Gianclaudio Bressa
Gianclaudio Bressa (Belluno, 16 gennaio 1956) è un politico italiano, senatore della Repubblica per il Partito Democratico dal 2018.
Gianclaudio Bressa | |
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Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari regionali | |
Durata mandato | 26 luglio 2017 – 1º giugno 2018 |
Capo del governo | Paolo Gentiloni |
Predecessore | Enrico Costa[1] |
Successore | Erika Stefani[1] |
Sottosegretario di Stato per gli affari regionali[2] | |
Durata mandato | 28 febbraio 2014 – 26 luglio 2017 |
Capo del governo | Matteo Renzi Paolo Gentiloni |
Predecessore | Walter Ferrazza |
Successore | Stefano Buffagni |
Sottosegretario di Stato alla funzione pubblica con delega alle autonomie speciali, alle minoranze linguistiche e ai servizi sociali[3] | |
Durata mandato | 22 ottobre 1998 – 22 dicembre 1999 |
Capo del governo | Massimo D'Alema |
Predecessore | Sergio Zoppi Ernesto Bettinelli |
Successore | Raffaele Cananzi Adriana Vigneri |
Durata mandato | 26 maggio 2000 – 11 giugno 2001 |
Contitolare | Raffaele Cananzi |
Capo del governo | Giuliano Amato |
Predecessore | Adriana Vigneri |
Successore | Learco Saporito |
Sindaco di Belluno | |
Durata mandato | 22 dicembre 1990 – 7 giugno 1993 |
Predecessore | Aldo Da Rold |
Successore | Maurizio Fistarol |
Vicesindaco di Belluno | |
Durata mandato | 15 marzo 1986 – 10 aprile 1990 |
Vice di | Giovanni Crema |
Predecessore | Gaetano Toscano |
Successore | Edoardo Bristot |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 23 marzo 2018 – 12 ottobre 2022 |
Legislatura | XVIII |
Gruppo parlamentare | Per le Autonomie |
Coalizione | Centro-sinistra 2018 |
Circoscrizione | Trentino-Alto Adige |
Collegio | 1 (Bolzano) |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 9 maggio 1996 – 22 marzo 2018 |
Legislatura | XIII, XIV, XV, XVI, XVII |
Gruppo parlamentare | XIII: Popolari Democratici-L'Ulivo XIV: DL-L'Ulivo XV-XVII: Partito Democratico |
Coalizione | XIII-XIV: L'Ulivo XV: L'Unione XVI: Centro-sinistra 2008 XVII: Italia. Bene Comune |
Circoscrizione | XIII: Veneto 1 XIV-XVII: Trentino-Alto Adige |
Collegio | XIV: 1. Bolzano |
Incarichi parlamentari | |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Democratico (dal 2007) In precedenza: DC (1988-1994) PPI (1994-2002) DL (2002-2007) |
Titolo di studio | Diploma di Liceo Classico |
Professione | Consulente Aziendale |
È stato sindaco di Belluno dal 22 dicembre 1990 al 7 giugno 1993, più volte sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, deputato alla Camera per cinque legislature (XIII, XIV, XV, XVI e XVII), ricoprendo vari incarichi parlamentari.
Biografia
modificaDopo aver conseguito la maturità classica, ha lavorato per vari anni come consulente aziendale.[4]
Ha iniziato la carriera politica con la Democrazia Cristiana (DC), dov'è stato eletto il 18 luglio 1988 consigliere comunale e ha ricoperto la carica di assessore nell'amministrazione comunale di Belluno fino al 1990.[5][6]
Successivamente viene eletto a sindaco di Belluno dal 1990 al 1993[5][6]. Ricopre nuovamente la carica di consigliere comunale fino a luglio 1995.[5][6]
Nel 1994, con lo scioglimento della DC, aderisce alla rinascita del Partito Popolare Italiano (PPI) di Mino Martinazzoli, viene eletto deputato alle elezioni politiche del 1996.
Deputato alla Camera
modificaÈ stato sottosegretario di Stato alla funzione pubblica nei governi D'Alema I e Amato II, occupandosi soprattutto di norme a tutela delle minoranze linguistiche e di autonomie speciali, di funzione pubblica e di affari regionali[7] e redigendo, nell'ambito della riforma del Titolo V della Costituzione, il nuovo comma 3 dell'articolo 116 dedicato all'autonomia differenziata.[8]
Dopo aver confermato il suo seggio a Montecitorio nelle politiche del 2001, nelle liste della Margherita, è stato vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali. Nel 2005 ha scritto il libro Quel "pasticciaccio brutto" della riforma costituzionale. 164 motivi per non volerla, in riferimento al tentativo di riforma costituzionale della Casa delle Libertà. Il volume raccoglie 164 interventi pronunciari in aula, ed è stato definito vagamente autocelebrativo[9].
Bressa è stato eletto per la terza volta alla Camera dei deputati nel 2006 con la lista dell'Ulivo, nella circoscrizione Trentino-Alto Adige-Südtirol. È presidente della Commissione dei Sei per l'autonomia della provincia autonoma di Bolzano e uno dei vicepresidenti del gruppo parlamentare dell'Ulivo-Partito Democratico.
Nel 2007 aderisce alla confluenza della Margherita nel Partito Democratico (PD), con cui alle elezioni politiche del 2008 viene rieletto deputato tra le sue liste.
Alle elezioni politiche del 2013 è stato eletto alla Camera dei deputati, come capolista tra le lista del Partito Democratico nella circoscrizione Trentino-Alto Adige.[10] In quell'occasione è stato l'artefice dell'accordo elettorale tra il PD e Südtiroler Volkspartei.[11]
Già membro della Commissione paritetica per le norme di attuazione dello statuto del Trentino Alto Adige, ne è diventato presidente il 4 febbraio 2014[7].
Sottosegretario di Stato per gli affari regionali
modificaIn seguito alla fine del governo di Enrico Letta per volere del neo-segretario del PD Matteo Renzi per diventare Presidente del Consiglio, e alla seguente nascita del suo governo, il 28 febbraio 2014 viene nominato dal Consiglio dei ministri sottosegretario di Stato per gli affari regionali[12], incarico al quale viene confermato nel successivo governo presieduto da Paolo Gentiloni il 29 dicembre 2016.[13]
Il 26 luglio 2017, in seguito alle dimissioni del ministro per gli affari regionali Enrico Costa[14], diventa sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari regionali nel governo Gentiloni.
Elezione a senatore
modificaAlle elezioni politiche del 2018 viene candidato al Senato della Repubblica nel collegio uninominale Trentino-Alto Adige - 01 (Bolzano), sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra in quota PD, venendo eletto senatore con il 43,03% dei voti contro i candidati del centro-destra, in quota Lega, Massimo Bessone (25,45%) e del Movimento 5 Stelle Diego Nicolini (20,28%), grazie anche all'accordo con il Südtiroler Volkspartei. Durante la campagna elettorale ha fatto molto discutere la candidatura di Bressa nell'uninominale a Bolzano, assieme a quella di Maria Elena Boschi alla Camera, definita "candidatura imposta dall'alto", tanto che porta alla uscita dal PD di 14 esponenti altoatesini[15]. Nel corso della XVIII legislatura s'iscrive al gruppo parlamentare Per le Autonomie (con Südtiroler Volkspartei, Partito Autonomista Trentino Tirolese e Union Valdôtaine), nonostante sia un esponente del PD, e ha fatto parte della 1ª Commissione Affari Costituzionali, della 4ª Commissione Difesa, della 11ª Commissione Lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sfruttamento e sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, di cui è stato presidente, e della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza.
A dicembre 2021 presenta un disegno di legge costituzionale, assieme ai senatori del PD Dario Parrini e Luigi Zanda, che vieta la rieleggibilità del presidente della Repubblica e l'abolizione il semestre bianco.[16]
In vista delle elezioni politiche anticipate del 2022 non viene ricandidato al Parlamento, lasciandolo dopo 26 anni e 117 giorni di permanenza.[17]
Fuori dal Parlamento
modificaIn vista delle primarie del PD del 2023 Bressa, non condividendo la scelta di AreaDem di sostenere la deputata PD Elly Schlein, decide di abbandonarla assieme a Piero Fassino, Patrizia Toia e Francesca Puglisi per fondare la corrente Iniziativa Democratica (nome che rimanda a quella democristiana degli anni '50) e sostenere la mozione di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ma viene sconfitto dalla Schlein.[18][19][20]
Vita privata
modificaÈ compagno di Francesca Puglisi, deputata alla Camera dal 2013 al 2018 per il PD e sottosegretario al lavoro e le politiche sociali nel governo Conte II.[21]
Incarichi parlamentari
modificaCamera dei deputati
modificaXIV legislatura
modifica- Vicepresidente della I Commissione Affari Costituzionali (dal 21 giugno 2001 al 27 aprile 2006)[22]
XV legislatura
modifica- I Commissione Affari Costituzionali (dal 6 giugno 2006 al 28 aprile 2008)[23]
- Giunta per il Regolamento (dall'8 maggio 2006 al 28 aprile 2008)[23]
- Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (dall'11 luglio 2006 al 27 marzo 2007)[23]
XVI legislatura
modifica- I Commissione Affari Costituzionali (dal 21 maggio 2008 al 14 marzo 2013)[24]
- Giunta per il Regolamento (dal 20 maggio 2008 al 14 marzo 2013)[24]
XVII legislatura
modifica- I Commissione Affari Costituzionali (dal 7 maggio 2013 al 22 marzo 2018)
- Giunta per il regolamento (dal 2 aprile 2013 al 13 marzo 2014)
- Commissione speciale per l'esame degli atti urgenti presentati dal Governo (dal 26 marzo al 7 maggio 2013)
Opere
modifica- Gianclaudio Bressa, Quel "pasticciaccio brutto" della riforma costituzionale. 164 motivi per non volerla., Belluno, Tip. Piave, 2005.
Note
modifica- ^ a b Ministro per gli affari regionali
- ^ Sottosegretario di Stato per gli affari regionali e le autonomie fino al 12 dicembre 2016.
- ^ Nel governo Amato II.
- ^ Gianclaudio Bressa, biografia sul sito Pd Bolzano, su pd.bz.it. URL consultato il 1º maggio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2021).
- ^ a b c Trento: I politici della tua città, su Corriere del Trentino. URL consultato l'8 febbraio 2015.
- ^ a b c Gianclaudio Bressa (JPG), su Il Post, 29 dicembre 2016. URL consultato il 29 gennaio 2022.
- ^ a b Governo italiano: biografia di Gianclaudio Bressa, su governo.it (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2014).
- ^ Autonomie, firmato l’accordo tra Governo e Regioni, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 12 dicembre 2024.
- ^ La Margherita contro la devolution: è un pasticciaccio, in Il Mattino di Padova, 1º ottobre 2006.
- ^ Paolo Micheletto, Elezioni regionali, vince l'idea di coalizione, su ladige.it, L'Adige, 26 febbraio 2013. URL consultato il 26 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2013).
- ^ Bressa: l’accordo non è un regalo alla Svp, su altoadige.gelocal.it, Alto Adige, 29 dicembre 2012. URL consultato il 24 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
- ^ Ecco la squadra di governo: 44 sottosegretari, di cui 9 viceministri. All'Economia Casero e Morando. Renzi: l'Italia può farcela, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ Governo Gentiloni, i sottosegretari sono gli stessi di Renzi. Solo un cambio De Filippo-Faraone tra Scuola e Salute, su Il Fatto Quotidiano, 29 dicembre 2016. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Enrico Costa si dimette: Gentiloni perde pezzi. L'ex ministro verso Forza Italia. Alfano: "Inevitabile e tardivo", su Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2017. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Pd, in Alto Adige il partito si spacca. Esce la minoranza, su la Repubblica, 21 febbraio 2018. URL consultato il 27 novembre 2021.
- ^ Il Pd vuole vietare la rieleggibilità del presidente della Repubblica e abolire il semestre bianco, su Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2021. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ Claudio Baccarin, I candidati veneti più longevi verso il voto del 25 settembre 2022, su difesapopolo.it, 1º settembre 2022. URL consultato il 26 ottobre 2022.
- ^ Pd, AreaDem perde un pezzo: Fassino lancia Iniziativa Democratica - I NOMI, su Affaritaliani.it, 28 dicembre 2022. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ Franceschini esalta Schlein, ma si perde la corrente. Fassino guida la rivolta per Bonaccini, su www.ilfoglio.it. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ (EN) Fassino rompe con Franceschini e fonda la corrente dei fanfaniani, su Lo Spiffero. URL consultato il 29 novembre 2024.
- ^ Bolzano, polemica in Provincia: Francesca Puglisi (Pd), compagna del senatore Bressa, assunta per migliorare l'immagine, su Il Fatto Quotidiano, 31 maggio 2018. URL consultato il 30 novembre 2024.
- ^ Camera dei Deputati - XIV legislatura - Deputati - La scheda personale, su legxiv.camera.it. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2021).
- ^ a b c Camera dei Deputati - XV legislatura - Deputati - La scheda personale, su legxv.camera.it. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2021).
- ^ a b Camera.it - XVI Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Scheda deputato - BRESSA Gianclaudio, su leg16.camera.it. URL consultato il 29 dicembre 2021.
Voci correlate
modifica- Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 1996
- Deputati della XIII legislatura della Repubblica Italiana
- Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 2001
- Deputati della XIV legislatura della Repubblica Italiana
- Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 2006
- Deputati della XV legislatura della Repubblica Italiana
- Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 2008
- Deputati della XVI legislatura della Repubblica Italiana
- Eletti alla Camera dei deputati nelle elezioni politiche italiane del 2013
- Deputati della XVII legislatura della Repubblica Italiana
- Eletti al Senato della Repubblica nelle elezioni politiche italiane del 2018
- Senatori della XVIII legislatura della Repubblica Italiana
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gianclaudio Bressa
Collegamenti esterni
modifica- Bressa, Gianclaudio, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Gianclaudio Bressa, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Gianclaudio Bressa, su Senato.it - XVIII legislatura, Parlamento italiano.
- Gianclaudio Bressa, su Anagrafe degli amministratori locali e regionali, Ministero dell'interno.
- Gianclaudio Bressa, su Openpolis, Associazione Openpolis.
- Registrazioni di Gianclaudio Bressa, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.