Elezioni politiche in Italia del 1934

22ª elezione della Camera dei deputati del Regno d'Italia

Le elezioni politiche in Italia del 1934 per la nomina dei membri della Camera dei Deputati si svolsero il 25 marzo 1934. Gli elettori potevano solo votare o NO, per approvare o respingere in toto la lista dei deputati.

Elezioni politiche in Italia del 1934
StatoItalia (bandiera) Italia
Data25 marzo
LegislaturaXXIX
AssembleaCamera dei deputati
Legge elettoraleLegge plebiscitaria
Affluenza96,46% (Aumento 6,60%)
Si   No
Voti 10 043 875
99,85%
15 215
0,15%
Governo
Mussolini

Contesto storico

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Le nuove elezioni, dopo quelle del 1929, proseguirono l'opera di normalizzazione del regime.[1]

Nel 1939 per la XXX legislatura non ci furono elezioni, neppure plebiscitarie, e i membri della Camera dei fasci e delle corporazioni furono tutti nominati.

Diritto di voto

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Facciata di Palazzo Braschi, sede della federazione fascista di Roma, durante la campagna per le elezioni politiche del 1934.

La legge era basata sul suffragio universale maschile, già previsto sin dal 1912. Il diritto di voto per i soli cittadini maschi era però subordinato al rientrare in una delle seguenti categorie:

  • A coloro che pagano un contributo sindacale o sono soci di una società o ente che paghi tale contributo oppure da almeno un anno posseggano azioni nominative di società in accomandita per azioni o di società anonime
  • B coloro che pagano almeno 100 lire di imposte dirette allo Stato, alle province o ai comuni
  • C coloro che percepiscono uno stipendio, un salario o una pensione a carico dello Stato
  • D membri del clero cattolico o di altro culto ammesso dallo Stato

Erano esclusi dal diritto di voto (voto sospeso) i sottufficiali (tranne i marescialli) e i militari di truppa di esercito, marina e aeronautica.

Compartimento  Categorie  Militari
esclusi 
Iscritti
effettivi
Totale
Piemonte 757 106 203 293 84 396 4 710 1 049 505 6 069 1 043 436
Liguria 253 590 83 621 44 082 1 802 383 095 2 615 380 480
Lombardia 1 197 408 296 871 89 612 5 579 1 589 470 9 997 1 579 473
Venezia Tridentina 119 372 37 962 13 071 1 396 171 801 1 346 170 455
Veneto 759 937 226 926 75 736 3 963 1 066 562 10 095 1 056 467
Venezia Giulia e Dalmazia 187 659 32 648 29 299 401 250 007 2 813 247 194
Emilia 634 819 181 542 66 430 3 309 886 100 9 634 876 466
Toscana 630 270 97 440 72 171 3 249 803 130 6 611 796 519
Marche 219 126 55 784 22 449 1 484 298 843 3 544 295 299
Umbria 127 542 29 092 14 721 891 172 246 2 586 169 660
Lazio 331 674 94 180 89 946 2 124 517 924 6 567 511 357
Abruzzo e Molise 300 455 59 702 23 052 1 050 384 259 3 187 381 072
Campania 576 538 160 173 66 228 4 706 807 645 7 230 800 415
Puglia 387 148 98 328 48 213 1 798 535 487 5 532 529 955
Lucania 77 840 17 335 6 986 455 102 616 785 101 831
Calabria 316 254 54 480 27 476 1 228 399 438 3 662 395 776
Sicilia 704 892 122 244 61 663 2 262 891 061 8 299 882 762
Sardegna 159 834 28 021 24 064 480 212 399 4 757 207 642
Totale 7 741 464 1 879 642 859 595 40 887 10 521 588 95 329 10 426 259


I valori della tabella sono riferiti alle liste delle prefetture al momento della chiusura delle iscrizioni. Alcune fonti[1] considerano un numero di aventi diritto pari a 10 527 608, dato dalle liste elettorali al momento del voto; tale numero include però anche i militari.

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Si prega di non rimuoverlo.

Percentuale degli elettori rispetto ai residenti.

Candidati

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I deputati erano scelti tra 1000 designati da enti e associazioni.

800 erano proposti da associazioni sindacali riconosciute e 200 da altri enti e associazioni nazionali.

Associazione Designati
Confederazione nazionale degli agricoltori 96
Confederazione nazionale degli impiegati e operai dell'agricoltura 96
Confederazione nazionale degli industriali 80
Confederazione nazionale degli impiegati e operai dell'industria 80
Confederazione nazionale dei commercianti 48
Confederazione nazionale degli impiegati e operai del commercio 48
Confederazione nazionale degli esercenti imprese di comunicazioni marittime e di navigazione aerea 40
Confederazione nazionale degli impiegati e operai delle comunicazioni marittime e della navigazione aerea 40
Confederazione nazionale degli esercenti imprese di comunicazioni terrestri e di navigazione lacuale e fluviale 32
Confederazione nazionale degli impiegati e operai delle comunicazioni terrestri e della navigazione lacuale e fluviale 32
Confederazione nazionale del credito e dell'assicurazione 24
Confederazione nazionale degli impiegati e operai del credito e dell'assicurazione 24
Confederazione nazionale dei professionisti e degli artisti 160
Associazione fascista del pubblico impiego 28
Associazione fascista della scuola 57
Associazione fascista dei ferrovieri 5
Associazione fascista dei postelegrafonici 2
Associazione fascista degli addetti alle aziende industriali dello stato 2
Accademie 10
Istituto fascista di cultura 3
Società Dante Alighieri 1
Associazione nazionale combattenti 45
Associazione nazionale fra mutilati e invalidi di guerra 30
Associazione fascista famiglie caduti, mutilati e feriti per la causa nazionale 1
Lega navale italiana 1
Ente nazionale per la cooperazione 4
Associazione fra le casse di risparmio italiane 4
Associazione fra le società italiane per azioni 1
Associazione nazionale fra i consorzi di bonifica e di irrigazione 2
Touring Club Italiano 1
Comitato olimpionico nazionale italiano 1
Associazione del nastro tricolore 1
Opera nazionale dopolavoro 1
Totale 1000

I 400 deputati erano poi selezionati dal Gran consiglio del fascismo tra i designati da enti e da associazioni; la lista definitiva era sottoposta ad approvazione tramite plebiscito.

Modalità di voto

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Scheda per il (fronte)
 
Scheda per il (retro)

La votazione si svolse in forma plebiscitaria. Gli elettori potevano votare o NO, per approvare o respingere in toto la lista dei deputati.

L'elettore veniva fornito di due schede di uguali dimensioni, bianche all'esterno, recanti all'interno la formula: "Approvate voi la lista dei deputati designati dal Gran Consiglio Nazionale del Fascismo?"; nella scheda con il l'interno era anche corredato da due bande tricolori, in quella con il NO la scheda si presentava bianca.

L'elettore doveva al momento del voto raccogliere entrambe le schede; all'interno della cabina elettorale si trovava una prima urna dove l'elettore lasciava la scheda scartata, per poi consegnare nelle mani degli scrutatori la scheda prescelta, affinché questi si assicurassero che essa fosse "accuratamente sigillata". Questo farraginoso sistema aveva di fatto un effetto inibitorio verso l'elettore, che non poteva avere una certezza assoluta sulla segretezza del voto, proprio a causa di quest'ultimo passaggio, anche se formalmente la legge sembrava garantire il voto segreto: gli scrutatori, in effetti, potevano distinguere le schede del "sì" e del "no" esaminandole in controluce, e l'Avanti! inoltre denunciò dei casi in cui i militi entravano in cabina per assicurarsi che gli elettori votassero "sì".[2][3]

L'elettore comunque poteva anche annullare la scheda tricolore se non avesse voluto votare a favore, apponendo un qualsiasi segno distintivo irrituale, come previsto dall'art. 79 del R.D. 2 settembre 1928, n.1993.

Nel caso, ovviamente solo teorico, di vittoria dei NO si sarebbero dovute ripetere le elezioni, con l'ammissione di altre liste proposte da enti o associazioni autorizzati dalla legge, con almeno 5000 firmatari aventi diritto al voto (Regio decreto nº 1993 del 2 settembre 1928, in particolare l'art. 57).

Risultati

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Scelta Voti %
10 043 875 99,85
No 15 215 0,15
Totale 10 059 090
Schede bianche/nulle 1 336
Votanti 10 060 426 96,49
Elettori 10 426 529

Partecipazione al voto

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Compartimento Iscritti Votanti No Nulli
Numero % Numero % Numero % Numero %
Piemonte 1 043 436 1 005 843 96,40 1 004 171 99,83 1 500 0,15 172 0,02
Liguria 380 480 372 684 97,95 371 757 99,75 875 0,23 52 0,01
Lombardia 1 579 473 1 499 953 94,97 1 492 847 99,53 6 470 0,43 636 0,04
Venezia Tridentina 170 455 157 288 92,28 156 410 99,44 814 0,52 64 0,04
Veneto 1 056 467 1 014 798 96,06 1 011 423 99,67 3 228 0,32 147 0,01
Venezia Giulia e Zara 247 194 234 835 95,00 234 360 99,80 443 0,19 32 0,01
Emilia 876 466 862 819 98,44 862 367 99,95 394 0,05 58 0,01
Toscana 796 519 783 209 98,33 782 811 99,95 387 0,05 11 0
Marche 295 299 284 310 96,28 284 197 99,96 109 0,04 4 0
Umbria 169 660 168 354 99,23 168 326 99,98 22 0,01 6 0
Lazio 511 357 505 231 98,80 504 504 99,86 670 0,13 57 0,01
Abruzzi e Molise 381 072 368 527 96,71 368 477 99,99 46 0,01 4 0
Campania 800 415 770 402 96,25 770 311 99,99 73 0,01 18 0
Puglie 529 955 511 465 96,51 511 415 99,99 31 0,01 19 0
Lucania 101 831 98 733 96,96 98 729 100 0 0 4 0
Calabrie 395 776 378 293 95,58 378 284 100 4 0 5 0
Sicilia 882 762 840 556 95,22 840 394 99,98 122 0,01 40 0
Sardegna 207 642 203 126 97,83 203 092 99,98 27 0,01 7 0
Totale 10 426 259 10 060 426 96,49 10 043 875 99,84 15 215 0,15 1 336 0,01

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Percentuale dei votanti rispetto al numero degli aventi diritto al voto.

  Lo stesso argomento in dettaglio: Deputati della XXIX legislatura del Regno d'Italia.
 
La composizione della Camera dei Deputati della XXIX Legislatura del Regno d'Italia.

I 400 eletti comprendevano:

  • 255 deputati uscenti riconfermati
  • 143 nuovi deputati
  • 2 deputati che avevano già ricoperto la carica nella XXVII legislatura.

È disponibile anche una classificazione approssimativa dei deputati eletti per professione.[4]

Professione 1934 1929
Avvocati e procuratori 75 86
Professori e insegnanti 61 50
Presidenti e vicepresidenti di enti nazionali 54 62
Agricoltori e contadini 31 44
Industriali, negozianti e commercianti 28 28
Pubblicisti e giornalisti 26 39
Ingegneri 24 14
Laureati e diplomati 21 7
Militari 16 12
Funzionari e impiegati 14 16
Organizzatori 14 4
Ragionieri 6 6
Medici 5 6
Armatori, capitani marittimi e agenti di navigazione 4 3
Artisti, pittori, ceramisti 4 5
Geometri 3 2
Magistrati 3 2
Consiglieri di Stato 2 4
Operai in genere 2 5
Proprietari 2 1
Banchieri 1 2
Notai 1 2
Professione non indicata 3 0
Totale 400 400
  1. ^ a b Piergiorgio Corbetta e Maria Serena Piretti (a cura di), Atlante storico-elettorale d'Italia 1861-2008, 2009.
  2. ^ Che cosa è stato il plebiscito fascista (PDF), in Avanti!, 14 aprile 1929, p. 2.
    «La scheda "sì" portava stampato all'interno il tricolore, a colori vivaci, perché il rosso si potesse vedere in trasparenza anche a scheda chiusa». Secondo lo stesso articolo lo scrutatore «vedeva, dalla trasparenza dei colori, se era o "no" o "sì" e annotava chi votava "no"»
  3. ^ Echi del plebiscito (PDF), in Avanti!, 1º maggio 1934, p. 5.
  4. ^ «Devesi però avvertire che non si può attribuire a questa classificazione un valore di assoluta esattezza perché nei volumetti da cui si sono attinte le notizie moltissimi Deputati sono indicati con due o più qualifiche ed è spesso difficile stabilire quale sia la principale.» Statistica delle elezioni generali politiche per la XXIX legislatura, Roma, 1934.

Bibliografia

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Voci correlate

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