Gliese 667

stella multipla nella costellazione dello Scorpione
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Gliese 667 (conosciuto anche come HR 6426 e MLO 4) è un sistema stellare multiplo situato nella costellazione dello Scorpione, situato ad una distanza di circa 23 anni luce dal Sistema solare. Il sistema stellare è composto da due stelle di sequenza principale, separate l'una dall'altra da una distanza variabile da 5 a 20 UA con un periodo orbitale di 42 anni, e da una piccola e fredda nana rossa che orbita a grande distanza dalla coppia centrale (da 56 a 215 UA). C'è anche una quarta componente, ma non sembra essere legata gravitazionalmente alle prime tre.

Gliese 667 A / B / C
Sequenza video artistica che mostra le tre stelle del sistema dalla superficie di Gliese 667 Cc.
Classe spettraleK3V / K5V / M2V
Distanza dal Sole23 anni luce
CostellazioneScorpione
Coordinate
(all'epoca J2000)
Ascensione retta17h 18m 57,18s
Declinazione-34° 59′ 23,3″
Dati fisici
Raggio medio0,77 / 0,44 / 0,20 R
Massa
0,75 / 0,65 / 0,38 M
Temperatura
superficiale
  • 3950 K (media)
Luminosità
0,13 / 0,05 / 0,003 L
Metallicità26% del Sole
Età stimataC: 6,10±2,22 miliardi di anni[1]
Dati osservativi
Magnitudine app.6,29 / 7,24 / 10,25
Magnitudine ass.7,07 / 8,02 / 11,03
Parallasse143,45 ± 17,12 mas
Moto proprioAR: 1149,24 mas/anno
Dec: -90,80 mas/anno
Velocità radiale0 km/s
Nomenclature alternative
HD 156384, HR 6426, CD−34°11626, SAO 208670, HIP 84709, LHS 442/442/443, MLO 4

La magnitudine apparente del sistema è 5,89, il che lo rende a stento visibile ad occhio nudo dalla Terra.

Gliese 667 A

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La componente principale del sistema è una stella della sequenza principale, di colore arancione e classe spettrale K3-V. Con massa e diametro pari rispettivamente al 75% e al 77% rispetto al Sole, possiede il 13% della sua luminosità e presenta una metallicità (abbondanza di elementi più pesanti dell'elio) piuttosto scarsa.

La distanza da Gliese 667 A alla quale un pianeta dovrebbe trovarsi per presentare condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo di forme di vita è 0,36 UA (54 milioni di chilometri).

Gliese 667 B

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L'altra componente del sistema binario centrale è anch'essa una stella della sequenza principale di colore arancione, ma un po' meno calda (classe spettrale K5-V). Essa possiede il 65% della massa del Sole, meno di metà del suo diametro e solo il 5% della sua luminosità.

Gliese 667 C

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Questa piccola e debole nana rossa di classe spettrale M2-V ha il 38% della massa del Sole, un quinto del suo diametro e appena lo 0,3% della sua luminosità. Avendo attorno a sé un pianeta potenzialmente abitabile uno studio ha calcolato l'età di questa stella, poiché si ritiene che le forme di vita complesse si sviluppino più probabilmente in pianeti attorno a stelle con un'età paragonabile a quelle del Sole o più vecchie. L'età calcolata di Gliese 667 C è risultata essere di 6,10±2,22 miliardi di anni.[1]

Sistema planetario

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Rappresentazione artistica di Gliese 667 Cc, con il sistema di Gliese 667 A/B sullo sfondo.

Al 2021 è incerto il numero di pianeti effettivamente presenti nel sistema, alcuni non hanno trovato conferma in studi successivi all'annuncio, l'enciclopedia dei pianeti extrasolari elenca comunque cinque pianeti attorno a Gliese 667 C.

Gliese 667 Cb è stato scoperto nel 2009 e Gliese 667 Cc fu prima menzionato nel 2011, mentre nel febbraio del 2012 studi effettuati dall'Università Georg-August di Gottinga hanno portato all'annuncio della scoperta ufficiale del pianeta che sembra essere un candidato serio per essere tra quelli in grado di avere acqua liquida in superficie. Il Planet Habitability Laboratory calcola che, con un'atmosfera simile a quella terrestre, il pianeta avrebbe una temperatura media di circa 27 °C, solo una decina di gradi più alta della temperatura media terrestre[2].

Gliese 667 Cd non fu immediatamente confermato, nonostante studi preliminari sulla velocità radiale ne facevano supporre l'esistenza. La conferma di questo pianeta è avvenuta solo nel 2013, e anche questo pianeta era stato considerato dentro la zona abitabile,[3] tuttavia la sua scoperta fu confutata.[4]

Osservazioni effettuate tramite lo spettrografo HARPS nel dicembre 2012 suggerirono la presenza di altri pianeti orbitanti attorno a Gliese 667 C. Un riesame più accurato della velocità radiale indicò la presenza di sei segnali corrispondenti a probabili pianeti orbitanti attorno alla stella, equivalenti a corpi che orbitano rispettivamente in 7,2, 28,1, 30,8, 38,8, 53,2 e 91,3 giorni. I segnali corrispondenti a 7,2 e 28,1 giorni corrispondono ai periodi orbitali dei pianeti precedentemente scoperti, mentre la periodicità di 53,2 giorni corrisponde alla seconda armonica della rotazione della stella e non dovrebbe essere causata da un pianeta[5].

Nel 2013 fu data per certa la presenza dei pianeti d, e e f, inoltre, sarebbe stato scoperto un pianeta più esterno, Gliese 667 Cg, mentre il segnale di un altro pianeta, Gliese 667 Ch, che orbita invece più internamente, rimaneva incerto[6]. Tutti sono delle Super-Terre, e Gliese Ce e Gliese Cf, assieme al già noto Gliese Cc, sono stati inseriti nella ristretta lista dei pianeti abitabili del Planetary Habitability Laboratory (PHL), considerati all'interno della zona abitabile della stella madre[7].

Secondo uno studio successivo di F. Feroz e M. P. Hobson, in realtà esisterebbero solo due pianeti in orbita a Gliese 667 C, i pianeti b e c con periodi di 7 e 28 giorni, con un terzo segnale di un pianeta con periodo di 92 giorni che rimane tuttavia da confermare.[8]

Gliese 667 C: Modello a 6 pianeti[6][9]

PianetaTipoMassaPeriodo orb.Sem. maggioreEccentricità
bSuper Terra≥5,94 M7,2 giorni0,0504 UA0,112
cSuper Terra≥3,86 M28,12 giorni0,125 UA0,001
fSuper Terra≥1,94 M39,08 giorni0,156 UA0,001
eSuper Terra≥2,68 M62,266 giorni0,212 UA0,001
d *Super Terra≥5,21 M92,09 giorni0,276 UA0,019
gSuper Terra≥4,41 M251,52 giorni0,539 UA0,107

* Non confermato

Gliese 667 C: Modello a 3 pianeti[8]

PianetaTipoMassaPeriodo orb.Sem. maggioreEccentricità
bSuper Terra5,6±0,3 M7,2 giorni0,0504 UA0,15
cSuper Terra4,1±0,6 M28,1 giorni0,27 UA0,001
d *Super Terra5,1±1,7 M91,6 giorni0,28 UA0,03

* Non confermato

  1. ^ a b Stephen A. Sloane, Edward F. Guinan1, Scott G. Engle, Super-Earth GJ 667Cc: Age and XUV Irradiances of the Temperate-zone Planet with Potential for Advanced Life, giugno 2023.
  2. ^ Gliese 667C c: Warm Superterran Exoplanet in the Constellation Scorpius Archiviato l'8 gennaio 2012 in Internet Archive. Planetary Habitability Laboratory all'Università di Porto Rico ad Arecibo
  3. ^ Guillem Anglada-Escude, Pamela Arriagada, Steven Vogt, Eugenio J. Rivera, R. Paul =Butler, Jeffrey D. Crane, Stephen A. Shectman, Ian B. Thompson, Dante Minniti, Nader Haghighipour, Brad D.Carter, C. G. Tinney, Robert A. Wittenmyer, Jeremy A. Bailey, Simon J. O'Toole, Hugh R.A. Jones, James S. Jenkins,, A planetary system around the nearby M dwarf GJ 667C with at least one super-Earth in its habitable zone (PDF), in The Astrophysical Journal, accepted, febbraio 2012, Bibcode:2012arXiv1202.0446A, arXiv:/1202.0446.
  4. ^ Targets Excluded from the Archive, su exoplanetarchive.ipac.caltech.edu, NASA.
  5. ^ Philip C. Gregory, Additional Keplerian Signals in the HARPS data for Gliese 667C from a Bayesian Re-analysis (PDF).arΧiv:1212.4058
  6. ^ a b Guillem Anglada-Escudé, Mikko Tuomi, Enrico Gerlach, Rory Barnes, Renè Heller, James S. Jenkins, Sebastian Wende, Steven S. Vogt, R. Paul Butler, Ansgar Reiners, Hugh R. A. Jones, A dynamically-packed planetary system around GJ 667C with three super-Earths in its habitable zone (PDF), in Astronomy & Astrophysics, 7 giugno 2013, DOI:10.1051/0004-6361/201321331.
  7. ^ The habitable exoplanet catalog PHL
  8. ^ a b F. Feroz, M. P. Hobson, Bayesian analysis of radial velocity data of GJ667C with correlated noise: evidence for only two planets, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 437, n. 4, 29 novembre 2013, pp. 3540-3549.
  9. ^ P. A. Cuartas-Restrepo et al., Spin-orbit evolution of the GJ 667C system: the effect of composition and other planets’ perturbations, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 463, n. 2, 19 settembre 2016, pp. 1592–1604, DOI:10.1093/mnras/stw1961, arXiv:1606.07546.

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