifica- ^ a b c d Spagnoli, Berlino. La costruzione di una città capitale (1993), p. 142.
- ^ a b Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo (1993), p. 67.
- ^ Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo (1993), pp. 67-68.
- ^ Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo (1993), p. 68.
- ^ a b Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo (1993), p. 69.
- ^ Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo (1993), pp. 68-69.
Bibliografia
modifica- Lorenzo Spagnoli, Berlino. XIX e XX secolo, Bologna, Zanichelli, 1993, ISBN 88-08-14174-8.
- Lorenzo Spagnoli, Berlino. La costruzione di una città capitale, Milano, CittàStudi, 1993, ISBN 88-251-0072-8.
- IBA Berlino, in Casabella, n. 487-488, gennaio-febbraio 1983, pp. 46-51, ISSN 0008-7181 .
- Pierre-Alain Croset, Berlino '87: la costruzione del passato, in Casabella, n. 506, ottobre 1984, pp. 4-25, ISSN 0008-7181 .
Altri progetti
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