Flaminio Vacca

scultore italiano

Flaminio Vacca (Roma, 1538Roma, 26 ottobre 1605) è stato uno scultore italiano, di famiglia spagnola con casa nel rione Colonna[1].

Leone della Loggia dei Lanzi a Firenze

Biografia

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Dopo il tabernacolo in marmo realizzato per la cappella del Sacramento nella chiesa di san Lorenzo a Spello nel 1587, Vacca realizzò, a Roma, le seguenti opere:

A Vacca sono attribuiti anche i profeti Ezechiele e Daniele in Santa Susanna.

Nel 1572 fu cooptato nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, il che gli valse di esservi a suo tempo inumato, sotto una lapide (ancora esistente) che recita:

FLAMINIO VACCAE / SCULPTORI ROMANO / QUI IN OPERIBUS QUAE FECIT / NUSQUAM SIBI SATISFECIT
(A Flaminio Vacca / scultore romano / che dell'opere che fece / quasi mai si soddisfece).

Nel 1594 pubblicò le Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi di Roma[3]. Le Memorie di Vacca[4] sono una fonte primaria (il tipico inizio delle sue 122 schede è "Mi ricordo...") e ricca di dettagli, anche umani, circa le scoperte di sculture e varie "antichità romane" nel tardo Cinquecento, e anche circa la distruzione di materiali antichi scaturita dai programmi urbanistici di Sisto V.

Nel 1599 fu eletto "Principe" dell'Accademia di San Luca[5]. Il suo ritratto del 1599 è conservato nella Protomoteca capitolina.

  1. ^ Per la casa della famiglia, demolita nei lavori di ampliamento del Parlamento e ricostruita a via in Lucina, si veda qui
  2. ^ Detta la cappella degli Angeli. Si veda la descrizione nel sito ufficiale del Gesù Archiviato il 18 febbraio 2010 in Internet Archive.
  3. ^ Si veda il testo in Wikisource. Le Memorie furono ripubblicate nel 1666 come supplemento a Famiano Nardini, Roma antica, ristampato da Carlo Fea nel 1790, e ancora nel 1820, in una nuova edizione, curata da Antonio Nibby.
  4. ^ che egli definisce modestamente, nella dedica a Simonetto Anastasii, "questo stracciafoglio nel quale saranno notate tutte quelle antichità che da mia puerizia sino alla età di anni 56 mi ricordo di aver viste e sentite dire in diversi luoghi di Roma essersi scoperte".
  5. ^ Così si ricorda il "principato" di Vacca nelle Memorie per servire alla storia della Romana Accademia di S. Luca fino alla morte di Antonio Canova compilate da Melchior Missirini del 1823, pag. 73:
    Anno 1599. Flaminio Vacca
    Governò poscia l'Accademia l'anno 1599 lo scultore Flaminio Vacca uomo nell'arte sua valente, e sovra ogni cosa degli antichi monumenti diligentissimo indagatore, il quale tenendo occhio accurato sulle antiche Sculture o fabbriche scoperte prima dell età sua, e specialmente a suoi tempi in questo sacro suolo di Roma ogni giorno fertile di meraviglie, ci lasciò su tale argomento preziose memorie, ora cagione di troppo rammarico: imperciocché d'infinite cose da esso notate poche tuttavìa ce ne restano, che noi più vaghi dell'oro, che de' patrii monumenti e de' segni della nostra grandezza, abbiamo riprovevolmente concesso, che le straniere nazioni ce ne spogliassero. Flaminio Vacca si è veduto gareggiar co' migliori: Il suo Leone sotto le logge de Lanzi di Firenze fu condotto con mirabile maestrìa. Si onorò dunque l'Accademia anche nell'anno 1599 d'un uomo grande nella qualifica di suo capo."

Bibliografia

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  • Jane Turner (a cura di), The dictionary of art, 31, New York, Grove, 1996 ISBN 1-884446-00-0
  • Maria Luisa Madonna, a cura di, Roma di Sisto V. Le arti e la cultura, Roma 1993

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Collegamenti esterni

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